Ancora All Blacks
Westpac Stadium, Wellington: New Zealand 31 - 17 South Africa
(pt.: 13 - 7)
Gli Springboks fanno uno "step up" in termini di intensità e concentrazione, ma non abbastanza per superare questi All Blacks. I padroni di casa segnano anche stavolta quattro mete, gli ospiti ne realizzano due rispetto alle zero di Auckland, ma il tabellino del TriNations a due gare disputate riporta il massimo per i neozelandesi - dieci punti - contro zero per i audafricani campioni in carica.
E poteva andare pure peggio a livello di punteggio per i tourists, se Dan Carter non fosse incappato in una serata pessima nel vento e pioggia di Wellington, realizzando un misero tre su sette totale al piede. Emergono sempre meglio i contorni del nuovo gioco espansivo e positivo neozelandese, fatto di ripartenze esaltanti alla mano che sfruttano veloci tutta l'estensione del campo.
Sia chiaro che la Nuova Zelanda ha ampiamente meritato la vittoria, ma se McCaw e compagni fanno il loro a provarci, dall'arbitro "migliore del mondo" si pretenderebbe più attenzione e inflessibilità. Invece Alain Rolland fischia la metà dei falli commessi dai Tutti Neri e usa due pesi e due misure disciplinari: Roussow fuori alla prima che combina ma Ranger se la cava, mentre a McCaw concede un mai sentito "richiamo ufficiale" dopo il richiamo "normale" per non buttarlo fuori.
Sia come sia, tra una distrazioncella arbitrale - il cui numero rende superfluo analizzare come mai Steyn abbia calciato una sola punizione - e un passo troppo diverso tra le due squadre, i sudafricani non riescono a schiacciare la difesa neozelandese tutte le volte che avrebbero potuto e i neozelandesi ottengono una vittoria meritata, solo misleading come larghezza rispetto ai valori in campo.
La cronaca - Parte bene il Sudafrica: già alla prima mischia ordinata ilo Troll Steenkamp sottomette Franks, attuando una seconda spinta vincente dopo aver subito la prima. L'azione sfocia subito in un assalto e in una punizione piazzabile, ma Danie Roussow al 50' cap fa il pivello di trentadue anni, reagendo troppo vistosamente a una reazione di Richie McCaw per un buffetto in faccia. Certe cose non si fanno, soprattutto quando l'arbitro è un malato di protagonismo: al quarto minuto il numero quattro verde-oro viene spedito in panca puniti, film già visto in gara uno quando quel numero era di Bakkies Botha.
Carter sbagliava poco dopo il primo calcio della serata, ma gli All Blacks potevano capitalizzare rapidamente: al settimo Ma'a Nonu segnava una meta di potenza, all'undicesimo Mils Muliaina - altra gara fantastica la sua - finalizzava in velocità un blitz di Piri Weepu che si beveva Steyn e tutti i trequarti avversari, al momento sul piede avanzante.
Carter falliva entrambe le trasformazioni e al quarto d'ora, a parità numerica ristabilita, i Boks si trovano sotto 10 - 0, come sancito dal teorema di DeRossi sul peso standard del cartellino giallo.
Lo stesso film già visto in gara uno, insomma; solo che stavolta per tutto il primo tempo agli All Blacks brillanti e micidiali come un mamba si contrappongono degli Springboks caracollanti ma determinati, pur avendo una buona metà dei giocatori, a partire dalla terza linea tutta - Shalk Burger, Louw , Spies - chiaramente sfasati.
Alla ripresa Brendon Botha, al secolo BJ, sostituiva un provato CJ Van Der Linde e Gio Aplon entrava all'ala al posto Jean De Villiers, che s'era pagato il viaggio con la sola azione della meta; per il resto era inconsistente e addirittura pericoloso: tendenza da centro a gettarsi sul primo uomo con la palla lasciando sguarnito il largo, posizionamenti approssimativi sul gioco tattico avversario.
Il momento positivo Boks proseguiva; riuscivano finalmente ad inanellare una serie di fasi, fino al fallo ripetuto di Mc Caw al 42' con tanto di richiamo, che procurava a Steyn il facile calcio del 13-10.
