Spunti Transalpini
Tutti i nostri due lettori oramai l'avranno capito, crediamo che il rugby francese molto piu' di quelli britannici abbia caratteristiche simili al nostro e quindi, essendo indubitabilmente piu' avanti, possa offrire spunti evolutivi interessanti.
Un elemento non smetteremo mai di sottolineare di quel rugby: il suo radicamento territoriale, che dalla roccaforte del Sud Ouest (Aquitania, Pirenei, Linguadoca) ha esteso progressivamente il movimento verso est (Lionese, Provenza, Alvernia) e lo ha portato sino alla Grande Citta' (Stade Francais, Racing). Estensione progressiva, non espianto "dalla provincia", sradicamento secondo l'italian style del parvenu che si vergogna delle proprie origini nel contado.
Riportiamo una parte di intervista di SudOuest.com a Pierre Camou, nuovo presidente della Federazione Francese di Rugby - FFR - dal titolo significativo: "Costruire per durare nel tempo", dove espone idee interessanti sui temi caldi anche da noi: in particolare, sui giocatori nazionali e le franchigie.
Il primo spunto di interesse riguarda "la purezza della razza" per rinforzare la Nazionale.
"Nel 2001" ricorda il neo presidente, "il 18 % di giocatori con contratto da professionista (in Francia) era straniero, oggi siamo arrivati al 46 %. Faccio riferimento ai contratti non al numero di giocatori convocati per le partite. La Lega ha compreso il pericolo per essa stessa e, alla fine, per la Nazionale".
Camou arriva al punto: "Inoltre nell'emisfero Sud, il 25 % dei giocatori del Super 14 ha meno di 20 anni. Qui da noi non arriviamo al 10 %, sebbene la Francia abbia recentemente vinto il torneo internazionale under20. Chi li fa giocare questi ventenni?". Ovvie le ricadute del fenomeno, chiaramente non solo francese, sulla Nazionale.
"Dall'anno prossimo" conclude il presidente spiegando le contromisure adottate in Francia "in ogni gara di rugby in Francia ci dovranno essere a referto almeno 15 giocatori a contratto da almeno 4 anni con club FFR e almeno 5 cresciuti nel club stesso".
Il messaggio francese e' chiaro e forte: affinche' il movimento cresca e con esso la Nazionale (nota bene, non viceversa!), non ci si puo' piu' solo basare sui progressi dei club nei tornei europei (che guarda caso contano da un po' solo sulla corazzata Tolosa), ora e' il turno di crescere mediante la valorizzazione e il miglioramento dell'esperienza dei giovani giocatori locali.
In Francia l'anno prossimo saranno 15 tra locali ed "equiparati" e 5 dal vivaio, da noi potrebbe essere graduato in modo diverso, addirittura ancora piu' "aggressivo"; quel che conta, sottolineiamo, non e' necessario andare fin in Celtic League, basterebbe imporre delle regole del tutto interne.
Il secondo spunto intrigante e' la riflessione in atto pure in Francia sul tema delle franchigie (o selezioni, federazioni di club su base provinciale) per migliorare la competitivita' in Europa.
Camou la vede cosi': "Le coppe Europee sono un elemento importante, perche' si tratta di competizioni intermedie (tra campionati e nazionali) che permettono il confronto dei giocatori col livello internazionale. Personalmente provengo da un'area, Paesi Baschi-Landes, che conta quattro club in Top14 e con loro abbiamo iniziato a cercare qualche modalita' per costruire un livello intermedio, per consentire a quei club di fare la loro strada senza dissanguarsi per gestire le sfide internazionali".
Il presidente precisa: "Non sara' una forzatura da parte della FFR quella delle province, delle franchigie. Tolosa ad esempio, non so se e' (gia' di suo) una provincia, perlomeno e' una selezione. Lo stesso vale per Parigi o Perpignano.
Ma i club della mia terra che adoro, potrebbero benissimo essere competitivi in un campionato (nazionale) aperto ma presentarsi in Europa come Provincia e riempire gli stadi. Cork e Limerick ci sono sempre ma la cosa non ha impedito di creare Munster. E Munster non e' granche' male, mi sembra".
Bel messaggio forte per i Paesi Baschi-Landes, d'accordo, ma anche ad esempio per il Veneto ...
Da sottolineare come in Francia non c'e' contrapposizione ma rispetto per i SuperClub come Tolosa o Stade e non sara' la Federazione a forzare le franchigie, pur auspicandole e soprattutto parlandone alla luce del sole.
