giovedì 17 settembre 2009

Prepartita TriNations, oltre quota 100

Ultima partita del TriNations sabato prossimo al Westpac di Wellington, la superclassica All Blacks - Wallabies, diversa dall'anno scorso, stavolta servirà solo per schivare l'ultimo posto.
Per gli Aussies che confermano la formazione e la panchina vincente contro i campioni sudafricani, sara' qualcosa di piu', la ricerca di conferme della "linea verde" di Robby Deans: "We stepped up to a new level, in terms of our performance last time and that was pleasing" ha dichiarato.

A titolo precauzionale Deans farà traversare il Mar di Tasman a un 23' uomo, l'utility back Kurtley Beale dei Waratahs. Tra i convocati solo George Smith c'era l'ultima volta che i Wallabies vinsero in Nuova Zelanda: ben otto anni fa a Dunedin, alla sua prima gara contro gli All Blacks. Gli australiani stavolta ci contano, ancora pimpanti dopo la vittoria sugli Springboks.

15. James O'Connor
(Western Force)
14. Lachie Turner
(NSW Waratahs)
13. Adam Ashley Cooper
(Brumbies)
12. Berrick Barnes
(Queensland Reds)
11. Drew Mitchell
(Western Force)
10. Matt Giteau
(Western Force)
9. Will Genia
(Queensland Reds)
8. George Smith
(Brumbies, Captain)
7. David Pocock
(Western Force)
6. Rocky Elsom
(Brumbies)
5. Mark Chisholm
(Brumbies)
4. James Horwill
(Queensland Reds)
3. Ben Alexander
(Brumbies)
2. Tatafu Polota-Nau
(NSW Waratahs)
1. Benn Robinson
(NSW Waratahs)


Riserve:

16. Stephen Moore

(Brumbies)
17. Pek Cowan
(Western Force)
18. Dean Mumm
(NSW Waratahs)
19. Wycliff Palu
(NSW Waratahs)
20. Luke Burgess
(NSW Waratahs)
21. Quade Cooper
(Queensland Reds)
22. Peter Hynes
(Queensland Reds)
Linea verde di Robbie Deans s'è detto: per rafforzarla e' deciso a far terminare l'era delle rendite di posizione, causata dalla politica federale di mettere a contratto sempre i soliti giocatori; qualcuno s'è inconsapevolmente seduto sugli allori. Deans ha dichiarato che andrà in giro a visionare tante partite, non solo di Super14 ma anche dei campionati statali, accademie etc.: e' ora di riaprire la Nazionale restituendo un po' di sana competitività all'ambiente, cosa che "solo la competizione a livello di club puo' garantire". Detto da Deans, una frase che farei scolpire sui muri della nostra Fir...

Lato All Blacks le cose non sono cosi' stabilizzate e "verdi", anzi si vira verso l'esperienza che rimpiazzi le "scompostezze" dei giovani. Cinque i cambi di titolari voluti da Graham Henry, sette se si include la panchina.
Il più clamoroso è la nomina di Tom Donnelly, ventisettenne lock di Otago e degli Highlanders al debutto, al posto del piu' giovane Isaac Ross. Credeva di aver perso oramai tutti i treni, incluso andare a giocare in Europa per aspettare una maglia nera che mai arrivava, ma alla fine chi la dura la vince.
Evidentemente non il tallonatore Hore bensi' Ross paga la prestazione in rimessa totalmente insufficiente, anche se Henry si affanna a non biasimare il giovane Crusader che per tutto il TriNations ha tappato gli infortuni di Ali Williams e Tony Boric: “We just think he’s played a lot of rugby. He’s probably mentally been stretched, continually every week" ha dichiarato Henry.
Anche per il giovane prop Owen Franks, 21 anni, dopo 5 test come titolare e' arrivato il tempo "to rest and reflect", lo rimpiazza dall'esperto Neemia Tialata: “We know Australia have got a big scrum, so we’ve picked Neemia because he’s our best scrummager”, spiega Henry. Anche Jerome Kaino perde il posto di flanker lato chiuso per il rosso Adam Thomson.
Nel reparto arretrato l'esperimento Stephen Donald al centro non ha dato frutti e Ma’a Nonu torna nr.12, con Isaia Toeava al nr.13, mentre Joe Rokocoko cambia lato per rimpiazzare l'infortunato Sivivatu all'ala chiusa, lasciando Cory Jane ala aperta sulla destra e Muliaina confermato estremo.
In panchina per gli avanti torna Jason Eaton e arriva il metaman della Npc Hosea Gear, assente dal match contro Munster dell'anno scorso, dopo il debutto contro l'Australia a Hong Kong.


New Zealand: M Muliaina; C Jane, I Toeava, M Nonu, J Rokocoko; D Carter, J Cowan; T Woodcock, A Hore, N Tialata, B Thorn, T Donnelly, A Thomson, R McCaw (captain), K Read.
Riserve: A de Malmanche, J Afoa, J Eaton, R So’oialo, B Leonard, S Donald, H Gear.

