giovedì 11 febbraio 2010

Possesso? No, territorio. O viceversa?

C'è chi la vuole cotta e chi la preferisce cruda, vale anche nel rugby. Prendi ad esempio la Scozia vista nel primo weekend del Sei Nazioni: magnificata in Italia, additata ad esempio per la sua aggressività sui punti d'incontro e indefessa iniziativa in attacco. Noi nella nostra infinita modestia ci siamo permessi di sottolineare come alla fine gli scozzesi, pur potendo contare sulla precisione al piede di Paterson che noi ci sognamo, non avessero cavato un ragno dal buco con tale approccio: un po' suicida di fronte a una Francia che gioca uguale, a meno di essere gli All Blacks.
Coach Robinson lo conferma, analizzando le cause della sconfitta e ponendo e basi della gara a Cardiff: "We need to improve our owning of territory, winning the territorial battle". Deve aver buttato un occhio alle statistiche. Non per caso ha cambiato apertura, scegliendo il più tattico Dan Parks. In definitiva c'è chi la vuole cotta - più azioni d'attacco palla in mano - e chi invece vuole ripiegare sul crudo dopo che il cotto non ha prodotto soverchi benefici.

C'è chi considera cosa cambiare in casa propria (Robinson), chi guarda in casa d'altri alla ricerca d'ispirazioni - o scorciatoie (gli italiani) e c'è chi infine critica gli avversari passati e futuri per giustificare la propria situazione.
E' successo che gli scozzesi abbiano avanzato la richiesta di aprire il famoso tetto del Millennium Stadium per la partita di sabato. Dato che le previsioni del tempo sono tutt'altro che buone, Gatland allenatore del Galles ha risposto a brutto muso: servirebbe un po' più di "sanity" (buon senso) ha detto, se hai il tetto e piove, perchè non usarlo?
Da tale richiesta, ha aggiunto, si capiscono tante cose su come sarà la partita: Parks che calcia in alto o negli angoli, Euan Murray che inchioda la partita con la supremazia in mischia sfruttando il tempo piovoso.
Gli scozzesi ovviamente si schermiscono: il tetto va aperto perchè da altre parti non c'è, il tempo atmosferico è parte del gioco e sono piuttosto i gallesi a voler sfruttare il vantaggio del muro di tifo riverberato dal tetto. Le regole del Six Nations dicono che il tetto dello stadio può rimanere chiuso al massimo fino a tre ore prima dell'inizio, dopodichè va aperto.

Ma non è tanto questo il punto, Gatland quando parte non lo fermi più, ha dei sassolini nelle scarpe da levarsi. "L'Inghilterra la scorsa settimana inizialmente ha cercato di correre palla in mano contro di noi ma ciò non ha portato a nulla, dopodichè si sono ridotti al pick-and-go e ai calci nel box. E hanno avuto successo, Jonny Wilkinson ha aperto il gioco solo cinque volte". L'analisi ha un buon fondamento di verità e risulta molto interessante per noi sull'approccio usato dagli inglesi nostri prossimi avversari: han provato prima a sfondare, poi col gioco tattico, infine han saputo sfruttare gli episodi favorevoli: duttili e freddi, il che non è poco. In quanto alla difesa, "dog spirit" fin che si vuole ma messi sotto pressione alla fine han subito d e mete. Rimane che giocando come piacerebbe ad alcuni, perde la Scozia ma anche il Galles pur con tutto il suo potenziale: non parrebbe quindi una best practice da imitare in assoluto.
Siamo al solito mantra del "gioco positivo": abbiamo delle responsabilità nei confronti del gioco, del pubblico, dei media e degli sponsor, sostiene. Sassolone finale lanciato dal coach neozelandese, per garantire tutto questo servirebbe un "more sympathetic refereeing" (arbitraggi più favorevoli) a chi "giochi positivo", cioè in ultima analisi ai suoi. Sembra uno di quelli che i giudici non devono solo applicare le leggi ma anche "forgiarle". Consoliamoci vah, quando sentiamo dare la colpa ai succubi di Paddy O'Brien quando Castro. viene penalizzato (ma almeno Gatland lo fa nel nome del "gioco positivo").

A Gatland bisognerebbe ricordare che pubblico, media e sponsor sono contenti quando si vince, gioco positivo o meno. Vedi appunto i casi di Italia e Scozia, dove un po' comicamente si sta spingendo al cambiamento nella direzione opposta, dopo che due approcci divergenti sono risultati entrambi perdenti.
Non ci vorrebbe molto a concludere che todo depende: dai giocatori che hai, dagli avversari soprattutto, dalle circostanze, dagli episodi (disciplina), dal controllo sulle fonti di gioco. Ma tant'è, aldilà della "ignoranza sul rugby" richiamata da Troncon c'è sempre molto di pretestuoso e "politico" in tutte le guerre di religione, molto free wheeling (motore in folle) in tutti quelli che "gli è tutto sbagliato gli è tutto da rifà".
Il coach del Galles non è comunque uno stupido, la tirata è chiaramente una chiamata a serrare i ranghi per influenzare l'ambiente pre partita: noi siamo i "buoni", i positivi, sta dicendo, gli altri sono tutti contro di noi arbitri inclusi.
Dopodichè chiarisce immediatamente ai suoi - altrimenti sarebbero capaci di prenderlo in parola: "Non si deve portar la palla in giro nei primi minuti di un Test. Bisogna essere tattici, giocare come fosse una partita a scacchi. Le partite rimangono chiuse nei primi 30 minuti, si tratta di predisporre le tue opportunità per la seconda metà della gara ". E conclude: "Noi vogliamo muover palla (alla mano) e giocare rugby positivo ma non dobbiamo fare gli stupìdi e "accendere" le nostre linee arretrate quando non è il momento giusto".
Detta così è una splendida sintesi, con qualche omissis nei riguardi della disciplina, su come i gallesi avrebbero potuto vincere a Twickenham. Si tratta di una ottima lezione da parte del garante in Europa del "rugby cavalleria" per i nostri "guerrafondai" col bandieron spiegato: equilibrio è la parola chiave, considerando chi sei e chi hai davanti.
Nel rugby si vince segnando un punto in più dell'avversario ma vince chi è più forte e non necessariamente chi attacca di più. Non si parte mai perdenti ma non è nemmeno sport da scorciatoie o furbate, bensì di duro lavoro e tanto "desire"; il che costituisce il suo bello.

2 commenti:

ringo ha detto...

Ah, il tetto del Millennium. E non aggiungo altro.

Abr ha detto...

Gatland lo vuol chiudere perchè così alcuni calci di Parks lo colpiranno, fermandosi prima :D

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)