giovedì 4 febbraio 2010

Sei Nazioni meno due: gli imponderabili


Abbiamo spesso sostenuto che una delle superiorita' del rugby su altri sport di squadra e' che alla fine dei conti non si puo' barare o contare sulle "mano de Dios" per risolvere chiare situazioni di inferiorita' tecnica e tattica. Eppure anche qui sono presenti almeno un paio di collaterals, di imponderabili che possono influenzare pesantemente, molto importanti nel rugby in generale e nel Sei Nazioni in particolare, di cui e' il caso di far cenno.

Il primo e' che, ad annunci delle formazioni ufficiali teste' compiuti, subito inizia il valzer dei "contrordine compagni": si leva infatti lo spettro piu' temuto nel circus del rubgy professionistico, quello degli infortuni dell'ultima ora. E molte delle considerazioni tecnico tattiche sviluppate con dovizia di ragionamenti e basi statistiche, potrebbero andare tutte a farsi bellamente benedire. Del resto il rugby e' sport di combattimento - e non di contatto, quello e' il ballo - per cui serve tenerne conto: qualsiasi allenamento, anche la piu' innocente delle sgambate puo' risultare micidiale, magari solo per portare a galla una situazione di stress muscolare latente.
Guarda caso, nella giornata abbiamo avuto i ritiri dalle formazioni annunciate del francese Elissalde s
ostituito da Michalak, e qui forse il male non e' venuto per nuocere: Michalak infatti possiede un piede "educato" quanto quello del compagno di squadra, in piu' e' allenato a coprire entrambe le posizioni di mediana, offrendo maggiori opzioni tattiche al suo allenatore in corso di gara (Elissalde era in panchina).
Ci sono forfait che colpiscono quanto un cartellino giallo nel calcio che trasformi una diffida in uno stop, quando la prossima partita sia contro una "piccola", vale a dire lasciano il tempo che trovano: e' il caso dell'assenza dell'irlandese O'Callaghan, non perche' Donncha sia uno che non ha impatto sulla partita, ma in quanto rimpiazzato nella formazione che affrontera' l'Italia dal capitano di Leinster Leo Cullen: poco cambia nelle battaglie aeree, forse e' un aiutino in mischia chiusa pro l'Italia data la sua minor mole.
Altri infortuni potrebbero invece rivelarsi decisivi, come quello del gallese Gethin Jenkins che rompe la prima linea forse piu' potente del Sei Nazioni, con gran sollievo per gli inglesi anch'essi in emergenza in prima linea. Non e' finita, lato Italia si attende test per Craig Gower, e poi chissa' cosa puo' succedere ancora da qui a sabato e domenica.
[UPDATE 5/2: forfait anche per Flutey, e i piani inglesi di supremazia fisica centrale rimangono attaccati al solo Tait. Entra infatti Toby Flood a "marcare" James Hook dall'altra parte. In panca Shontayne Hape di Bath, giovane interessante].

Il secondo aspetto imponderabile o forse no, ma sicuramente importante e' l'arbitro.
Ebbene si, parliamone: non di regole piu' o meno nuove, di ELV, kicking game e compagnia che tanto ci hanno coinvolto - torneremo a parlare di INTERPRETAZIONE delle regole la prossima settimana con l'avvio del Super14, da dove giungono notizie succulente al proposito. No, qui intendiamo proprio persone fisiche designate.
Gia' ne facemmo cenno in dicembre, di arbitri si parla pochissimo nel rugby, con essi non si discute dato che
in questo sport vale decisamente l'adagio di Boskov: "fallo è quando arbitro fischia". Solo il capitano è autorizzato a rivolgersi all'arbitro e il semplice "mugugno" di un giocatore (dissent) è fallo: costa dieci metri di penalità e nel caso di insistenza si viene sbattuti fuori, immaginarsi questo nel calcio!
Ciò detto, sottolineato e interiorizzato bene, a bocce ferme e fuori dal campo non è vietato discutere l'efficacia degli arbitri e farsi una idea del loro stile.
Avete presente l'atteggiamento nel calcio: tutti addosso a protestare in partita, ma poi attenti e coperti a quello che si dice fuori campo? Ecco, la disciplina del rugby è l'esatto contrario: si abbassa lo sguardo fin che si gioca e non si discute ma poi si valutano anche loro, vedi caso Dickinson di Italia - Nuova Zelanda. Il che mi pare assolutamente sano.
A maggior ragione per il fatto che l'arbitro di rugby non è chiamato solo a vigilare sul rispetto del regolamento ma guida, fa da "riferimento" (Referee) al gioco, dando ordini diretti ai giocatori ("via le mani", "numero 4 nero rotola via", "è una maul" etc.etc.),chiarendo quindi i suoi perche' in modo preventivo. Il che ne moltiplica notevolmente il peso sull'economia della partita.
Nel post citato davamo il nostro personalissimo giudizio a priori, sulla base di quel che abbiamo visto in questi anni, sugli arbitri designati per le partite dell'Italia; qui li riportiamo paro paro senza formalizzarci (e senza scaramanzie). Una considerazione generale: il livello degli arbitri europei ma soprattutto di QUESTE designazioni capitate all'Italia, una eccezione a parte non ci paiono granche' male: il che, assieme a un calendario non pessimo ....
(NB.: il tutto subject to change without notice, e qui si diventiamo scaramantici, se nella prima partita per un qualsiasi motivo arrivasse una bastonatona ammazza morale ).

