Bulls drop dopo drop ma non solo
Sab. 23 Maggio 2009, Loftus Versfeld, Pretoria | ||||
Bulls | 36-23 | Crusaders |
Bulls:15 Zane Kirchner; 14 Akona Ndungane, 13 Marius Delport, 12 Jaco Pretorius,11 Bryan Habana, 10 Morné Steyn, 9 Fourie du Preez; 8 Pierre Spies, 7 Dewald Potgieter, 6 Deon Stegmann, 5 Victor Matfield (c), 4 Bakkies Botha, 3 Werner Kruger, 2 Derick Kuün, 1 Gurthrö Steenkamp. Repl.: 16 Chiliboy Ralepelle, 17 Rayno Gerber, 18 Danie Rossouw, 19 Pedrie Wannenburg, 20 Heini Adams, 21 Burton Francis, 22 Gerhard van den Heever.
Crusaders: 15 Leon MacDonald, 14 Jared Payne, 13 Tim Bateman, 12 Ryan Crotty, 11 Adam Whitelock, 10 Stephen Brett, 9 Andy Ellis, 8 Thomas Waldrom, 9 Richie McCaw (c), 6 Kieran Read, 5 Isaac Ross, 4 Brad Thorn, 3 Owen Franks, 2 Jason Macdonald, 1 Wyatt Crockett. Repl.: 16 Daniel Perrin, 17 Ben Franks, 18 Michael Paterson, 19 George Whitelock, 20 Kahn Fotuali'i, 21 Colin Slade, 22 Hamish Gard.
Arbitro: Bryce Lawrence (New Zealand)
Ma che partitone appassionante! Che riconciliazine col rugby dopo certe brutture recenti, soprattutto qui tra noi Boreali! Finito un primo tempo memorabile, tra i migliori che ricordi anche in termini di adattamento tecnico tattico e non solo di display individuali, mi sovvenivano i numerosi e rispettabilissimi " abbasso le ELV, menomale le rolling maul torneranno legali".
Siii i carrettini , sai l'eccitazione ...e gli infiniti calci in rimessa, gli spezzettamenti da fischi arbitrali, le manate sul muso, il sumo nel fango e chiamare tutto questo "tattica", "gioco di scacchi": contenti loro ... Salvo poi trovarli ad ammirare a bocca aperta i Rocky Elsom che salgono da down under a farci vedere come si giocherebbe a rugby mettendoci meno furbetteria e più mentalità. Ogni riferimento alle finali di Heineken o di Challenge Cup non è casuale. Scusate la digressione, ma ce l'avevo qui nella strozza.
Torniamo alla semifinale di Super14, la nona in dieci anni per i Crusaders (otto vinte, l'unica persa nel 2007 proprio a Pretoria), la seconda - sempre contro i Crusaders - per i Bulls.
I Neozelandesi conservano solo due reduci del 2007, Richie McCaw e Leon McDonald, il resto è un imponente e coraggioso rinnovamento generazionale che, assieme agli infortuni, ha tenuto i campioni in carica in ballo per qualificarsi ai playoff sino all'ultimo minuto della regular season. Quanto ai Bulls, mix più equilibrato di vecchi e nuovi, risente pesantemente dell'assenza dei due centri titolari Wynand Olivier (infortunato) e JP Nel (squalificato).
La prima mezz'ora della partita è di spiccatissima marca Crusaders: arrivano al parziale di 7-20 con due punizioni (una di Brett l'altra di McDonald) e due mete, la prima dell'ala forte Whitelock concessa dal Tmo al 14', risultato di mani veloci sul lato chiuso, la seconda al 24' di Kieran Read che approfitta della sua dimensione per volare più alto di Ndungane e fottergli un up&under di McDonald a un metro dalla linea di meta.
Disciplina, gioco largo, up&under, velocità, offload e aggressività in fase di contesa: i Saders usano tutto il repertorio rugbistico e mettono in crisi i Bulls monodimensionali, attaccati al loro kicking game ma privi della capacità di penetrare velocemente per disputare i calci alle linee arretrate avversarie.
I visitatori sono oltretutto abilissimi a incasinare le fonti del gioco Bulls, i fortini considerati inespugnabili della mischia chiusa e della rimessa laterale. Da tutto ciò deriva il 67% del possesso a favore Crusaders nella prima mezzora di gioco, sono regolarmente installati nella metacampo blu, da cui i 13 punti di scarto.
