San Siro, meno tre
Mancano tre giorni al piu' grande evento rugbistico di sempre nella Penisola, Italia - All Blacks a San Siro di fronte a oltre 80,000 spettatori.
Che nulla comunque sono rispetto ai continui bagni di folla - bambini, autorita', calciatori, giornalisti, sponsor, curiosi e raccomandati vari - cui i neozelandesi sono ogni giorno sottoposti da quando sono arrivati a Milano e insediati (o assediati?) all'Arena Civica.
Sembra quasi di tornare ai tempi di quei parenti ricchi d'America che quando tornavano al paesello venivano omaggiati da tutto il parentame in processione. Speriamo almeno che tutte 'ste attenzioni li deconcentrino un filo.
Oggi coach Graham Henry ha diramato la formazione che come si sapeva e' ampiamente di "seconda fascia", basti dire che la panchina sopravanza di gran lunga i titolari nel numero di "caps" (ben ottanta in piu').
Tale scelta non e' come gia' detto una gratuita mancanza di rispetto per l'Italia, ma un dosaggio delle forze in questa sorta di mini-torneo autunnale dei Kiwis, consacrato al Grand Slam (vincerle tutte). Del resto 15-0 e' il record di Henry nelle trasferte Boreali (senza contare il Mondiale, altrimenti sarebbe 18-1) e c'e' da pensare che le forze schierate siano quelle secondo lui necessarie e sufficienti per non metterlo a repentaglio. Sta casomai agli Azzurri provare ad approfittarne con tutte le energie che hanno - e nonostante tutti i menagrami anche interni.
Henry ha dichiarato "abbiamo due obiettivi: giocare un rugby vincente e testare tutti i giocatori, per poter fare selezioni sensate ("logical") nel prossimo futuro. Non giocando partite infrasettimanali, questa e' l'unica occasione per farlo". In cio' declassa un po' l'Italia rispetto a Galles Inghilterra o Francia, tipo Leicester per il Sudafrica, ma e' dato di fatto e va bene cosi': il rispetto altrui ce lo dobbiamo guadagnare in campo, speriamo il paragone coi Tigers sia beneaugurante.
In realta' Henry ha anche un altro obiettivo: esporre i suoi giovanotti alla pressione di un ambiente appassionato, poco ovattato. "Ne abbiamo sofferto la scorsa stagione contro Munster" ricorda Henry, sara' un test per il "carattere" dei giocatori. "They (the italians, ndr) are big boys, strong boys and aggressive so it's going to be a real battle. Our job is to try (...) to take something away from them and try to take the crowd away from them. It's going to be a cauldron."
New Zealand: 15 Cory Jane; 14 Ben Smith, 13 Tamati Ellison, 12 Luke McAlister, 11 Sitiveni Sivivatu; 10 Mike Delany, 9 Andy Ellis; 8 Rodney So'oialo (capt), 7 Tanerau Latimer, 6 Liam Messam; 5 Anthony Boric, 4 Tom Donnelly; 3 Neemia Tialata, 2 Corey Flynn, 1 Wyatt Crockett.
Riserve: Andrew Hore, John Afoa, Jason Eaton, Richie McCaw, Jimmy Cowan, Stephen Donald, Mils Muliaina .
Positiva e' la presenza, ancorche' in panca, di McCaw, pronto a iniettarsi in campo con tutta la sua esperienza assieme a Hore davanti e Muliaina dietro.
Tra i titolari, inedita la mediana Ellis (mediano di Canterbury, 11 caps e 10 punti nel 2006) - Delany (in foto, uncapped da Bay of Plenty, miglior marcatore della Npc quest'anno). Gli altri uncapped sono Ben Smith ala di Otago e Tamati Ellison centro di Wellington. Ritorna Luke McAlister al primo centro e Sivivatu all'ala chiusa mentre Corey Jane dall'ala va all'estremo, il suo ruolo nel club.
Davanti col pilone provatissimo Tialata c'e' una coppia da Canterbury, il tallonatore Corey Flynn, 5 caps nel lontano 2003-4, e Wyatt Crockett gia' visto recentemente come rincalzo; seconda e terza linea sono tutte dei "vice" tranne So'oialo, capitano.
Attendiamo l'annuncio degli italiani che scenderanno in campo tra i 25 rimasti a disposizione; del resto chi siano e' abbastanza scontato, nonostante le solite sperimentazioni mallettiane in allenamento (che si spera rimangano tali), stavolta riguardanti Burton (apertura di Prato) provato mediano di mischia con Gower apertura e McLean estremo.
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