Prima gli ultimi scampoli giocati domenica, utili per definire le posizioni "di rincalzo" ai quarti di finale delle Coppe, poi un minimo d'analisi.
Pool 2:
Newport Gwent Dragons 23 - 32 Gloucester Rugby
Chiuso già da una settimana il discorso leadership del girone da parte di Biarritz, a Gloucester rimanevano flebili chance di accumulare punti per qualificarsi in Challenge Cup. Ci sono riusciti, a parte il suicidio degli Irish che ha liberato un posto, con una prestazione magnifica soprattutto del flanker Akapusi Qera, autore di tre mete. Sotto 16-10 a fine primo tempo - la prima meta di Qera trova provvisoria risposta in quella del centro Gomer e in 11 punti di Alridge dei padroni di casa; nel secondo tempo altre due mete di Qera e una di punizione procurano agli inglesi l'indispensabile bonus e non solo, anche la dodicesima meta segnata che gli serve per superare Ulster e lasciare i nordirlandesi inopinatamente a casa, dopo l'impresa a Bath ieri e l'imbattibilità casalinga.
Biarritz 41 - 20 Glasgow Warriors
I già qualificati baschi con la mediana di riserva Lesgorgues - Courrent colgono una vittoria con bonus come se niente fosse, utile per affermarsi seconda dietro a Munster tra le finaliste di Heineken Cup, con 23 punti e +91 di differenza tra punti fatti e subiti. San Sebastiàn prepara lo stadio.
Sale Sharks 13 - 19 Toulouse
Gli Sharks vendono cara la pelle contro Tolosa, motivata a vincere per giocare i quarti in casa (e se li vinceranno, pure le semifinali). Dopo aver inseguito per tutto il primo tempo, i francesi passano con la meta del tallonatore Lacombe a inizio del secondo tempo e poi reggono fino alla fine con 14 punti e due drop di Elissalde nonostante la meta di Tait.
Harlequins 20 - 45 Cardiff Blues
I derelitti Quins di questa edizione di coppa tentano di vendere cara la pelle ma le motivazioni dei Blues, svegliatisi un filino tardi quest'anno, sono troppo alte. Finisce tre mete a sei, con Jamie Roberts autore di una doppietta e una per Ben Blair autore di 20 punti totali. Con questa vittoria da 5 punti i Blues staccano il gruppone di seconde a 17 punti e si qualificano al quarti di Challenge Cup come migliore tra le provenienti dalla Heineken.
In Amlin Euro Challenge:
Pool 1- Leeds Carnegie 9 - 18 Bourgoin
Quest'anno per le inglesi confrontate alle francesi piove sul bagnato: Leeds perde in casa la sfida per la leadership del girone uno e viene eliminata. Due mete nei primi dieci minuti del team ai confini della Savoia qualificano i francesi vice campioni di Challenge e famosi per le capacità di sviluppare talenti (Chabal, Nallett, Bonnaire, Parra ...); gode anche l'ex DiBernardo in campo per 10 minuti.
Ne risulta il seguente quadro per i quarti di finale in aprile:
Heineken Cup (HC):
Munster (1', 24 punti) - Northampton Saints (2', 19 punti)
Biarritz (1', 23 punti, 91 dp) - Ospreys (2', 20 punti)
Tolosa (1', 23 punti, 51dp) - Stade Francais (1', 18 punti)
Leinster (1', 22 punti) - Clermont (1', 21 punti)
Amlin Euro Challenge (AEC):
Connacht (1'AEC, 26 punti) - Bourgoin (1'AEC, 23 punti, 14 mete fatte)
Tolone (1'AEC, 23 punti, 27 mete fatte) - Scarlets (2'HC, 17 punti, 12 mete, -8 diff.za mete)
Wasps (1'AEC, 23 punti, 21 mete) - Gloucester (2'HC, 17 punti, 12 mete, 0 diff.za mete)
Newcastle Falcons (1'AEC, 23 punti, 16 mete) - Cardiff Blues (2'HC, 18 punti).
Interessante notare come la difesa del Petrarca nell'ultima gara mandi i Falcons a scontrarsi coi Blues invece di incontrare i più potabili Scarlets, mentre il punto negato ai Saints da Treviso viene coperto dal suicidio degli Irish.
Sono già stati estratti a sorte gli accoppiamenti per le semifinali Heineken: la vincente di Muster-Saints, ripetizione dell'ultima gara del girone 1 (vedi foto), riceverà quella di Biarritz-Ospreys, mentre la francese che prevarrà nel derby a Tolosa se la vedrà in casa sua con la vincente di Leinster-Clermont.