Nel frattempo c'era stato un importante acuto: all'11' i trequarti e le terze linee sudafricane stretchano la difesa avversaria e per non più di un millisecondo si apre un gap sulla destra della ruck; Bryan Habana converge e ci si infila razzente, servito al volo da DuPreez per la prima meta dei padroni di casa.
E' una lezione: l'unica cosa che possono fare i Bulls per provare a risalire la china è smetterla di dar via il possesso coi calci e invece mantenerlo, attaccando mediante sfondamenti centrali e successivi rapidi allargamenti.
Il momento della svolta può essere identificato nel 29', quando l'estremo Zane Kirchner, unico baluardo di lucidità dei suoi nella prima mezzora, ferma da ultimo uomo una incursione di Whitelock destinata alla meta.
Da quel momento monta in cattedra il metronomo Fourie Du Preez, le terze linee sudafricane Pierre Spies, Dewald Potgieter e Deon Stegmann iniziano a percuotere assieme ai centri Marius Delport e Jaco Pretorius i più famosi Thomas Waldrom, Richie McCaw e Kieran Read, togliendo l'iniziativa ai neozelandesi e mettendoli sulla difensiva.
Al 33' Kirchner lancia Ndungane sulla sinistra e lo manda in meta, convertita da Steyn; i Crusaders sono sotto pressione e nel giro di tre minuti si trovano in 14 per il cartellino giallo a Waldrom.
Siamo 14-20 e inizia una nuova partita sotto il segno di Mornè Steyn. Nel giro di 4 devastanti minuti Steyn mette a segno due drop e Pierre Spies cala una meta dopo una corsa di 50 metri. Alla pausa siamo 27-20, un recupero di venti punti in otto minuti.
Nel secondo tempo i due team iniziano a "misurare" un filo di più le loro iniziative e la partita si fa tesa e combattuta, soprattutto dopo che al 50' Andy Ellis centra un drop che riduce le distanze a soli tre punti.
Ma la giornata di grazia di Steyn è solo cominciata: inanella una punizione e altri due drop tra il 67' e il 71' minuto, consentendo ai suoi di rilassarsi nella consapevolezza che basti portarlo nei pressi e poi ci pensa lui. Nei pressi? L'ultimo drop lo centra da metà campo...
Onore al merito dei giovani Crusaders per aver saputo porre quesiti tattici agli avversari cui la stragrande maggioranza delle altre squadre non avrebbe saputo dare risposta vincente. A maggior ragione va riconosciuto il merito di questi Bulls che sanno risorgere dalla batosta iniziale e "convertirsi" d'amblè a un gioco del tutto diverso da quello solito; grande prova di qualità, maturità e controllo, se non è l'X Factor questo ...
Fondamentale Zane Kirchner, metronomo Du Preez, terzelinee impressionanti (oscurano progressivamente gente come McCaw e Read) , rincalzi affidabili; quanto a Mornrè Steyn sempre più capocanoniere del torneo, ricorda anche fisicamente tal Butch James, quindi Peter de Villiers coach degli Springboks dovrebbe star sereno.
Finale la settimana prossima al Loftus Versfeld: ai Chiefs conviene presentarsi ben preparati, pur avendo coi Bulls un record di otto vittorie e sole cinque sconfitte. Il 24 aprile scorso a Pretoria finì 33-27, con due mete di Kuun, una di Olivier e 18 punti di Steyn contro tre mete Chiefs (Lauaki, Bruce e Kahui: guarda caso il nr.8 e i due centri) e 12 punti di Donald.
7 commenti:
Dopo la maul si poteva proporre l'abolizione anche della ruck, nel nome dello spettacolo e della velocità. Rugby League a 15... de gustibus.
De gustibus Paolo. Tra un Saints-Bourgoin o anche, eretizzo, un Leicester-Leister e un Bulls-Crusaders, non ho dubbi cosa vorrei rivedere.
Sarà un caso che Michalak a parte, il flusso di giocatori e molto più importante di ALLENATORI à da sud verso nord?
Quanto alla antica diatriba "XV intelligente, XIII spettacolare ma suino", credo possa esistere una via di mezzo intelligente e spettacolare, in cui il carrettino presente o assente gioca un ruolo del tutto marginale, e se ne veono sprazzi ogni tanto più a sud che a nord, tipicamente in Sudafrica.
Che poi, Paolo, proprio la ruck ...
