Leinster consacra l'anno irlandese
Sabato 23 Maggio 2009, Murrayfield, Edimburgh - Heineken Cup Final | ||||
Leicester | 16-19 | Leinster |
Leicester Tigers: G Murphy [capt]; S Hamilton, A Erinle, D Hipkiss, A Tuilagi; S Vesty, J Dupuy; M Ayerza, G Chuter, M Castrogiovanni, T Croft, B Kay, C Newby, B Woods, J Crane. Replacements: B Kayser, J White, L Deacon, L Moody, H Ellis, M Smith, J Murphy
Leinster: I Nacewa; S Horgan, B O'Driscoll, G D'Arcy, L Fitzgerald; J Sexton, C Whitaker; C Healy, B Jackman, S Wright, L Cullen [capt], M O'Kelly, R Elsom, S Jennings, J Heaslip. Replacements: J Fogarty, R McCormack, D Toner, S O'Brien, S Keogh, R Kearney, G Dempsey
Referee: Nigel Owens (Wales)
Come scriveva una settimana fa il socio in occasione della finale di Guinness Premiership, Leicester quest'anno ha sempre vinto di poco, ma ha sempre vinto. Ecco, questa volta ha perso di poco, ma ha perso. Al Murrayfield di Edimburgo hanno vinto gli altri, gli irlandesi, quelli del Leinster che in semifinale hanno eliminato i legittimi pretendenti al secondo titolo di fila in Heineken Cup, Munster. Nel pomeriggio assolato di Scozia hanno chiuso il lavoretto, nell'anno in cui l'Irlanda intera celebra da una parte il Grand Slam al Six Nations e dell'altra la massiccia convocazione nei Lions, ormai a cinque giorni dal debutto in Sud Africa.Ha vinto soffrendo contro una squadra forte e quadrata come è quella inglese ed infatti tutto è rimasto indeciso fino all'ultimo, fino a quando i Tigers hanno tentato l'ultimo ed inutile assalto all'arcigna difesa del Leinster superbamente guidata da Cullen ed Elsom, il Nembo Kid che ha lasciato l'Australia per vincere in Europa e ha visto lungo.
Una sfida tra fanti, cavalleria pesante e bombardamenti: corse negli spiragli, corse ad affondare il placcatore per creare spazi e pedate per buttare indietro l'avversario. Sfida tra incursori e vinta, a mente fredda, dagli irlandesi in rimessa - manco a dirlo - e con le basi gettate nella mischia ordinata, anche quando il fiato veniva meno e la lucidità pure: i Tiger a questi scontri sono abituati, Leinster no.
L'allungo di Leinster - Ma proprio Leinster aveva incanalato nel verso giusto la partita, allungando sul 9-3 grazie al piazzato di un altrettanto superbo Sexton (il mediano di apertura ha sostituito alla grande Contepomi, assente di lusso della giornata) e ai due drop, il primo di O'Driscoll e il secondo ancora di Sexton, calciato lontano dai pali e da posizione defilata sul lato, ma con l'ovale ben piantato in mezzo alla porta. Dall'altra parte, l'unico sussulto fino ad allora era stato quello di Dupuy.
Non che sembrasse fatta per gli irlandesi di Michael Cheika, però... Ed invece i Tigers hanno alzato il ritmo, affidandosi a due schemi sicuri: quel bestione di Tuilagi che sulla rimessa raccoglie il passaggio di Dupuy e si butta nelle maglie avversarie, rubando centimetri e creando la piattaforma con la quale ripartire al largo. C'è però da aggiungere un'altra cosa: il neozelandese Hamilton non propriamente al 100%, come già sabato scorso contro gli Irish. Un po' appannato come tutta la formazione, Castrogiovanni compreso.
