mercoledì 3 febbraio 2010

Sei Nazioni meno tre: gli Stadi del Centenario


1910-2010: cento anni di tornei Cinque-Sei Nazioni celebrati in coincidenza col centenario del tempio del rugby, Twickenham.
Oggi con la sua capacita' di 82.000 spettatori e' il piu' grande stadio al mondo dedicato allo sport per carrettieri giocato da gentiluomini: nel 1907, quando il terreno su cui doveva essere edificato nella sua prima versione fu comprato dalla RFU per 5.500 sterline, era un campo di cavolfiori. Prima partita nel 1909, Harlequins - Richmond; prima gara internazionale il 15 gennaio 1910, Inghilterra - Galles, in replica sabato prossimo con tutta una serie di iniziative in campo, come la maglia memoriale che indossera' l'Inghilterra, una fantastica mise All White con la rosa dei Lancaster sopra al cuore, replica di quella di allora.
Di acqua ne e' passata sotto i ponti dai primi del Novecento, oggi Twickenham profondamente rinnovato coniuga perfettamente tradizione e modernita' come nello spirito del rugby: e' uno stadio
votato a fornire una experience completa e iper confortevole ai tifosi che lo visitano.
Facile da raggiungere (parcheggi, metro, ferrovia, sei miglia dall'aeroporto di Heathrow) e da starci, con un Marriot Hotel quattro stelle DENTRO (vedi foto per sognare ... con chi ci vorreste viverci una bella partitona?). E poi il museo del rugby, ristoranti, shop ... Un posto tranquillo e sicuro, perfetto per una esperienza indimenticabile per grandi e piccini, senza trascurare le signore al seguito.

La medesima falsariga di fruibilita', sicurezza, agibilita', modernita', chi piu' chi meno e' seguita dagli altri templi del rugby, le case delle nazionali del Sei Nazioni: il Murrayfield, di Edimburgo, lo Stade de France a Parigi, il modernissimo Millennium Stadium di Cardiff e a breve la rinnovata casa del rugby irlandese, il Landsdowne Road Stadium di Dublino che promette faville (cfr. foto scattata il 18 gennaio scorso): lavori iniziati nel 2004, consegna prevista nel prossimo aprile, consentira' di restituire agli sport gaelici lo storico Croke Park.
In questa panoramica un velo pietoso va
steso sullo stato della casa del rugby italiano, lo Stadio Flaminio, e ringraziare ad avercelo: mentre altrove in sei anni si butta giu' tutto e si rifa' ipermoderno, nel Paese dove regna il piu' bieco e conformistico "chi tocca muore" si arriva a cantar vittoria, a considerare un passo importante, un atto di estrema considerazione l'aver avuto un okkei preliminare dal Sindaco per aggiungerci delle tribune posticce.
In attesa, con calma, dell'avallo dei burosauri preposti a tutelare non certo la fruibilita', la sicu
rezza e la soddisfazione del pubblico, bensi' fruibilita', sicurezza e soddisfazione di reperti del primo secolo A.C. Macchettelodicoaffa' di shop, musei, hotel o ristoranti, di far business rendendo al contempo felici gli utilizzatori ?! Altro Pianeta: e i CurvaSud col bandierone, e i venditori abusivi di sciarpe made in China e di salamelle radioattive, chi li sente a questi?
Non e' problema del rugby sport minore in Italia, e' IL problema dell'Italia: l'immobilismo, la stasi persa nel profluvio di chiacchiere e amici degli amici. Il tutto sotto l'occhio sonnnacchioso e assuefatto della critica, persa in retroguardia a a scannarsi sugli Scanavacca o Celtic si/no ma totalmente impreparata sui basic dell'entertainment business, che volenti o nolenti e' la base dello sport professionistico.
San Siro ad esempio, la cosiddetta "Scala" del calcio, al confronto con Twickenham, sia detto con tutto il rispetto, e' un orinatoio pubblico ideale per la teppa, con appositi locali per striscioni oceanici e fumogeni, un mix tra il penitenziario federale e il parcheggio multipiano.

Vabbe' lasciamo stare le tristezze locali, finiamo in gloria tornando idealmente a Twickenham: lo scorso novembre nel corso delle celebrazioni del Centenario dello Stadio Martin Johnson ha ricevuto l'award O2 "giocatore del Se
colo" ed e' stata premiata la migliore meta di sempre nello Stadio. E' stata scelta una fantastica, la cavalcata corale della Francia champagne 1991 da un'area di meta all'altra, iniziata da Berbizier e Blanco, poi Sella e Camberabero, finalizzazione di Saint'Andre'. Da leccarsi le orecchie per coraggio, skill tecnici e capacita' decisionale al volo, vedere filmato prego ('a Mallet, che je mancherebbe ai latini?).

8 commenti:

Bacioci ha detto...

Ho avuto la fortuna di essere a Twickenham quel griono e di vedere quella meta dal vivo. Pazzesca!!!!!!!
E il pubblico incredulo????
Veramente una cosa che non potrò mai scordare.

Abr ha detto...

Grandissimo Bacioci, che invidia!

ringo ha detto...

Clap clap Socio.

Abr ha detto...

Tnxs Socio: del resto un appassionato di megastrutture di che vuoi che parli: di numeri, statistiche, ponti, strade e stadi ...
E della sublime poesia disegnata sul campo da una delle migliori squadre di sempre, la Francia di fine anni Ottanta - inizio Novanta.

Abr ha detto...

A proposito di poesia: nessuno che abbia colto la provocation e dica con chi sognerebbe di vivere una partitona nella camera del Marriott Twickenham con vista sul campo?
Dev'essere una perversione sessuale tutta mia allora .... :0

ringo ha detto...

Macché, solo che me la tengo per me. Dev'essere una perversione solo mia e di nessun'altro ;)
Poi vengono da sé, certe battute del tipo "andiamo in meta", "via le mani", "ingaggio", "spear tackle"...

Abr ha detto...

"Ficcante penetrazione con offload ripetuti", "pressione con pick and go multifase", disciplina e "composture", sotto entrano in azione i grillotalpa ... l'unico problema e' il kicking game :)

ringo ha detto...

"Vai vecchia lenza"; "Che bussolotto"; "la mischia è la sancta sanctorum"; "il kuduuuu!"... Ma la haka diventa un preliminare? Non so, così, per chiedere...

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