sabato 23 agosto 2008

Lost in Durban

Durban, Natal: South Africa 15 - 27 Australia
Poco di nuovo da dire riguardo a questa logica sconfitta della squadra più confusa e alla ricerca di sè apparentemente senza saper dove cercare, nei confronti dei più solidi e dotati di automatismi, sia pure non trascendentali. Come la settimana scorsa contro gli All Blacks, abbiamo una partita gestita in modo veemente e inconcludente dai padroni di casa, cui ha risposto in modo vincente nulla più che una maggior solidità, disciplina, controllo e capacità di gestire i momenti degli avversari.

As a result, una Australia semplicemente più sicura di quello che deve fare (e NON fare) rispetto ai sudafricani, incamera la prima vittoria esterna della gestione Deans, la prima dal 2000 in terra africana, la seconda dal 1992.
Ora nel Torneo gli australiani sono a 13 punti con una partita in meno rispetto ai neozelandesi a 14 punti e hanno l'opportunità di giocarsi il TriNations nella sfida diretta di Brisbane ai primi di settembre.
Per i Boks si tratta della quarta sconfitta dell'anno su cinque partite, la terza di fila: diciamo che fa parte di un piano a medio lungo termine vah .. Come se non bastasse, gli australiani sono ora lanciati a strappare il secondo posto della classifica Irb agli stessi sudafricani: la partita di Johannesburg la prossima settimana perde significato nel Torneo ma ne acquista molto in tal senso.

Due soli i cambiamenti di titolari apportati da coach DeVilliers rispetto alla squadra perdente con gli All Blacks: di nuovo Jantjes estremo al posto di Montgomery e Nokwe a rilevare l'infortunato Habana; il senso pare essere: pochi cambi, fiducia a chi c'è e avanti con il gioco che stiamo provando.
South Africa: Conrad Jantjes, JP Pietersen, Adrian Jacobs, Jean de Villiers, Jongi Nokwe - Butch James, Fourie du Preez - 1 Tendai Mtawarira, 2 Bismarck du Plessis, 3 CJ van der Linde, 4 Andries Bekker, 5 Victor Matfield (cap.), 6 Schalk Burger, 7 Juan Smith, 8 Pierre Spies.
Rimpiazzi: Adriaan Strauss, Brian Mujati, Joe van Niekerk, Luke Watson, Enrico Januarie, Francois Steyn, Percy Montgomery.

Anche Robby Deans non muove molte pedine approfittando del rientro di Elsom e Vickerman, con l'importante eccezione del nuovo mediano di mischia Cordingley e provando il neo rasato Mitchell all'ala.
Australia: Mitchell, Hynes, Mortlock (cap.), Barnes, Tuqiri - Giteau, Cordingley - 7 G. Smith, 8 Palu, 6 Elsom, 5 Vickerman, 4 Horwill, 3 Dunning, 2 Moore, 1 Robinson.
Rimpiazzi : Polota-Nau, Baxter, Nunn, Waugh, Sheehan, Tahu, Cross
La cronaca al volo:
i sudafricani iniziano mettendola ovviamente e correttamente sul piano fisico là tra gli avanti. Conservano la feroce determinazione difensiva di sempre, solo pare mancargli la bussola quando tocca a loro prendere l'iniziativa: allargano il gioco in modo approssimativo e confuso, quasi volessero imitare i maestri australiani in terreni a loro ignoti. E vorrei anche vedere, con una apertura come Butch James che fa il terzo centro come sicuramente piace al nostro coach Mallett (avrà fatto almeno dieci placcaggi). I Wallabies per converso sfruttano le loro abilità tattiche per controllare il territorio, sino a quando a poco a poco riescono anche a impadronirsi del possesso palla.
Dopo i primi tre punti a punire un fallaccio di CJ Vab DerLinde sul mediano di mischia in una ruck, gli australi iniziano a macinare con calma il loro gioco tra gli spazzi veeementi dei possessi sudafricani, fino a quando il pilone Robinson conclude (opinabilmente) in meta un assalto plurifase. 10 a zero all'intervallo.
Nella ripresa entra subito Montgomery, spostando Jantjes all'ala al posto dell'evanescente JP Pietersen - e anche costui scompare dal campo. Dopo un penalty di Butch James che riapre le speranze Boks, gli australiani volano con Giteau che lancia magistralmente Tuqiri in meta.
Dopo una serie dei soliti attacchi furibondi i sudafricani trovano finalmente uno spiraglio nella attenta difesa asutrale: vannoin meta con un sempre più convincente Jacobs - per me il migliore dei suoi assieme a Bismark DuPlessis.
Fanno però i conti senza l'oste: Stirling Mortlock semina tutta la difesa e chiude la gara con una meta personale di gran classe. La seconda meta di Jacobs fissa lo score di una partitella invero bruttina.