In generale trvo che la' non si confondano gli obiettivi. Un conto e' migliorare i risultati internazionali da cui l'idea delle selezioni per le Coppe, cosa buona e giusta; un altro e' migliorare il livello della nazionale, cosa che implica investire nei vivai, in un contesto di crescita complessiva del movimento e non di poco sostenibili "fughe in avanti" del vertice dello stesso.
Quanto al campionato nazionale, la parola usata dal presidente e' "aperto", reso piu' contendibile: il dominio dei quattro top team attrezzati per le competizioni internazionali (come nel nostro piccolo da noi), chiudono di fatto le opportunita' agli altri e quindi tolgono interesse al campionato.
Alla fine tutto convergerebbe nell'aumento dei risultati, dell'interesse per il pubblico e dell'orgoglio per i suoi beniamini, il che procura piu' ragazzi nei vivai e instaura un circolo virtuoso.
Noi invece scegliamo di mescolare e scheckerare tutto subito, correndo il rischio di svalutare il campionato nazionale dopo averlo "imbastardito" inaridendo i vivai, un passo da cui tornare indietro e' difficile, baseball insegna.
Ci sono differenze importanti coi francesi, siamo d'accordo (ad esempio sul livello del campionato nazionale); forse pero' non sono cosi' chiare le DIFFERENZE tra il nostro movimento e quelli Celtici o australi. Una sopra le altre: noi non si puo' contare su un rugby capillarmente diffuso a livello scolastico, da noi si gioca dove ci sono club o non si gioca affatto.
L'approccio complessivo che stanno valutando i francesi ci parrebbe piu' adatto a minimizzare i rischi e massimizzare le probabilita' di successo.
Quello italo-celtico pare piu' un "o la va' o la spacca", il che aldila' del rischio e' in contraddizione coi tempi necessariamente lunghi che implica prima di ricadute positive: Aironi o Treviso infatti, da Munster o Ospreys sempre 50 punti prenderanno, due volte l'anno e per un bel po', il che non attirera' certo i curiosi ne' tantomeno esaltera' giocatori e tifosi. Vedarem.
10 commenti:
Campionato per Franchigie FRA-ITA? 6 di loro + 4 di nostre, tanto per cominciare e per gradire?
Molto meglio di 5 Celtic... :)
Mo lo chiedo a Dondì
Benvenuto Porcorosso - Miii, non avevi altri nick? ;)
Idea interessante la tua, se hai il cellulare di Dondi, dagli 'na svegliata. :)
Personalmente sostengo da tempi non sospetti un Torneo Latino italo francese. Lo vedrei per club e/o franchigie, decide la base (e le reali possibilita' tecniche ed economiche), non le Federazioni.
Il Super10 (o Super12 o anche 14, come potrebbe-dovrebbe essere) e' sufficientemente comparabile al livello del ProD2 francese, sarebbero perfetti due gironi separati con le prime dei due promosse direttamente al Top14 e le seconde due/tre ai playoff; le due vincenti spareggiano con le penultime due del Top14.
Nel giro di qualche anno potremmo anche avere un Top14 con 3 o 4 italiane dentro, creando una Lega GalloRomanoVeneta, che i Celti gli fanno un baffo.
Che ne dici, chiamo Camou?
Il mix selezioni-superclub alla gallese (Cardiff e Llanelli sono club, Ospreys e Dragons franchigie) invece, concordo col francese, sono indispensabili a noi come a loro per ben figurare la Coppa che conta, la Heineken. Qui un minimo di filtro dalle federazioni ci starebbe.
Concordo che sarebbe meglio della Celtic: la decisione di andarci puzza da ripicca (anti Berbizier e altri francesi "invadenti") e ripiego (i Celtici sono gli unici ad averci costantemente "cagato", attirati dai nostri soldini e panorami; ma non solo con noi, han parlato persino coi Sudafricani, 'ste putt..).
Ripiego-ripicca supportata dalle "careless whisphers" dell'interessato Mallett.
Un calcio al formicaio (di cui c'e' bisogno ogni tanto qui da noi, non lo nego) ma ad alto rischio.
Ciao ABR
Prima di tutto complimenti per il Blog, ti leggo già da un po' e devo dire che curi davvero bene i tuoi articoli.
"Porcorosso" è un film d'animazione di Miyazaki ed è un capolavoro. Si trova sul Mulo, guarda e dimmi :)
Credo anch'io che alla fine la struttura a franchigie - che spero meno possibile in mano alla (questa) FIR - possa produrre i suoi effetti, ma ho anche la terribile paura che fatte ste due franchigie e spedite in CL il lassismo italiano condito da pratiche clientelari segni un buco tra base e punta che poi sarà difficile da ricolmare. Quindi spero che le due prescelte siano espressione di più clubs, che a loro volta siano quindi interessati a guidare il barcone al meglio e a mantenere un substrato fertile.
