domenica 17 agosto 2008

South Africa kaputt


Cape Town, Tri Nations 2008, South Africa 0 - 19 New Zealand

Qualcuno si è fatto male ieri. Qualcuno si è alzato da terra che era tutto nero. Sarebbe forse politically incorrect dire che quel tale è Peter De Villiers, l'allenatore degli Springboks campioni del Mondo. Meglio dire che lui li ha ereditati, perché a Cape Town, ieri pomeriggio, la storia sembrava un'altra.

Gli All Blacks vi andarono, vi giocarono e vi batterono i padroni di casa con un secco 19-0. Diciannoveazero, magari a scriverlo si rende meglio l'idea. Era il 100esimo cap di Percy Montgomery e avrebbe certamente meritato una giornata migliore per festeggiarlo. Ma il rugby non fa sconti a nessuno, tanto meno se si scontrano Nuova Zelanda e Sud Africa. Graham Henry ha fatto capire non solo che ormai i Mondiali di Francia finiti malamente ai quarti sono un ricordo lontano, ma ha fatto pure intendere che il Tri Nations sarà dura levarglielo e che due sconfitte di fila ai suoi uomini sarà ancora più difficile rifirarle. Il Sud Africa, come ricordava il socio, tornava a schierare i veterani. GlI All Blacks sono rimasti quelli di sempre.

Partita strana, in un certo senso. Tre mete, una sola nel primo tempo, nemmeno trasformata. Due nel secondo. Dopo 40' si era sul 5-0 e così è stato anche per buona parte della seconda frazione, quando Daniel Carter ha concluso acrobaticamente una delle lunghe e ordinate azioni offensive dei suoi. Una meta in rovesciata sotto i pali, puntando i due uomini davanti a lui e poi, con le spalle rivolte a terra, ha allungato il braccio appoggiando l'ovale nell'area di meta. Era il 66'. A conti fatti, il Sud Africa in tutto quell'arco di tempo ha cercato di mettere paura, di combinare qualcosa per riprendere subito in mano il match, ma dopo la conversione dell'apertura neozelandese se lo è visto scappare di fronte agli occhi. La prima meta porta la firma di Conrad Smith, a segno dopo sette minuti. Passaggi sbagliati, voglia di combattere, ma senza strategia. Du Preez, Jacobs, De Villiers e Habana ci hanno provato, ma inutilmente. L'ultima meta è quella di Mealamu.

"Una prestazione di cui andiamo orgogliosi", commenta a fine partita Ritchie McCaw, tornato a guidare i suoi compagni in campo dopo l'infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo nei primi turni. Le brutte figure contro l'Australia e il Sud Africa negli scontri precedenti erano già state cancellate con la rivincita sui Wallabies nell'isola kiwi. Ma la spedizione tra i boeri aiuta a mettere un mattone, una pietra angolare sulla conquista del Tri Nations 2008.

Questa la situazione in classifica ora:

New Zealand (5 games played) 14 pt.

Australia (3) 9pt.

South Africa (4) 5 pt.

1 commento:

Abr ha detto...

Eccomi back. Vista registrata.
Concordo sulla realtiva assenza di mordente e inconcludenza dei Boks ma ....
Stiamo parlando di una partita giostrata per trequarti sul 5-0 e chiusa da una invenzione sublime di un fuoriclasse (la "rovesciata" di Carter).
Moreover:
come sarebbe andata se, sul 5 a 0, non avessero negato la meta a Habana perchè, secondo l'ineffabile Barnes (un tipico caso incurabile di arbitro -protagonista), lo spostamento d'aria del sovracallo tarsiale di Bryan avrebbe smosso un filo d'erba contiguo alla linea bianca laterale?

Francamente in questo Trinations si sono viste "concessioni" (non certo furti, ma concessioni) ben peggiori a favore della squadra di casa; tipo l'ultima meta di Ma'a Nonu ad Auckland contro l'Australia...

Da convinto fautore del motto "stronger than envy, bad luck and injustice", non voglio certo rifar la storia coi se e ma; infatti il vero tema e' che i Boks odierni sono squadra col fiato per sessanta minuti e (relativamente) poco solida nella sua determinazione. Relativamente, riuscendo in tal icondizioni a tener inchiodati gi Tutti Neri sul 0-5 per sessanta minuti.

Poi c'è il pack che non piu' quello di una volta (rimesse laterali perse, VanDerLinde non all'altezza, Matfield nervoso a protestare coll'arbitro etc.).
Infine DuPreez allo sbaraglio con solo 20 minuti di gioco alle spalle (ha sbagliato troppa tattica, pur subendo solo 5 punti), a dar la cifra di quanto corta sia la coperta sudafricana.

E gli uomini contati: per perdere basta che uno solo di quei pochi in forma tiri per una volta il fiato e scenda dall'Olimpo (stavolta è toccato DeVilliers).

Oppure è sufficiente un ligio e occhiuto guardialinee, Barnes, psicologicamente in sudditanza per il tanto, troppo che ha da farsi perdonare dai neozelandesi.

Tant'è, onore comunque ai Blacks che, al contrario dei Boks, affrontano le loro crisi e se le risolvono, tenendo accesi muscoli cuore e cervello di tutti per ottanta minuti. Pochi o tanti che siano (vedi "ripescaggi" di Toeava e Weepu).
Accesi e funzionaneit quando c'è da tener botta e anche quando, dopo aver cannato quattro calci di fila, c'è da inventare la rovesciata che dia il colpo di grazia a una partita in stallo.

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