Sulle Coppe ora cala il sipario Sei Nazioni e se ne riparlerà ad aprile; almeno una semifinalista sarà francese, una semifinale potrebbe essere interamente francese e potrebbero esserci team francesi in entrambe le semifinali; in ogni caso emerge un percorso accidentato più Franco che Celtico per i campioni uscenti di Leinster, si potrebbe addirittura prefigurare sin d'ora una finalona a Parigi dejà vu, la revanche di un Munster - Tolosa molto polemico di un paio di edizioni fa, ma le pelli dell'orso prima di venderle bignogna conquistarsele e da qui alla prossima primavera ne deve passare di acqua sotto i ponti ...
In Challenge Bourgoin può tentare di fare ancora la corsara esattamente come i Blues, con Tolone dallo straordinario potenziale offensivo e i solidi Wasps che paiono oggi le più attrezzate per andare con un po' di fortuna allo scontro finale.
Un po' di analisi
Alla fine il bilancio è di quattro francesi in Heineken e due in Challenge, due irlandesi in Heineken e una in Challenge, una inglese in Heineken e tre in Challenge, le gallesi una e due.
Italiane (sei) e scozzesi (due) sono tutte fuori: essendo da un po' che capita così, i cultori delle Selezioni e dei benefici della Celtic League visibili in poche ore, dovrebbero dedurne come lezione che se lo "spezzatino" dei club non fa la forza, l'unione di debolezze croniche produce il medesimo risultato (bare in mind, senza risorse umane, organizzative e " liquidi" non esistono scorciatoie).
Abbiamo già sottolineato la grande performance delle francesi nelle Coppe, risultato ampliato dall'impresa in Euro Challenge di Bourgoin oggi che dà seguito al prevalere di Tolone sui Saracens di ieri. Del resto la qualità dei roster indicava chiaramente il sorpasso del Top14 sulla Guinness Premiership, fatto qui sottolineato sin da tempi non sospetti, ma nessuno credo s elo aspettava una supremazia così netta. Siamo nel mezzo della crisi finanziaria che vale per tutti i Paesi Francia inclusa e tutti gli sport, tutto però è relativo, ne può approfittare chi si sa muovere tra marketing e salary cap e non far solo di chiacchiere e distintivo, a maggior ragione in uno sport dove a livello di club pochi milioni di euro fanno ancora la differenza.
Sempre a proposito di successi, le regole della Euro Challenge impediscono per un soffio l'en plein irlandese: mentre Munster e Leinster sono qualificate tra le prime in Heineken Cup e Connacht è la migliore di Challenge Cup, sfortunatamente Ulster rimane la peggior seconda della Heineken, superata da Scarlets e Gloucester per una meta segnata in più. Si vede che le maledizioni dello Stade Francais sono state ascoltate; battute a parte, è comunque una conferma per un movimento perfettamente pianificato e gestito che da dopo i deludenti Mondiali 2007 ha cambiato poche pedine per ritrovarsi ai vertici mondiali.
Come detto piove invece sul bagnato per le inglesi: Leicester e Saracens fuori, Irish "suicidati", Quins mai stati in corsa, Saints dal percorso di tipo Himalayano prossimo venturo, Gloucester e Newcastle incerte, solo i Wasps paiono solidi ma in Challenge. Il movimento in uscita dalla Premiership di campioni, inglesi e non, ha lasciato il segno e gli effetti si vedono anche sulla nazionale della Rosa, nonostante l'emergere di qualche giovane interessante.
Il bilancio è mixed per le gallesi: solo gli Ospreys in Heineken, Cardiff e Scarlets scendono in Challenge Cup. Contrariamente agli irlandesi, la Rugby Nation dopo il 2008 non è più riuscita a ritrovarsi pienamente e la tournèe dei Lions ha lasciato segni che gli irlandesi han saputo limitare al solo ambito Celtic League, risvegliandosi per tempo (Munster) e valorizzando i giovani (Leinster, Connacht). A giudicare dalle prestazioni autorevoli di Ospreys, Cardiff e Scarlets in zona Cesarini, può essere che anche ai gallesi il resto della stagione possa sorridere.
Un altro tema da sottolineare: se andiamo a vedere, non sono solo i club italiani a largheggiare nell'impiego di forze non locali: ad esempio Leicester e Ospreys, baluardi storici delle rispettive nazionali, schieravano 7/8 stranieri nell'ultima gara, per non parlare di casi come Brive, Tolone, Saracens o Cardiff Blues, autentiche Legioni Straniere come e più di Viadana.
