sabato 30 ottobre 2010

A Treviso fanno poker

8 commenti:

ringo ha detto...

Un applauso sincero alla cronaca dell'amico Zamax. Tifoso trevigiano, ma onesto nel farci il resoconto. Semplice, essenziale, e puntuale. Bene, bravo, bis!

Zamax ha detto...

A parte l'inno del Benetton...

Eccomi qui con alcune riflessioni in margine all'incontro di ieri e in generale sull'avventura del Benetton nella Magners League giunta alla settima giornata. L'ovvia premessa è che i risultati fin qui son stati eccellenti e insperati, e che non si possono fare che grossi complimenti alla società, alla squadra, allo staff tecnico, e anche al pubblico: su questo non ci piove.
In positivo possiamo dire che la squadra di Smith ha una sua filosofia di gioco, un suo game plan, che riesce spesso a mettere in pratica, basato sul mantenimento del possesso dell'ovale e sulla supremazia territoriale, e quindi sull'eccellenza del pack nelle mischie ordinate, nelle touche, nelle fasi statiche che costituiscono gran parte delle fonti di gioco; e poi nel sostegno nelle ruck, nelle maul, nel gioco in verticale. Però caratteristico dell'allenatore sudafricano è che vuole che la personalità della squadra derivi più dall'assorbimento da parte di tutti i giocatori dello spirito di questo gioco che dalla presenza più o meno fissa di un certo zoccolo duro di giocatori dalle caratteristiche particolari nella formazione titolare, in modo che auspicabilmente cambiando gli uomini non cambi il risultato. Smith ha tanti uomini a disposizione, ma non solo cambia continuamente la composizione della squadra tra una partita e l'altra e durante la partita, ma cambia spesso di ruolo a questo o quel giocatore, cercando il massimo di duttilità e intercambialità. Basti pensare che dall'inizio della stagione ben quattro giocatori hanno giocato N° 8: Vosawai, Derbyshire, Zanni, Barbieri. Che flanker hanno giocato gli stessi Zanni, Barbieri, Derbyshire più Vermaak, Minto, Filippucci, E. Pavanello, e persino Picone, mediano di mischia che gioca anche centro. Mc Lean ha giocato ala, estremo e mediano di apertura. Botes mediano di mischia, ma anche mediano di apertura e ala. Maddock ha giocato ala a sinistra e a destra, e pure da estremo. Benvenuti, così come Vilk, ha giocato sia ala sia centro. Da centro hanno giocato, oltre ai due precedenti, anche Galon, Sgarbi, Picone, Garcia. In prima linea Smith ha ruotato continuamente Rouyet, Ghiraldini, Cittadini, Allori, Vidal, Di Santo, Sbaraglini, Muccignat, in attesa del ritorno di Rizzo e dell'utilizzo magari anche di Costanzo e Ceccato. I soli giocatori utilizzati quasi sistematicamente sono stati A. Pavanello e Van Zyl, e tuttavia spesso hanno giocato anche E. Pavanello e Bernabò. Nel loro ruolo “naturale” hanno giocato Williams, Burton e Nitoglia, ma neanche il primo ha giocato sempre. Smith probabilmente ha ecceduto solo nel voler far giocare in un ruolo delicato come quello di loosehead prop – per dirla con lo storico di RR e per fargli capire che c'è qualcuno che legge sul serio – uno che da una vita gioca da tallonatore come Sbaraglini. Fatto sta che la squadra ha una sua personalità e questo ha aiutato i nuovi ad inserirsi senza troppe difficoltà: mancano all'appello ancora Sepe, Pratichetti e Padrò, ma prima dopo arriverà anche la loro occasione.

Zamax ha detto...

In negativo c'è che subiamo troppe mete, 19 dall'inizio della Magners League; troppe mete soprattutto rispetto al volume di gioco subito. Solo in una partita – col Leinster – abbiamo fatte più mete dell'avversario. Vinciamo col volume di gioco e con le punizioni che ne derivano. Col Connacht per esempio abbiamo subito due mete, una per la solita disattenzione iniziale, e la seconda in prima fase con un'azione di contrattacco di Carr partita quasi dalla linea dei 22 di Connacht. Ma ne potevamo subire altre due quasi simili: nel primo tempo Rouyet ha salvato Treviso con un miracolosa francesina sempre su Carr; lo stesso Carr a poco dalla fine è stato fermato solo da un passaggio in avanti. Ma quando il Connacht ha attaccato con “regolare” e metodica procedura di conquista territoriale, raramente siamo stati in pericolo. Questo tipo di problema si è ripetuto spesso anche nelle altre partite. Treviso soffre quando il campo è non solo largo ma anche lungo. In quelle occasioni non riesce a difendere bene.

