Vodacom Cup e altro
Notizie dal Sudafrica.
In previsione del prossimo tour dei Lions e' stata presentata la nuova maglia degli Springboks, indossata in foto da capitan John Smit; sottili ma importanti le differenze.
Un Paese come il Sudafrica politicizza e polemizza tutto peggio che da noi; a maggior ragione cio' che concerne lo sport identitario della minoranza bianca, che sarebbe stato spazzato via volentieri dai politicanti sedicenti rappresentanti della maggioranza (calciofila) nera, non fosse che, a differenza di tutto il resto (atletica inclusa: fa notizia solo Pistorius) continua a portare a casa sonanti risultati mondiali.
Al fine di stroncare l'identita' "bianca" del rugby all'interno del famigerato ed esplicito piano politico per la "transformation" del rugby sudafricano, si sapeva che per primo ci sarebbe andato di mezzo il simbolo dell'antilope saltante.
Il tradizionale ultracentenario emblema dello sport nazionale della Tribu' Bianca Afrikaner degli Altipiani doveva essere rimosso subito, almeno secondo personaggi come il famigerato Makhenkesi Stofile ministro per lo sport, un livoroso e rozzo politicante razzista invocatore della "rappresentativita' " e delle "quote razziali" in nazionale e nei team.
Va detto, gli "ideali" per così definirli di certi razzisti all'incontrario, rappresentarono il peggior avversario di Jake White e degli Springbok negli anni di preparazione all'avventura mondiale 2007. Per fortuna sudafricana, White col silente appoggio di Mandela ebbe il coraggio di boicottare gli aspetti più anti sportivi della "transformation" e oggi lo sport che fu dei bianchi si apre fatalmente a tutti non per imposizione politica ma grazie ai successi e al prestigio; i neri come i maori conquistano sempre maggiori spazi in virtù della loro atleticità e non per il colore della pelle, alla faccia dei politicanti cavalcatori di tigri populiste.
Il clima comunque continua a non essere dei migliori se l'attuale coach degli Springboks Peter de Villiers, ogni volta che sostiene: "talent, irrespective of skin colour, deserves recognition. It is my job to identify talent and to believe in it", e' costretto a premettere ogni volta che molti coach sudafricani (senza far nomi) non credono a sufficienza nei giocatori neri; cosi' facendo il furbone puo' fare le scelte "irrespective of skin colour" scaricando la responsabilita' sugli allenatori di club che non gli fornirebbero sufficiente materiale coloured.
Tutto questo polpettone per arrivare ai perchè della maglia: qualcuno meno infoiato di Stofile ha scelto un percorso di progressiva, non traumatica estromissione dello Springbok che risulta rimpicciolita e spostata a destra lontano dal cuore, sostituita dalla King Protea simbolo di tutte le rappresentative sportive nazionali.
L'anno prossimo chissà, l'antilope finirà sulla spalla e poi solo nei ricordi, che si vorrebbero lividi e invece guarda caso "si stava meglio quando si stava peggio", a simboleggiare il destino stesso della Tribù Bianca in fuga dalla corruzione e dalla violenza che va riducendo un Paese meraviglioso a standard "africani", invece di promuovere il contrario.
Operazione dolce come la morte per eutanasia quella sul simbolo, facciamocene una ragione; per conto mio sempre gloriosamente Springbok rimarranno, l'antilope saltante s'è conquistata un posto incancellabile e identitario nella memoria collettiva dei rugbisti.
Veniamo a notizie meno frivolmente "politiche": sabato i GWK Griquas di Kimberley la citta' dei diamanti, team "minore" contributore della selezione Cheetahs, hanno vinto la finale di Vodacom Cup, torneo giocato in concomitanza col Super14 tra le squadre del giro Currie Cup, schierando giocatori "emergenti".
I Griquas (l'antico nomignolo dei "mezzosangue" bianco-boscimani-xhosa particolarmente diffusi nella regione, di cui si sussurra non ufficialmente che anche Nelson Mandela facesse parte) hanno sconfitto i favoriti Blue Bulls al Loftus Versfeld di Pretoria per 28-19, dopo aver battuto in semifinale gli altri favoriti Sharks XV.
Autore di tutti i punti della rappresentativa di Kimberley ed eroe di giornata e' stato Riaan Viljoen, 69 punti in tre partite, gia' vincitore del torneo nel 2006 con i Valke, estremo di ruolo schierato apertura nelle finali per sostituire Naas Olivier richiamato in Super14 nei Cheetahs. Altro nome emergente dal torneo e' quello di Cecil Afrika dei Griffons, primo marcatore con sette mete.
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