6 Nations 2010: l'ora è giunta
Signori, ci siamo. Domani si attacca a far battaglia per mezza Europa, quella che tiene salda la palla ovale ed è un guaio strappargliela di mano. Abbiamo parlato di tradizioni, formazioni, tattiche, uomini, squadre, allenatori, arbitri, stadi, canti, inni, cori. Abbiamo offerto l’aperitivo, da domani si passa ai piatti forti. Alle emozioni che corrono lungo la pelle e dritte dritte nelle menti perché possano diventare ricordi. Da domani si scrive un’altra pagina di storia di questo meraviglioso ed unico sport che è il rugby, affascinante come pochi altri perché racchiude lo sforzo, la fatica, il dolore, la gioia, la soddisfazione, le lacrime, i sorrisi, le strette di mano, le pacche sulle spalle, gli scontri tra i titani delle mischie e i fanti dei trequarti. Gli spalti si riempiranno di tifosi, la birra scorrerà a fiumi, le note si leveranno al cielo e noi staremo a guardare per poi poter raccontare e discutere. Da dieci anni a questa parte anche l’Italia fa parte dell’avventura del 6 Nations ed è un’emozione in più. Trascorriamo tutto l’anno a sognare questo attimo, a prepararci. Ne vale la pena. Per quanto ogni quattro anni faccia capolino il Mondiale, il 6 Nations rimane quello che è: il torneo più antico al mondo e quindi un motivo ci sarà se tira avanti. Saremo a fianco degli Azzurri augurandoci che possano fare lo scalpo, nelle mura amiche, all’Inghilterra, aggiungendo una vittoria di più alla lista che è ancora lunga da completare, se mai riusciremo a completarla tutta, ma poco importa. E poi a giocarci ad armi pari il nostro dentro o fuori, quello con la Scozia. Il pianeta ovale – e non solo quello – per quasi due mesi guarderà nella nostra stessa direzione. Saranno costretti a farlo anche quelli che si presentarono a San Siro assieme agli altri 80.000 per il test match contro la Nuova Zelanda a novembre: gli stessi che il giorno dopo dissero che mica si erano divertiti, che loro preferivano di gran lunga un dribling di Balotelli o roba del genere. Fingeranno distacco, ma si soffermeranno ad osservare e proveranno invidia, pur non ammettendola. Che sia lo stadio o il salotto di casa, la sostanza non cambia. Fisseremo gli occhi dei nostri beniamini e dei loro avversari inquadrati dalle telecamere dalle telecamere. Urleremo: vai dentro, picchia duro! Oppure: giocala al largo, al largo! O ancora: metaaa! Il rugby trascina chiunque passi di lì e gli dia un’occhiata. I neofiti esclameranno: ma come fanno? Come ci riescono? Noi risponderemo che è così e non è questione di adeguarsi, perché anche la vita sa riservare le stesse sorprese. Il rugby, cambiato notevolmente con il passare degli anni, è una delle poche forme di romanticismo puro che sono sopravvissute alla faciloneria e al semplicismo dei giorni nostri. Ci sono tattica, testa, concentrazione, furbizia: un gigante non è mai andato da nessuna parte grazie soltanto alla sua forza fisica, ha sempre coltivato il tutto aiutandosi con il cervello. Altrimenti, è finito smarrito. Questo blog fu ideato quasi quattro anni per la Coppa del Mondo di Francia: da allora cerca di tenere i contatti con i suoi fedeli lettori. Il merito è di chi lo cura (e qui, lasciatemelo fare, mi levo il cappello di fronte all’impegno del Socio), ma soprattutto di questo sport. Accendete le polveri, lustrate la baionette, indossate come Dio comanda l’elmetto. Si va in guerra e non è il caso di farsi trovare impreparati.
10 commenti:
Grazie di esistere, come diceva Eros
ahahaha
no, a parte gli scherzi, il vostro contributo nella blogsfera è fondamentale. Un conto è dare la notizia, un conto è fare gli editoriali. E su questi....
Potresti anche firmarti, tanto so dove abiti...
my name is carlo menegante
Grazie mille Carlo per l'incoraggiamento e per seguirci da tempi non sospetti.
Quel "il vostro contributo è fondamentale" lo interpreto come un "vi differenziate" il che è esattamente il nostro obiettivo fin dagli albori.
è cosi,è assolutamente così.
vi differenziate.
per quel che vale,il vostro è uno dei 7 siti che apro tutti i giorni lavorativi(gli altri 6 però riguardano il mio lavoro).
complimenti per i contenuti e grazie,davvero, ad entrambi.
vabbè scusate la piaggeria non si addice al nostro sport ma onore al merito.
Grazie mille tagus.
Suonerà come piaggeria anche la mia, ma se ci differenziamo è anche grazie al fatto che sappiamo che tra i lettori abbiamo gente cui "non la dai a bere", intendo opinioni non supportate da fatti, l'analisi un tanto al litro, il bandierone sventolato, la concessione "politica-populista" etc.etc.
Non è solo "editoriali" insomma, intesi alla italiana come esercizio di opinioni trombonate dall'alto e poco connesse coi fatti: tutto il contrario, è confronto partendo dai dati.
In tempi non sospetti in una risposta a un commento, tracciavo una sorta di "poetica" (linee guida) del sito: uno degli elementi caratterizzanti dello stesso guarda caso sono i commenti, cui rispondiamo sempre: stimolo, confronto e benvenute correzioni.
Possiamo contare su un selezionato (da se') gruppo di pungolatori e suggeritori tra i quali ti annovero.
Pungolatori bene opinionati, non solo bene informati: ma per le breaking news, l'abbiam sempre detto, ci sono i link nella nostra fornitissima sidebar.
Ok signori: ma avete lustrato le baionette? Poca roba sulle spalle, occorrerà essere veloci, mobili e scattanti. Menegante davanti, tutti gli altri dietro.
Che è Socio, transfert? L'unica cosa che lustrerò è lo schermo lcd, dalle ditate (residui di eye gouging o fourchette che dir si voglia?)... :D
Brai, continuè così cha va ben!
Ho tutti i ricordi pronti per essere sommersi da quello, spero come ogni anno, indelebile del prossimo 6Nazioni. Ci siamo!
Grassie a ti sanzen!
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