Il Leone ruggisce ancora
South Africa 9 - British and Irish Lions 28
South Africa XV: Z Kirchner (Bulls); O Ndungane (Sharks), J Fourie (Lions), W Olivier (Bulls), J Nokwe (Cheetahs); M Steyn (Bulls), F du Preez (Bulls); T Mtawarira (Sharks), C Ralepelle (Bulls), J Smit (Sharks), J Muller (Sharks), V Matfield (Bulls), H Brussow (Cheetahs), J Smith (Cheetahs), R Kankowski (Sharks).
Rimpiazzi: F Steyn (Sharks) 23-27 for Fourie and 57 for Kirchner; B du Plessis (Sharks) 40 for Ralepelle; R Pienaar (Sharks) 40 for du Preez; P Spies (Bulls) 64 for Nokwe; G Steenkamp (Bulls), D Carstens (Sharks),
Puniz.: M Steyn (3)
British and Irish Lions XV: R Kearney (Ireland); U Monye (England), T Bowe (Ireland), R Flutey (England), S Williams (Wales); S Jones (Wales), M Phillips (Wales); A Sheridan (England), M Rees (Wales), P Vickery (England), S Shaw (England), P O'Connell (Ireland, capt), J Worsley (England), M Williams (Wales), J Heaslip (Ireland).
Rimpiazzi: T Croft (England) 30-40 and 66 for Worsley, R Ford (Scotland) 37; H Ellis (England) 54 for Flutey; J Hayes (Ireland) 54 for Vickery; A Wyn Jones (Wales) 67 for Shaw; D Wallace (Ireland) 76 for M Williams
Cartellino giallo: S Shaw (37')
Mete: S Williams (2), U Monye
Trasf.: S Jones (2)
Puniz.: S Jones (3)
Arbitro: S Dickinson (Aus)
Spettatori all'Ellis Park di Johannesburg: 58,318
L'onore della banda McGeechan è salvo: nonostante la serie già persa prima della terza gara, non sono apparsi per nulla demotivati e con la testa alle valigie, anzi. Netto il loro dominio su degli Springboks rimaenggiati e apparsi un filino appagati e non così veementi sui punti di contatto come al solito.
Le squadre - Coach DeVillliers, usuale bersaglio di avversari e stampa anglofona (quella si strisciantemente razzista o meglio sciovinista, anche con noi italiani), attua un doveroso turnover promuovendo le seconde linee o le prime parimerito sulla carta (Kankowski per Spies), gestire un paio per squalifica (Broussow per Schalk Burger, Muller per Bakkies Botha) edare un po' di gloria ad alcuni protegè (Ralepelle, Ndungane; strano manchi Earl Rose) e ai rampanti (Kirchner, Nokwe).
L'effetto delle sostituzioni è stato dimostrare che il tanto vituperato coach aveva scelto benissimo i titolari "per i primi test: Kirchner non è ancora maturo, Ralepelle è un buon tallonatore ma non al livello di reggere la migliore prima linea boreale, le altre alette non sono Bryan Habana o JP Pietersen; in mediana Mornè Steyn, piede a parte (peraltro poco usato stavolta) è ancora evanescente. Persino il duo al centro Olivier-Fourie, una garanzia sulla carta, mostra di essere inferiore alla coppia DeVilliers-Jacobs.
Quanto ai Lions, devono sostituirne dieci e giocare con quanto rimasto: si dimostra che per una tournèe Lions servono 40-45 giocatori, altro che 30-35.
Soluzione Tommy Bowe al centro invece che un Earls di ruolo a parte, ne risulta una selezione Lions vincente a leadership inglese (sei titolari contro cinque gallesi e quattro irlandesi): "puntelli" come Shaw e Worsley (assieme a Martyn Williams e al mio avviso number one Heaslip, i migliori in campo), Vickery e Monye riscattati rispetto a gara 1, Flutey ottimo, Sheridan solido.
La gara - Primo tempo dominato dai Visitors: Rob Kearney solidissima àncora del gioco tattico, Stephen Jones rapido ad aprire, Phillips solido gestore; appare una maggior "voglia" dei Lions, in primis della terza linea, di gettarsi su ogni palla e un netto dominio in mischia chiusa, dove Vickery puntellato da Shaw annichilisce Mtawarira poco assistito davanti da Ralepelle, con capital Smith sull'altro lato a danarsi per reggere Sheridan da solo.
I Lions stavolta hanno saputo piegare a loro favore la battaglia fisica, il fattore di ogni sfida con i sudafricani. Tant'è vero che verso fine partita alcuni Springboks frustrati sono quasi riusciti a buttarla in rissa. Sul piano disciplnare, comporta poche conseguenze (solo 3 punti) l'espulsione temporanea di Shaw a fine primo tempo, atterrato a ginocchia unite su Du Preez.
