Challenge franco inglese
Northampton Saints 16 - 13 Saracens | ||
Franklin's Gardens, Northampton spett.: 11,073 |
La prima semifinale di Euro Challenge Cup, quella tutta inglese di venerdì, dopo una decina di minuti di studio reciproco a brutto muso (Ongaro e Hartely espulsi), vede i casalinghi Saints a tutto attacco con velocità e veemenza, guidati dall'ala Reihana e dall'estremo Ben Foden, approfittando di una certa prevalenza in mischia e della sicurezza nelle rimesse laterali.
I Saracens rispondono difendendosi con un certo ordine anche se abbastanza passivamente; il risultato del primo tempo, 13-3 con una meta dell'ala gialloneroverde al 35' avrebbe potuto essere tranquillamente di tre mete a zero.
La squadra di Aguero e Ongaro torna in campo con un approccio più aggressivo ma il suo macinar gioco metodico e lento alla inglese è una strategia che richiede tempi lunghi.
Infatti i Sarries schiaccaino gli avversari nella loro metacampo e dominano il secondo tempo ma pervengono al pareggio solo al 72' con l'ala Rod Penney dopo l'ingresso di Andy Farrell alla partita d'addio, che propelle ulteriormente i londinesi.
Tutti sembrano rasssegnarsi ai supplementari ma non la giovane apertura Myler, che dopo pochi minuti azzecca il drop della vittoria. Vince la "voglia" e l'impeto dei Santi nella loro roccaforte (una sola sconfitta casalinga nell'anno) sul metodo e l'esperienza dei Saraceni, a tratti apparsi lievemente rinuciatari.
Un altro anno travagliato per i Sarries, iniziato con molta fiducia sotto Eddie Jones, poi ingarbugliatosi col subentro della proprietà sudafricana e le voci di rifondazione alla "London Afrikaners"; si spera l'anno prossimo più stabililizzati sotto coach Venter e rinforzati da Nieto,Tuilagi e altri.
Northampton: 15 Ben Foden, 14 Paul Diggin, 13 Jon Clarke, 12 James Downey, 11 Bruce Reihana (capt), 10 Stephen Myler, 9 Lee Dickson, 8 Mark Easter, 7 Scott Gray, 6 Neil Best, 5 Juandre Kruger, 4 Ignacio Fernandez Lobbe, 3 Euan Murray, 2 Dylan Hartley, 1 Soane Tonga'uiha.
Repl.: 16 Brett Sharman, 17 Tom Smith, 18 Courtney Lawes, 19 Mark Hopley, 20 Alan Dickens, 21 Barry Everitt, 22 Joe Ansbro.
Saracens: 15 Chris Wyles, 14 Rodd Penney, 13 Francisco Leonelli, 12 Brad Barritt, 11 Noah Cato, 10 Glen Jackson, 9 Neil de Kock, 8 Ben Skirving, 7 Dave Seymour, 6 Chris Jack, 5 Tom Ryder, 4 Steve Borthwick, 3 Census Johnston, 2 Fabio Ongaro, 1 Matias Aguero.
Repl.s: 16 Matt Cairns, 17 Tom Mercey, 18 Hugh Vyvyan, 19 Andy Saull, 20 Mickey Wilson, 21 Andy Farrell, 22 Andy Powell.
Arbitro: Romain Poite (France)
Bourgoin 22 v 11 Worcester Warriors | ||
Stade Pierre Rajon, Bourgoin-Jailleu |
Un bel Bourgoin molto confidente preso per mano dalle sue stelline in mediana Parra e Boyet e con un mischione schiacciante ripete la grande gara contro gli Irish nei quarti e acquisisce meritatamente l'accesso alla finale di Euro Challenge. Nello stadio casalingo gremito e assolato i francesi sconfiggono con la pazienza e la concentrazione un Worcester dalle armi - e Rico Gear - spuntate.
Primo tempo di braccio di ferro chiuso 3-6 a favore degli inglesi; due gli episodi notevoli, una meta di mischia per parte, forse valide entrambe ma tutt'e due negate dal Tv match officer.
Nel secondo tempo la mischia dà ai padroni di casa il predominio e la confidenza necessarie (il leit motif del rugby): i francesi controllano le fonti di gioco, quindi aprono appena possono con begli offload, mente gli inglesi s'inervosiscono e divengono indisciplinati.
Nel giro di mezzora, due punizioni messe a segno da Parra, poi la meta del lock Basson lanciato all'ala sinistra da un bel break corale e infine il drop di Boyet chiudono la partita. La meta finale di Benjamin salva l'onore inglese ma non riapre la partita.
