Il sasso in piccionaia di Henry
Siamo alla vigilia di uno snodo fondamentale per il TriNations 2009, la sfida Australia (1 punto in due partite) - All Blacks (quattro punti in tre partite).
Le due contendenti si trovano rispettivamente con quattro sfide davanti (tre in casa di cui due con il Sudafrica, un'altra fuori con gli All Blacks) e tre ( una fuori e poi due in casa), e col Sudafrica (dodici punti in tre partite) impegnato fuori casa per tre volte: è chiaro che i giochi sulla carta sono tutti ancora possibili, nessuno ha ancora vinto fuori casa.
Giocoforza concentrarsi allora da parte dei coach sul più o meno fine tuning del proprio team: ne avrebbero bisogno entrambi i contendenti di domani.
Aldilà dello strapotere fisico e tattico sudafricano, hanno ambedue mostrato aree di miglioramento, anche se molto resta da fare: in particolare nella disciplina, leadership e rimessa laterale per gli Aussie, nel gioco tattico, rimessa laterale, accuratezza e concentrazione per gli All Blacks.
Aldilà del lavoro "vero" da fare, anche la guerra psicologica può aiutare: a qualche flanker esterno il propalare un po' di polemiche nel campo avverso. Sono già al lavoro: Richie McCaw viene accusato dagli australiani di giocare sporco. Ci si attende ovvia replica sui trucchetti in mischia chiusa adottati dagli Aussie, vòlta a controbilanciare l'attenzione dell'arbitro, il particolaramente pistino Kaplan.
Invece Graham Henry spara più alto: ritorna sul tema delle regole, riaprendo la ferita Elv che sembrava sanata dalle recenti decisioni "di compromesso" della Irb.
Abbiamo detto e ripetuto la nostra posizione al riguardo: le Elv sono state una ottima esperienza con risultati interessanti che meritavano di essere approfonditi e raffinati, non aboliti. Invece abbiamo avuto una "restaurazione" quasi totale, a parte poche cosine poco significative, fortemente voluta dai Boreali anglosassoni. Detto molto francamente, abbiamo decisamente goduto nel vedere i Boks schiantare i Lions più forti mai visti da qualche decennio, che avrebbero dovuto essere i primi beneficiari del ritorno al passato delle rolling maul etc.etc.
Nella realtà lo strapotere dei Boks si fonda su qualcosa che con le Elv c'entra ben poco; i calci in aria sono un elemento addizionale al punto centrale, che è la aggressività in fase di contesa, sia aerea che terrestre: arrivarci prima, in tanti, seguendo le regole, senza distinguo tra fase d'attacco e di difesa, questa è l'essenza del gioco sudafricano attuale.
Ma tant'è, mentre i sudafricani godono delle false piste intraprese dagli avversari, cosa ne pensa in sostanza il navigatissimo coach degli All Blacks?
In sintesi dice, si voleva dare una svolta più spettacolare al gioco e s'è provato per un paio d'anni col le Elv e, ammette, ne è venuto fuori un gioco "shapeless", tutto corri e passa, secondo alcuni vicino al rugby a XIII.
Ora però siamo all'estremo opposto: Henry lamenta l'eccesso di gioco al piede, "rugby is in danger of becoming a kick-fest".
Il coach non si limita alla polemica un po' autoassolutoria, è anche propositivo: " se si permettesse di chiamare il mark sui calci in ogni parte del campo e non solo nei propri 22, concedendo un calci libero dal punto di ricezione o una mischia dal punto del calcio, si otterrebbe un gioco più spettacolare".
Gli da man forte capitan McCaw: " Oggi è conveniente metter palla in aria verso la parte giusta del campo, forzando gli avversari a fare errori. Credo che invece si dovrebbe premiare le capacità di gestione della palla con le mani. Questa è sempre stata l'essenza del rugby".
Della serie, predicare bene e razzolare male: Henry schiererà McAlister a seconda apertura contro i Wallabies, col chiaro intento di avere un secondo calciatore in campo oltre a Dan Carter; ma questo è realismo, è adattamento, è una corretta risposta al duo Giteau - Barnes dall'altra parte.
Quanto alla più che legittima esigenza di trovare un balance più spettacolare tra gioco al piede e alla mano, siamo convinti che la risposta non stia in un ritorno al passato remoto - il mark in tutto il campo - o era metacampo? - esisteva ai tempi del dilettantismo. Altro che deriva rugby league poi, col mark a tutto campo si precipiterebbe verso il footy australiano (ammesso che qualche folle tentasse acora gli up&under).
