Ritorno all'Eden (Park) Tutto Nero
Eden Park di Auckland: Nuova Zelanda 39 - Australia 10
Vendetta con gli interessi consumata: dopo un paio di sconfitte di fila gli All Blacks "risorgono", la panchina di Graham Henry si rinsalda, come il morale degli All Blacks e di una RugbyNation tutta.
Gli Aussie guidati da coach Robbie Deans, suonatori che vennero per suonare e furono suonati (copyright Munari), riattraversano in disordine quel Mar di Tasman che avevano attraversato con tracotante baldanza (questo invece, opportunamente adattato, e' copyright Armando Diaz).
Tutto questo traduce molto retoricamente la glossa in vigore tra i reporter frettolosi.
La realta', almeno per chi segue le analisi di questo blog, e' diversa: gli All Blacks non sono "risorti", erano alive&kicking anche sabato scorso, quando il combinato disposto di episodi, fattore campo e game plan avevano prodotto la rottura di un equilibrio ad altissimo livello.
Stavolta giocano in casa e non e' questione di episodi, di equilibrio in campo se n'e' visto poco: l'impressione e' che, con o senza Deans, fuori casa gli Aussie rimangano "timidi" come da tradizione, mentre gli All Blacks fanno capire sin dalla Kapa O Pango iniziale con che feroce determinazione intendano giocarsi la seconda tappa su quattro della Bledisloe Cup 2008.
La partita inizia come la precedente: immediata pressione Aussie con palla in movimento veloce a destra e sinistra e in tre minuti incamerano i primi punti della partita, la punizione per un ingresso laterale in ruck.
Dopo due piazzati di Carter che riportano in vantaggio i padroni di casa, l'apice viene toccato tra 20' e 25' minuto grazie a due mete in sequenza del numero uno Tony Woodcock, a eccellente compimento del lavoro del pack, una via ruck e l'altra su rimessa laterale.
La seconda meta, va detto, ricade nella solita categoria del "fattore campo": la rimessa laterale da cui nasce andava attribuita infatti ai Wallabies non ai Kiwis, essendo il piede di Ashley Cooper GIA' fuori quando ha preso palla su calcio Tutto Nero. Anyway ...
la reazione Aussie c'e': lo stesso Ashley Cooper concretizza con una meta la rapidita' di allargamento del gioco Aussie da rimessa laterale (stessa meta fecero contro il Sudafrica, stessa contro la Nuova Zelanda sabato scorso; pregevole stavolta il timing di Mortlock), ma il primo tempo finisce 21-10 e con pochi dubbi su chi abbia saldamente il pallino della gara in mano.
Nel secondo tempo Ma'a Nonu dopo tutte le critiche va a prendersi al 45' la giusta gloria finalizzando una confusa azione che vede protagonisti lui e Sivivatu; gloria dovuta a tutto il reparto arretrato per i metri guadagnati (al piede) e la pressione portata.
La partita finisce di fatto tra 51' e 55', fase in cui per ben tre volte i Wallabies non riescono a concretizzare la conquista teritoriale perdendo palla a pochi metri dalla meta. Troppo grossa oggi la differenza di "mordente" (intensity and urgency in inglese) tra le due squadre.
Infine l'ultima meta - una fuga di sessanta metri di Ma'a Nonu a tempo scaduto - meta francamente priva del requisito di pieno controllo della palla - va a remunerare ancora una volta il "fattore campo", conferendo agli All Blacks una vittoria con bonus che vale il primo posto del TriNations piu' equilibrato degli ultimi tempi.
Punteggio finale non scandaloso, sia chiaro, solo lievemente un po' oltre misura: gli All Blacks non erano in crisi abissale prima e non sono privi di problemi adesso.
As a result, l'Eden Park rimane un tabu' Aussie per il ventiduesimo anno; moreover i gialloverdi perdono la sedicesima partita consecutiva in trasferta, la prima con Robbie Deans alla regia dopo sei vittorie casalinghe.
L'approccio All Blacks alla gara rispetto a sabato scorso e' altro: non tentano piu' di risalire il campo palla in mano, ma guadagnano territorio (quasi 800 metri guadagnati al piede contro i 300 degli Aussie nel solo primo tempo!) coi calci di tutti - Carter e Cowan per primi, ma non solo: Muliaina recupera il piede, calcia anche Ali Williams, Sivivatu e udite udite, persino Ma'a' Nonu - e pressione di tutta la linea a seguire.
