sabato 21 marzo 2009

Bentornata, Irlanda!



Millennium Stadium, Cardiff: Wales 15 - 17 Ireland

E' la partita delle partite. I detentori del titolo che hanno svanito i sogni di Grand Slam vs. i rivali che dal 1948 non trionfano come Dio comanda cioe' col Grand Slam, e da venticinque non vincono il titolo. E' Wales - Ireland. E' al Millennium Stadium di Cardiff e i dragoni rossi hanno bisogno di una vittoria con 13 punti di scarto per ripetere il trionfo targato Warren Gatland di un anno fa. Arbitra l'inglese Wayne Barnes che in questo stadio concesse un famoso avanti alla Francia ai quarti degli ultimi Mondiali contro la Nuova Zelanda.
Animi accesi, la sfida è da battaglia. Si battibeccano Ryan Jones che ha preso il posto dell'infortunato dell'ultimo minuto Andy Powell a numero 8 (e ha ceduto il suo in terza ala a Dafydd Jones, recuperando in panca l'Osprey Jonathan Thomas) e Donncha O'Callaghan, per un fallo del primo. Mischia totale in campo, poi piano piano la situazione torna alla normalità e O'Gara può cominciare bene nello stadio dove ha vinto una Heineken Cup con Munster, ma il primo calcio va fuori. L'Irlanda prova a sentirsi subito a casa e preme sull'acceleratore. E sono passati solo tre minuti.
I placcaggi sono quelli che lasciano il segno, come succede nell'Emisfero sud quando i sudafricani devono regolare dei conti in campo.
La prima grande occasione per l'Irlanda - 13': mischia ai cinque metri per l'Irlanda, lunga fase prima da una serie di ruck sul limite, poi palla fuori, ma O'Driscoll commette un avanti nel passaggio a Fitzgerald. Si salva il Galles di fronte ad una Irlanda che vuole mettere al sicuro il punteggio, una meta cambierebbe subito l'esito dell'incontro. Il Galles dovrebbe farsi sentire, per ora deve difendersi. E come si dice, la migliore difesa è l'attacco: dopo un quarto d'ora è ancora 0-0.
Gli irlandesi sono ben organizzati in touch, momento strategico nella campagna in trincea di Cardiff. I gallesi a dirla tutta ci provano a folate e quando vanno in velocità sono difficili da prendere, però manca quella precisione fondamentale per chiudere il discorso. Ci provano in particolare in un paio di occasioni, ma l'Irlanda regge il confronto.
Mettere tutto il fieno in cascina - Alla mezz'ora esce Lee Byrne, l'estremo che si è spesso rivelato arma decisiva per il Galles. Gli irlandesi lo hanno preso di mira sin dall'inizio, al suo posto Jamie Roberts che va al centro lasciando la responsabilita' di estremo a Gavin Henson. E arriva il primo calcio di punizione per il Galles: va a calciare Stephen Jones ed è 3-0.
E' a questo punto gli irlandesi ci riprovano, entrano nella metà campo nemica ed è a questo punto che gli avanti gallesi inziano a sacrificarsi nelle fasi statiche, costringendo gli altri al fallo.
Ribaltamento di situazione e arriva il calcio di Stephen Jones da 49 metri per il 6-0. Il Galles vuole portare a casa tutto, qualunque cosa si possa recuperare ogni volta che si varca la linea di metà campo.
Finisce il primo tempo e dalle tribune del Millennium si alza, come sottofondo, la colonna sonora di The Dark Knight. Giusto per far capire che aria si respira da quelle parti: mancano solo sette punti, una sola meta per ribaltare il destino cinico e baro.
Secondo tempo - La ripresa è all'insegna della volata dell'ala dipinta di verde nonche' irlandese presso gli Ospreys gallesi: Tommy Bowe. San Patrizio oggi è dalla sua ma al suo primo tentativo Gavin Henson dice no e ci tiene a far sentire la sua presenza in campo, placcandolo. Gli irlandesi provano, di nuovo, a spingere. E' subito battaglia di centrimetri tra la cavalleria pesante mentre la fanteria leggere si dispone ai lati.
Si arriva sotto i pali, poi una nuova puntata in avanti, sempre in una battaglia di centrimetri. Barnes chiede di fermare il tempo e di vedere se questo maledetto ovale è stato schiacciato o meno. E' così, la firma di O'Driscoll. O'Gara trasforma: 6-7 per l'Irlanda.
Tutto in un minuto - E' il 44' ed è già il momento chiave. Ed infatti ecco quanto accade al 45': mischia per gli ospiti, la palla esce perfetta perfetta per essere calciata nella metà campo avversaria, in una zona scoperta dove si invola Tommy Bowe, l'ovale gli rimbalza giusto giusto in mano e lui ha la strada libera per segnare la meta del trionfo irlandese. O'Gara trasforma: 14-6 per l'Irlanda. Dagli spalti si alzano le note della canzone ribelle The Fields of Athenry.
I dragoni però sono duri a morire, Stephen Jones con un calcio di punizione suona la carica. La linea difensiva messa in campo da Declan Kidney è però impeccabile e respinge l'invasore, puntano dritta sui trequarti chiave del Galles di Gatland.
55', altro piazzato di Stephen Jones, risultato sul 12-14. La scalata gallese è ancora lunghissima e impossibile.
I soldati di San Patrizio sanno arrangiarsi e usare tutti i reparti per affondare il possesso nel territorio avversario, è ormai chiaro che il Galles dovrà cedere lo scettro ai valorosi irlandesi. Non per questo progetta l'ultimo sgambetto, quello di vincere il match ed impedire ai folletti di conquistare in un solo boccone torneo, Gran Slam e Triple Crown per aver battuto le rivali britanniche.
Droppo io, droppi tu - Ci prova con il drop di Stephen Jones negli ultimi dieci minuti di gara: il Galles torna avanti e il Millennium fa festa, come se fosse la grande vittoria. Sul conto di fine gara peseranno le punizioni sbagliate di Henson (da meta' campo) e Jones (da un metro piu' avanti), che tenterà l'ultimo tiro disperato dopo che O'Gara ha risposto al drop del numero 10 avversario con un altro drop ad una manciata di minuti dal fischio di Barnes. Si chiude così, 17-15 per l'Irlanda.
Applausi - 61 anni dopo quel 1948, quando il rugby era tutta un'altra vicenda di uomini e di regole, l'Irlanda riguadagna un Grand Slam e sale sul tetto europeo 24 anni dopo l'ultima volta, nel 1985 quando le Nazioni erano ancora Cinque. E' infatti la prima vittoria dell'Emerald Island al Sei Nazioni pur avendo accumulato ben quattro Triple Crown in dieci anni; di sempre sono al secondo Grand Slam, alla decima triple Crown e undicesima vittoria nel torneo (buoni ultimi tra le britanniche). Prende il posto del Galles e lo avevamo già sottolineato nei giorni scorsi: due nazionali che sono due anni fa, in occasione dei Mondiali di Francia, avevano lasciato brutti ricordi per le eliminazioni nel turno a gironi.
Prima i dragoni, oggi l'armata di San Patrizio. In due anni succede di tutto. Trionfa l'Irlanda di Kidney a conclusione di una stagione meravigliosa per il rugby irlandese: Munster campione d'Europa, nazionale imbattuta nel 6 Nations ed ora ancora una Heineken Cup da spartirsi. E scorrendo i nomi dei club dai quali provengono i XV neocampioni della competizione più antica al mondo, sognare è lecito e concesso.
Bentornata, Irlanda!

