domenica 7 febbraio 2010

6 Nations 2010: asfalto francese

Murrayfield , Edimburgh; Scotland 9 - 18 France

Scotland

Chris Paterson; Thom Evans, Max Evans, Graeme Morrison, Sean Lamont; Phil Godman, Chris Cusiter; Johnnie Beattie, John Barclay, Kelly Brown; Alastair Kellock, Nathan Hines; Moray Low, Ross Ford, Alastair Dickinson

Replacements: Scott Lawson, Allan Jacobsen, Richie Gray, Alan MacDonald, Rory Lawson, Alex Grove, Hugo Southwell

France

Clement Poitrenaud ; Benjamin Fall , Mathieu Bastareaud , Yannick Jauzion , Aurelien Rougerie ; Francois Trinh-Duc , Morgan Parra ; Fulgence Ouedraogo , Imanol Harinordoquy , Thierry Dusautoir ( cap.); Pascal Pape , Lionel Nallet ; Nicolas Mas , William Servat , Thomas Domingo

Replacements: Dimitri Szarzewski , Luc Ducalcon , Julien Pierre , Julien Bonnaire , Frederic Michalak , David Marty , Vincent Clerc , Sylvain Marconnet

Referee : Nigel Owens

Partire bene, si sa, è la prima chiave del successo nel Sei Nazioni, un torneo che difficilmente consente recuperi; la seconda è vincere in trasferta. La Francia, unica nella prima giornata, ha saputo combinare entrambe i fattori critici di successo confermandosi favorita come i bookmakers avevano anticipato.
Per di più s'è trattato di una vittoria molto più schiacciante di quanto non dica il punteggio: ha prevalso in una gara molto bella, giocata a viso aperto da una Scozia molto tosta e ricca di skills d'attacco in tutti i suoi giocatori, ma che ha avuto il gran torto di sfidare i Galletti sul loro terreno preferito, mostrare chi ce l'ha più duro sul punto di contatto. Cascavano male: questa Francia pare finalmente consapevole dei suoi notevoli mezzi e in grado di gestire la pressione avversaria senza andare in affanno.
In più alla terza gara di Sei Nazioni abbiamo trovato finalmente una mischia ordinata dominante e non è nessuna di quelle pronosticate, causa infortuni (Galles), forma (Italia) e defezioni religiose (Scozia): assieme a Mas e Servat con dietro Nallet e Papè, è stato Domingò con l'accento sulla o, un bussolotto da 1,70m di Tulle (nel senso di città d'origine, non di materiale).
Questa Scozia è indubbiamente migliorata, pare più positiva e resilient di prima ma soffre di antichi difetti nella concretezza. Ne risulta il solito gran volume di gioco, finalizzato però solo dal gran piede di Paterson, senza arrivare in fondo: tante rotture della linea del vantaggio, tanto passing game, tanti offload ma alla fine manca il sostegno giusto, il guizzo giusto, la decisione giusta. Un giro piu' avanti degli italiani sotto questo profilo, un giro indietro rispetto alle altre quattro nazionali.
La cronaca
Pronti via dopo un "Flower of Scotland" più emozionante del solito, eseguito a cornamuse mute da tutto il pubblico che assiepa un Murrayfield finalmente "sold out" dopo tanto tempo.
Primo placcaggio primo infortunio: Rougerie, talentuoso centro di Clermont schierato ala forte, aggredisce Beattie che raccoglie il kickoff ma si fa male alla spalla cadendo; dopo un minuto altro placcaggio portato, altra sofferenza e al quarto lascia il posto a Clerc.
Gli scozzesi partono aggressivi in attacco e pronti in difesa in una sfida a viso aperto con molto passaggi e pochi calci. Al decimo Max Evans intercetta un passaggio flappa di Jauzion e trancia la linea difensiva francese che recupera in scamble, ma concede un penalty in mezzo ai pali non sbagliabile da Paterson, 3-0.
La Francia riparte: se la Scozia ha aperto la difesa con un intercetto (l'arma offensiva dei "poveri" in senso lato? L'Italia, l'Inghilterra sofferente del secondo tempo col Galles, oggi la Scozia ...), la Francia lo fa con la lucida e talentuosa imprevedibilità dei suoi playmaker. Clerc si impadronisce di un grabber delizioso di Parra e si lancia verso la meta ma Thom Evans riesce a mettere la manina sotto l'ovale mentre lui la schiaccia dentro.
Delusione per l'opportunità persa? Pas de tout: la differenza con la Scozia è che questa supera la linea del vantaggio in modo erculeo (nel senso di faticoso) ma deve accontentarsi di tre punti quando va bene, mentre i francesi aprono con la cavalleria ma poi hanno anche la fanteria. Come se non bastasse, possono contare su una cavalleria che all'occorrenza scende e mena duro (Bastareaud) e su una fanteria che sa salire a cavallo (Harinordoquy, Servat).