Rimane il discorso della qualità degli stranieri presenti in rosa, ma lì le dimensioni del portafoglio vengono prima della capacità di usarlo, come han dimostrato le francesi quest'anno.
Sul piano individuale ecco la classifica dei migliori marcatori, con dei giovani emergenti (Biggar, Ashton, Carr), dei rinomati campioni (O'Gara, Bowe, Hamilton, Ben Blair, Yachvili, Brock James, Gopperth, Nalaga) e un bel ritorno (Varndell):
Players - Heineken Cup
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Pts
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Players - Euro Challenge Cup
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Pts
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12 commenti:
Secondo me, a Northampton hanno fatto apposta. Intendo quando hanno calciato fuori l'ultimo pallone della partita: qualche genio matematico - molto affidabile - assunto come consulente deve avergli pronosticato una "bella" in vista del quarto di finale. "Calcia, calcia fuori, tanto li ribecchi ad aprile".
Beh fosse così, oltre ad avere un mago Otelma in casa che preventivava il suicidio degli Irish, ci voleva del bel masochismo o sprezzo del pericolo stile Grande Guerra per ripresentarsi al Thomond Park ... anche se a dire il vero non hanno sfigurato.
Ma vedi, tutto quel parlare prima di prendere la decisione. C'era la corrente: gioca gioca; e quella invece che: ma che sei impazzito? Non siamo riusciti a combinare qualcosa con un uomo in più, questi sono capaci di punire la nostra ubris.
Poi è arrivato il terzo: ragazzi, ho fatto i calcoli. Torniamo qui tra due mesetti.
Il terzo uomo ...
vero è che gli irish si sono suicidati ma non sarà sfuggito come le due migliori seconde provengano,guarda caso,dai due gironi con le italiane... le soluzioni proposte dalla fir saranno,e secondo me lo sono,sbagliate ma un fatto è certo:così non si va avanti perchè se non decidiamo di ridurre noi ad una e comunque più competitiva anche di treviso, secondo me prima o poi lo faranno gli altri.
per parlare fuori dai denti:viadana che ci sta a fare se in 6 partite incassa 295 punti(49 a partita)segnandone 83 (meno di 14 a partita)?
Beh tagus, se guardiamo i numeri nell'un caso (Saints) l'italiana stava per costargli caro e i suoi 5 punti li ha fatti, in linea con le altre ultime classificate (negli altri 5 gironi hanno fatto risp. 6,0,7,3 e 1 punto); nell'altro le due seconda e terza se la sono giocata tra di loro, con Viadana "trasparente" a concedere 10 punti a tutte senza favoritismi ;)
Quihai ragione, i numeri dicono che Viadana purtroppo non c'entra nulla col livello Heineken: è ultima staccatissima soprattutto nelle prestazioni difensive (punti e mete subite): un punching ball.
Qual'è la soluzione? Qui divergiamo, quello che proponi è la Spagna e la Romania in Challenge, sarebbe un tornare indietro.
Nel post non per caso faccio il parallelo tra Italia (sei club tutti fuori dalle coppe) e Scozia (due selezioni tutte fuori dalle coppe, ok due terzi posti uno con 13 e l'altro con 9 punti).
Questo parallelo mi dice che fuori sono i due movimenti più scarsi in termini di vivai, marketing, organizzazione e soprattutto soldi, non i club "spezzatino" vs. le selezioni unitarie.
Ne concludo che non esistano scorciatoie al duro lavoro sul medio lungo termine.
In primis a reperire sponsor "alla benetton", quindi marketing (ma il pubblico potenziale esiste in Italia, siamo un grande paese, almeno quello), poi quando s'innesca la spirale virtuosa allora arriveranno campioncini (vedi volley), allenatori ed arbitri, successi.
Modello francese: bisognerebbe trovare chi, come a Treviso, pensa in grande e sul medio lungo termine.
Non piacendomi il dirigismo perchè non funziona mai, un'altra soluzione alternativa sarebbe il modello a franchigie stile Nba o Nfl gestito dalla federazione ma "eseguito" da privati: chi può e ci crede, si compra i diritti chessò a Torino e ci impianta una squadra.
Dovendo rientrare dall'investimento, giocoforza che farà di tutto per reclamizzare, assicurarsi campioni, far cassetta coi collaterals etc.etc.
PS, altro sintomo e non causa: in un libero mercato è cosa buona e giusta che i migliori giocatori girino, fa selezione darwiniana.