Benvengano i formichieri
Saluti PR
Grazie mille per i complimeti, per i suggerimenti e per l'hint sui capolavori dell'animazione, di solito spendo il mio tempo libero guardando Sharks (quelli di Durban) o Kavaliers, ma per te faro' una eccezione :)
Condivido le preoccupazioni: approssimazione, politichetta, ricerca di scorciatoie, e soprattutto scollamento selezioni-base, possono costare caro.
E poi come detto, ben che vada i benefici arriveranno solo sul lungo periodo, avremo la capacita' di aspettare? Mah ..
Complimenti per l'analisi molto interessante.
Il futuro del nostro sport lo vedo MOLTO messo in pericolo dalle politiche della dirigenza FIR. Molti non se ne sono accorti, ma in queste ultime settimane è stata decisa una strategia che mira a costruire un rugby totalmente staccato ed indipendente dai club :
3 accademie FIR U18 che daranno gli atleti all'accademia di Tirrenia che poi darà le "forze giovani" alle due selezioni FEDERALI per la CL .
Visto che affrontare il VERO problema comporta lo smantellamento dello status quo, si fa tutt'altro.
Il VERO problema è che solo una parte dei club di S10 (e pure di A) forma e produce giocatori, gli altri li comprano... le politiche FIR hanno SEMPRE favorito i secondi (deleghe, compensi formazione/appartenenza, U19 stranieri , equiparazioni ecc.) perchè funzionali ed organici alla struttura di potere.
Volendo far crescere il livello (e con la CL sarebbe ancor più indispensabile, altrimenti si fa la fine del Ulster o Connacht..) la prima cosa da fare sarebbe cambiare le strutture dei prossimi campionati giovanili U18 e U20 per renderli totalmente meritocratici, tagliare playoff che servono solo a confondere le carte e spingere invece per fare un mini-campionato fra aprile e maggio fra le prime 4 o 6 squadre sia giovanili che senior fra Italia e Francia ma anche Inghilterra , per esempio con le squadre escluse dai playoff...
Completamente d'accordo, GiorgioXT.
E' quello che definisco il pernicioso approccio "top-down" della Fir: tutto in teoria verrebbe sistemato dall'effetto traino di nazionale prima e ora delle selezioni. Abbiamo visto com'e' finita dopo dieci anni di 6nazioni gestiti cosi'.
Visto che mi piace chiaccherare con voi :)
Ricordo che una delle cose che più m'hanno messo in apprensione delle nuove norme FIR (e di cui ho sentito poco dibattere) è il taglio dei gettoni presenza nella nazionale a beneficio dei contributi alle società che mettessero sotto contratto i giocatori delle famose liste... manco più i mille euretti a chi li ha formati... cioè il Petrarca (per fare un esempio) non riceverà più i circa 7000 euri a test match... se si conta che son 10 matches all'anno...
Saluti PR
Gia', stanno dragando tutto il possibile per l'obiettivo principale, sempre il top, e chi credeva di lucrare facendosi il c... coi vivai, s'arrangi.
Del resto si diceva che Mallett all'inizio avesse proposto a Dondi una "leva" di giovani sudafricani da equiparare .. Meglio ora, con Zuma al potere molti afrikaner potrebbero aver voglia di scappare di la'.
I segnali non sono positivi, l'unica strada possibile dato lo scenario che si profila e' a mio avviso federarsi tra club per fare massa e resistere resistere resistere. In celtic o ovunque sara'.
Conosco un pò la Francia , ci ho anche lavorato per 3 anni...
La situazione francese è particolare, in realtà questi anni mostrano dei risultati molto positivi come pubblico ed introiti , sia del T14 che del ProD2 - mi stupiscono di più i 5000 spettatori stabili dell'Oyonnax che i 60000 di tolone a Marsiglia.
Parlano di crisi , ma la loro è una crisi di crescita , perchè con la TV ed il pubblico alcune società hanno speso troppo- ed a differenza nostra - lì non si sgarra!
C'è comunque una forte discussione, perchè anche da loro su più di metà del territorio il rugby non c'è ...
Mi piacerebbe molto comunque che noi copiassimo da francesi...intanto la facilità di recuperare dati, bilanci, budget statistiche dai siti della FFR e LNR ...
la vedo come te GiorgioXT: crisi di crescita, passi più lunghi della gamba di un movimento sano e pimpante.
Adesso i francesi sono partiti all'assalto di inglesi (Brive e Tolone in primis) in un contesto di crescita a successi.
Dovremmo trarre ispirazione dai francesi: sono come un fratello maggiore che ha fatto carriera.
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