lunedì 18 gennaio 2010

Celtic a no-go area for Italians ... or for Welsh?

Rugby 1823 che ringraziamo, segnala un interessante articolo di Brendan Fanning sul Sunday Indipendent di Dublin: una insight view dall'Irlanda sulla querelle Italia in Celtic League.
L'articolo fa finalmente chiarezza sulle cifre in ballo e sui loro razionali, riporta il piano A (di Dondi e degli irlandesi, preoccupati che prima o poi i Gallesi si decidano a unirsi agli Inglesi), la presunta furia di Dondi per le richieste extra, il Piano B delle selezioni federali in Heineken Cup poco praticabile per la Erc.
Manca del tutto nell'articolo ogni ditino alzato su problemi del tutto interni alla Fir in fase di selezione delle Selezioni, contrariamente a come piacerebbe alle code di paglia nostrane; mancano giudizi sulla maggiore o minore validità di singole candidature italiane rispetto ad altre o preferenze per sedicenti "grandi città", ci spiace per i provinciali nostrani. Rispetto ad altre opinioni in merito meno recenti dalla Scozia, l'articolo manca insomma di interventi "apparentemente disinteressati" dall'Italia e la qualità dell'informazione ne gode.
Le nostre opinioni al riguardo della Celtic League ("ma che ci annamo affà") ne risultano rafforzate: sensato, attendibile, nè catastrofista nè possibilista, poco "chiacchiere e distintivo", zero bandieroni e sciovinismi. Ne offriamo qui traduzione completa in modo che chiunque possa formarsi la sua opinione.

Magners set to remain a no-go area for Italians

I piani di espansione della Lega hanno trovato uno stop

"Le probabilità che due club italiani si uniscano alla Magners League nella prossima stagione sono generalmente considerate remote, anche se c'è ancora un po' di tempo prima che i consulenti consegnino i dossier sulla proposta. Si sa che gli Italiani sono in difficoltà riguardo al rispetto dei criteri finanziari richiesti loro dal Celtic Rugby. Inoltre ci sono questioni politiche in Italia sulla prospettiva di creare due 'super club' dotati di quanto serve per competere nella lega. Ci sono inoltre questioni sulle possibilità per ambo le squadre -- Benetton Treviso e Viadana -- di essere competitive durante i Test Match di Novembre e il Sei Nazioni, quando dovranno essere giocate le giornate aggiuntive (per gestire un campionato a 12 squadre, ndr) con le squadre prive dei loro nazionali. Il problema lo avrebbero tutti i club ma chiaramente gli Italiani sarebbero quelli peggio attrezzati per venirne fuori.

Si è saputo che dopo un incontro con il presidente del Celtic Rugby John Hussey e il director of operations David Jordan 10 giorni fa, il presidente della Fir Giancarlo Dondi fosse furioso al riguardo di quello che ha considerato essere un cambio dei paletti prefissati. Oltre agli adempimenti richiesti riguardo agli stadi e al livello delle squadre, si è saputo che è stato chiesto agli Italiani di calare sul piatto €3m tra i due club come tassa di iscrizione. Questo per compensare gli attuali dieci team nel gestire quattro partite in più e per coprire i costi delle due trasferte, stimati nell'intorno di €30,000 per ciascuna. Inoltre agli Italiani è stato chiesto di portare €1.2m in diritti tv, da aggiungere al totale che attualmente ammonta a circa €6m coi contributi da Channel S4C, BBC Wales, Setanta Ireland e STV.

E' stato suggerito che un "piano B" per la Fir sia di abbandonare i sogni di Magners League, lasciare il campionato italiano a 10 squadre com'è ma di creare al contempo due super club da iscrivere alla Heineken Cup, migliorando così la competitività di tali club e creando uno stimolo positivo sulla Nazionale nel Six Nations. Pare tuttavia improbabile che la ERC (l'Ente titolare delle Coppe europee, ndr) accetti iscrizioni di club che non operino su base regolare lungo tutta la stagione e non abbiano proprietà del cartellino dei giocatori. Il Board ERC si riunirà il 3 Febbraio e si crede che ci siano poche probabilità che tutto venga chiarito entro tale data.