Vedi inglesi in Francia, australi un po' ovunque etc.
Orbene, noi siamo l'unica nazione del rugby "maggiore" ad avere praticamente tutti i migliori, non alcuni, a giocare in altri campionati. Ci fa parziale compagnia guarda casa la Scozia: Murray, Hynes, l'estremo dello Stade etc.
Non è un problema tanto di nazionale - l'Agentina e nel loro piccolo anche la Romania e la Georgia, Samoa Tonga e Figi mostrano che si può supplire, con la "garra" e lo spirito nazionalista - ma di performance dei club. E' un sintomo si diceva: mostra che non teniamo il dinero.
Il problema-soluzione vero quindi, ribadiamo, è come metter soldi DENTRO al movimento italiano - solo coi soldi arrivano i campioni, nostri e altrui e i giovani promettenti - non è il portar FUORI una o due selezioni.
più che altro proporrei l'irlanda. l'irlanda fino a 10 anni fa era la peggiore per distacco del 5 nazioni ed era in difficoltà pure con noi,romania, canada e pacifici vari. oggi con la gestione delle province si è alzata mostruosamente di livello.
la franchigia in sè non è la pietra filosofale ma ha,secondo me, alcuni vantaggi.
fra gli altri:
a-creare un gioco se non univoco quantomeno con automatismi replicabili anche in nazionale,penso al munster ed al fatto di far sembrare leggendaria una mischia che a parer mio lo è solo in o' connel ed è semplicemente normale negli altri componenti.
b-evitare che i giocatori divengano carne da cannone specie nei momenti topici della stagione(ed il vedere il castro asfaltato di domenica mi fa riaggallagare i fantasmi della nostra mischia arretrante dello scorso 6 naz quando rientrava da poche settimane)
c-evitare che certi giocatori, per noi fondamentali ma normali in francia o inghilterra, siano utilizzati solo come uomini di situazione(canale,ad esempio,ha di molto inaridito il suo talento ed è normale visto che da anni all'asm gli fanno fare quasi solo l'apriscatole)ma il discorso è valso anche per mauro e valeva x masi a biarritz.ovvio che si trovino in difficoltà quando tornano a giocare e gli viene chiesto di interpretare il ruolo con un'accezione più ampia non avendo a lato ad es. rougerie e nalaga ma garcia e robertson.
vero è che in irlanda le province esistono da tempo,ma ci sono zone anche da noi,al di là di qualche campanilismo, che possono già avere in nuce la filosofia dela provincia,veneto in primis:i dogi li ricordo da bambino in campo ed il sostegno sugli spalti,gremiti, era assolutamente unitario .
certo,e qui concordiamo in pieno,la fir dovrebbe essere tenuta quanto più possibile ai margini o,quantomeno,dovrebbe esserci una lega (aut similis)in grado di bilanciarne le ingerenze gestionali,mentre dal punto di vista della gestione tecnica la collaborazione dovrebbe essere strettissima.
l'unica certezza è che se è vero,com'è vero, che con la celtic si va a morire, continuando così si è già morti,con un campionato con meno di mille spettatori medi a partita ed una partecipazione europea in cui la migliore si accontenta di non essere l'ultma delle ultime e l'altra che ha come obiettivo di prenderne meno di 40 e raramente ce la fa.
sono stato veramente prolisso,ma il tema m'è caro.
e se arrivano i risultati e la nazionale ne fa 80000,ma anche solo 30 000 alla volta arrivano pure gli sponsor.
chi me lo fa fare di buttare quattrini in una squadra che fa 600 anime a partita fra mogli fidanzate e qualche irriducibile ed appena esce dai confini prende 9 mete da bayona
Il tema sta molto a cuore anche a me, per questo è bene confrontarsi tra opinioni diverse (a volte la passione fa brutti scherzi...).
a) la iperspecializzazione e l'ipersfruttamento, sottolinei correttamente essere il rischio-certezza che si corre ad avere i propri migliori all'estero.
In più casi come quello Gower incombente: un allenatore minimamente wise come Gajan non lo farà mai più giocare apertura, se ne torna centro o si trova un'altra squadra (Viadana, la butto lì).
Ps, Canale magari fosse un apriscatole! Lui gioca difensore e da sostegno: lo schierano nr.12 così Brock James lo salta naturale nei passaggi al largo :)
b) Irlanda dici: aldilà del profilo del tutto diverso come nazione (abitanti, sport nelle scuole, coesione sociale e anche opportunità di business e quindi sponsor), a mio avviso l'essenza vincente dell'Irlanda non è tanto l'assetto per province ma l'organizzazione e la pianificazione.
