Questione di sguardi
Il Socio ha già raccontato tutto quello che c'era da raccontare sulla vittoria del Sud Africa in Australia. Il sottoscritto ha dovuto conciliare un trasformatore del portatile fuso con un pomeriggio di lavoro e così ha visto quanto successo a Perth solo ieri. Ma qualcosa da dire c'è ancora: la questione di sguardi, quelli che hanno fatto capire come sarebbe andata a finire la partita.
La foto di Giteau qui pubblicata la dice infatti tutta: sono passati da poco dieci minuti, gli Springboks sono andati a segno già due volte e l'Arcangelo, come ha detto Munari, "aveva l'aureola opaca". Il regista dei Wallabies fatica a gestire un ovale in occasione di uno dei tanti rilanci up and under che riforniscono quegli aguzzini dei trequarti sudafricani.
Gli occhi dei campioni del mondo erano lucidi, nel senso che avevano ben chiaro il piano di gioco (o di non juego come crede qualcuno). Quelli degli aussie erano opachi come se su Perth si fosse adagiata una fitta nebbia padana. Persino Rocky Elsom aveva il gps mentale staccato.
Il fatto è che questo Sud Africa fa molto male alla salute dei suoi avversari. Il nuovo Sud Africa ha imparato ad impostare, infatti, il proprio gioco. Quello tanto criticato, sempre lo stesso, per intenderci. Dalle vittorie risicate, sono passati a quelle più consistenti. Ad esempio: contro i Lions hanno vinto la prima volta 26-21, la seconda 28-25. Sabato hanno regalato all'Australia una meta nel finale, impedendo ai padroni di casa di fare una figuraccia davanti ad un pubblico che vorrebbe volentieri fare due chiacchere con il coach Robbie Deans.
Che negli occhi avrà ancora ben impresso il furore agonistico degli Springboks. Sotto a chi tocca.
Che negli occhi avrà ancora ben impresso il furore agonistico degli Springboks. Sotto a chi tocca.
1 commento:
E' la "poetica" stessa del tuo post a chiarire la differenza tra le due contendenti: quando qui parli di Australia citi uno (Giteau) o due (Elsom) mentre quando parli di Sudafrics sono gli Springboks.
Un campione, per quanto campione sia e anche fosse in forma, nulla puo' contro una squadra che lavora in squadra.
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