domenica 30 maggio 2010

Finale Top14: Clermont vince, Perpignan perde

Stade de France, Paris, finale Top 14:
Clermont 19 - 6 Perpignan
(p.t. 13 - 6)

Si dice, non c'è due senza tre: vale per Clermont Auvergne, l'anno scorso aveva perso proprio con Perpignan la sua terza finale di Top14 in fila; soddisfatto il proverbio, il team di Vern Cotter poteva finalmente vincere e così è stato: buona la quarta, in realtà si tratta dell'undicesima finale - tutte perse le precedenti - nella storia del club dell'Auvergne (1936, 1937, 1970, 1978, 1994, 1999, 2001, 2007, 2008 e 2009 gli anni delle dieci disillusioni).
Destino a parte, che qualcosa fosse cambiato nell'approccio dei Jaunards rispetto alle edizioni precedenti, dato che l'impianto di base è rimasto lo stesso salvo qualche (importante) innesto, s'era visto nella semifinale con Tolone: negli anni precedenti a fronte di una opposizione così gagliarda e motivata, Clermont a un certo punto si sarebbe squagliata, arresa; quest'anno ha un filo di classe e nuovi skill a bordo, ma soprattutto più balls e convinzione, in una parola tutto ciò che incarna Morgan Parra.
Anche lato USA Perpignan la lettura della sfida che proponiamo è semplice e incentrata su una individualità. Ai cinici killer campioni in carica, distruttori in semifinale dei campioni europei di Tolosa, è mancato proprio l'esecutore principe della piazzola, quello che definimmo il "ripulitore" degli ammazzamenti operati dal suo pack: Jerome Porical, autore di un patetico due su sei al piede. Non è solo questione di prestazione individuale, il bouteur ha il cuore della squadra in mano, quando fallisce così la spegne: chi ha giocato nel pack lo sa bene, più che per la forza dell'avversario ti abbatti quando il tuo sangue sudore lacrime non venga "transustanziato" in punti.

La cronaca - Squadre schierate nelle formazioni tipo, con Joubert preferito a Canale al centro per Clermont e Durand a Melè in mediana lato Usap, come in semifinale.

Esattamente come nelle finali precedenti, Clermont parte a testa bassa, dominando il possesso e cercando al largo Malzieu e Nalaga, in mezzo gli arieti Joubert e Rougerie. Riesce a concretizzare al minuto 11' con una punizione calciata da Morgan Parra e non Brock James, come da regole della casa in vigore dall'eliminazione casalinga dalla Heineken Cup. Stavolta però l'eroe australiano del finale della gara infinita con Tolone (quella che, ora possiamo dirlo, è per noi "la partita dell'anno" per tutti gli emisferi) non pare intimidito o rinunciatario per la "concorrenza" interna: si adatta bene al suo ruolo di apertura "alla francese", smistando con oculatezza le palle in attacco, soprattutto producendosi in stellari chandelle e perfetti calci in touch, sempre con scelte ideali secondo le situazioni. La sua accortezza assieme ai grubber e alla velocità di Parra consente agli Alverni di dominare anche la conquista territoriale.
I catalani inizialmente paiono incapaci di rovesciare la situazione e passivi soccombono al gioco tattico dei gialli pur difendendosi decentemente; vacillano anche nelle fasi statiche, dove se la mischia si impone ma Clermont la regge meglio di Tolosa, perdono invece un paio di rimesse laterali già nei primi venti minuti.
Prima del quarto d'ora arriva il sigillo della meta che rimarrà unica nella partita, propiziata da Napolioni Nalaga che dopo una ruck a pochi metri dalla meta catalana la gioca più da numero otto che da ala e cala la meta sotto i pali: il fisico glie lo consente. Parra trasforma facile, siamo 10-0.
Se Clermont contiuna ad attaccare come sa, con belle azioni corali dei trequarti lanciati veloci da Parra o sotto le chandelle di James, Perpignan finalmente si mette in moto. Lo fa in modo più "boreale", usando gli avanti e i due centri Mermoz e Marty, procurando infine al 20' il primo calcio di punizione per Jerome Porical che va a segno.
Siamo 10-3 ma è certo che nella testa dei catalani suoni il refrain "that's the way ha ha I like it ha ha": adesso li andiamo a prendere. Infatti cinque minuti dopo è ancora un piazzato di Porical a punire un offside in ruck di un capitan Rougerie che sente parecchio la gara sul piano nervoso (e vorrei vedere: per lui è la quarta finale e zeru tituli in tasca ...).
Per fortuna di Clermont arriva subito un piazzato per Parra, per un tagliafuori sul calcio di ripresa del gioco che porta il punteggio sul 13 -6 con cui si chiude il primo tempo. E' una fortuna cabalistica: il 10-6 a favore di Clermont sarebbe stato lo stesso punteggio - inclusa meta di Nalaga - con cui si chiuse il primo tempo della finale l'anno scorso in cui i catalani alla fine prevalsero, immaginarsi i fantasmi che la cosa avrebbe evocato nello spogliatoio. Certo che alla fine son solo tre punti in più ...

