Breaking News: prima da vincente per Treviso, solo un tempo per gli Aironi
Il Benetton Treviso di Franco Smith (nella foto) vince al debutto in Celtic League contro gli Scarlets di Llanelli: allo Stadio di Monigo i veneti battono la formazione gallese 34-28 al termine di un match emozionante, con i padroni di casa sotto 9-22 dopo il primo tempo. Nella ripresa, il recupero e il testa a testa fino al 76' quando il19enne Tommaso Benvenuti nativo della Marca va a segnare la meta dell'ultimo e decisivo sorpasso del Treviso. Nel tabellino dei marcatori ci sono i 21 punti di Tobie Botes: il mediano di mischia biancoverde segna la prima meta celtica del Benetton al 48', centra due conversioni e quattro calci di punizione. Tre mete da una parte e dall'altra.
Comincia forte Llanelli che va a marcare pesante con l'apertura Rhys Priestland dopo sei minuti, quando Treviso si era portata avanti grazie al primo piazzato di Botes: Vosawai commette fallo in ruck, i gallesi giocano per la rimessa dalla quale sbuca l'apertura che beffa le maglie larghe avversarie, finge un passaggio e ha lo spazio per andare in fondo. Lo stesso Priestland converte e porta il risultato sul 7-3 per gli ospiti. Chris Burton accorcia le distanze con un drop, ma al 16' è l'ala George North a infilare la difesa e ad andare in meta: inutili i tentativi di placcaggio in extremis di McLean e Botes.
Al 23' potrebbe arriva un colpo duro da digerire per il Treviso, quando il mediano di mischia gallese Martin Roberts se ne va solo ad esplorare la metà campo avversa. E' ad un passo dalla meta quando l'intervento di Sgarbi gli fa perdere il controllo dell'ovale. E' il segno che i veneti, per quanto sotto pressione, non hanno alcuna voglia di mollare il campo.
Botes e Priestland si inseguono con i calci di punizione messi fra i pali (uno a testa). Vosawai si fa ammonire al 38', sul 9-15. Llanelli sfrutta l'uomo in più e va in meta nuovamente con North, mentre i Pavanello si danno il cambio, con Enrico che prende il posto di capitan Antonio.
Al rientro dagli spogliatoi, è sempre Botes a firmare la rincorsa trevigiana. Prima al piede al 44', poi con la meta quattro minuti più tardi che significa 17-22. Nel mezzo, un'occasione sprecata dai biancoverdi che cedono alla frenesia nel trasmettere l'ovale a Benvenuti che è in buona posizione per andare in meta.
Fanno il loro ingresso Rouyet e Cittadini. Al 51', Ezio Galon schiaccia di nuovo l'ovale in area di meta dopo un'altra folata offensiva: Brendan Williams dà il via all'azione, allarga per McLean che porta l'ovale lontano quando il compagno si fa trovare pronto per il sostegno e per volare in mezzo ai pali. Arriva la conversione di Botes ed ora è il Benetton a guidare 24-22. Treviso allunga con un altro piazzato di Botes.
Solo al 66' Llanelli riesce a smuovere il punteggio dalla sua, grazie al solito Priestland dalla piazzola. Il numero 10 si ripete al 70' ed ora sono gli Scarlets di nuovo avanti, 28-27.
Ma il Treviso ha voglia di portare a casa un risultato storico e ci riesce quando mancano quattro giri di lancetta al fischio finale, grazie alla meta all'altezza della bianderina di Benvenuti, alla quale segue la conversione di un quasi perfetto Botes.
Nel finale gli uomini della mischia trevigiana cercano la quarta marcatura che vorrebbe dire punto di bonus. Ma per essere la prima volta, basta così.
Al contrario invece a Cork, gli Aironi alla prima partita vera della franchigia fanno un bel primo tempo contro Munster e poi crollano. I rossi irlandesi passano 33-17, quattro mete a una, dopo un primo tempo chiuso sull' 11 pari.
