mercoledì 15 aprile 2009

ELV delle mie brame ...

C'erano pochi dubbi che il "mago" della University of Rugby del Canterbury County, Nzl, al secolo Robbie Deans, fosse in grado di far rapidamente progredire il gioco della nazionale australiana che e' stato chiamato a guidare l'anno scorso, e in generale che facesse avanzare la qualita' di tutto quel movimento.
Non lo conoscevamo sotto l'altra veste, altrettanto intrigante in momenti altamente "politici" come quello che sta attraversando il mondo del rugby, di "mediatore culturale": apprezziamo molto un suo intervento relativo alle Experimental Law Variations riportato da rugbyweek.
Mentre gia' ci preparavamo a una nuova fase della "guerra per bande" o per Emisferi, le dichiarazioni di Deans aprono cuori e menti alla speranza di una re-union del rugby Union sotto il profilo regolamentare, senza ritorni al passato cui saremmo contrari, essendo pro-evoluzione, non rivoluzione e anti-rendite di posizione, a maggior ragione da parte di chi poco o nulla da perdere avrebbe, come noi italiani.
"Siamo davvero vicini, credo, a trovare un accordo generale che produrrebbe un perfect game" ha dichiarato coach Deans raccontando della riunione Irb del mese scorso a Londra, preliminare a quella che in maggio di quest'anno dovrebbe sancire l'abbandono della fase sperimentale e il ritorno a regole condivise in tutto il mondo del rugby, a far data dal 1 gennaio 2010 nell'emisfero Sud e dal 31 agosto 2010 in quello Nord.
Il meeting di Londra ha raccomandato l'adozione definitiva di dieci variazioni regolamentari sperimentate, il rigetto di tre e il rinvio a "ulteiori analisi" per la ELV cruciale, quella sperimentata solo nei tornei del Sud che punisce la maggior parte dei falli con il calcio libero invece che piazzabile.

Deans da' per "perse" le regole gia' scartate (numero di saltatori dispari, abbattibilita' delle rolling maul), le considera giustamente "minori" e non perde tempo sul tanto vituperato "ping pong areo" (i calci in touch di una volta eran forse piu' spettacolari?). Si concentra piuttosto sull'ultima ELV, quella "indecisa" e piu' controversa nei suoi effetti, contestata prevalentemente dell'Emisfero Nord pur non l'ha mai sperimentata.
"Tutti si rendono conto che la fonte dei problemi, la cosa da disciplinare prima di tutto in realta' e' l'area del contatto, il placcaggio, le ruck", afferma Deans. E' la fase di contesa della palla, cio' che caratterizza il rugby versione Union rispetto al League e altro.
Le ELV e le interpretazioni arbitrali relative alla fase di contesa, sostiene il coach ex Crusaders, stanno producendo uno stile di gioco - free-kick, free-kick, free-kick, penalty - "bacato" oltre che "prescrittivo" (guidato dall'esterno, dall'arbitro).
Invece esistono falli evidenti in fase di contesa aldila' dei tre "maggiori" già sanzionati (fuorigioco, fallo antisportivo, entrata in ruck non dal "gate") in cui c'e' generale consenso che la punizione debba essere il calcio piazzabile ("full arm"); ci sono invece altre situazioni meno chiare in cui secondo Deans sarebbe opportuno lasciare all'arbitro l'opzione meno "invasiva" del free kick.
"Se partiamo da questa base condivisa" afferma Deans "le parti non sono cosi' distanti, credo, dal disegnare il gioco perfetto". Il coach dei Wallabies arriva a dettagliare: "Abbiamo contato una media di 24 tipologie di falli; 17 dovrebbero meritare il calcio libero mentre sette andrebbero sanzionate col piazzabile".
Aldila' del dettaglio sulle tipologie di fallo, l'elemento qualificante sono gli obiettivi che ci si deve prefiggere con le modifiche al regolamento, secondo Deans ben chiari: "Rendere il gioco piu' facile da arbitrare, da giocare e da comprendere per il pubblico; fare in modo che il risultato delle partite sia determinato dai giocatori e non dall'arbitro". Sottoscriviamo in pieno e speriamo veramente che le posizioni delle parti siano vicine come ci racconta un protagonista.
La visione di Robby Deans trovano parziale conferma nelle dichiarazioni di Guy Novès, coach di Tolosa, a Planetrugby: moderatamente soddisfatto per il ripristino della rolling maul (sostiene che col la ELV, bastando un solo difensore per abbatterle, la difesa poteva essere in costante soprannumero sull'attacco), anche lui ritiene che il punto scottante del gioco sia il governo dell'area di contestazione palla a terra, che ricordiamolo, è Elv ma non solo.
"C'è troppo spazio per l'interpretazione arbitrale." sostiene il francese, "Se avessimo tre arbitri a giudicare la stessa partita avremmo tre sanzioni diverse al medesimo fallo in ruck. Si dovrebbero stabilire regole indipendenti dalle interpretazioni".