L'interesse di includere l'Italia (nella Celtic League, ndr) arriva per primo dalla IRB, che desidera vedere una Italia più competitiva nel Six Nations. Il rugby a livello di Club è l'ovvia pietra miliare verso tale obiettivo. L'idea ha ricevuto anche il supporto di John Hussey, che sta cercando di agevolare la trattativa. Hussey è felice di avere una opzione nel caso il Galles decida di provare un'altra corsa solitaria come fece 5 anni fa con la fondazione della Anglo Welsh Cup, ora Powergen Cup. Il compromesso allora fu che i club Gallesi giocassero i loro derby locali nei ritagli del calendario, ma fu un allarme sulle opportunità offerte dallo sport professionistico. Se i gallesi decidessero di andarsene un'altra volta, le province irlandesi si troverebbero a bagno maria. Rimane la questione di come sistemare gli Italiani in modo da migliorare la qualità della Lega (Celtica), almeno nel medio periodo. Già l'integrità dello stesso è compromessa dal IRFU's Player Management Programme (una sorta di "piano ferie" concordato col sindacato giocatori, ndr), che richiede alle province di tener fermi i giocatori internazionali in determinati momenti durante la stagione. La Magners League è destinata a rimetterci sempre nei confronti della Heineken Cup su tale piano. Aggiungere partite prive di star nel mentre il pubblico potenziale cresce, potrebbe voler dire compromettere la qualità del prodotto".

2 commenti:

tagus ha detto...

ci stanno guardando come si guarda un pesce dal dubbio aspetto e si deve decidere se aggiungerlo o meno alla zuppa.
il grande ristorante lo esclude,il lupanare di terz'ordine ce lo infila.
sono due mesi che ci dicono"la settimana prossima si decide",segno che di certo non sono un grande ristorante( se giochiamo ad allegorie il sommo vate me fa 'na pippa).
ora dondi ha (o si è costruito abilmente,ostentando peloso sdegno)una via d'uscita:se ci rifiutano potrà gridare ai pacta non servata e venirne fuori quasi onorevolmente sbattendo pure la porta,oppure potrebbe far valere questa possibilità che si è presentata per trattare sul prezzo sfruttando la palese fame di quatrini dei celtici.
tutto lascerebbe pensare ad un rinvio,magari sine die.
tomasi di lampedusa ci sarebbe andato in sollucchero

Abr ha detto...

Mah tagus, francamente non so dire se puzzi piu' il pesce (noi) o il ristorante (loro): chiaro che siamo un "ripiego", ma anche spacciarci la Celtic come l'olio di fegato di merluzzo, lo prendi e cresci sano, ce ne passa.
L'articolo m'e' piaciuto perche' ha il pregio di svelare le mire contingenti di parte del fronte celtico, che non sono solo di fare cassa (anzi, trovo che le giustificazioni economiche che offre siano plausibi).

Qui da noi ci si guarda troppo l'ombelico e si fa troppa "politica", commentatori davanti a tutti, quando invece per "vendere" qualcosa la prima cosa da capire sono le esigenze dei compratori e la seconda se ci stiamo dentro con le spese, altrimenti ciccia, il gioco non vale la candela.

Se poi i celti non avessero per davvero fatto cenno prima di tutti gli oneri a Dondi, gli hanno offerto un ponte d'oro per ritirarsi fingendo sdegno e ululando all'inganno, ti do' ragione.
Buon per lui, ci importa nulla delle sue moral exit (tanto, dov'e' l'opposizione a Dondi? La canea dei forum? I giornalai? Madai ...), l'importante sarebbe non finire tra i Celti in questa situazione, evitando pero' soluzioni ancora peggio.

Credo anch'io da mo' che alla fine il rinvio, tanto per cominciare post 6Nazioni nella decisione e poi post mondiale, sia l'opzione per salvare la faccia a tutti.

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