martedì 14 settembre 2010

In Britannia parlano di arbitri

Che siamo alla vigilia del Mondiale non lo dimostra solo il count down nella colonna alla vostra destra, ma soprattutto quel gran parlare che si sta facendo attorno agli arbitri. Durante il Tri Nations non ci siamo fatti mancare nulla, dalle polemiche prima e dopo le partite da parte di sudafricani e australiani per l'atteggiamento reverenziale dei giudici di gara nei confronti degliAll Blacks. La faccenda ha fatto un passo avanti, tanto che se ne discute in Inghilterra, dopo due giornate di Aviva Premiership. Gli ingredienti sono quelli delle volte scorse: maggiore severità, niente sconti e particolare attenzione non solo ai placcaggi alti, ma agli scontri in mischia ordinata.

Fa sapere Mick Cleary, columnist del Telegraph, che Oltremanica c'è un leit motiv che suona così: "Crouch, touch, pause, engage, collapse". Raramente la prima è buona, basta dare un'occhiata a qualsiasi match. Come rimedio, agli arbitri è stato chiesto di prendersi una pausa prima di dettare l'ordine "engage". Ed Morrison, uno dei capi della categoria arbitrale, ha commentato che ci sarà tolleranza zero: i suoi uomini dovranno prestare la massima attenzione.

Un (altro) conto è poi quello che riguarda l'intera area del breakdown. Quando si parla di ruck, si sa, sono gioie e dolori. Il rimedio per fare chiarezza da quelle parti è uno solo: avere ben chiare in testa le basi della materia. C'è chi sta attaccando, chi sta difendendo, angoli dai quali si può intervenire, altri che invece dovrebbero essere chiusi come una saracinesca. Il guaio è che alcuni discorso sono vecchi. Ad esempio, è fatta esplicita richiesta agli arbitri di punire il placcatore che non si leva dalle scatole: il giocatore, da parte sua, è chiamato a mostrare in modo chiaro che si sta disinteressando dell'avversario a terra e che è invece impegnato a rialzarsi per contender l'ovale. "Roll clear immediately" è il comandamento principe e starà ai fischietti inglesi istruire i protagonisti sul da farsi. Ovvio che le parti in causa sono due e quindi, ai difensori, deve essere, diciamo così, concessa la possibilità di contendere il possesso.

Dubbi, interrogativi, perplessità. Perché intanto Paul Ackford, altro editorialista del Telegrpah che conosce bene il rugby per essere stato anche convocato dalla nazionale inglese, si è posto la domanda delle domande, di questi tempi: basta un arbitro quando il gioco si è fatto grande, grosso e veloce? Simpatica la scelta della foto che accompagna il pezzo on line: Richie McCaw intento a festeggiare la meta contro gli Springboks che ha sancito la definitiva vittoria della Nuova Zelanda nel Tri Nations 2010. E che è arrivata dopo un'azione viziata da un passaggio in avanti.

Non a caso, si legge alla fine dell'articolo che contiene dichiarazioni del capo dei capi, Paddy O'Brien, quando un arbitro chiede al TMO se una meta sia valida o meno, la richiesta formulata riguarda solo l'ultima fase dell'esecuzione (il pallone ha toccato terra? è stato perso in avanti? aveva un piede sulla linea laterale?), non una fase precedente (ad esempio, il passaggio smarcante). Il guaio di due fischietti in un solo campo è presto detto: due pesi, due misure. Nel senso che il metro di giudizio sarebbe inevitabilmente diverso e i giocatori sarebbero costretti ad adattarsi in base alla metà campo in cui finirebbero per ritrovarsi.

Se ne parla, va da sé. Intanto proprio O'Brien ha rassicurato di volere il meglio: 10 arbitri per tutta la Coppa del Mondo, "i migliori ragazzi in azione il più spesso possibile". Ne riparleremo.

3 commenti:

tagus ha detto...

buondì e bentrovati dopo un semestre sabbatico da internet ed ovalia.
di arbitri qui se ne parla,e con competenza,da tempo.
il problema è che la mischia la sanno arbitrare in pochini(in inghilterra il solo barnes,per me).
quanto ai 2 arbitri,rilancio un mio vecchio pallino.
2 arbitri sì: uno secondario dedicato a verificare a)il fuorigioco della difesa da ruck ,maul ecc b) la posizione di partenza di chi monta sui calci e le ostruzioni della difesa c)gli ingressi nei punti di incontro ed un arbitro centrale cui spettano tutte le altre decisioni .

nelle mischie ordinate e nelle touche si potrebbero mettere uno da un lato ed uno dall'altro e le furbate diminuirebbero drasticamente.
si obietterà che ci sono i guardalinee,ma di responsabilità se ne prendono poche e,quando lo fanno c'è pure qualche bello spirito che se ne lamenta.

certo,con due arbitri strutturati come sopra si potrebbe porre il gustoso contrattempo dell'arbitro centrale che sanziona a perchè non rotola via e dell'assistente che punisce contemporaneamente b perchè il sostegno entra di lato...

Abr ha detto...

Bentornato tagus e grazie del contributo.
Nel basket ci sono due arbitri (quasi) a pari poteri e i conflitti tra loro sono molto rari; cmq. la mia opinione personale coincide abbastanza con la tua, trovo che nel rugby ci vorrebbero più arbitri in campo, specializzati, come del resto lo sono i giocatori.
Ma la cosa costa. La mia soluzione sarebbe dare ai guardalinee il fischietto o il fazzoletto giallo avvoltolato stile Nfl, ma va bene anche la bandierina alzata, specializzandoli su tutti i fuorigioco (partenze sui calci incluse) e ausilio (laterale) nelle mischie ordinate, permettendo loro di entrare in campo di qualche metro: ne avremmo quindi tre di arbitri con uno principale che chiama le punizioni e parla coi capitani, focalizzato sul breakdown.
Più il quarto uomo che invece che sorvegliare solo cambi e panca puniti, potrebbe fare anche il Tmo a bordo campo, stile NFL. Così si risparmia ulteriormente e si può estendere a più campionati: l'han fatto nell'NPC quest'anno. Ah, e mettiamoci sempre cronometrista per favore a tutti i livelli, basta un ragazzotto come nel basket, finiamola coi recuperi a papocchio decisi dallàarbitro in base all'umidità dellàaria e alla vocio del pubblico di casa stile calcio!

Poi, fondamentale, ci vogliono arbitri che corrano: a inizio anno si fanno dei test federali di ateltica e cronometro alla mano, i vecchioni espertoni europei alla Nigel Owens etc. vanno pensionati. Barnes (e i sudafricani Joubert, Kaplan, Lawrence) sono i migliori perchè son sempre vicini all'azione. Poi la mischia ordinata nei primi 5 è un mondo a se', ma non è fisica nucleare, basterebbe un corsettino gestito da un ex pilone e chiunque, persino un ex trequarti ala potrebbe imparare a valutarla :)

tagus ha detto...

grazie abr
azz,
un'ala forse,un'apertura però non potrebbe ;-)

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