Ha il suo bel da fare, coach Peter De Villiers. La panchina sudafricana da qualche tempo è bollente per colpa di alcune prove non esaltanti degli Springboks: tre sconfitte nelle ultime tre uscite che coincidono con le prime tre giornate del Tri Nations 2010. E poi c'è la questione dei cartellini gialli che piovono a raffica, delle squalifiche più o meno dure per Bakkies Botha e Jacque Fourie e Jean De Villiers. Tanto che lo stesso manager se ne era uscito con un'affermazione che ha scombussolato il board della SANZAR che raggruppa le tre Unions australi. Roba tosta sul fatto che gente come Richie McCaw non finisce mai fuori dal campo nonostante i ripetuti falli in ruck, ricevendo solo richiami e avvertimenti. Se sbaglia uno dei miei, ha fatto sottintendere De Villiers, l'arbitro non solo fischia, ma lo espelle per dieci minuti. Giusto per chiudere il ragionamento, ha aggiunto: "C'è una cosa che non dovrei dire in pubblico, ma l'anno prossimo abbiamo la Coppa del Mondo in Nuova Zelanda e la cosa migliore per loro è vincere così attraggono più pubblico". Ovviamente arbitri e guardalinee farebbero al loro parte, favorendo gli All Blacks.
La SANZAR si è subito mossa il 22 luglio e il chief executive Steve Tew ha parlato chiaramente di rottura nel codice di condotta e ha messo in conto che la cosa non finirà qui: e infatti il sudafricano dovrà rispondere di "accuse disciplinari" in merito alle affermazioni sui "giudici indulgenti".
Ma De Villiers ha anche un fronte interno a cui badare. Nell'ultima settimana, in Sud Africa si è sparsa la voce che non abbia più il controllo dello spogliatoio e che sia alle prese con la classica fronda dei senatori. Ricordate? Dopo la squalifica di Botha, De Villiers ha provato a quadrare il tutto spostando l'attenzione dei media sulla squadra in generale mentre il capitano John Smit si è dimostrato meno diplomatico, suggerendo al compagno di mettersi in riga. Si vocifera che il tallonatore abbia dalla sua anche Victor Matfield. Supposizioni da sgomberare e infatti De Villiers è partito alla carica: "Sono cose che ho sentito un sacco di volte. Io sono l'allenatore, ma presto attenzione anche a ciò che dicono i giocatori che sono vicini ai 100 caps e che hanno vinto ogni trofeo che c'era da conquistare. Ma non sono preoccupato. Io sono andato in Francia per riportare in patria John", quando Smith era al Clermont nella stagione 2007/2008.
E per non farsi mancare nulla, per mettere nero su bianco il progetto a lungo termine, ha ricordato che ha discusso con lo staff in merito ai giovani da inserire nell'ambiente, facendo i nomi di Francois Louw, Juan de Jongh, Flip van der Merwe. Ma ricordando che nelle ultime due finali mondiali, Springboks e Inghilterra hanno fatto affidamento ai giocatori di esperienza. Stoccata finale: "Nel gruppo di Jake White che ha vinto nel 2007, tutti tranne tre avevano fatto il loro debutto prima o durante il precedente Mondiale. Quindi l'esperienza non dev'essere una cosa cattiva".
Silenzio, parla il capo.
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