Concludiamo traducendo un interessante articolo denso di storia e ricordi, di quelli che piacciono al rugbista: rivalita', milestones, vittorie e sconfitte, ricordi ... tutto quanto costituisce una ottima scusa per bere birra in compagnia.
La Nuova Zelanda e il club dei perdenti a quota 100

(di James Mortimer, 13 settembre 2009)
Quelli che godono tanto della sconfitta All Black dovrebbero riflettere sul fatto che il loro 29-32 col South Africa a Hamilton e' stata la loro 100' sconfitta in un Test Match. Il che li rende l'ultima nazione del rugby a raggiungere quel livello, al loro 452-esimo match, cosa che messa in prospettiva ci dice quanto bene abbiano giocato in tutti questi anni.
Qualcuno dira' che e' l'inizio della fine per gli All Blacks come potenza mondiale, poiche' assieme alla 100' sconfitta hanno concesso il Tri-Nations e un 3-0 agli Springboks. La gara al Waikato Stadium e' stata anche la loro quarta sconfitta del 2009, ed e' solo la terza volta in piu' di cento anni di Test rugby che New Zealand ottiene questo risultato non desiderato.
(...) Sarebbe il caso di guardare con rispetto ai risultati raggiunti dagli All Blacks nella loro gloriosa storia prima di questo giorno triste. Si e' trattato della 37' sconfitta in un Test in casa; nessuna sconfitta nel proprio territorio e' mai accettabile, ma il loro record vincente in casa superiore all'80% e' ancora il migliore del rugby mondiale. (...)
Se si chiede in ogni nazione quale sia stata la piu' grande vittoria di tutti i tempi, senza dubbio un molti includeranno match contro New Zealand. Molti ad esempio credono che the greatest rugby game ever played sia stato disputato nel 1973 tra gli All Blacks di Ian Kirkpatrick e i Barbarians di John Dawes (che vinsero 23-11). (...)
Il 16 Dicembre del 1905, gli All Blacks "Originals" di Dave Gallaher che avevano devastato l'Europa vincendo 27 partite di fila, includendo Scotland, Ireland e England, trovarono il Galles, detentore della Triple Crown, avendo battuto anch'essa le altre tre; fu un match controverso, a Bob Deans, bisnonno del coach Robbie, fu negata una meta e il Wales vinse 3-0. Si tratto' della prima delle tre sole vittorie Gallesi con gli All Blacks e la prima sconfitta ufficiale di New Zealand in un Test. Secondo alcuni Gallesi e' la maggior vittoria della loro nazione nel 20' secolo.
Gli inglesi dovrebbero celebrare il 4 gennaio 1936, quando la nazionale con la Red Rose sconfisse per la prima volta gli All Blacks; gran parte del merito fu di Alexander Sergeevich Obolensky, un principe russo che segno' due mete in una delle migliori performance inglesi di sempre.
Anche per altre nazioni le vittorie piu' clebrate sono spesso contro New Zealand.
Australia puo' reclamare di aver battuto gli All Blacks piu' di ogni altra nazione: 39 vittorie nelle sfide Trans-Tasman; vittorie costate molto sangue, New Zealand li ha battuti per 90 volte. Di fatto gli Australiani raggiunsero la loro 100' sconfitta prima di aver giocato 150 partite, essendo il loro problema l'aver giocato spesso contro gli All Black. Quel match fu un 38-3 da parte degli All Blacks nel 1972 all' Eden Park.
In ogni caso l'Australia puo' reclamare qualche vittoria impeccabile contro i rivali negli anni. Se ogni vittoria di Bledisloe Cup victory va ricordata, i tifosi dei Wallabies probabilmente sosterranno che le vittorie in semifinale di Coppa del Mondo contro la Nuova Zelanda nel 1991 e 2003 sono tra le piu' grandi vittorie nella storia del loro rugby.
I Francesi probabilmente direbbero lo stesso, le famose vittorie nel 1999 e nel 2007 sono le loro migliori conquiste nel rugby. Les Bleus possiedono un record di tutto rispetto con New Zealand, avendo vinto 12 partite su 48 incontri. Il che non e' male, considerato che la loro controparte Britannica tutta assieme (le quattro home unions e anche i Lions) hanno vinto in tutto solo 15 gare contro gli All Blacks.
Gli Springboks sono non per caso stati la penultima nazionale a perdere la loro “100 virginity” nel 2005 in Australia, perdendo la loro 319' partita per 30-12. Anche loro brinderebbero alle loro piu' grandi vittorie sugli All Black - senza trascurare quelle di quest'anno (sicuramente le vittorie piu' nette degli Springbok sui loro rivali storici) – e ricorderebbero la vittoria nella World Cup 1995 come il successo principale.
Probabilmente il piu' famoso dei “100th loss” fu quello del Wales, ci vollero 249 partite per raggiungere quell'indesiderata pietra miliare. Successe nel 1963, quando tutto il Paese fu improvvisamente fermato dal “big freeze”. Piu' di 30 tonnellate di paglia furono depositate sul terreno dell'Arms Park di Cardiff e un enorme gruppo di operai e trattori lavoro' febbrilmente per rimuovere neve e ghiaccio. (...) Il capitano del Wales, il mediano del Pontypool Clive Rowlands, era certo che la partita non sarebbe stata giocata. Nonostante i migliori sforzi di tutto il personale coinvolto, il terreno ghiaccio' e England vinse 13-6.
Sarebbe stata l'ultima vittoria inglese a Cardiff per quasi 30 anni; il Wales perse tre dei successivi quattro test match, con Ireland, France e gli All Blacks. Nonostante tutto, qualcosa di buono arrivo' da tanto orrore: nel 1964 il Wales vinse il Five Nations (dividendo il titolo con Scotland) prima di vincerlo ancora nel 1965 e 1966. Chissa' che l'attuale ferita degli All Blacks non possa venire eradicata da un successo tra due anni, in casa loro ...

2 commenti:

Nicola ha detto...

Forse sarebbe bene tatuare la perla di saggezza di Deans (che peraltro non deve aver vita facile in questi giorni) sulla fronte di chi dico io, dato che i muri si possono ignorare - finora hanno ignorato ben più che una scritta sul muro - , mentre per radersi occorre uno specchio.

Abr ha detto...

:)

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