Ai due piazzati di Paul Warwick rispondeva Ludovic Mercier e alla meta dell'estremo Felix Jones quella del pari ruolo Julien Laharrague. Una meta terrific: alla mezz'ora la mischia Aironi vince palla sulla propria linea dei dieci metri, Mercier lancia il centro Des Fountain che si fa largo sostenuto dal compagno di reparto Quartaroli, il quale apre all'estremo che schiaccia in meta sull'angolo destro. Mercier falliva la trasformazione che avrebbe dato il vantaggio agli Aironi.
Il catch up dei Padani terminava a inizio della ripresa con l'espulsione temporanea di Totò Perugini costretto a giocare fuori ruolo a destra: i padroni di casa approfittavano della superiorità numerica per staccare gli avversari marcando due mete in altrettanti minuti, col flanker Niall Ronan e col pilone Tony Buckley. Più tardi arriva anche la seconda marcaura di Ronan per il bonus offensivo, realizzando una iniziativa di Doug Howlett sostenuto dall'altro ex All Black Sam Tuitupou; il neo arrivato Johne Murphy viene fermato a un metro ma il terza linea sopraggiunge, prende palla e marca. Mercier risponde con altri due penalty nel tempo, in mezzo c'è un drop di Warwick: tredici i punti marcati dall'australiano, dodici per il franco-patavino.
Un esito scontato ma è un esordio incoraggiante, se l'obiettivo è quello del "rispetto tecnico" sottolinenato da Munari. Gli uomini di Bernini non fanno i timidi nè i picchiatori folkloristici ma giocano, muovono palla con un Tebadi ispirato pur di fronte a Stringer, e questo è un buon inizio: i padroni di casa escono per l'intervallo corrucciati e senza scherzare, col tempo e l'applicazione si riuscirà a reggere fisicamente e mentamente per un'ora, poi per tutta la gara, step by step. Un buon esordio complessivo per le italiane, di meglio realisticamente non si poteva pretendere.
Per quanto riguarda le altre partite della prima giornata di Magners League, vincono tutte le squadre di casa.
- Nell'anticipo di venerdì Glasgow priva dei famosi tre "Killer B's" in terza linea (uno ceduto, gli altri due non disponibili) batteva Leinster 22-19: sotto 6-16 a fine primo tempo dopo le mete del terza linea Paul Ryan e del mediano Isaac Boss acquisito da Ulster, si mettevano in luce due giovani aperture scozzesi, Ruaridh Jackson (nove punti) e il diciannovenne Duncan Weir (otto con un drop) che insieme non facevano rimpiangere la dipartita di Dan Parks. Nel secondo tempo il canadese DTH Van der Merwe marcava la meta del pareggio, Isa Nacewa schierato all'apertura riportava avanti gli irlandesi, rintuzzato dall'ultimo piazzato di Weir al 77'; il tentativo di drop in extremis di Nacewa (in foto) andava largo e lasciava la vittoria alla squadra di casa.
- Nell'altro anticipo anch'esso tirato, Ulster prevaleva sui campioni in carica Ospreys per 27-26. Dopo una buona partenza dei padroni di casa che nel primo quarto di gara si portano sul 13-3 (meta di Ferris, piazzati di Nial O'Connor), la partita è tutta serrata: il primo tempo termina sul 18-16 (meta dell'ala ex Dragons e rimpiazzo di Shane Williams Richard Fussell e tre penalty di Dan Biggar), nel secondo tempo Biggar marca anche una meta ma tre penalty del pari ruolo O'Connor mantengono il minimo vantaggio per gli irlandesi del nord. Già in campo due sudafricani su tre, Johan Muller e Pedrie Wannemburg, manca solo Ruan Pienaar infortunatosi in nazionale.
- Se le gare del venerdì sono state tirate, quelle del sabato - Treviso a parte - non lo sono affatto. Cardiff prevale su Edimburgh per 34-23, quattro mete a due - entrambe di Tim Visser - e partita mai in discussione. 13 i punti di Chris Paterson per gli scozzesi, 14 quelli di Dan Parks neoacquisto dei Blues. I gallesi sono gli unici in grado di schierare già alla prima di campionato uno squadrone da paura: Gethyn Jenkins e Rhys Thomas (in meta) in prima linea, Brad Davies (in meta) e Paul Tito in seconda, una terza mondiale Ma'ama Molitika-Martyn Williams- Xavier Rush, mediana con Rees e Parks, Shanklin e Laulala (in meta) al centro etc.etc.