Contiamo quante ruck si fanno in media in una partita di s14? Dove inventarono il "grillotalpa"?
A Nord, tra rolling maul e 80 calci in rimessa a partita (uno al minuto), e parlo non degli anni '30 ma di due, tre anni fa prima dele Elv, non c'erano ruck, c'era un pilone o una terza che si afflosciavano per terra ovale in mano e poi cressi muccio.
Le ELV vanno solo che ringraziate, saranno tenute tutte o meno, per quel minimo di effetto che hanno avuto sul gioco anche quassù.
Ogni sport "ovale" a mio avviso puà contenere elementi utili per definire meglio il rugby "VERO", quello a XV. Football americano e footy australiano inclusi.
Sotto questo profilo inoltre, considero il rugby XIII con favore (lo ammetto), come ispirazione per una fase d'attacco più redditizia e spettacolare e non con disprezzo fuori luogo, pur provenendo dal pack come esperienza giocata (anzi forse proprio per quello).
Guarda caso provengo dalla zona d'Italia dove più seriamente s'è tentato di lanciare il XIII.
Non andrebbe mai perso di vista che nel rugby "VERO", il kernel, il fattore differenziante autentico NON è il peso della mischia ma la costante contendibilità della palla.
Il carrettino personalmente non mi piace perchè lo trovo "antirugby a XV": se non puoi farlo crollare, la palla non è contestabile una volta che finisca lì dentro, hai voglia a spingere ...
Senza contare che la rolling maul stava tornando (gli Sharks han segnato una meta contro i Bulls così) dove atleti e coach si preparano seriamente (cioè al sud), ma tant'è.
L'unica proposta di compromesso seria al riguardo l'hanno fatta i francesi, proponendo che la rolling maul cessi non appena si fermi. Invece gnente, ce la ribeccheremo com'era una volta, per evidente risarcimento politico agli anglosassoni.
Beh, non ho visto Bulls - Crusaders, ma posso immaginare... e comunque le ultime finali europee sono state effettivamente noiosette (e zeppe di errori individiali), nonostante le elv ;)
No dai, il mio intervento precedente era un po' ironico, ma in tutta umiltà devo ammettere che non ho un centesimo della tua competenza, e per giunta non ho mai giocato (uff... troppo tardi ormai per iniziare).
Era solo per dire che mi dispiaceva veder svilita la maul, che trovo spettacolare e che, ai miei profani occhi, appare invece molto rugbistica, essendo non solo una questione di forza bruta ma anche di tenacia e organizzazione per mantenere la compattezza. Ma magari mi sbaglio... effettivamente il discorso sulla contendibilità che caratterizza il Rugby Union è un buon argomento.
Da questo punto di vista la proposta dei francesi era intelligente, la maul deve avanzare altrimenti non vale. Giustissimo. Io peraltro pensavo che già fosse così, almeno in teoria. Ma andava reso più cogente il principio, almeno questo sì.
Va detto che nel complesso effettivamente le ELV hanno consentito una maggior percentuale di gioco giocato, e ben vengano.
Per quanto riguarda la maul, è solo un ferro del mestiere, da usare con intelligenza. Se uno alla terza o quarta fase comincia ad andare in confusione mentale (come l'Italia) hai voglia a usare il carrettino.
uh, tra l'altro avevo pensato che un compromesso poteva essere quello di concedere l'abbattibilità della maul solo nei 22.
Ok ok, discorso accademico, visto che ormai tutto è già stato deciso, ma la butto là così per amor di discussione...
pensi che in futuro ci sarà la possibilità di rivedere le regole, oppure ormai les jeux sont fait, rien ne va plus?
Tnxs per i contributi Paolo; qui siamo tutti dilettanti allo sbaraglio (in Italia di soloni del rugby ce n'e' veramente pochi), ma tutti siamo dotati di cervello installato e funzionante, quindi degni di esprimere opinioni e di perorarle con tutti gli strumenti, ivi incluso un filo di ironia che non guasta mai :)
Quanto alle regole, le decisioni sono state prese SOLO nei riguardi degli aspetti meno controversi e ci metto la rolling maul tra questi; il fatto che la "mezza punizione" sia stata acccantonata la dice lunga sul livello di incomunicabilita' tra i due mondi nord e sud, anche se coach Robbie Deans si diceva fiducioso (post nella sez. "fondamentali" di questo blog).
Non credo sara' una passeggiata di salute metter tutti d'accordo sul calcio libero.
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