La mischia ai cinque metri che nasce da tale mancata meta mostra che la Scozia non è in grado di reggere la pressione del pack francese. Mas, Servat ma sopra tutti Domingo, piccolo e compatto ha netto sopravvento sul lungaccione Low. La Scozia sopravvive sulla graticola per qualche minuto solo grazie all'arbitro Nigel Owens, ma è solo questione di tempo: dopo una serie di ripetizioni della mischia e di pick&go ricchi di fuorigioco della difesa tutti da penalizzare (ma poco dopo quel distrattone di arbitro perdonerà la stessa infrazione anche i francesi), Parra apre a Trinh-Duc il quale subito lancia al largo verso l'out destro dove arriva l'ala Fall, libero. In mezzo pero' sopraggiunge anche Bastareaud, talmente carico dopo sei mesi di ostracismi (blame on him) da saltare per impadronirsi dell'ovale e calarlo in meta lui.
Parra non trasforma (3-5) ma poco dopo centra il penalty assegnato ancora contro la mischia scozzese collassata (3-8). La Scozia tenta di aprirsi la strada come sempre, con la cavalleria; è Sean Lamont a far retrocedere i francesi con una sua incursione e procurare a Paterson il calcio del 6-8 che apparentemente tiene aperta la gara.
Notare bene, a futura memoria: gli scozzesi avanzano nel più dispendioso dei modi, sfruttando tutta la larghezza del campo e tutti gli uomini, ma quando va bene raccolgono tre punti.
La Francia invece no: al 33' Harinordoquy lancia Bastareaud a metà campo, questi sostenuto a sinistra da Poitrenaud si beve tutta la difesa, passa sopra a Kellock che tenta inutilmente di fermare i suoi 110kg lanciati e segna una devastante seconda meta personale sull'angolino sinistro: signori, il John Cena di Cretèil è tornato. Dopo la trasformazione di Parra siamo 6-15.
Nel secondo tempo la Francia cambia registro, mostrando cosa significhi essere padroni della partita: basta sfida a viso aperto, è un mix di possesso sfruttando la supremazia del pack e di territorio per tenere lontani gli scozzesi. Difatti in tuttoil tempo arriva solo un 3-3 aggiuntivo di Parra e Paterson che non muta gli equilibri. L'orgoglio scozzese(o la mancanza di alternative?) richiede e ottiene una serie di reiterate cariche finali mai veramente pericolose.
Considerazioni alla rinfusa
Lato Francia, Harinordoquy è meritato man of the match, essendo Bastareaud pur autore di una doppietta, ineleggibile per i noti "motivi morali" (ha fatto del suo meglio per distruggersi la carriera e quasi la vita); il basco guadagna palle importanti in ruck e ferma con tackle decisivi due o tre azioni scozzesi importanti. Ma è tutto il reparto con Ouedraogo e Dusatoir a gestire la difesa e recuperare metri e palle in modo eccellente, trascinando tutto il resto della squadra.
Grande display in regìa per Morgan Parra alla sua prima prova veramente convincente: non sarà impeccabile dalla piazzola ma non si ferma mai, dà ritmo ha visione di gioco e un grabber benedetto. Trinh Duc all'apertura c'è quando serve e fa sempre la cosa giusta, unico neo un drop sbagliato per chiudere al gara a inizio secondo tempo. Grandi sono i primi cinque del pack: Domingo, Mas, Servat, Nallet e Papè hanno impresso il sigillo del dominio distruggendo gli avversari. I trequarti sono francesi e s'è detto tutto: avete visto il "vecchio" Poitrenaud al rientro dopo anni come scatta e s'infila senza paura? Le ali Clerc e Fall sono attive ma con poche palle giocabili, Jauzion un po' bloccato dal suo errore iniziale, Bastareaud a metterci il fisico e la carica per tutti. Una menzione infine ai rincalzi: la grandezza di una squadra si misura dalla sua panchina, dice Munari e aggiungiamo noi, la dimensione di un movimento si misura dalle alternative in nazionale: Swarzewski, Ducalcon; Mancano Millo e Chabal? Arriva Papè; Elissalde no? Ma c'è Michalak; si fa male subito Rougerie? Ecco Clerc ...
La prossima settimana sara' la prova del nove per i Galletti: non tanto l'avversario quanto la continuità, mancata sinora in tutta la gestione Lievremont.

In sintesi non è solo Bastareaud: la Francia ha vinto la gara prima di tutto con gli avanti.
Strano fondamentale quello della mischia chiusa: quello che si preventiva sulla base della "fama" e delle precedenti prestazioni spesso conta gran poco: conta solo cosa avviene giu' nell'arena come nel pugilato e nella lotta. Vale solo la forma psicofisica del momento e il confronto dove tutto è relativo: una questione di equilibri interni a una macchina 5x5, 8x8 o anche 9x9, quindi con troppe interazioni e variabili in gioco.