Rimane da sperare che il Sudafrica trovi al più presto il modo di ricongiungersi con le sue tradizioni, nel momento in cui Peter DeVilliers persegue (annaspando) alla ricerca di nuovi schemi offensivi più allineati alle ELV. Vero che ci sono tantissimi giovani soprattutto tra gli avanti e questo fa ben sperare in prospettiva, ma c'è bisogno di meno calci, meno palle in giro per il campo e più opportunità agli avanti: mica sono australiani.

L'ambiente non lo aiuta di certo, in un Paese come il Sudafrica che porta a casa solo un argento dalle Olimpiadi e sportivamente "campa" solo di rugby vincente, le critiche si vanno facendo feroci. Vivono la sindrome calcistica che noi conosciamo bene, aggravata da venature politico razziali.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che il problema non sia certo Peter deVilliers, in un Paese dove i neri giocano a calcio e i bianchi a rugby ma i boss (di tutto) devono esser neri in nome della "democrazia". Chissà perchè, l'effetto è che corruzione e delinquenza aumentano esponenzialmente. Così mentre i talent scout cercano giocatori neri, senza che nessuno dica niente tante famiglie bianche vendono tutto e emigrano in Australia e Nuova Zelanda (non certo perchè i loro figli non sono selezionati dalle squadre di rugby, ma è indicativo del clima).
No Peter non ci dispiace sinora, anzi abbiamo gradito molto l'implementazione tranquilla e nel segno della continuità che ha dato alla "transformation" (in soldoni: più neri in campo) stabilita come sua mission dalla Federazione Sudafricana che l'ha nominato al posto di altri più titolati per il colore della sua pelle.
Sinora l'unica vera accusa che gli si può forse fare è la selezione del bianco Watson, notorio figlio-di-papà, ma per il resto ha sempre messo in campo decisamente i migliori.
Colpa sua se la vittoria come sempre logora chi la ottiene? Che molti uomini chiave (Matfield, Smit, Montgomery) siano andati al Nord perdendosi un po'?
Dopotutto il traguardo dei Boks non è di logorarsi nel tentativo di dominio perenne, quello spetta di diritto agli All Blacks (con gli effetti noti); dopotutto anche il mitico Jake White iniziò con molti patemi e tentennamenti la sua avventura quadriennale. Perciò se DeVilliers afferma "Roma non fu fatta in un giorno", noi gli diamo ragione e fiducia. Per adesso.
Il fatto che a tale complessa operazione post titolo Mondiale se ne sia aggiunta un'altra, forse sottostimata - l'avvento delle Elv - non è una giustificazione, ma dovrebbe tranquillizzare molte analisi troppo emotive e sensazionaliste di stampo catastrocalciofilo.

Nel frattempo coach DeVilliers incontrerà a breve Paddy O'Brien, neozelandese capo degli arbitri Irb: in agenda alcune considerazioni riguardo alla Elv (era ora, è stato il commento; le altre Nazioni si sono già tutte fatte sentire con studi e feedback, solo i sudafricani non avevano ancora aperto bocca - ecco l'evidenza di un problema federale, non certo del coach della nazionale!) e qualche lagnanza sugli arbitraggi "subiti" in questo TriNations.

Nessun commento:

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)