Dublino, sabato 6 febbraio 2010 IRLANDA v ITALIA: arb. Romain Poite (Francia)
Voto preventivo 5 e mezzo.
Autoritario e non sempre autorevole, in Viadana-Ospreys non ci ha impressionato granchè anche se e' vero che li' non c'e' stata partita: forse per la mancanza di tensione che ne derivo' ha aggiunto qualche distrazione del suo, a favore del piu' forte per non sbagliare. Di trucchi in mischia comunque da buon francese ne capisce, per cui potrebbe non essere malaccio (ma la cosa vale anche contro i nostri).

Roma, domenica 14 febbraio 2010 ITALIA v INGHILTERRA: arb. Christophe Berdos (Francia)
Voto preventivo 7+
Attento e scrupoloso, pure troppo in fase di ruck (se l'attaccante non molla palla subito, fischia immediatamente a favore della difesa: meglio per noi). Ha recentemente arbitrato l'Italia con Samoa, concedendo la meta tecnica alla nostra mischia nel replay della famosa azione con gli All Blacks sullo stesso angolo di campo, alla faccia del suo Gran Capo Paddy O'Brien.
Il che ci fa sbilanciare in un "fusse ca' fusse 'a volta bbona": ricordiamolo, l'Inghilterra è l'unica europea mai sconfitta dagli Azzurri.

Roma, sabato 27 febbraio 2010 ITALIA v SCOZIA: arb. Dave Pearson (Inghilterra)
Voto preventivo 5/6
Non fa più il maestrino, è sorridente, privo di spocchia e alla mano, ma è pur sempre intriso di british spirit e la cosa proprio con la Scozia non aiuta.

Parigi, domenica 14 marzo 2010, FRANCIA v ITALIA: arb. Alan Lewis (Irlanda)
Voto preventivo 4/5
Quando è in giornata no è uno dei peggiori "old farts" europei: lontano dalle azioni, in mischia dice "non ho visto", sorride e fa rifare (visto in Clermont - Leicester di HC, e al pilone che ha appena retto 120kg sulle spalle non rimaneva che rimettersi giù e bestemmiare sottovoce), sovente prende decisioni "sulla base dell'esperienza", cioè secondo l'umidita' dell'aria e il senso della giustizia divina proprio di chiunque desideri "premiare l'azione".

Cardiff, sabato 20 marzo 2010 GALLES v ITALIA: arb. Wayne Barnes (Inghilterra)
Voto preventivo 7/8
A mio avviso il migliore sulla piazza mondiale oggi assieme a Jonkers; veloce, sicuro, autorevole, sempre sull'azione, ottimo conoscitore dei trucchi in mischia, trovarselo fuori casa rappresenta un minimo di garanzia.

2 commenti:

ringo ha detto...

Il giovane Wayne è la dimostrazione che dagli errori si impara. Ti dirò: secondo me ha pure l'aria da antipatico, non tanto, ma quel poco che basta perché sia un arbitro.

Abr ha detto...

distacco socio, si chiama distacco ...

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