domenica 14 marzo 2010

6 Nations: la Francia è troppo

Paris, Stade de France; France 46 - 20 Italy

France: C Poitrenaud (Toulouse); M Andreu (Castres), D Marty (Perpignan), Y Jauzion (Toulouse), A Palisson (Brive); F Trinh-Duc (Montpellier), M Parra (Clermont Auvergne); T Domingo (Clermont Auvergne), W Servat (Toulouse), N Mas (Perpignan) L Nallet (Racing Metro), J Pierre (Clermont Auvergne) T Dusautoir (Toulouse, captain), J Bonnaire (Clermont Auvergne), I Harinordoquy (Biarritz).

Replacements: D Szarzewski (Stade Francais), J-B Poux (Toulouse), S Chabal (Racing Metro), A Lapandry (Clermont Auvergne), D Yachvili (Biarritz), M Bastareaud (Stade Francais), J Malzieu (Clermont Auvergne).

Tries: Harinordoquy (5), Marty (17, 25), Andreu (51), Jauzion (56), Lapandry (65); conversions: Parra (5, 18, 51, 57, 65); penalties: Parra (10, 41)

Italy: L McLean (Benetton Treviso); A Masi (Racing Metro), G Canale (Clermont), G Garcia (Treviso), Mirco Bergamasco (Stade Francais); C Gower (Bayonne), T Tebaldi (Parma); S Perugini (Bayonne), L Ghiraldini (Treviso), M Castrogiovanni (Leicester), Q Geldenhuys (Viadana), M Bortolami (Gloucester), J Sole (Viadana), Mauro Bergamasco (Stade Francais), A Zanni (Treviso).

Replacements: F Ongaro (Saracens), M Aguero (Saracens), C Antonio Del Fava (Viadana), P Derbyshire (Padova), P Canavosio (Viadana), R Bocchino (Rovigo), K Robertson (Viadana).

Tries: Del Fava (68), Canavosio (72); conversions: Mirco Bergamasco (69, 73); penalties: Mirco Bergamasco (35, 44)

Referee: Alan Lewis (Ire)

La Francia segna sei mete e comincia a lustrare il trofeo del 6 Nations. I prossimi a finire sotto gli artigli dei galletti saranno gli inglesi ed è difficile ormai pensare che qualcuno possa levare i sogni di Grand Slam a quelli di Lievremont: non quindici, ma trenta giocatori perfetti, belli da vedere, precisi, agguerriti e ordinati. Ogni tanto si siedono sugli allori, ma alla fine se la cavano sempre perché sono i più forti e quindi va a finire che vincono. Lo si è detto un sacco di volte: nel rugby non ci si può inventare nulla, bluffare è pressoché impossibile e quindi, per quanto la logica possa sempre andare a sbattere contro il placcatore di turno, capovolgimenti sono ardui da pronosticare.

Se poi, al 12’ Gonzalo Garcia si fa cacciare per dieci minuti complice un fallo professionale, è come andare in casa dell’ospite che non ti regge più di tanto e offrirgli il pretesto per infilzarti appena può. Detto questo, anche l’Italia ha segnato due mete proprio nell'istante in cui i padroni di casa dello Stade de France si sono messi a sonnecchiare e ha saputo respingere l’ultima folata avversaria alla ricerca della segnatura grossa con la quale ribadire una netta e palese superiorità. Non ci sono riusciti, d’altronde gli Azzurri non hanno voglia di fare da segnapunti.

E gli applausi vanno anche a Paul Derbyshire, classe ’86: è una terza linea un po’ vecchio stampo a farci caso, magari all’apparenza non massiccia come i compagni di reparto, nonostante i 100 chili su 192 cm di altezza. Il ragazzo sa usare le mani, scodellando due ottimi off loads, uno per l’accorrente Carlo Del Fava in occasione della nostra prima meta al ’68, quando il punteggio diceva 46-6.

Particolari che rendono felici, perché a ben cercare i giovani talentuosi ce li abbiamo e soprattutto Paul va a completare una volta di più un reparto ben assortito con Mauro Bergamasco, Josh Sole, Alessandro Zanni, in attesa del ritorno di Sergio Parisse.

La cronaca dell’incontro è pressoché superflua perché contro la potenza transalpina ben poco si può fare. Lo avevamo messo in preventivo, ma certi nomi meritano più che una menzione. Superbo Harinordoquy, ball carrier, placcatore, lesto ladruncolo in rimessa laterale; Parra, mediano di mischia con una visuale a 360°, polso della situazione e spessore comportamentale; Marty, esplosività pura nelle gambe e tanti altri ancora. La Francia è un’orchestra fatta di archi che non avrebbe nemmeno bisogno della solita trombetta da corrida che accompagna le sue apparizioni negli stadi d’Oltralpe. Tac-tac-tac: maglie strette, sostegni puntuali, abilità nell’andare oltre il placcaggio, trequarti che cambiano lato velocemente e con due ali che tagliano il campo in obliquo, andando sempre a creare una superiorità numerica là dove le maglie azzurre, al contrario, cedono angoli di manovra.