Il recupero delle tigri inglesi - Eppure Leicester non ha mollato, venendo ripagato dello sforzo. Ci ha pensato Stan Wright, il pilone irlandese che commette fallo in ruck, beccandosi il giallo da un impeccabile Nigel Owen. Nell'azione precedente era inziata l'invasione inglese, con Hipkiss che vola via alla difesa molle e Horgan che per stenderlo prova quasi ad agguantarlo con uno sgambetto, ma fallisce perché il centro avversario ha le ali ai piedi. Leinster in dieci al 32' del primo tempo, manovra che si allarga più facilmente per le tigri e Woods che resiste alle cariche muovendosi con insolita agilità tra due placcaggi e mezzo e segna la meta che manda negli spogliatoi le duellanti sul 13-9 per gli inglesi, grazie anche ad una precedente punizione messa a segno sempre da Dupuy.
Nembo Kid e soci - La riscossa nella ripresa è segnata da Rocky Elsom e da Brian O'Driscoll, che resisterà in campo fino alla fine nonostante qualche colpo di troppo difficile da assorbire: per un attimo si sposterà all'ala, poi tornerà in mezzo al campo. Ottima la prestazione di Nacewa, soprattutto nel secondo tempo quando Sexton non ha più la precisione dei primi 40' nello spostare l'asse del gioco: sarà l'estremo neozelandese a metterci una piega, vincendo alla lontana la sfida con il connazionale Hamilton.
Leinster si riporta in avanti perché rispetta le regole elementari del rugby: sostegno, sostegno e sostegno. Ogni volta che gli attaccanti vengono placcati, si guardano attorno a cercare il socio in aiuto ed infatti la meta che rimescola le carte in tavola arriva da un riciclo di O'Driscoll per Heaslip ed è meta. Sexton trasforma, si finisce sul 16-16. Intanto Cullan continua a governare alla grande i suoi in touch, i Tigers ora sono all'angolo. Non ne hanno più, provano ad attaccare ma non hanno l'abbrivio giusto per mettere sotto pressione Leinster. Sexton mette a segno un calcio di punizione che fa esplodere i tanti irlandesi presenti al Murrayfield: è il sorpasso dopo la lunga rincorsa, 19-16.
Champagne - Ultimi dieci minuti: la sensazione - ovvia - è che chi-sbaglia-paga. Sbagliano le tigri, ma non tanto perché mancano una chiara occasione, quanto perché semplicemente non ne ce la fanno più, Leinster ha ancora la forza di partire reattiva dai blocchi da gioco fermo, ha la sensazione che stavolta la finale è sua. Non come nel 2003, ad esempio, quando andò a Munster. Nell'ultima sferzata offensiva, Leicester perde palla in ruck, commette fallo e Owen fischia la punizione per Leinster. Sexton gli bisbiglia "se calcio fuori è finita?". L'arbitro risponde di sì.
Si stappano le bottiglie di champagne, Leinster è sul trono d'Europa, meritatamente. Conclude l'anno magico del rugby irlandese che ora è chiamato al test più duro, contro gli Springboks, ma questa è tutta un'altra storia. A Edimburgo hanno fatto la storia.
2 commenti:
La svolta attorno 50' a mio avviso: esce prima Geordan Murphy poi Castro. e Scott Hamilton vomita in campo nell'attesa di una rimessa laterale ...
Dici giustamente, una squadra a autonomia limitata quella di Leicester, il pareggio di Heaslip valeva già la vittoria.
E' proprio vero, la Premiership logora chi la domina, ma inizia a valere anche per gli altri campionati maggiori: i "tituli" in Europa vanno equamente distribuiti, vinci la Premiership o la Celtic o il Top14 o la Anglo- Welsh ma NON MAI anche la Heineken ...
Mi sono perso la scena di Hamilton, forse perché bevevo una seconda birra...
Aggiungo una errata corrige: Stan Wright sulla panchina dei cattivi dei dieci minuti per un placcaggio senza palla credo proprio ai danni del neozelandese. Sarà un caso che poi è stato male?
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