Il lavoro del reparto arretrato All Blacks viene finito non via offload e pedalare come visto recentemente (troppe palle perse la settimana scorsa), ma da schemi piu' "old skool": aggressivita' degli avanti e controllo delle fasi statiche (mischia e rimessa), dove la rinomata esperienza e "mestiere" degli avversari non hanno stavolta procurato vantaggi (lo categorizzeremmo come le piccole grandi influenze del "fattore campo").
Quanto a Kahui all'ala, la mossa e' di aggiungere un centro esterno a prevenire gli allargamenti verso Hynes, le incursioni di Ashley Cooper e i raddoppi di Tuqiri.
McCaw al rientro fa nulla di eccezionale, come del resto tutte le terze linee, ma conferisce morale e da' ordine e consistenza al lavoro di tutto il pack, e la differenza si vede; Cowan si adatta ancor meglio di Ellis al ruolo di mediano moderno veloce di mano e di piede.
Come tutti i Neri fanno bene, tutti i Wallabies si dissolvono nella scarsa consistenza ("lack o f discipline" in inglese): solo Horwill si fa vedere tra gli avanti e Mortlock sbaglia poco nei trequarti, mentre Giteau canna diverse palle, Burgess non riesce a guizzare e il triangolo allargato Tuqiri-Hynes-Ashley Cooper si mette in moto poco.
Gli Australiani stavolta annaspano a forza di palle perse, soprattutto in rimessa laterale. In una partita come questa il rientro di Mortlock non basta, e' la veemenza difensiva di Rocky Elsom a mancare veramente agli Aussie, facendo capire come mai Deans lo preferisca a Vaugh.
La prima considerazione generale va all'impatto delle Elv sulla tattica di gioco.
Si conferma l'iniezione di spettacolare dinamismo conferito dalle regole estese nella versione TriNations: cio' e' dovuto al fatto che alle vecchie "fonti" di possesso (rimessa, mischia, punizioni) si aggiungono quella dei calci up&under avversari e i free kicks. Il gioco viene reso piu' dinamico inoltre (piu' turnover) dalla applicazione piu' stringente delle regole "vecchie" sui comportamenti in ruck.
Sta di fatto che mentre si corre di piu' per il campo per via delle Elv, le mete arrivino per lo piu' dal sapiente sfruttamento di situazioni "vecchie" come rimesse laterali e spinta degli avanti.
Nella partita precedente Robbie Deans aveva correttamente sottolineato ai piu' distratti come la Nuova Zelanda piu' che l'Australia per marcare avesse sfruttato un aspetto Elv (i free kicks); per questa sfida ha posto l'accento sul mancato controllo della rimessa laterale da parte dei suoi come chiave della sconfitta e non su altro piu' "moderno".
Aussie tradizionalisti e All Blacks innovatori quindi, checche' ne racconti quel furbone Graham Henry? Forse in effetti quest'ultimo aveva imposto sabato scorso ai suoi un gioco "privo di piedi" non per ignoranza delle Elv ma per evitare fuori casa il piu' possibile le perdite di possesso e conseguenti ripartenze imposte dal gioco "nuovo"; oggi invece in casa non le ha evitate le ha gestite mediante la pressione della linea di difesa che risaliva il piu' velocemente possibile.
L'ultima considerazione riguarda il Torneo, appassionante e aperto piu' che mai: ristabiliti i valori classici o giu' di li', ora la chiave di volta sta negli Altipiani del Transvaal, dove i Boks attendono a pie' fermo lo sbarco degli avversari tra quindici giorni, dopo la rifinitura con l'Argentina nel test della Mandela Cup del prossimo weekend.
Mentre tutti si torna a lodare i Kiwis dopo aver esaltato gli Australiani, attenzione a non sottovalutare troppo i Campioni del mondo in carica: sono gli unici sinora ad aver vinto una partita fuori casa, in uno stronghold degli attuali leader di classifica.
5 commenti:
Sorry per il mio assenteismo, mate, ma in questi giorni ero in giro. Per lavoro. E finché si può, si fa.
.. cominci a entrare nel perverso loop eh? Pensa che io lo sono da vent'anni, in giro per lavoro ...
Ah le nuove generazioni ;)
Scherzi a parte, in bocca al lupo!
... ah le nuove generazioni... che non hanno una maledetta chiavetta usb per collegarsi alla rete mentre sono in strada... ;)
Deviii moriiiireeee ....
Quello che manca da sempre alle nuove generazioni e' del sano nonnismo, un po di vessazioni gratuite :D
Mi vesso da solo, mate. Faso tuto da mi!
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