San Martino d'Inghilterra
Mentre il socio approfondisce come bene sa fare il discorso "noi in Celtic League come ci andremo e che fine faremo", e mentre il 6 Nations 2009 si ferma per un turno di riposo, nella perfida Albione hanno trovato un nuovo santo da affiancare al sempreverde San Giorgio. Si tratta di San Martin Johnson, il capitano del Mondiale 2003 e chiamato a ricostruire una nazionale perseguitata da infortuni e incertezze. Non tanto perché ha vinto contro gli Azzurri di Mallet all'esordio, quanto per il carattere dimostrato dai suoi nel match contro i rivali di sempre, i gallesi, gente che fischietta un motivetto così: "As long as we beat the English...".
Welcome back, England: hanno scritto così i commentatori sportivi d'Oltremanica. "Per la prima volta da quando Johnson è arrivato, si è vista una squadra", ha scritto Mick Leary del Telegraph, riportando il giudizio di molti altri suoi colleghi. "Dobbiamo credere in noi stessi", ha affermato invece Johnson che da buon tecnico non ha potuto a fare a meno, anche in questa settimana, di tornare sui limiti della sua Inghilterra. Uno fra tutti, l'indisciplina perché gli inglesi nelle ultime otto partite hanno collezionato 11 cartellini gialli. E poi la fatica ad esprimersi sotto pressione, nell'esecuzione di azioni chiave per respingere le folate avversarie. Eppure in un clima come quello del Millennium Stadium l'Inghilterra ha lottato e venduta cara l'anima.
Il prossimo test sarà ancora più importante, perché i leoni di Sua Maestà giocheranno in trasferta contro l'Irlanda al Croke Park. Johnson ha già detto che "se regaleremo tutti quei falli, perderemo". D'altra parte uno come lui, uomo di mischia e di vecchia scuola rugbistica, non è che consideri una onorevole sconfitta una parte del suo modo di essere.
Eppure un piccolo miracolo lo ha compiuto: i tifosi inglesi, così maledettamente con la puzza sotto il naso e sempre pronti con l'indice puntato ad indicare "all that rubbish" che la nazionale ha portato in campo in diverse occasioni negli ultimi anni, sembrano più generosi del solito. San Martino, fai loro la grazie.
3 commenti:
Dal tuo bel post emerge freudiano il desiderio fremente del tifoso All Welsh: che San Martin facesse la grazia di andare a battere l'Irlanda, per trasformare la già comoda via gallese verso il secondo 6Nazioni in fila in una comoda autostrada a quindici corsie in discesa .... ;)
Dopotutto sarebbe una sorta di risarcimento, dopo che gli inglesi han fatto vedere i sorci verdi al Galles nei due secondi quarti del primo e del secondo tempo, zittendo col gioco e la pressione l'intero Millennium ...
Uscendo dalle "porvocazioni" tra tifosi, credo che agli inglesi non sia sufficiente un semplice richiamo a una maggior disciplina: dovrebbero cambiare un approccio centenario alla fase di contesa dell'ovale, fatto di fisicità esperienza e dirty tricks. E' complesso e ci vorrà tempo, ma dopotutto anche Richie McCaw è riuscito ad adattarsi agli arbitraggi moderni, ce la faranno anche loro ma non in 15 giorni a mio avviso.
I progressi mostrati dagli inglesi, sempre che contrariamente ad esempio alla Francia o a noi li sappiano mantenere, li rendono ok:
- la difesa s'è rivelata praticamente impenetrabile anche per i forti gallesi (una sola meta in inferiorità numerica),
- l'attacco ancor meglio (due mete al Millennium contro una squadra che aveva subito solo due mete in tutto lo scorso 6Nazioni).
ciao, Abr
Questo tuo preconcetto sul mio tifo All Welsh un po' di infastidisce :D
Bella come la mette giù Mark Cueto su arbitri e disciplina per gli inglesi:
"We have got to be squeaky clean. We have four yellow cards in two games so we have to switch our mentality from pushing the boundaries a little bit. It doesn't help when people keep talking about it. It's putting more of an emphasis on it and it's going to be in the back of the referee's mind. Because there is so much hype around it in the press, the 50-50 decisions are going against us.
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