Il SuperRugby? Sarà un suicidio .. Mondiale
Siamo presi nel nostro tentativo di catch up tutti gli eventi importanti per il rugby mondiale e locale della settimana. Spesso comunque l'arrivare dopo ci risparmia i dettagli noiosi (calendari etc.) e ci consente gli approfondimenti. In perfetta coerenza con l'obiettivo di RightRugby, che non è mai stato quello di "arrivare uno" facendo la Gazzetta Starnazzante.
Orbene, uno degli eventi del fine settimana che raccontiamo in ritardo è la presentazione ufficiale fatta dai vertici SANZAR del torneo SuperRugby (logo qui a fianco) che prenderà il posto del Super14 a partire dal prossimo febbraio. S'è trattato in buona sostanza solo di conferme: il nuovo "Super15" sarà strutturato in tre gironi nazionali (Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda) composti da cinque franchige ognuno, in cui tutti giocheranno contro tutti andata e ritorno (otto partite), più altre gare di sola andata contro otto tra le dieci squadre degli altri gironi; alla fine le due migliori classificate di ogni girone parteciperanno ai playoff.
Sin qui la notizia - in ritardo, ma non c'è nulla di nuovo; vale piuttosto la pena di focalizzarci su conseguenze e reazioni.
Dunque, di fatto i migliori giocatori australi si troveranno tra febbraio e luglio a giocare 18-19 partite nel SuperRugby contro le 14-16 del Super14 precedente. A parità di presenze nei campionati domestici, dove ci sono (Currie Cup, ITM Cup), si tratta di quattro, cinque partite in più rispetto agli anni precedenti, col raddoppio dei "derby" tra squadre rivali nazionali, sempre ad alta intensità anche fisica. Proprio nell'anno in cui si aggiunge al carico la Coppa del Mondo in Nuova Zelanda che aprirà i battenti il nove di settembre.
Prendendo spunto da questi fatti il professor Tim Noakes, esperto sudafricano di sport e preparazione atletica, ha affermato che "dopo la cura" rimarrà ben poco agli atleti australi da spendere ai Mondiali. Al punto di suggerire ai responsabili di ritirare i giocatori di interesse nazionale dal torneo in certi tempi predefiniti, se vogliono averli in forma per la Webb Ellis Cup. Le nazionali che sapranno gestire al meglio i giocatori sul piano fisico, avranno un vantaggio e soprattutto vale il viceversa: "If your top players play throughout the entire season", afferma Noakes, "there is no way that you will win the World Cup".
La Sanzar punta sul SuperRugby e molto le è costato in termini di audience l'aver concesso il riposo agli All Blacks nell'ultimo Super14, così come cruciale d'altro canto si è dimostrata l'assenza dal successivo TriNations di molti Springboks infortunati. Come compensazione per i giocatori ci sarà nel 2011 l'abolizione della finestra Test Match di giugno e la contrazione del TriNations da sei a quattro partite. Rimane l'aggiunta di sette partite per chi arriverà in finale ai mondiali, il che significherà giocare in tutto " 29 o 30 partite, mentre l'ideale per il 2011 sarebbe 16 o 17", afferma Noakes.
Già da ora le polemiche si alzano a proposito dei vari conditioning programme messi in atto, non solo al Sud ma anche in Europa. I più "scottati" sono i sudafricani, che terranno fuori TUTTI i giocatori a contratto federale dalla Currie Cup fino all'ultima giornata. I neozelandesi al contrario paiono molto più rilassati quest'anno: Graham Henry rilascerà la gran parte dei nazionali ai team impegnati in ITM Cup già dal prossimo turno.
Un'altra idea avanzata da Noakes è di risparmiare ai migliori giocatori i derby nazionali nel corso del Super 15: per i sudafricani ad esempio "it makes a lot more sense to want to beat New Zealand and Australian teams ". La cosa avrebbe l'ulteriore vantaggio di sottrarre i migliori dalle gare più "calde" e rischiose e di visionare prospetti e rincalzi sottoposti ad autentica pressione.
Il problema sono gli allenatori Super Rugby e tutto il sistema dei bonus: sono tutti misurati su come la loro squadra si classifica nel torneo, e metà delle gare saranno proprio i derby nazionali ...
Sia come sia, aldilà del caso dell'anno mondiale 2011, ci sono anche i critici del modello Super Rugby di per sè. Uno è Jake White, l'allenatore campione del Mondo in carica, che vede il rischio "noia" in agguato: "It's a huge game when the Bulls play the Cheetahs. But I don't know whether the excitement and crowd attendances will be the same when the teams play one another five times in a year".
E sottolinea, se nei test match si sta tornando al vecchio formato con le partite infrasettimanali, al fine di vedere confronti con facce nuove, col Super Rugby invece si va nella direzione opposta. "You may play Richie McCaw six times between the Tri-Nations and Super rugby tournament" sottolinea White: "I may be old-fashioned, but don't believe one should overdo something like that."
4 commenti:
Sarà che sono il romantico del gruppo, ma io sto con il vecchio Jake.
Così, a memoria, mi viene in mente il campionato scozzese di calcio. Con i derby Rangers - Celtic: alla fine si affrontano tre volte durante la stagione, alla lunga annoia visto che sono già solo loro due a disputarsi lo scudetto.
Old fashioned :)
Il biznes attizza, bisogna vedere qual'è il limite. Per i giocatori e per il pubblico.
Cmq. sono finiti i tempi romantici in cui ci si raccontava al bar di aver visto gli All Blacks.
quei tempi sono finiti,è vero e li rimpiango.
ora è tutto duplicato, o,come negli ultimi 3 nations,addirittura triplicato.
carriere più corte,infortuni a manetta,aiuti chimici più o meno consentiti ma indispensabili e saturazione.
rientrato dalle vacanze da 10 giorni non ho ancora fatto l'abbonamento a dalia tv;un tempo l'avrei fatto a luglio per sicurezza.
poi è vero gli affari sono affari.
eh si, è la legge del pendolo in questi tempi di potere alle masse, checcevoifa? Chi prima faceva la fame poi s'abbuffa e fa i figli cicciotti, mica s'accontenta più.
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