La Scozia ci ha provato, mettendoci tutto quello che aveva e poteva. Onore al merito, la terza linea tutta Glasgow - non per caso Warriors - ha retto il confronto con quella avversaria, in particolare si è distinto Beattie; davanti la cavalleria con Sean Lamont su tutti ha come al solito giostrato a lungo e duramente, ma come al solito ha raccolto poco: tre calci piazzati da Paterson, al quale vale sempre la pena di trovare un posto. Coach Robinson deve trovare al più presto una soluzione davanti (ma ce l'ha, si chiama Euan Murray); forse anche l'apertura Godman non ha sempre compiuto le scelte più proficue.
Vista come avversario "target", questa Scozia appare solo più convinta, esattamente come è sempre stata contro di noi (quindi nulla di nuovo nel nostro caso); quel suo gioco monodimensionale, a viso aperto sfidando l'avversario sui punti di contatto, non è scelta particolarmente nefanda per noi se saremo difensivamente attenti come al Croke Park.

Dal punto di vista statistico, c'e' un elemento che dice quanto la Francia sia forte, non solo perchè ha giocatori abili ma perchè ora pone attenzione ai dettagli: hanno concesso 10 punizioni agli avversari (tante quante l'Italia) ma solo tre piazzabili (e piazzate da Paterson). Le due squadre hanno controllato le proprie rimesse; vanno sototlineate le sette maul intraprese e ben gestite dai francesi. In fase d'attacco spiccano le 35 palle nei 22m avversari dei francesi contro le sedici degli Scots.
Nota bene o appassionato italiano: i francesi han compiuto 112 placcaggi sbagliandone ben 15, il triplo degli errori dei nostri ieri. Eppure loro non han subito mete: si chiama scramble defence ben fatta o recupero ordinato.
In attacco i francesi sono stati peggio degli avversari: 20 errori (palle perse) contro 16, han passato molto meno degli scozzesi; del resto il killer degli scozzesi da anni a questa parte è l'efficacia non l'efficienza.
Partita povera di pedate alte o a cercar la touch , giocata a viso aperto come piace ai puristi: calciato via solo il 30% dei possessi, pochi secondo gli standard correnti.
Ultima statistica importante: possesso in equilibrio ma territorio no: i francesi sono rimasti nella metà campo avversaria il triplo del tempo speso nella loro, si anle primo che nel secondo tempo. Senza troppo calciare, con due atteggiamenti, due approcci alla gara opposti tra primo e secondo tempo. Dato che le cavallerie sono state grosso modo equivalenti, che sia per la innegabile superiorita' del pack francese, voi che ne dite?
La Scozia ha giocato, ha attaccato, vero; ma la sua partita ci dimostra che giocare, attaccare - ammesso e non concesso di avere i rifornimenti per farlo - non è condizione nè necessaria nè tantomeno sufficiente per vincere, ci sono anche gli avversari in campo. Messaggio anche questo indirizzato all'appassionato italiano, quello che si arrovella sul perchè delle prestazioni scadenti dei nostri e con in testa l'eterno che fare adesso.

5 commenti:

ringo ha detto...

Hanno tirato fuori un bussolotto questi... Mamma mia. E poi, che manualità questi quando ci si mettono: tanto negli spazi stretti, quanto tra le terze linee (ecco, magari uno di quegli appunti da segnarsi), quanto nel ribaltare il gioco. Fenomenali: davvero, mi tocca rendere giustizia - chiamiamola così - a questa Francia che costantemente offre spunti, margini di miglioramento e qualità, oltre che quantità. Quando poi non si addormentano sugli allori non c'è nulla da fare.

Abr ha detto...

L'ultima che hai detto, Socio. Prima di celebrarli la sfida più difficile per loro è la conferma. In casa la prossima settimana ci sarà la gara giusta: arriva il Trifoglio.
Lì si capirà se i Galletti sono più forti di loro stessi, e/o se l'Irlanda è "conservativa" di suo o solo con noi.

ringo ha detto...

Onestamente, mi aspetto gli stessi atteggiamenti. La Francia as usual, l'Irlanda più o meno come contro di noi per quanto abbia già messo in conto che i galletti (in rigoroso minuscolo) non sono gli Azzurri. Ecco. Ma poi io mi limito a osservare, non ci capisco mai niente :D
Ps: bello rivedere il Murrayfield di nuovo pieno in ogni ordine di posto, come si suol dire. La prossima settimana è già cruciale: a parte le prime due, c'è il derby "celtico" e poi noi a Roma contro un'Inghilterra tosta. Questi sono sempre i soliti: quando si trovano sotto pressione e via, si danno appuntamento attorno al tavolo con il tea, milk and biscuits e si aggiornano.

Abr ha detto...

Ne parleremo in settimana, ovviamete vedo decisiva la gara a Parigi e considero unno brainer la vittoria del Galles, che deve a questo punto rifarsi vincendole tutte. Se non ha mollatonel morale, potrebbe anche farcela ...

Quanto ai casi nostri, speravo che i bianchi vincessero. Ora verranno da noi per confermarsi, ma se solo la nostra mischia ordinata uscisse dall'opacità e si riuscisse a mettere in riga la rimessa ... (difficile il secondo item, con Brothwick di là).

Abr ha detto...

.. e adesso, tutti a godersi il SUPERBOWL!

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