La Francia sconfigge lo spettro Pumas
Marsiglia, Velodrome, Francia 12 - 6 Argetina, ref. Kaplan
Un anno fa i galletti vennero bastonati per due volte nel corso del loro Mondiale, nel match di apertura della manifestazione e nella finale per il 3°/4° posto. Stavolta, nello stadio dove nel 2005 presero un'altra scoppola dagli argentini, la Francia riesce finalmente a cancellare lo spettro dei Pumas al termine di un incontro fisico, poco spettacolare, ma certo giocato fino all'ultimo centrimentro.
L'Argentina si affida sin dall'inizio alla geometria dei calci di Hernandez schierato all'apertura e dopo 4' minuti prova ad aprire le marcature con un drop del suo numero 10 che si spegne poco prima di arrivare a destinazione. I marsigliesi fischiano, ma alla fine dovranno ingoiarseli tutti quei fischi perché la Francia non riesce a fare diversamente. Bleus fallosi, concedono 4 calci di punizione agli avversari nei primi quattro minuti, ma sotto i pali gli argentini non hanno la precisione che occorre e che, a conti fatti, avrebbe potuto fare la differenza. Sbaglia Contepomi all'8' e così, tre minuti dopo, Skrela punisce con un mirino meglio calibrato ed è il 3-0 dei padroni di casa.
I Pumas impiegano parecchio tempo a prendere le misure in rimessa, un tasto un po' dolente che non concede loro di organizzarsi nel gioco di mischia, in compenso pareggiano i conti sempre da un piazzato. Al 29' di nuovo Skrela, di nuovo di piede, di nuovo da un calcio di punizione: 6-3. Francesi che prendono il largo, con altri tre punti, un paio di minuti più tardi. E argentini che accorciano con Contepomi al 35': si va negli spogliatoi sul 9-6 dopo che suona la sirena dello stadio, tanto simile al rumore dei tripodi ne "La guerra dei mondi" da mettere un po' di paura.
Non si spaventa però l'Argentina che nei primi minuti della seconda frazione cambia marcia, decidendo di affidarsi meno al piede di Hernandez per provare ad esplorare lo spazio con una serie di raggruppamenti vicini e poi di allargare la manovra, ma i francesi non smarriscono la concentrazione. Nervi a fior di pelle in campo, vecchi conti da regolare anche perché non sono pochi gli argentini che militano nel campionato d'Oltralpe. La sensazione è che la prima a cedere, sarà senza dubbio la prima ad uscire sconfitta dal campo. E così le due nazionali non mollano, non si segna, in compenso si lotta e, con buona pace delle nuove regole, si torna ai calci di spostamento e lo spettacolo è forse un optional nella serata marsigliese.
Al 56' arriva il momento di Chabal, almeno per dare una carica con il simbolo del Mondiale di un anno fa. La Francia non scardina la trincea biancoazzurra, meglio affidarsi al singolo che può innestare fiducia anche sugli spalti.
Al 60' si vedono i primi effetti, sale la pressione dei galletti, sotto mira c'è proprio il regista Hernandez, autore di una bellissima prestazione, che sbaglia due volte di fila a calciare. Si arriva così agli ultimi dieci minuti e la Francia pigia più che può sull'acceleratore. Eppure i Pumas non demordono, ripartono e si ritrovano nei 22 avversari, dove è fondamentale, al 72', un grillo-talpa come si deve di Chabal per evitare il peggio. Si lotta.
78' minuto: stupido ed inutile fallo di reazione di un giocatore argentino che calcia il pallone quando non dovrebbe farlo, Kaplan assegna la punizione ai francesi. La frittata è fatta: 12-6. A due minuti dalla fine della partita giungono i primi punti del secondo tempo. Sintomatico.
Ultimo assalto con un rimessa sui 22 nemici per i Pumas, ma anche in questa occasione il meccanismo non funziona come dovrebbe, i francesi recuperano l'ovale e chiudono la pratica. A furia di botte e placcaggi, per il rugby champagne ci sarà un'altra occasione. Pumas in netta ripresa dopo l'estate nera: sono tornati i pezzi grossi.
1 commento:
.. tosti e fraddamente tattici i Pumas, ci sono andati veramente vicino; hai visto come han rollato via per due volte di fila la mischia bleu su sua introduzione? Saranno cavoli acidi la settimana prossima a Torino ...
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