L'Irlanda era a province anche quando quasi le buscava da noi; la svolta è stata a parità di modello, la pianificazione sul medio termine, l'organizzazione per identificare e allevare una generazione mitica e, ciliegina finale, cambiare coach O'Sullivan con Kidney (Munster con lui vinceva già da mo') e Cheika a Leinster.
In più l'Irlandese ha anche molta dedizione patria: molto suoi giocatori potrebbero triplicare gli stipendi o più andando a giocare altrove come Bowe ...
Insomma, il VERO modello irlandese (pianificazione sul medio lungo termine, organizzazione) non solo i suoi aspetti esteriori, sarebbero ok anche per me. A patto che al posto delle "Accademie" si giocasse anche nelle scuole e il tutto fosse applicato sulla dimensione regionale, Veneto o Lazio, non in Italia intera: "vedere" e pianificare tra 6 milioni è diverso che tra 60.
c)Gli 80.000 per la Nazionale, i 30,000 costanti: li abbiamo già senza bisogno di Celtic o Selezioni.
Il porblema è che a un certo punto il meccanismo s'inceppa e in giro per i campi della cosiddetta "eccellenza" o anche per le Coppe ti trovi 4 gatti. Dov'è l'inghippo?
La mia risposta è in partenza, nel disequilibrio tutto Fir - centrico: conta solo ed esclusivamente la nazionale, i club all'inferno tranne per quei dieci col bandierone.
Non è tutta colpa della Fir: le basse soglie d'ingresso producono dimensioni localistiche, disorganizzazione, problemi di cash e incapacità di far marketing fuori dalle mura. Appena c'è un cambio di scenario (la crisi economica, l'annuncio celtic), la inconsistenza di tale struttura si rivela e tutto cade come un castello di carte.
E badiamo bene, senza club 8e senza scuole), le nuove leve dopo che Canale (oggi 27enne) sarà passato, non crescono certo nelle Accademie Federali, qui lo dico, tra raccomandati vari ...
Anche altrove la nazionale è fondamentale, e ci mancherebbe; qui da noi però siamo succubi di una dicotomia tra essa (più vagheggiate selezioni dalla sua parte) e club, determinata da anni di propaganda negativa, quasi "anticapitalista": "i club avidi hanno rovinato tutto investendo in brocchi stranieri e non nei giovani", questo è il mantra del potere dondiano che tutti più o meno inconsapevolmente recitano. Quando invece Dondi (e Mediolanum) ci portò nel 6nazioni grazie alla leva argentina di Dominguez e company ...
Per uscirne, non credo che la somma di tante debolezze faccia una forza: senza rientro di italiani dall'estero cosa fa Viadana, aggiunge Tebaldi, Favaro, Derbyshire e Bocchino (i nazionali non targati TV)? Invece che 9 da Baiona ne prenderebbe 7 ...
Oppure mandiamo direttamente in HC (e in Celtic) la nazionale "impoverita", stile rumeni in challenge? E tutti gli altri, i giovani del Petrarca etc., a casa a guardare la tv? E' così che ne usciamo? Non credo.
naturalmente non intendevo scimmiottare tout court le province irlandesi,ma trovare una via che riporti un buon numero di atleti di alto livello in italia e permetta a livello hc e sei nazioni di ottenere risultati anche nel breve periodo.
in tal modo si attirerebbero pubblico e sponsor per consentire quell'operazione di investimento di medio periodo nel movimento che tu,saggiamente,suggerisci .quanto al lungo periodo sono incline a consentire con il vecchio barone di keynes -)
Si certo, si tratta di non inventare l'acqua calda ma cercare una via ispirata alle best practices altrui: ma aggiugno io, di realta' che ci somiglino almeno un po', tipo Francia perche' no (dimensioni, radicamento territoriale come zoccolo duro da cui partite, iniziativa imprenditoriale etc.etc.).
Quel che sinora da noi e' mancato e' stato non tanto la "Punta" (la nazionale fa il soldout al Flaminio o richiama 80.000 a sansiro anche dopo due anni di sconfitte seriali) ma il raccordo, direi l'incomunicabilita' col resto (club, territorio). Da cui anche le balle federali sul numero dei praticanti. La soluzione e' l'usucapione, l'esproprio (accademie federali, selezioni)? Non credo proprio.
Anche perche', problemi finanziari del modello a province Celtico docet, forse in Italia ci sarebbe piu' margine economico per far robe un po' piu' serie. Nel medio termine ...
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