Se il coach degli All Blacks fosse ad esempio in grado di allestire una rimessa laterale appena decente, toglierebbe molte munizioni al gioco di calcio avversario. Se gli all Blacks continuassero a lavorare sul contrattacco (ben 10 sono stati i loro sfondamenti della linea del vantaggio nell'ultima partita con i Boks), migliorando la precisione sotto pressione e commettendo meno indiscipline in ruck, sarebbero a un ottimo punto.
Tutti gli strateghi han sempre ritenuto un enorme vantaggio l'aver di fronte un avversario pur molto forte ma prevedibile. La soluzione per gli All Blacks e non solo, sta allora nella applicazione dura e continua, nella esecuzione sempre più perfetta per mezzo del duro lavoro in allenamento. Non ci sono scorciatoie al duro lavoro di preparazione.
Comprendiamo la pressione a produrre risultati immediati cui sono sottoposti tutti i Graham Henry coach di campioni uscenti del mondo, ma sarebbe ora di finirla col vecchio schema anglosassone del "saremmo i più forti, belli e onesti, e perdiamo solo per via di trucchi subdoli e non english".
A proposito di distrazioni poi, caro Henry, domani giochi coi Wallabies e stai ancora pensando ai Boks? O ti spaventa anche il loro kicking game? O stai solo depistando, o cercando giustificazioni per il tuo "palle in aria"?
Sia come sia, adesso a lavorare! Vale anche per l'altro, Robbie Deans.
Le formazioni in campo domani a Sidney, agli ordini di John Kaplan:
Australia: 15 James O'Connor, 14 Lachie Turner, 13 Adam Ashley-Cooper, 12 Berrick Barnes, 11 Drew Mitchell, 10 Matt Giteau, 9 Luke Burgess, 8 Richard Brown, 7 George Smith (c), 6 Rocky Elsom, 5 Nathan Sharpe, 4 James Horwill, 3 Al Baxter, 2 Stephen Moore, 1 Benn Robinson.
Replacements: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Ben Alexander, 18 Dean Mumm, 19 David Pocock, 20 Will Genia, 21 Ryan Cross, 22 Peter Hynes.
New Zealand: 15 Mils Muliaina, 14 Josevata Rokocoko, 13 Conrad Smith, 12 Luke McAlister, 11 Sitiveni Sivivatu, 10 Dan Carter, 9 Jimmy Cowan, 8 Kieran Read, 7 Richie McCaw (c), 6 Jerome Kaino, 5 Isaac Ross, 4 Brad Thorn, 3 Owen Franks, 2 Andrew Hore, 1 Tony Woodcock.
Replacements: 16 Aled de Malmanche, 17 John Afoa, 18 Jason Eaton, 19 Rodney So'oialo, 20 Brendon Leonard, 21 Stephen Donald, 22 Ma'a Nonu.
6 commenti:
...da incompetente quale sono, mi verrebbe da ipotizzare che se i Boks vincono giocando in quel modo, il rugby dei professionisti non potrà che cercare di imitarli: come dire fanno scuola. Allora torno alle mie perplessità perché vorrà dire che vedremo partite fatte di "poco" anche se eseguito alla perfezione. Lo so ne abbiamo parlato di recente... E' che la tesi dell'articolo mi inquieta. Mi spiego. Qualunque strategia gli All Blaks o gli Aussi tentassero di mettere in campo, se le cose continuano così, e cioè i Boks (o chi gioca come loro) a vincere, si rivelerebbe molto molto più complessa e irta di rischi, per cui non si vede il motivo per perseguirla quando specializzandosi su "un paio" di cose (quelle che fanno i Boks) si riuscirebbe ad essere molto più competitivi. Insomma Harry non dice una scemenza, magari è interessato, ora, ma il gioco dei Boks, proprio perché stra-vincente mi preoccupa Spero che qualcuno s'inventi qualcosa perché, come ho detto preferisco un modo di giocare più articolato; tuttavia, ora, temo per esso. E vedo che non sono il solo
P:S. Però confesso che per il momento e cioè finchè dura questa sfida tra modi di giocare così ...oserei dire (almeno per me) ...drammatica, sto' rugby mi piace assai :)
Vedi Panta, la mia tesi, ne abbiamo già parlato del resto, è molto semplice.
Premesso che trovo il gioco Boks favoloso per la sua essenzialità "orientale" priva di fronzoli, ritengo che siamo alla solita rincorsa tra corazza e proiettile.
Inventata una corazza particolarmente impenetrabile, sta ora ai produttori di proiettili inventarne uno nuovo che trapassi tale corazza.
Dicesi progresso, avviene solo (checchè ne pensino certi sedicenti "progressisti") attraverso la competizione. Non cambiando le regole per favorire "i deboli" o un fantomatico "gioco" (spinto dagli attuali deboli, altrimenti detti all'americana "perdenti").
