sabato 23 ottobre 2010

E' la stampa, All Blacks

Mentre il Socio tira le somme di quanto sta accadendo sul campo in Nuova Zelanda, c'è dell'altro che arriva sempre da quelle parti. Gli All Blacks hanno infatti deciso che renderanno pubblico il XV di turno non più il martedì, ma il giovedì: 48 ore di attesa in più a partire dai prossimi Test Match autunnali. Lo ha rivelato l'assitant coach, Steve Hansen, che non ha nascosto il motivo del cambiamento di programma: tenere gli avversari sulle spine il più possibile.
"Ci siamo chiesti perché davamo alle squadre avversarie così tanto tempo per sedersi attorno ad un tavolo e cominciare ad analizzarci", ha detto Hansen. "Gli facilitava il lavoro". E dato che i neozelandesi non hanno voglia di rendere la vita facile a nessuno, si sono comportati di conseguenza.
Il rapporto con i media, d'altronde, è fondamentale. Ricordiamo bene le polemiche esplose la scorsa estate dopo che un fotografo aveva ripreso coach Graham Henry durante una sessione di allenamento per il Tri Nations con il foglio di appunti girato nel verso sbagliato, ovvero nella direzione dell'obiettivo. La dirigenza delle nazionale se la prese molto, arrivando a giudicare l'accaduto come un tradimento di un patto non scritto: si possono riprendere i nostri mentre preparano i match, ma senza svelare tattiche e segreti. Del resto, è il professionismo bellezza: è da mo' che nella NFL il coach parla con gli analisti nell'upper desk e col quarterback collegati via radio, nascondendo la bocca per non farsi decifrare il labiale; anche nel calcio s'è visto, per primo Fabio Capello.
Hansen viaggia in senso contrario rispetto alla freccia Pro e, parlando del più e del meno, ha rivolto l'attenzione ai giornali e alle televisioni neozelandesi, chiamandoli a far team affinché tengano i giocatori il più lontano possibile dalla pressione pubblica, dall'occhio del ciclone. Tra un anno laggiù ci saranno i Mondiali e gli AB partiranno da favoriti con una pressione mai provata prima dopo i fallimenti che hanno seguito la vittoria del 1987. In Nuova Zelanda, appunto.
Fate finta di niente, dimenticatevi tutto: è questo in soldoni il messaggio recapitato ai reporter che infilano il naso sui campi di allenamento, sul concetto del facciamo squadra. "Voi saprete chi giocherà assistendo e noi vi chiederemo di tenervi gli appunti per voi e di scrivere articoli senza svelare nulla. This is the team".

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