2 commenti:

al ha detto...

cia abr,purtroppo io sono un conservatore della lana più retriva, non avrei niente da obbiettare se si giocassero ancora i raggruppamenti in piedi e le touche nel marasma più totale.
a proposito di touche ricordo ancora con commozione il vecchio bob norster nell'ultima giornata del 5 nazioni 1989 battere quasi da solo l'inghilterra strafavorita privandola della vittoria nel torneo, ridicolizzando i due poliziotti inglesi in touche.
preferivo quel rugby,ma oggi non esiste più almeno ai massimi livelli e tanto vale farsene una ragione.
in quel rugby l'arbitro contava meno: c'erano poche macroregole-peraltro spesso serenamente violate- e gli arbitri,benchè generalmente poco preparati,incidevano relativamente.
oggi si gioca un rugby con il codice civile in mano,tesi ad aggirare la regola senza essere contra legem:a questo proposito trovo completamente condivisibile il tuo riferimento a mc caw in un altro post.
sempre a proposito di nz a me viene da pensare a soialo e collins nel 2007 che ogni volta che mc caw ripartiva dalla chiusa trovavano motivo di tafferuglio guarda caso proprio con la guardia da quel lato,o a muliaina che ogni volta che ripartiva da mark aveva dopo i primi 5\6 metri i lati parati da terze e seconde manco fosse sulla pista di decollo di orio.
spero che quello che dicono deans e,in misura diversa, noves si realizzi.
spero che, soprattutto, gli arbitri si preparino di più anche a video studiando le squadre che devono arbitrare,come si addice a dei professionisti.
spero si torni ad un rugby univoco con una semplificazione delle regole ed un arbitro restituito al suo naturale ruolo poco più che notarile

Abr ha detto...

ciao Al, premesso che mi dichiaro pro evoluzione e non rivoluzione, mi stai aggiungendo una motivazione in più all'essere a favore del cambiamento: proprio il ricordo dei vecchi bei tempi!
Una volta gli avanti proletari spingevano e saltavano (da soli), i nobili avanti si sfidavano a singolar tenzone in corsa e alle borghesi terze linee a volte era concesso far gli "arrampicatori sociali", giocando e rubando la palla.
L'allenamento era "revealing"; avanti da una parte a rotolarsi nel fango, trequarti a corricchiare passandosi palla, apertura ed estremo a calciare e la famosa solidarietà del rugbista si applicava per reparti, i nostri trequarti manco li conoscevamo per nome...

Poi col professionismo e grazie agli australi piombammo tutti nell'era "arbitrata" 2000-2007: grillotalpa, gioco totale e Richie McCaw da una parte, furbacchioni mischiaroli inglesi più WIlkinson dall'altra; tutti si sentivano fregati, avevano bisogno di tutele: 100 fischi a partita o anche più, e mica a mezzo braccio; aggiungici i 70 calci in touch e altro che ping pong, era tamburello puro.

E' ora di uscirne in qualche maniera, no? Concordando con te che concordi con i due coach, cercando di far giocare di più e fischiare di meno.

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