(QUI gli highlights BBC)
Una considerazione by Abr
(NB.: il "rosso" in foto con O'Driscoll non e' un gallese, e' Rog - Ronan O'Gara).
Scenario: e' dal 2000 che l'Irlanda gioca ad altissimo livello con la stessa celebrata generazione di giocatori, vincendo 3 Triple Crown in nove anni ma non riuscendo mai a portare a casa nulla di piu' di delusioni (al 6Nazioni, al Mondiale); come altre tre volte sono arrivati all'ultima giornata con le mani sul Trofeo, a giocarsela in casa dell'avversario piu' pericoloso.
Come sempre i Verdi giocano bene ma alla fine del primo tempo perdono 6-0; ce n'e' abbastanza per farsi venire certi pensieri fatalisti o no?
Invece gli irlandesi rientrano in campo e nel giro di due minuti piazzano due mete: nella prima superbo pack e grande intuizione di O'Driscoll autentico leader in campo che si improvvisa mediano e poi si compenetra nel pack chiudendo l'iniziativa come contro l'Inghilterra; nella seconda, grande responsabilita' del duo Shane Williams -Gavin Henson che arrivano fiacchi sul possibile placcaggio a Bowe.
Ma non e' ancora finita: nonostante le due mete a zero i gallesi gli passano davanti ancora, sempre e solo col piede di Stephen Jones. Un pizzico di protagonismo dell'arbitro Barnes, un po' di "mestiere" nel gestire gli attacchi gallesi, fino a quando uno sfondamento individuale di Phillips crea le condizioni per il drop al 75' , i padroni di casa sono un punto avanti a pochi minuti dalla fine.
Gli irlandesi avrebbero vinto lop stesso il Torneo, ma per capirci vincerlo perdendo con i campioni uscenti sarebbe stato come uno schitto di piccione sul tight del matrimonio.
Tranquilli, nessun problema stavolta: due minuti dopop il pack riprende a macinare terreno e avversari, i trequarti continuano a impegnare la difesa e l'ovale non scotta in mano a Ronan O'Gara, che risponde a drop con drop.
Come spesso capita la fortuna arride a chi la prenda per il bavero e la costringa a guardare dalla sua parte: il tentativo di calcio finale di Stephen Jones da metacampo ricorda quello contro l'Italia che tanto indispose Gavin Henson e ottiene il medesimo esito: corto e fine della storia.
Qualcosa e' evidentemente cambiato nelle teste degli stessi medesimi ragazzi di sempre: dai leader Rog (Ronan O'Gara,) O'Driscoll, O'Connell, ai leader del passato ma ancora importanti (Rory Best, Peter Stinger Man of the Match il sabato precedente), al grande irlandese degli Ospreys Tomy Bowe e tutti gli altri.
Gran bel lavoro di coach Declan Kidney, l'autentico "X Factor" di questa Irlanda: non e' per niente semplice trasformare un gruppo di campionissimi, alcuni "up in the hill" (con la puzza sotto il naso) e in ballo dal 2000 dopo averle provate tutte ottenendo tantissimi piazzamenti ma nessun trofeo, in un gruppo di vincenti.
Esercizio di gran lunga piu' difficile che non trasformare un gruppo di mediocri giocatori poco esperti in un team solido e rognoso, dal gioco efficace, difficile da battere: per questi basterebbe far le cose giuste credendoci, ai primi e' indispensabile inoltre non commettere il minimo errore. Non nominate il nome di Declan Kidney se passate dalle parti di Nick Mallett.

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