Il dominio Lions del primo tempo porta a due mete segnate da Shaun Williams, bravo a proporsi a sostegno; gran parte del merito va per la prima a Heaslip (sveglio a fiondarsi in un varco, anche se sfrutta un piccolo velo) e per la seconda a Ricky Flutey. Ora, non è certo stato il centro un problema per questi Lions (Jamie Roberts e Brian O'Driscoll splendidi titolari), ma se McGeechan si fosse ricordato prima dell'anglo-Maori, chissà ...
Il primo tempo termina così 6-15. Nel secondo tempo entra Bismark DuPlessis al posto di Ralepelle e i sudafricani sottraggono la mischia chiusa al controllo Lions
.I Boks ci provano dannatamente sul serio per tutto il tempo, tanto che le incursioni nell'area dei 22m da parte dei Lions nel tempo si conteranno sulle dita di una mano sola. Il che rende la netta vittoria Lions ancora più significativa: stavolta han saputo reggere fino alla fine, anche grazie all'indispensabile fortuna.
Un altro fattore a favore dei Lions è la frenesia dei Boks, che pur avendo Mornè Steyn in campo (evanescente oggi), rinunciano a 4 calci piazzabili per perseguire il "bersaglio grosso" (12 punti quasi certi gettati); la fortuna fa mancare di pochi centimetri il bersaglio a Frans Steyn con uno dei suoi drop da metà campo. Sfortuna infine per Ndungane al 75', la cui unghia del piede sinistro sfiora un filo d'erba imbiancato della linea laterale nel mentre sta appoggiando la palla in meta.
In precedenza c'erano state un altro paio di chiare occasioni da meta per i Boks, ma oggi doveva andare così, onore ai Lions. I quali chiudono la partita con un classico colpo d'incontro: nel momento del massimo forcing dei padroni di casa, Monye intercetta e vola per ottanta metri in mezzo ai pali; infine un ulteriore paio di calci di punizione puniscono la perdita di composture di Broussow (il migliore dei suoi anche oggi) e Du Plessis.
Bilanci - I Lions hanno salvato l'onore ma non solo. Han perso la serie coi Sudafricani, vero, ma alla fine han ceduto solo due partite su undici, entrambe per pochi punti e alla fine di gare ambedue spettacolari e combattute.
Il loro sforzo e il riscatto finale ha ripristinato un valore fodamentale del rugby, quello della Selezione sovranazionale, delle tournèe che valgono quanto se non più del Mondiale, peculiarità largamente compromessa e discussa dopo il tour dei Lions di Sir Clive Woodward, umiliati quattro anni fa in Nuova Zelanda. Dobbiamo gratitudine a McGeechan, staff e giocatori per per aver saputo chiedere e dare tutto, per averci restituito qualcosa di prezioso e unico come i Lions.
Se proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo, non tutto è andato benissimo nelle scelte del coaching team: Rowntree (avanti) ha smenato una partita prima di capire come fermare il pack dei Boks e i loro carrettini; Gatland (trequarti) non è riuscito a sfruttare al massimo la brillantezza dei suoi centri, Shaun Williams (difesa) ha incassato mete decisive in prima fase.
Anche le scelte di alcuni singoli risultano criticabili: Andy Powell monodimensionale nr.8 preso per il fisico ma privo di impatto sulla gara, dietro a Phillips il nulla il mediana, Ronan O'Gara incapace di reggere la fisicità dei Boks e, mediana a parte, l'assenza di punti fermi (solo 4 han giocato tutti i tre test da titolari: capitan O'Connell, Heaslip, Stephen Jones e Mike Phillips). Grave infine aver "dimenticato" Martyn Williams nei due test decisivi.
Sul fronte delle "sorprese", grande l'intuizione sui "Wasps boys" Shaw (immenso per una partita e mezza) e Worsley, poi Jamie Roberts, Croft e Heaslip rivelatisi solidi e maturi e la tardiva conferma di Flutey.
Lato sudafricano, tutto è bene quello chefinisce bene: de Villiers ha vendicato la sconfitta di 12 anni prima; il risultato di 2 a 1 permette di affrontare il prossimo impegno Tri Nations da favoriti ma coi piedi per terra, non da appagati montati nella testa.
Nel mezzo del sempe ribollente e polemico ambiente di laggiù, si consolida la certezza di un movimento capace di produrre giovani solidi come veterani (Bismark Du Plessis, Frans Steyn, Broussow, Spies e Kankowski, Mtawarira, JP Pietersen stesso) a fianco di autentiche bandiere (John Smit, Juan Smith, Matfield, Botha, DuPreez, Fourie..) .
Lasciatemi infine spezzare una lancia a favore del tanto vituperato coach De Villiers: ha dimostrato di avere le capacità e la furbizia che serve per preservare i suoi attirandosi gli strali, nel mentre fa le scelte giuste nonostante tutte le pressioni politiche e mediatiche.
Il risultato finale aldilà dei peli nell'uovo è stata una grandissima, epica, memorabile serie. Arrivederci ai rivitalizzati Lions in Australia nel 2013.
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