domenica 4 aprile 2010

Super e Under Italia

Super 10 Italia - Tredicesima giornata
Futura Park Roma - Mps Viadana 18-26 (0-4)
Femi Cz Rovigo - Benetton Treviso 34-28 (5-2)
Casinò di Venezia - Petrarca Padova 24-19 (4-1)
Consiag I Cavalieri Prato - ferla L'Aquila 19-25 (1-4)
Banca di Parma - Pluvalore Gran Parma 25-28 (1-4).

Prosegue la corsa ininterrotta verso il completamento delle 18 giornate regolari del Super10 italiano.
Nell'anticipo del derby di Parma, tre mete per parte realizzate in due tempi distinti: primo tempo a favore di Banca Monte Parma che chiude con un netto 25 - 9 con due mete di Ireland e una di Quartaroli, mentre nella ripresa il PlusValore Gran Parma realizza 19 punti senza incassarne neanche uno: all'inizio mete del tallonatore Manici e l'estremo Castagnoli e al 71' meta del sorpasso di Gerber per il risultato finale 25-28 .
A Rovigo i Bressallieri mettono sotto la Benetton: trevigiani avanti fino al 39' per 10 -19 per due mete a una, di Mahoney per i padroni di casa, di De Jager e una di punizione per gli ospiti. A fine primo tempo Pratichetti va in meta e accorcia le distanze sul 17-21. Nel secondo tempo tre mete di Rovigo (Abadie, Van Der Merwe, Calanchini) contro una di Semenzato portano cinque punti a Rovigo e due punti di bonus a Treviso. Rovigo sale così al terxo posto.
Mps Viadana non si è fatta sfuggire l’occasione per rafforzare il suo primo posto ed ha vinto a Roma. Primo tempo 9-6 in favore della Futura Park, partita sofferta nel risultato fino alla metà della ripresa quando la capolista piazzava i 10 punti con Woodrow al piede e Wilson in meta.
Il Casinò di Venezia con le spalle al muro per la vittoria del Gran nell'anticipo, mette in campo grinta e cuore ed alla fine supera il Petrarca Padova. Il solco era stato scavato nella prima frazione grazie a due mete di Van Niekerk e Palmer più 8 punti dalla piazzola di Duca. Il Petrarca Padova cerca di invertire il trend ma 16 punti nel secondo tempo (3 piazzati di Mercier e una meta di Costa Repetto trasformata) non sono bastati. Il Petrarca rimane pur nella sconfitta in confortevole zona playoff grazie alle sconfitte degli inseguitori.
Il Ferla L’Aquila allo scadere segna la meta della vittoria a Prato contro Consiag Cavalieri quando le squadre erano sul 19-18 per i padroni di casa. Gli ospiti erano già andati in testa a fine primo tempo con una meta di Massimo e un calcio piazzato di Fraser ed erano stati raggiunti a inizio secondo tempo da un piazzato di Wakarua; Ferla nuovamente passato avanti grazie a una meta di Subrizi non trasformata, veniva raggiunta e superata dal piede di Burton, fino alla meta decisiva di Nitoglia.

Classifica:
Mps Viadana punti 47; Benetton Treviso punti 43; Femi Cz Rovigo punti 39; Petrarca Padova punti 35; Consiag I Cavalieri Prato punti 30; Banca di Parma punti 29; Futura Park Roma e Ferla L’Aquila punti 27; PlusValore Gran Parma punti 19; Casinò di Venezia punti 18.

Mentre anche l'ultimo Super10 della storia continua a snocciolare nomi stranieri, perlopiù a fine carriera o poco conosciuti, le squadre giovanili nazionali concludono un trittico nefasto: a Parabiago (Mi) la nazionale Under19 prende dalla Scozia un 3-32 che non necessita commenti, la Under18 chiude a Monigo (Tv) l'Europeo di categoria al quinto posto battendo di misura la Germania e capirai lo sforzo, mentre nel IV Nazioni Under 17 Roma la nazionale all'esordio si becca un significativo 8-48 dalla Francia.
Inutile farla tanto lunga: il punto è che non c'è ricambio, almeno in queste selezioni giovanili. In questo scenario quel che si sta preparando dietro alla Celtic e post questa pur criticata generazione di nazionali è poco più che qualche cactus nel deserto, rendiamocene conto. Tutto quel che resta è la solita speranziella fasulla alimentata da dieci anni che, muovendo qualcosa al top i benefici prima o poi si propaghino down, non si sa bene perchè, forse per fede in Newton.
E se fino a poco tempo fa era prassi prendersela con l'egoismo e la scarsa lungimiranza delle società - ma Dondi ha ripetuto lo scaricabarile anche un paio di settimane fa - ora non ci sono più scuse: questi sono i notevoli progressi post svolta "Accademie Federali" dove vengono applicate le metodologie selettive d'avanguardia studiate dal Prof. (di ginnastica) Ascione e dove scorazzano manager di nomina e non per meriti.

Chiariamo subito una cosa che sarà poco popolare in un Paese che ama l'armiamoci e partite e le storie di fantasia, purchè ripetute alla noia: il problema non è la supposta idiozia dei responsabili, come la soluzione non è spostare il problema verso surreali implant di protesi rugbistiche siliconate dove nel tempo s'è sviluppato gran poco di naturale. Basterebbe cambiare qualche faccia di allenatori, dirigenti, responsabili federali, e/o rilocare le squadre verso "le grandi piazze" e tutto si risolverebbe come per magia?
Non fatevi ingannare dalle scorciatoie favolistiche, nella realtà il difetto non sta nelle teste ma nel metodo centralista: anche cambiassero tutti nel giro di una notte e arrivasse qualcuno di "più intelligente" (chi?) rimarrebbe tutto come prima, nella più classica delle operazioni di potere. Il vero problema in Italia è smantellare il "controllo federale" o meglio equibrarlo con i contrappesi vigenti in tutto il resto del Mondo (una Lega dei club che funzioni: solo l'unione fa la forza), impedendo di spegnere le iniziative diffuse sul territorio e stroncando visioni quantitative di pesi e altezze degne di fine ottocento; solo la concorrenza e non il dirigismo può troncare l'arretratezza concettuale e le sordide pratiche borboniche di nepotismo e del premiare l'allineamento al posto della creatività e dei risultati. E' la stessa differenza in termini di efficienza ed efficacia che c'è tra economie pianificate e quelle libere (nella selezione di chi mandare in nazionale, i criteri di "giustizia sociale" non sono molto utili).
Sarebbe ora di finirla con questo abbraccio soffocante di una Fir dirigista, quella che, per citare il suo presidente: "metteremo bocca su tutto". Il rugby italiano non crescerà mai se non verrà lasciato libero di misurarsi con le sue energie potenziali - e con le sue debolezze - staccandolo dagli abbracci soffocanti dei suoi padri padroni che fatalmente lo manterranno sempre piccino picciò.

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