I mezzi per batterli agli Aussie o agli AB non mancano, ne parlo nel post, serve "solo" più lavoro abnegazione sacrificio. Quanto ai boreali, i Lions ci sono andati vicini.
A proposito, mi sovviene il vecchio caro Dan Peterson: " Se Doctor J. avesse anche il tiro, dorebbero inventare una regola contro di lui!".
Ma non divaghiamo: sono convinto anche di una altra cosa: come dico nel post, il difetto più grosso di una strategia, per quanto potente, sta nella sua prevedibilità.
Dei Boks che fossero capaci i giocar diverso ad ogni partita, quelli sarebbero gli unici a rischiare di ammazzare il rugby, anche se farebbero divertire troppo.
La palla è agli avversari insomma, non ai comitati: che si ingegnino!
Io la vedo così ...
d'accordo per la corazza ed il proiettile e d'accordo per non soffocare una fertile competizione con il cambio delle regole in corso d'opera. Tuttavia se lo scenario si stabilizza e la competizione non porta progresso, perché sterile, nel senso che gli adattamenti o innovazioni che ingenera sono tutti dello stesso genus, allora la regola per favorire la fertilità perduta, ci sta tutta.
Tuttavia è vero: è troppo presto per pensare che il proiettile non ha più nulla da fare temere alla corazza... Certo che ieri All Blaks e Aussi, fanno temere quantomeno tempi lunghi...
Si ok concordo, non sono certo per l'immobilismo etermo, prova ne sia la mia posizione favorevole a molte delle Elv abolite.
Lasciami solo guardare con sospetto le leggi .. come si dice qui in Italia? Ad Personam?
Ecco , ancora peggio a mio avviso sarebbero quelle "contra personam": illiberali (hatred direi) nell'essenza.
Al Blacks e Aussie devono solo che impegnarsi duramente ed evolvere: i Boks non sono imbattibili, persino da questi due forse nella loro fase più involuta di sempre, l'han dimostrato i Lions.
E lo vedremo credo prossimamente, lontano dall'Afrika.
confesso di aver tifacchiato contro gli ab x ripicca contro henry e le sue sparate.
che pensa di fare?l'anno che avrà i piloni scarsi chiederà l'abolizione della mischia e l'anno che le sue seconde che non salteranno proporrà il calcio libero al posto della touche?mi sembra un modo di togliersi responsabilità francamente molto poco rugbysh(e altrettanto poco onorevole).
ci sono sempre state le squadre ammazzastagioni o ammazzaperiodi:sembrano imbattibili per 1 o 2 anni e poi tornano sulla terra e questi bocks,che peraltro anche a me piacciono parecchio,non faranno eccezione.
ricordate gli ab del 2005 contro i lions?sembravano una squadra eterna;quello che accadde 2 anni dopo alla coppa del mondo lo ricordiamo tutti.
quanto poi all'uso del piede,il suo andamento ciclico potrebbe essere studiato graficamente: negli anni 90 era pressochè scomparso dal gioco in movimento e chi lo proponeva veniva trattato alla stregua di un agent provocateur,salvo poi fare ricorso,sul finire del decennio, ai tecnici del tredici per rispolverare i grabber dietro le difese rovesciate,che erano divenute quasi insuperabili palla in mano, ed i cross verso l'ala aperta.
ha ragione abr:già nella campagna oceanica di questo 3nations potremmo vedere il sudafrica in difficoltà.
quanto poi alla poca spettacolarità del gioco forse le colpe non sono da assegnare tutte a pdv ed alla sua ghenga,visto che non più tardi di un paio di mesi fa hanno giocato contro i lions 2 fra gli incontri più spettacolari del decennio.
Completa e condivisibilissima analisi,tagus.
Aggiungo solo che, in pieni anni 90 c'erano due modi di giocare: quelli "forti" quasi senza piede e quelli "scarsi" a giocarsela tutta sulle rimesse laterali (e i calci di punizione più qualche droppino). In mezzo c'erano gli inglesi, che mai han trascurato la guerra in trincea tra avanti.
"Indimenticabile" nella questa seconda categoria citata l'Italia di Domingues, che si guadagnò il (e rimase nel) SeiNazioni facendosi strada con una media di cinquanta palle in rimessa per partita.
Avrei una proposta (per ridere) alla Fir e Mallett: dato che il calcione alto sia pur non in rimessa pare renda per chi lo sa fare, basterebbe naturalizzare il Domingues potenziale dei nostri giorni e alla nostra portata, tal Mercier petrarchino pur avanti cogli anni, e piazzare due ali e due centri potenti, chessò Masi e Canale, Mirco e Gower, e poi tutto sotto e via andare verso la gloria ...
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