Abr ha detto...

Sulle alle puntuali considerazioni tecniche dell'intenditore Zamax, c'è poco da commentare, solo da recepire.

Il tema del TURNOVER appare effettivamente oggi una autentica ossessione in casa Benetton: l'idea che gestire due competizioni di livello come Celtic e Heineken dovesse venir affrontato prima di tutto con una accurata PIANIFICAZIONE, era esplicito fin dalle dichiarazioni della Direzione Generale (Munari) e della Presidenza (Zatta) prima ancora di ottenere l'incarico Celtico.
Del resto solo una rotazione accurata dei giocatori e un team spirit amplificato può evitare che una rosa interessante ma non certo di ipercampioni, possa tenere il passo, come sta facendo, con la media classifica Celtica.

Di positivo, anzi direi di mai visto in Italia, c'è la determinazione in attacco della Benetton, che ha trovato in Burton e nei suoi drop (oltre al giovane della Marca capocannoniere di Heineken, spostato al centro) un finalizzatore forse insperato.

La coperta però si rivela corta e la cosa sta costando un passivo di mete eccessivo. Zamax lo localizza nelle "fasi rotte", in effetti la difesa di Treviso pare ben disposta e anche abile nello scrambling quando qualche avversario sfugge al placcaggio. ma acora prona alle "distrazioni" dei primi cinque minuti, ai blitz. Lì serve lavorare.

Abr ha detto...

Bravissimi a tutti, Zamax al debutto e Ringo al coordinamento: audience e numero contatti da record ever, mi dicono: ve la siete guadagnata!

Buona la prima, congratulations!

Abr ha detto...

Cmq., quando si parla di "determinazione in attacco" di tv: siamo sempre al più calci (drop inclusi) che mete.
Benetton è l'unica squadra della Lega a non aver ancora conquistato un singolo punto di bonus: quando perde le prende (pbm. della difesa sopra detto) e quando vince non lo fa mai con 4 mete.
Siamo ai "next step" di miglioramento, ovviamente: se tenesse la media di 4 vittorie in 7 turni, è quasi posto nei playoff ...

tagus ha detto...

sicuramente l'avrete già fatto notare qui od in altro post e mi scuso in anticipo per la quasi scontata duplicazione,tuttavia unendomi agli assolutamente meritatissimi peana,ricordo che le vittorie forse sono in parte anche figlie delle stranezze di un calendario che ha messo treviso a monigo per oltre il 70% degli incontri disputati fino ad ora.
è possibile che la media vada declinando in un futuro di partite in trasferta, ma questo nulla toglie alla splendida impressione che mi lascia la determinazione di treviso nel vincere fin qui praticamente tutte le partite alla portata,segno di un management solido in campo e fuori(quando le occasioni ci sono si portano a casa e basta).
a questo proposito e venendo all'immediato futuro azzurro,dal momento che si è scelta una seconda linea da soma escludendo bortolami,credo che andrebbe data una possibilità a pavanello:in una squadra come la nostra carente di personalità proprio quando le partite vanno vinte,avere il capitano di una squadra vincente potrebbe far comodo.
la mischia di treviso +parisse,castro,lo cicero e geldenyus.non male no?

Abr ha detto...

Lo dici giustamente tu tagus: le occasioni quando ci sono si portano a casa e basta.

Personalmente trovo che le vittorie iniziali facciano morale, quindi ben venga almeno la fortuna del calendario.
Come scritto su altro post, credo che la minaccia vera per TV e ancor più forse per gli Aironi arrivi adesso, con le partite di Celtic concomitanti con gli impegni della nazionale.
Tolte Munster, Leinster e Ospreys (già non a caso caduta in casa), noi e gli scozzesi siamo i più penalizzati dai prelievi nazionali per Test e 6nazioni prossimo.

Le concorrenti dirette Dragons, Connacht, Llanelli (che ha Priestland, Stph.Jones può anche non timbrare il cartellino) e persino Ulster, non aspettano altro.

Seconda linea italiana: serve indubbiamente uno con lo sguardo vivo come A.Pavanello, anche perchè il Bortolo non mi pare ancora aver recuperato il livello 2007 e manco 2008.

La mischia standard dell'Italia? E' "vecchie glorie migranti ed ex" (Parisse, Begamauro, Castro, Del Fava, Bortolo, Perugini) sullo zoccolo duro di Viadana, con qualche inserimento da Tv (Zanni, Derby in panca) ...

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