Qui sè vista la forza degli All Blacks: qualsiasi altra squadra con i campioni del mondo a soli tre punti e col capitano "ammonito", avrebbe mostrato qualche segno di cedimento. Invece no, ripartono subito ad allargare veloci con raid a destra e a sinistra, fino a quando dopo un paio di minuti sul largo sinistro trovano il mismatch: la massa di Renè Ranger lanciata lungolinea da Muliaina, il piccolo e pur veloce Gio Aplon con tutta la buona volontà non può spostarlo fuori, anche perchè il giovane Maori è abile a sollevare i piedi in volo: è 18 -10 dopo l'ennesimo errore di Carter al piede.
Poco dopo Piri Weepu si prende la responsabilità di piazzare e centra al primo tentativo da destra: al 51' siamo 21 -10.
L'ingresso di Pienaar in campo dava nuovo ritmo alle azioni d'attacco dei Boks: si producevano in un quarto d'ora di solido gioco d'attacco, fatto di percussioni ripetute con veloci offload e palle rimesse in circolo molto rapidamente. I Boks guadagnavano campo e accumulavano fasi, ma alcuni errori di handling e dei "killing the ball" di McCaw e compagni al momento critico preservano l'area di meta All Blacks.
Significativo è quanto succede all'ora di gioco: McCaw già richiamato al 42' viene ri-richiamato, stavolta "officially" (sic!) da Rolland che non lo sbatte fuori come dovrebbe. I Boks non piazzano, provano la rimessa laterale e la cassaforte, questa viene fermata come tutte le altre in modo ignobile dai Tutti Neri ma per Rolland va bene tutto, poi anche Louw ci mette del suo e va ad isolarsi perdendo palla.
Come nel calcio, meta non fatta uguale meta subita: Israel Dagg (in foto, versione True Blood) appena entrato tocca la sua prima palla, si infila tra Spies e Shalk Burger, brucia Kirchner e al 64' vola alla meta personale: è 28 -10 dopo la trasformazione di Carter e soprattutto è la meta del bonus. Poco dopo lo stesso Carter punisce un placcaggio alto di Kirchner su Cory Jane, il punteggio diventa un umiliante 31-10 così simile al 32 -12 della settimana precedente.
Nel finale l'orgoglio Boks viene premiato quando Shalk Burger riesce finalmente a finalizzare l'ennesima azione multifase dei suoi, infilando la linea difensiva All Blacks e passando sopra a Cruden, segnando il 31-17 finale.
Quanto al Tri Nations, i dieci punti incamerati dagli All Blacks rappresentano sinora un semplice "missione compiuta": come si sa quel torneo si vince fuori casa. Il che comunque significherebbe che i sudafricani difficilmente si riconfermeranno quest'anno.
2 commenti:
guardavo la partita e non credevo ai miei occhi. Gli Springboks sono andati MOOOLTO meglio rispetto alla settimana precedente, ed è vero che l'indisciplina li ha castigati (e stavolta pure le parzialità dell'arbitro); tuttavia è anche vero che mi sono apparsi sempre confusionari, imbambolati, rinunciatari, istupiditi, con una mischia imbarazzante e svarioni difensivi inspiegabili. Saranno cicli, chissà: allora è vero che siamo entrati nell'era degli All Blacks e che il prossimo mondiale dev'essere loro.
Massimo, anch'io ho visto i Boks migliorati (placcavano di più) ma "timidi", non tanto in mischia chiusa dove han (quasi) dominato, quanto nella difesa delle fasi aperte del gioco: non salivano, aspettavano gli avversari.
Il coach e alcuni giocatori si sono giustificati dicendo che non riescono più a star dietro alle interpretazioni delle regole nel breakdown, che han dominatoil Super14 con arbitri australi ma con gli europei non si trovano, anche perchè 'sti qui avrebbero il complesso di Richie McCaw cui tutto è concesso (stanno arrivando i mondiali in NZL, nessuno vuol giocarsi il ticket ....).
Forse c'è anche questo, ma al confronto con gli AB sembravano ciclisti in salita col cambio rotto (o senza fiato).
Posta un commento