Hadden out
Mossa abbastanza prevista, Frank Hadden coach della Scozia dal 2005 e' stato portato a dare le dimissioni dai boss della Federazione scozzese.
Nonostante il passaggio del turno al Mondiale, ha mancato l'obiettivo minimo che gli era stato dato - almeno due vittorie nel torneo delle Sei Nazioni - per la terza e ultima volta in fila; per cinque volte nelle ultime sei edizioni la sua Scozia e' finita tra le ultime due, esattamente come l'Italia. Oltre alle sconfitte in sequenza sono state criticate certe sue scelte, come lasciar spesso fuori Chris Paterson o il centro Max Evans.
Sic transit ... ora la Scozia cerca un altro allenatore: se volessero ne avremmo giusto uno qui che parla bene inglese ...
La cosa interessante che coinvolge anche noi italiani e' una considerazione di Hadden:" Sono convinto che questa squadra (la sua ndr) potrebbe anche vincere il Sei Nazioni. Il principale ostacolo e' lo scarso tempo che ci viene concesso per la preparazione".
La Lega Celtica libera tutti i giocatori e anche la Premiership ha un accordo con la federazione scozzese ma alcuni giocatori (nove di quelli in campo contro gli inglesi nell'ultima partita) giocano in squadre senza accordi, per cui il tempo minimale per preparare il torneo, stimato in otto settimane consecutive di "ritiro" come ad esempio fa l'Inghilterra, non viene rispettato e i ragazzi sono costretti a pendolare avanti e indietro dai loro club.
A maggior ragione cio' e' necessario, sostiene Hadden, in tempi di cambiamenti di regole e conseguenti tattiche di gioco. Senza considerare l'effetto sulla forma dei giocatori.
"The two teams with the poorest preparation (Scotland and Italy) are at the wrong end of the championship. That's a fact." ha dichiarato Mike Blair capitano scozzese. E ha aggiunto: "Sono gli errori individuali quelli che ci affossano. Il coach puo' farci poco, e' una questione di tempi di lavoro".
Siamo tra le squadre con la "poorest preparation" e si vede; secondo qualcuno questo non e' un problema, e' IL problema. Ma da noi si pensa perdipiu' alle maul, alla Celtic League e a far fuori i capintesta; il che va di gran moda - Wagoner docet - e indubbiamente a volte aiuta, ma in se' risolve poco, soprattutto quando non e' chiara l'alternativa.
3 commenti:
Beh, c'è da dire che il campionato italiano si ferma completamente (e tu stesso, abr, hai più volte ironizzato - giustamente - su questo) in occasione degli impegni della nazionale. Poi mica è colpa della FIR (o della federazione scozzese) se l'80% (ho sparato a caso) dei nazionali NON gioca nel proprio campionato ma in club stranieri che non fanno accordi!
Aggiungo che - per una volta - noi italiani non abbiamo ceduto alla tentazione di "risolvere tutto" facendo fuori l'allenatore. Certo, poi come dici tu, bisognerebbe anche trovare delle alternative sia all'eliminazione che alla NON eliminazione del capintesta! ;-)
Gia'. Non e' colpa di nessuno se i giocatori possono andare a "lavorare" dove gli pare, al limite servirebbe lavorare all'opposto, sul rendere attrattivo il campionato locale per i campioni veri (Celtic tra due tre anni, se succesfull?).
Sta di fatto che nessuno sottolinea piu' l'aspetto del poor preparation italiano (tranne Mallett ai primissimi tempi, appena arrivato).
Inutile prendersela troppo (solo un po') con Orlandi, Cariat e Troncon (il defensive coordinator) allora se i nostri non assimilano i loro favolosi schemi tattici ....
ah for those, m'era sfuggito un aspetto importante: fermare o no i campionati e tenere in ritiro i giocatori nazionali sono due cose distinte.
In Inghilterra e anche in Francia funziona molto bene, fornendo un doppio beneficio: preparazione per i nazionali e ampio spazio ai giovani in campionato (ho anche recentemente postato su un diciottenne degli Irish).
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