La sorpresa è relativa: entrambe in bassa classifica, i due club erano iper-focalizzati su questo evento ma mentre Bourgoin fatica a galleggiare nel Top14, Worcester batteva Gloucester nell'ultima di campionato e da finalista della scorsa edizione sembrava più determinata e qualificata. Però il fattore campo è decisivo in questi scontri vinci-o-sei-fuori: il club francese già vincitore della Euro Challenge nel 1997 e locato tra Lione e Chambery a due ore e mezza da Torino, in casa aveva già battuto i Warriors nella fase preliminare e nei quarti aveva mostrato contro gli Irish di aver trovato la quadra tecnica con l'ottima mediana e un pack tosto, ma anche col lavoro di Rudi Coetzee, David Yann e Denos Florian.
A Worcester la grinta, la british coolness e l'esperienza anche "sporca" sono bastate solo un tempo.
Bourgoin | Worcester Warriors | |||
Florian Denos | 15 | Rico Gear | ||
David Janin | 14 | Charlie Fellows | ||
Matias Viazzo | 13 | Alex Grove | ||
Yann David | 12 | Dale Rasmussen | ||
Rudi Coetzee | 11 | Miles Benjamin | ||
Benjamin Boyet | 10 | Joe Carlisle | ||
Morgan Parra | 9 | Ryan Powell | ||
Arnaud Tchougong | 1 | Callum Black | ||
Jean-Philippe Genevois | 2 | Aleki Lutui | ||
Karena Wihongi | 3 | Darren Morris | ||
Coenraad Basson | 4 | Greg Rawlinson | ||
Camille Levast | 5 | Kitch Kitchener | ||
Julien Frier (capt) | 6 | Tom Wood | ||
Wessel Jooste | 7 | Pat Sanderson (capt) | ||
Yann Labrit | 8 | Netani Talei | ||
Replacements | ||||
Rémy Vigneaux | 16 | Shaun Ruwers | ||
Pablo Cardinali | 17 | Chris Fortey | ||
Thomas Genevois | 18 | Will Bowley | ||
Sylvain Nicolas | 19 | James Collins | ||
Mickaël Forest | 20 | Matt Powell | ||
Anthony Forest | 21 | Greg King | ||
Sebastien Laloo | 22 | Michael Penn |
La finale vedrebbe favoriti i più completi Santi, soprattutto se disputata lontana dalla cittadina dell'Isere. Bello vedere i francesi in finale nonostante la crisi (anche finanziaria) che stanno attraversando in campionato e il dominio inglese del torneo (tre semifinaliste su quattro), meriterebbero qualcosa in più se non altro per aver eliminato in Inghilterra i netti favoriti Irish.
Bella lezione anche per il nostro rugby: Euro Challenge sarebbe la coppa su cui realisticamente dovremmo puntare per prima, altro che Celtic, in un percorso di crescita complessiva ben temperato e programmato; Bourgoin infatti insegna, servirebbe poco più di un paio di ottimi giovani nei ruoli strategici della mediana, non distanti dal livello di Marcato e Picone, e due reparti ben disposti, allenati e coesi, con pochi e giustificati "mercenari" di buon livello. Le ricadute in termini di entusiasmo e voglia di emulazione sarebbero "pandemici".
Chissà cosa ne pensano a Padova, che in Euro Challenge quest'anno ha battuto due volte su due il Bourgoin.
UPDATE 3/5: "The European Challenge Cup Final between Northampton Saints and Bourgoin will be played on Friday, May 22 at Kingsholm, Gloucester. Kick off will be 19:45 (local time)".
UPDATE 7/5: La ERC torna sui suoi passi, la finale si disputerà al Twickenham Stoop di Londra in seguito alle proteste francesi sulla scomodità di raggiungere Gloucester.
2 commenti:
"Bella lezione anche per il nostro rugby: Euro Challenge sarebbe la coppa su cui realisticamente dovremmo puntare per prima, altro che Celtic, in un percorso di crescita complessiva ben temperato e programmato; Bourgoin infatti insegna, servirebbe poco più di un paio di ottimi giovani nei ruoli strategici della mediana, non distanti dal livello di Marcato e Picone, e due reparti ben disposti, allenati e coesi, con pochi e giustificati "mercenari" di buon livello. Le ricadute in termini di entusiasmo e voglia di emulazione sarebbero "pandemici"."
Quoto in toto. E' quella la nostra dimensione. Anche se ne va del prestigio, sono convinto che per il momento dovremmo rinunciare perfino all'Heineken Cup (magari con dei meccanismi incentivanti, quali la promozione automatica in Heineken di finalisti o semifinalisti della Challenge, il cui raggiungimento diventerebbe già di per sé un traguardo prestigioso e "veritiero"). Con sei o magari otto squadre italiane, la Challenge sarebbe per noi un piccolo campionato europeo parallelo a quello nazionale.
Già Zamax. Forse siamo troppo realisti o troppo conservatori, boh.
Mi sembrano tutti diventati dei Cavour, quello tutto cervello che mandò i piemontesi in Crimea per prendersi la Lombardia.
Alla fine ha avuto ragione, non lo metto in dubbio; ma forse "il lavoro" della di lui cugina Contessa di Castiglione fu più decisivo della scaramuccia alla Cernaia ...
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