- Sempre sabato, Connacht difende il campo casalingo rifilando un netto 40-17 ai Dragons, con 4 mete a una e 25 punti per l'apertura Ian Keatley.
16 commenti:
Assolutamente, di meglio non ci si poteva attendere. A parte la vittoria del Treviso, gli Aironi - gruppo nuovo e quindi gli automatismi sono nuovi pure loro - nel primo tempo hanno tenuto molto bene il campo. Anche Tebaldi, aggressivo più del solito e speriamo sia un buon auspicio in chiave nazionale. Tanto che gli irlandesi, nei primi 40 minuti, avevano il volto di chi forse non si aspettava propriamente un inizio del genere. Alla lunga, hanno deciso di chiudere i conti, ma è stato simpatico vedere Stringer innervosito dagli avanti bassaioli nelle ruck: Perugini, al di là del giallo, aveva l'occhietto furbo di uno che si divertiva ad innervosire un pischello con la puzza sotto il naso, Stringer per l'appunto, che non ha mai goduto di grande fama nell'ambiente azzurro - certe partite del 6 Nations insegnano.
Una base di partenza c'è e la cosa non può che far battere le mani per complimentarsi.
Ringo
Già. A voler proprio vedere il bicchiere mezzo vuoto, Benetton che fatica a battere in casa gli Scarlets privi di Steph.Jones, una delle due peggiori squadre della Lega nella scorsa stagione, non parrebbe granchè. Idem dicasi per gli Aironi, incapaci di cercare il bonus con un Musnster ampiamente rimaneggiato.
Ma sono ragionamenti asettici oltre che negativi: le due italiane sono "nuove" ma non solo, sono come dei gamers che accedono al livello superiore, dove bisogna pensare e agire in modo più veloce e efficace.
Senza considerare il morale che dà leggere OltreManica "Treviso shock Scarlets" e al contempo NON leggere "Munster thrash Aironi past" o similari.
"Chapeau Benetton, se oggi l'Italia ovale rialza orgogliosamente la testa è tutto merito tuo".
Mi piace sottolineare la chiosa intellettualmente onesta - pur sempre rugbisti siamo - da un sito di emanazione romana, uno di quelli che fino a ieri "la cittadina da 80.000 abitanti" e "il rugby nelle grandi città".
Per quanto ci riguarda noi apprezziamo e ci feliciatiamo,. ma preferiamo rimanere più sobri.
Non ci esaltiamo al primo canto del gallo e nememno spareremo alzo zero alle prime difficoltà che sicuramente arriveranno. Tasi e tira, come si diceva da quelle parti.
Allora...
Me la son vista in streaming (mi riservo la trasferta per la doppietta TV-Leinster e PD-VE così mi faccio due belle giornate di Rugby Union - che mi mancava un po' :)
Devo dire che il Treviso m'ha entusiasmato e dicorsi pro e contro Celtic a parte mi ha fatto molto piacere vedere la squadra che riesce a rimontare eportare a case il match. Ben fatto Cei!
Mi resta solo un rammarico (anche se non punto il dito contro nessuno: 1 perchè non so come sia andata davvero e 2 perchè sono nel bel mezzo di una bufera con caratteristiche simili) se la squadra si fosse chiamata Dogi e avesse avuto i colori della Serenissima Monigo non sarebbe bastato e l'entusiasmo sarebbe decisamente di una cifra in più... sperem!
Per ora ben così!!!
Saluti PR
Benetton, quasi novello Bartali al tour de france 1948, ha decisamente scateanto gli entusiasmi non solo nostra ma i più impensabili, vedi commento sopra.
Sull'ultimo spunto "polemico", ai è tutto vero Matt, Dogi sarebbe stato anche mejo, ma come si dimostra dagli entusiasmi scatenati, è la vittoria che unisce mentre la sconfitta divide, quindi morti i Doge, ne vengano avanti di nuovi. Purchè vincenti.
