La Fir decide di non decidere
Usciamo per un attimo dal rugby australe serio e giocato e parliamo così, tanto per parlare.
Nel weekend è stato celebrato un rituale e scontato consiglio federale, dal quale ci si attendeva qualche risposta non importantissima ma significativa e che ha deciso di non decidere. A onor del vero, mantenere un profilo basso adeguandosi passivamente al "panta rei", lo scorrere del tutto, è probabilmente il comportamento più di buon senso nella situazione data. Immaginamo solo il sollievo a Monigo e Viadana per esser finalmente riusciti a migrar lontano da quel super-condominio cadente di periferia, dove ci si accapiglia tra straccioni privi di lira ma tutti col vocione.
Aldilà di temi francamente poco appassionanti su allenatori delle nazionali minori, sviluppo del rugby di base (tema invero fondamentale, ma non lo sono le decisioni prese), varie ed eventuali etc.etc. - chi è interessato può approfondire direttamente nel comunicato ufficiale della Fir - veniamo al paio di "non decisioni" importanti:
- Campionato Italiano di Eccellenza 2010/11:
Senza dire: "Campionato a 12 squadre? L'avevamo detto anzi scritto noi della Fir, sul serio? Beh, era ovvio che stavamo scherzando, l'avevate capito tutti no?", la Fir fa trincea sul numero dieci, probabilmente anche per pressioni televisive: morto un Super10 ed evitato per adesso un ridicolo Super Otto, se ne rifarà un altro paro paro. Spediti in orbita celtica il paio di rompini sopra nominati che per adesso se la godono, quaggiù tutto cambi affinchè nulla cambi ...
Tra fusioni, un ripescaggio e situazioni finanziarie critiche, le dieci Eccellenti in linea di principio elette a partecipare al prossimo campionato semipro italiano che partirà nel weekend 10-12 settembre, saranno (nell'ordine comunicato da Fir che non è alfabetico nè di merito: forse è freudiano, boh):
- Delta Rugby Rovigo
- Estra I Cavalieri Prato
- Petrarca Padova
- Crociati RFC
- GranDucato Parma Rugby
- Futura Park Rugby Roma
- L’Aquila
- Mantovani Lazio
- Marchiol Rugby Mogliano
- Casinò di Venezia
Due da Parma e provincia, due da Roma, quattro venete di quattro province diverse tra cui la ripescata Venezia Mestre, poi l'Aquila e Toscana.
Tutto a posto dunque, ready to go? Manco per idea: è tutto in linea di principio. La punta dell'iceberg è il caso Roma Olympic, così eclatante da dover essere discusso in Consiglio, ma dietro la facciata soffrono anche l'Aquila e Venezia-Mestre, rimaste a rose - e ingaggi - decurtati. E le tanto decantate e incoraggiate fusioni, paiono più salvataggi, necessità di mettere insieme pane e companatico che progetti di sviluppo. Seguiamo insomma questo panta rei, poi la Fir sarà come sempre brava a eventualmente prender atto con rammarico. Tanto in Fir contano solo Nazionale e Accademie, manco la Celtic League in sè, figuriamoci un campionato semipro ...
- Il caso Futura Park Roma
Stiamo ai fatti: a causa di posizioni debitorie straordinarie di circa un paio di centinaia di migliaia di euro- in massima parte buonuscite dovute nel prossimo novembre per sentenze favorevoli ad ex collaboratori licenziati - abbiamo una società che sulla carta non dispone dei mezzi per arrivare alla fine del campionato.
Qual'è la exit strategy proposta dal presidente Abbondanza? Detto in estrema sintesi, un fidatevi: seccapita di dover affrontare per davvero quelle uscite straordinarie, in qualche modo faranno; ma tranquilli ci sono gli appelli, nun capita.
Ora la fiducia in sè rimane una cosa seria, ma poteva esser leva per ottenere credito nelle società pastorali; senza scomodare Basilea 2 e 3, oggi il consensus va a garanzie un filo più solide. La Fir facente le veci dell'inesistente Lega (l'espressione di tutte le Società senza far differenze) e in palese conflitto di interessi, ha deciso di non decidere guadagnando tempo: Futura Park Rugby Roma è iscritta al campionato sub judice ed ha tempo fino al 5 agosto per presentare le dovute garanzie (cash o fidejussione).
In paesi dove non si guarda in faccia nessuno, per le medesimi ragioni Montauban è scesa di un paio di livelli e Bourgoin ha rischiato fino all'ultimo momento. Nella patria degli Azzeccagarbugli (non del diritto), prender tempo per consentire la riflessione di tutti è probabilmente la scelta di maggior buon senso nella situazione data; vedremo cosa s'inventeranno tra quindici giorni.
La cosa veramente triste non è l'imprenditore per il quale tempo (guadagnato) uguale denaro, è chi gli fa da flanker aizzando "campagne popolari". Nei giorni scorsi alcuni hanno alzato il polverone della cospirazione demo-pluto-giudaico-massonico-leghista che ruba il rugby ai bisognosi per tenerlo solo al Nord.
E' lo stesso film trasmesso ai tempi della scelta delle selezioni per la Celtic League; allora il depistaggio consisteva nel perorare la causa del rugby nelle "grandi città" - e qualche boccalone a Milano e Torino ci cascò pure; oggi si ergono a paladini non richiesti dell'intero Centro Sud.
Lo scopo ovvio è di evitare di entrare nel merito: cioè che è una questione di soldi, o li hai o no. Alcune mentalità invece sono ancora al reclamo di rendite di posizione (geografica) "dovute"; ma anche seguendoli nella loro logica, cosa dovrebbero dire nel caso specifico Milano, Torino, la Campania o la Sicilia, visto che Roma sarà comunque rappresentata nell'Eccellenza dalla Lazio?
Va sottolineato infine per la sua importanza anche il bel nulla da comunicare del consiglio Fir dell'altra bella invasione di campo nei confronti di club e Lega che non c'è, al riguardo di quello che con gergo calcistico alcuni chiamano i "diritti televisivi" delle partite della Celtic League in Italia e del campionato, confondendo i proventi di una concessione con la possibilità che una qualche tv abbia voglia di investire per produrre e non solo trasmettere gli eventi stessi. Anche qui, rimaniamo in attesa.
C'era probabilmente tanta svaccata voglia di ferie nel weekend caldo di Bologna.
2 commenti:
Complimenti per l'articolo: sei uno dei pochi che non fa il Gentiluomo de Papa Abbondanza e del suo mangement....
Tnxs anonimo. Nessun complimento, nessun attacco preconcetto.
Troppi in questo Paese parlano di "regole" come quelle cose che dovrebbero seguire gli altri.
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