All Blacks al top e non si può far nulla
Tri Nations - Melbourne
Australia (14) 28 - 49 (32) New Zealand
Senza dubbio, gli All Blacks sono al top. Roba sopraffina, che sa unire qualità, quantità, furbizia e determinazione: la Nuova Zelanda che ha battuto l’Australia per 49-
Ora, piano con le lodi seppur meritate ai tutti neri. Sembrano tanto quelli del 2006, alla vigilia di un Mondiale che in tanti avevano pronosticato anzitempo in loro possesso. Per poi venire a meno quel killer istinct in cui si stanno rivelando campioni di categoria. Ieri, ad esempio, accadeva che Dan Carter calibrasse argutamente i calci di ripresa del gioco ad uso e consumo dei suoi avanti o che questi, furbescamente, andassero a importunare i dirimpettai australiani, muovendosi sul sottile filo della legalità sportiva. Poi la prima meta sarebbe stata da annullare perché sul calcio di Barnes l’ovale viene respinto sia da Carter che da Ma’a Nonu e finisse nuovamente nelle mani dell’apertura che era qualche passo avanti rispetto al centro. Oppure che la meta di McCaw sia il frutto di un fallo da terra di Conrad Smith lanciatosi su Ashley Cooper. Giusto per la cronaca, ecco, nient’altro. Il guaio è che il ritmo imposto dagli AB era troppo alto anche per un arbitro come Craig Joubert che ha avuto il suo bell’impegno a tenere a bada il nervosismo con i richiami perché entrambe le parti si esercitavano nell’attività a rallentare i calci liberi battuti velocemente. Al punto che Drew Mitchell, proprio lui, l’autore della meta che sembrava incanalare la partita Wallabies nella giusta direzione, ha levato la palla di mano all’avversario di turno pronto a rimetterla in campo senza attendere lo schieramento, sotto gli occhi del guardalinee e del giudice di gioco. Secondo giallo, per gesto deliberato, e cartellino rosso al
Australia – Nuova Zelanda è nel viso frustrato di Rocky Elsom e David Pocock, nella poca lucidità di Richard Brown in occasione della meta di Cory Jane al minuto
La meta australiana è ben fatta, non c’è dubbio: al
Cifre? I neozelandesi placcano 142 volte, gli australiani 87, mancando l’obiettivo in 15 occasioni. Gli AB concedono 15 calci di punizione, l’Australia 12. Nel secondo tempo, ad ogni azione degli orgogliosi Wallabies che si abbracciano alla meta di Ashley Cooper al
Il meccanismo degli All Blacks gira alla perfezione in questa prima uscita della Bledisloe Cup e appare difficile che possa andare diversamente tra sette giorni, in Nuova Zelanda, prima della pausa per rimettere in ordine le cose. Ad ogni chiamata sul campo, i kiwis alzano il livello del torneo e le rivali non possono tener testa. Gli Springboks fisicamente sono acciaccati, nervosi, non hanno focus. I ragazzi di Deans hanno le qualità, avrebbero anche il focus se disponessero delle possibilità di arginare la marea nera. Oggi non le hanno. In compenso, hanno, come detto prima, l’orgoglio che se non può bastare per vincere, può servire per tenere vivo il torneo.
1 commento:
Ehgià, la terza linea aussie s'è rivelata superiore a quella col braccino corto Boks, così come quella AB s'è rivelata più lucida, veloce, determinata e... esperta (eufemismo) di quella wallabies.
Il resto come sempre segue la terza :)
Resta da capire se, in un impeto di protagonismo (o di assiduo aggiornamento), la prossima stagione gli arbitri fischieranno al pack e 3/4 AB tutto quello che sinora non han visto.
Come avvenne nel 2007.
Joubert ad esempio, ha evidenziata il loro non rotolar mai via dal placcaggio, ma s'è perso i rapidissimi episodi che hai evidenziato e il costante fuorigioco della linea difensiva Nera.
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