Personalmente poi, appartengo a una generazione che ancora si fa punto di rispettare chi ci picchia dentro la grana. Nel caso in questione, la fam. Benetton.
Si poteva "accomodare" questa esigenza fondamentale, il decisionismo e la giustizia "capitalista" (che detta meglio è l'etica della responsabilità, onori e oneri), aprendo in modo formale la franchigia ad altri apporti? Conoscendo i miei polli, non credo proprio: "el can de do paroni xe morto de fame", president Amerino Zatta dixit al riguardo. Saggezza veneta.
E le vicende in cui sei coinvolto in prima persona, te lo dici da solo, mi paiono una indiretta conferma di quanto sostengo. .
Ergo, sono non felice ma felicissimo che, a livello di superficie, la catena del comando sia rimasta chiara e definita. Anche se personalmente provengo da campanile ben diverso da tv, per non dire opposto ...
I fatti dicono che in Celtic sono andate le due società che avevano pianificato questo approdo. Coi soldi e con la volontà, real and sound commitment. Una senza quasi pedigree, l'altra perfino troppo, almeno negli ultimi decenni. Intorno si è recitata un bel po' di commedia. Ma non credo che per questo la "regionalità" dell'impegno sia stata del tutto abbandonata. Fatto il primo passo si potrà pensare con pragmatismo a qualche coordinata collaborazione. Mi sembra di annusare già adesso tra Petrarca e Benetton un clima collaborativo. Allo stadio c'era pure qualche bandiera veneta. E non so se si sia visto alla televisione, ma alla fine della partita i due Pavanello hanno tirato fuori un gran gonfalone di S. Marco - regalo della Regione? - che con tutta evidenza era stato messo da parte negli spogliatoio in caso di ...lieto evento. Piccole cose, magari anche qualche furbizia. Ma insomma, c'è tempo per future evoluzioni. Anche la storia delle esistenti franchigie della Celtic League non è stata del tutto lineare.
Devo dire che son rimasto abbastanza sorpreso dalla risposta del pubblico e della città di Treviso, con un centro storico assai imbandierato per l'occasione. Pensavo a un tremilacinquecento spettatori e invece quando sono arrivato allo stadio quaranta minuti prima della partita per parcheggiare ho dovuto "violare" il verde pubblico. Tanto più che i gallesi saranno stati due o tre centinaia al massimo. E quando arriveranno le legioni del Munster?
Sulla partita, ragionando a mente freddda, senza farsi prendere dall'entusiasmo, diciamo che Treviso di Smith ha mostrato i suoi soliti pregi e difetti. Nel primo tempo non è riuscito a fare il suo tipico rugby, non proprio "bello" da vedere, forte nelle fasi statiche, tendente a mantenere l'iniziativa e a macinare gli avversari con la mischia prima di aprirlo. E così ha subito il "running rugby" dei gallesi, con mete chiuse in prima e seconda fase. Già visto, purtroppo. Nel secondo tempo ci è riuscito e in quel suo gioco è veramente forte. Ma insomma è andata benissimo. In ultima e atempo scaduto hanno pure cercato la meta del bonus, anche se in tribuna bestemmiavano tutti perché non buttavano fuori la palla...
Si la regionalità low profile, sui fatti concreti, forse è la ricetta giusta per il Veneto: oltre al Petrarca mi pare sia già on board anche Mogliano, più come "sfogatoio" e sbocco sinora.
L'altro approccio forse più scenico ma intrinsecamente più debole, l'unione appunto di tante debolezze come ha fato Aironi, lo vedo meno appealing.
Sul gioco, credo a Munari quando dice che l'obiettivo è incrementare velocità di esecuzione e intensità, più che gli schemi di gioco.
Se riusciranno, allora ci siamo perchè solo 3- 5 squadre sono inavvicinabili per adesso (una è sabato prossimo) e tutte le altre a Monigo dovranno impegnarsi.
Ciao Fioi (visto che siamo in famiglia...)