Sul fronte italiano si segnala comunque la volontà dei nostri di non farsi strapazzare, per quanto possibile. Peccato per l’indisciplina che ha regalato ai francesi ottime piattaforme dalle quali far ripartire le azioni offensive. E non si può non notare la bocciatura di Tito Tebaldi, sostituito dopo mezz’ora da Pablo Canavosio che poi andrà a prendersi la seconda meta in due partite. Il mediano parmense ha concesso spazio a Parra in occasione della prima meta dei padroni di casa, non ha osato esplorare a sua volta i – seppur pochi – metri a disposizione nelle fasi statiche e con il piede non è andato a nozze. Certo è che una prestazione opaca contro una Francia così, ahi lui, risalta ancor di più.

Le statistiche aiutano a capire: per la Francia 122 passaggi, 92 corse, 677 metri conquistati con la palla tra le mani. I nostri hanno placcato 99 volte, i francesi 54. A parte i 147 metri da ball carrier di Andreu, spiccano i 49 di Harinordoquy e i 44 di Dusatoir. E i 21 di Domingo e Servat. Nell’Italia si contano di 57 di Zanni, i 47 di Canavosio e i 33 di Derbyshire, entrato attorno al 65’.

In tutto questo marasma di cifre, nell’ultimo quarto d’ora gli Azzurri hanno saputo reagire ad una situazione che era diventata imbarazzante con quei 40 punti di scarto. Hanno attaccato, complice come detto la poca concentrazione dei blues. E così Canavosio potrà raccontare un giorno ai nipoti di aver infilato la difesa francese e marcato una meta quando il pubblico dello Stade de France aveva appena iniziato a intonare la Marsigliese. Sono soddisfazioni, dopo tutto.

C’è un detto in Francia che suona “dove c’è terra c’è la guerra”. Presente quando Napoleone spostava la fanteria in lungo e in largo per l’Europa al massimo del suo splendore militare? Ecco allora che i francesi assaporano tutti i centimetri di un campo da rugby e non gettano alle ortiche anche gli ovali più difficili, quelli da far ripartire dalla propria area dei 22. Non lo fanno solo contro gli italiani – giusto per rammentarlo a quelli che “ma tanto si sapeva” -, ma con tutti. E quando hanno di fronte un nemico che vuole affrontarli sullo stesso piano, vedi il Galles, allora compatti serrano i ranghi e li infilano con gli intercetti: vale a dire, vieni avanti che poi ti entro alle spalle.

Noi ripartiamo tra una settimana, al Millennium Stadium guarda caso con i dragoni gallesi feriti e imbambolati. Per ora concordiamo che Parigi val bene una partita di rugby.

4 commenti:

ringo ha detto...

Mi commento da solo: scusate, ma in giro leggo che questa è stata l'Italia più brutta di questo 6 Nations. E forse degli ultimi tempi.
Ok, ma o è il sottoscritto che dà troppo peso agli avversari (signori, la Francia di questa edizione è perfetta, punto e basta) o sarà che si accontenta di vedere anche un piccolo particolare di miglioramento in un match tremendo.
Ai nostri affezionati lettori, l'ardua sentenza.

Abr ha detto...

Va benissimo così Ringo, Il mondo è bello perchè è vario.
Han diritto di esistere e dire la loro anche gli orecchianti, i "fumini", i culturalmente calciofili anche se formalmente rugbistici, quelli che non hanno giocato granchè e/o non hanno afferrato il fatto che in campo come nella fisica, le prestazioni sono sempre RELATIVE a quello che ti consente l'avversario.

Sia ben chiaro, Mallett ha tutto il diritto a dichiararsi deluso dei titolari (eccetto Mauro e Gower, ha detto) e affermare che è la peggior prestazione di quest'anno: lui DEVE guardare solo i suoi. NON dovrebbe far lo stesso la critica, ma tant'è, ognuno da quello che ha e sa.

Va benissimo che esistano anche quelli che parlano a un pubblico col bandierone.
Fossero tutti preparati, che ci staremmo a fare noi? :)

Anonimo ha detto...

Passato il weekend fuori, ho visto la partita solo stamattina (le malattie serviranno pur a qualcosa, no?).
Ieri avevo sentito per radio un "lezione della Francia" e, sentito il risultato, avevo pensato anch'io a una brutta Italia.
In realtà, caro ringo, pur essendo in fondo un calciofilo anch'io (non posso rinnegare che mi piace il soccer!) concordo in pieno con te.
La Francia di quest'anno è impressionante!
E il fatto che sul 40 a 6 gli Azzurri siano andati 2 volte in meta non mi pare un'impresa da "più brutta italia mai vista"
Certo non la più bella ma teniamoci le cose positive di questa brytta sconfitta.

Abr ha detto...

come spesso capita, siamo molto da'ccordo col calciofilo :)

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