La prima metà della ripresa vede Perpinyà solida e decisa in attacco ad ondate successive, Clermont a difendersi senza affanno. Comunque gli uomini di Jaques Brunel non hanno bisogno di sfondare, il loro game plan è procurar calci per Porical, l'anno scorso realizzò il 100% come del resto nella semifinale, dove piazzava anche da sessanta metri. Solo che l'estremo catalano stavolta proprio non c'è: uno dopo l'altro fallisce ben quattro piazzati, chiudendo la sua prestazione con una squallida percentuale del 33%. Forse è la serata parigina umida e un po' freschina, chi lo sa ...
Non c'è molto altro da dire sulla gara dell'USAP: fan quello che han previsto di fare ma gli mancano i punti, un po' come una squadra di basket che giri bene palla ma sbagli i tiri da tre punti. In realtà qualcosa da dire ci sarebbe: catastrofici in rimessa laterale, poco convinti, monodimensionali, hanno subito il gioco tattico perfetto di Brock James; è un po' un cane che si morde la coda, gli errori in fase di finalizzazione demotivano la squadra mentre l'assenza di un "piano B" inchioda il bouteur invece di aiutarlo a recuperare autostima.
Mano a mano che la convinzione catalana fatalmente calava col passare del tempo e a pali intonsi, alla tenuta difensiva e al gioco tattico Clermont aggiungeva la capacità di concretizzare alcune delle poche opportunità: al 70' una punizione di Parra, poco dopo un drop tentato da Brock James fuori di poco, infine un drop realizzato da Anthony Floch da cinquanta metri, per l'apoteosi della parte in giallo dello Stadio che come Pertini a Madrid nel 1982 può urlare: "Non ci prendono più".
Nella realtà la palla da calciare senza pressione avversaria per l'estremo gialloblu proveniva da una rimessa rapida di Nalaga, ma l'ovale era stato chiaramente portato fuori dall'ala di Clermont che pasticciava a cavallo della riga laterale e la rimessa spettava a Perpignan. Non se ne avvedono nè guadalinee nè tantomeno l'arbitro Berdos, per il resto più che sufficiente: sarà l'unica topica colossale per la terna arbitrale, in linea con una stagione poco felice in Francia per quanto riguarda le direzioni di gara; sia come sia, la partita era già abbondantemente segnata. Il secondo tempo finisce col parziale di 6-0, la rimonta dei catalani rimane confinata nel tempo passato.

Per questo alla fine il Bouclier de Brennus risulta più perso da Perpignan che vinto da Clermont: Porical zoppicante, nessuno dei sang et or ha saputo rialzare la bandiera caduta, grave in quello che rimane pur sempre uno sport di squadra.
Si sa, emozionalmente vale più "la prima volta" che una sequela di trionfi, e difatti l'esaltazione per il primo trofeo nazionale della storia di Clermont Ferrand supera persino i limiti interisti: Floch dichiara al Midi Olympique che la statua di Vercingetorige che svetta sul vulcano (spento) sopra Clermont andrebbe rimpiazzata con quella di capitan Aurelien Rougerie, addirittura fioccano i paragoni tra questa vittoria e quella del condottiero gallo su Cesare nella limitrofa Gergovia: va ben che effettivamente la casacca giallorossa dei catalani può ricordare la tunica dei legionari romani, va ben che in Alvernia sono alla caccia del titolo sin dal 1936, ma qui s'arriva al 52 Avanti Cristo, diamoci una calmata ...


USA Perpignan :15 Jerome Porical, 14 Adrien Planté , 13 David Marty, 12 Maxime Mermoz, 11 Christophe Manas, 10 Gavin Hume, 9 Nicolas Durand, 8 Jean-Pierre Pérez, 7 Henry Tuilagi, 6 Ovidiu Tonita, 5 Robins Tchale-Watchou, 4 Olivier Olibeau, 3 Nicolas Mas (c), 2 Guilhem Guirado, 1 Perry Freshwater.
Replacements: 16 Marius Tincu, 17 Jerome Schuster, 18 Guillaume Vilaceca, 19 Gregory Le Corvec, 20 David Mélé, 21 Nicholas Laharrague, 22 Jean-Philippe Grandclaude, 23 Kisi Pulu.

ASM Clermont Auvergne: 15 Anthony Floch, 14 Napolioni Nalaga, 13 Aurélien Rougerie (cap), 12 Joubert, 11Julien Malzieu , 10 Brock James, 9 Morgan Parra, 8 Elvis Vermeulen, 7 Alexandre Lapandry, 6 Julien Bonnaire , 5 Thibault Privat, 4 Jamie Cudmore, 3 Martin Scelzo, 2 Mario Ledesma, 1 Thomas Domingo.
Replacements: 16 Benoît Cabello, 17 Davit Zirakashvili, 18 Julien Pierre, 19 Alexandre Audebert, 20 Kevin Senio, 21 Tasesa Lavea, 22 Gonzalo Canale, 23 Vincent Debaty.

Referee: Christophe Berdos

Nessun commento:

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)