Allora intendiamoci. Al di là dei desideri credo anch'io che allo stato dei fatti l'unico in grado di metter su una squadra da Celtic fosse Gilberto. E chi ci mette i soldini comanda. E' natural cosa. E' anche vero che in Veneto spesso si litiga e ci si difende dividendo (a volte con ragione al 100%, tanto per ribedire da dove vengo). I tempi NON sono maturi per una unione di fatto tra i team veneti, forse lo sarà in futuro ma il mio rammarico è più veniale che di passione: ovvero mi chiedo se il Sig. Benetton avesse pensato ad una operazione un po' d'effetto e avesse abbracciato il nome e i colori dei Dogi (Benetton Dogi: why not?) e c'avesse messo un po' di marketing ora probabilmente staremmo parlando di quanto fosse stato bello vincere in un Euganeo semi pieno anzichè in un Monigo colmo... e scusate se mi vien l'acquolina in bocca :)
... ecco tutto lì ... ma come detto mai dire mai :)
Saluti PR
Beh in effetti ricordo che s'era proprio fatto esplicitamente il nome Benetton Dogi, proprio da Zatta mi pare, a marzo o giù di ì'. poi non se n'è più fatto nulla, forse per una questione di copyright.
In ogni caso anchje il veneto vant ai suoi "irriducibili", quelli che è come se Dogi fosse di loro porprietà e guai toccarglielo (uno è venuto a trovarci anche nei commenti): voglio dire che il nome non sarebbe bastato. Per certi, lo sai, gli dai un dito ... etc.etc.
Guarda, proprio perchè richiami la storia accennando di dove sei, io credo che nel Veneto a maggior ragione che non da altre parti, ci voglia in tutti i campi una Dominante, una che s'impone con la forza e poi, solo poi si fa "amare" perchè vincente.
Senza di essa siamo solo dei ... toscani ;) appiccicati ognuno al suo bellissimo campanile ....
Dovreste aprire una rubrica in lingua veneta, la prossima volta. Secondo me, diverte ;)
No star schersar vecio ringo ca te catemo su in parola :) :) :) :) RegbiDrito.blogospot....
Giuro che non ero così campanilista un tempo... è che invecchiando...
Passando al commento sulla Dominante: sicuramente come dici tu il Veneto soffre di un "mal di Tolkien", ma con la riserva che le cose stiano lentamente cambiando. Ci sono diverse sinergie nascenti in campo economico sull'asse lungo l'A4 (assieme alla silenziosa crescita della fantomatica PaTreVe), una pendolarità in forte espansione e una sorta di risveglio regional-nazionale anche tra i non leghisti e gli elettori di Sx.
Probabilmente (tornando al Rugby) Treviso non diventerà mai la Juve ovale con tifosi accaniti anche a Padova e Rovigo ma smussando alcuni angoli, se si continua a vincerne una ogni tanto, la strada non sarà così difficile come qualche lustro fa sarebbe stata.
Saluti PR
Sottoscrivo in pieno quanto è stato detto da Abr e PR sulla situazione in Veneto, sia quando si dice che una Dominante è essenziale per dare ordine, sia quando si ricorda che da ste parti The Times they are A-Changin'. SE le cose dovessero mettersi bene (diciamolo sottovoce!) il rugby potrebbe rivelarsi un collante straordinario per questa regione. Zente, quando mai avete visto dei padovani doc col magòn per una vittoria della Benetton a Monigo? Eppure credetemi, non sono sorpreso: lo sarà semmai chi parla di queste terre - e le giudica - standosene a 500 km.
Per concludere, come giustamente ricordato da Abr, niente facili entusiasmi; senza dimenticare però che quello andato in scena sabato è stato un vero, piccolo fenomeno sociale.
Com'è, com'è? "Meglio un morto in casa che un rovigotto sulla porta"? (cit.)
Io la sapevo "Meglio un parente morto che un pisano alla porta", e va da sè che a coniarla fu un livornese. La variante "in saòr" mi giunge nuova, ma la ricorderò :-)
Io riporto quanto certifica una fanciulla della Valdobbiadene.
un maestro motlo noto del rugby padovano di molti anni fa ci ha insegnato che :
"no xe vero che rovigo no i ga gninte: in mesa ora i xe Padova"
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