giovedì 25 novembre 2010

Autoscontri a Twickenham


Sabato Test Match evergreen a Twickenham, con molto sul piatto, a partire dal ranking e quindi forse anche inclusivo di qualche testa: si gioca Inghilterra - Sudafrica.
Non è in discussione quella di coach Martin Jonhson: piace la feroce determinazione che è riuscito a trasferire a una Inghilterra che pare finalmente essere la "sua", dopo i timidi e pallidi ectoplasmi visti anche in Italia nella scorsa stagione. Di conseguenza, pochi sono i cambiamenti annunciati per una partita che riveste il ruolo di conferma nel ruolino di marcia britannico: tornano tutti i titolari vincenti con l'Australia, cioè Mike Tindall (Gloucester) al centro, capitan Lewis Moody (Bath) e Tom Croft (Leicester) come flanker e Dan Cole (Leicester) in prima linea. La gara con Samoa non è stata però inutile: Matt Banahan (Bath) guadagna la panchina e la confermano Hendre Fourie (Leeds), James Haskell (Stade) e David Wilson (Bath).
Sempre in panchina, dove ci sono le poche novità nel gruppo inglese oramai identificato dal coach, conferma per Danny Care oramai impact player designato, Charlie Hodgson, per il tallonatore Steve Thompson, mentre a rincalzo della seconda linea arriva il tosto ed espertissimo Simon Shaw, il più "sudafricano" degli inglesi, al posto di Attwood. Banahan soffia il posto di utility back a Delon Armitage, e forse è questa la bocciatura dell'autunno albionico.
Tra gli altri confermati titolari c'è Joe Worsley (Wasps): è l'uomo con più caps tra gli avanti, ma solo 15 dei suoi 77 caps come nr.8, dove Johnson lo sta attualmente impiegando. Feroce determinazione abbiam detto, ma non si può nascondere che gli inglesi sono molto goduti per il ritrovato gioco al largo: il trio Foden - Ashton- Cueto, con Hape supporto centrale e il rimpiazzo Banahan , ha procurato 5 mete in tre gare contro una sola in tutto l'autunno 2009. Feroce determinazione del bulldog in crescita, ma qualche crepa è emersa contro Samoa: 12 i turnover agli Isolani, al Sudafrica non si possono concedere.


England: 15 Ben Foden , 14 Chris Ashton , 13 Mike Tindall , 12 Shontayne Hape , 11 Mark Cueto , 10 Toby Flood , 9 Ben Youngs , 1 Andrew Sheridan , 2 Dylan Hartley , 3 Dan Cole , 4 Courtney Lawes , 5 Tom Palmer , 6 Tom Croft , 7 Lewis Moody (c), 8 Nick Easter ,
Replacements : 16 Steve Thompson , 17 David Wilson, 18 Simon Shaw, 19 Hendre Fourie, 20 Danny Care, 21 Charlie Hodgson, 22 Matt Banahan

Clima pesante in casa Springboks, con tutti i posti nel coaching team a rischio in caso di una sconfitta dopo sei vittorie in fila con gli inglesi, che costerebbe ai Boks il podio nel ranking Irb. I nodi di un gioco che non decolla dopo l'ultimo posto al TriNations, stanno venendo al pettine: in patria non piace perdere e alcuni nello specifico accusano Peter de Villiers di fare l'ultimo dei Mohicani, continuando ad applicare il modulo trionfante nel 2009 ma messo in crisi dalle nuove interpretazioni arbitrali (a partire dai fuorigioco), che hanno depotenziato il gioco al piede e riportato in auge la capacità allargare. Ci si dimentica che il Sudafrica ha dovuto lasciare a casa praticamente un'intera squadra causa infortuni, ma i detentori del titolo non possono certo permettersi di andare in Nuova Zelanda con la testa bacata, a fare i turisti. Se riescono a passare 'a nuttata, è discesa fino al 2011, altrimenti ...
Il coach respinge il panico e si affida alle scelte consolidate, all'esperienza: Hougaard torna in panca lasciando il posto in mediana a Ruan Pienaar, così come Kankowski sta fuori e torna Pierre Spies al nr.8. Il resto è standard, con la prima linea Mtawarira-Bismark e Jannie Du Plessis, una delle poche note nettamente positive di questo tour; il duo eterno Botha-Matfield in seconda linea, Stegmann con Juan Smith larghi in terza linea - e il risolutivo Willem Alberts sempre partente dalla panca. All'apertura Mornè Steyn non si discute, al centro il duo Jean deVilliers- Frands Steyn, larghi Aplon e Mvovo con Kirchner in fondo. Tutto confermato anche in panchina, dove si accomodano il tallonatore Strauss, CJ Van der Linde rincalzo in prima linea, Flip Van der Merwe per la seconda, Alberts per la terza, Hougaard e Lambie mediani e Adi Jacobs utility back.
Il Sudafrica dovrebbe star tranquillo e giocare come ha sempre fatto, magari fidandosi un filo di più di se stesso, come fatto a sprazzi con Galles e Irlanda e meno nell'acquario del Murrayfield; proverà a imporre la sua legge sulla rimessa laterale, anche se con la Scozia sono stati sfidati lì e qualcuna ne han persa; viceversa sarà una bella sfida aperta sull'altra fase statica, la mischia ordinata. La vera chiave di una partita equilibrata starà nel gioco aperto, nel numero di palle recuperate e di rotture della linea. Saranno botte da orbi, garantito.


South Africa: 15 Zane Kirchner, 14 Gio Aplon, 13 Francois Steyn, 12 Jean De Villiers, 11 Lwazi Mvovo, 10 Morne Steyn, 9 Ruan Pienaar, 8 Pierre Spies, 7 Juan Smith, 6 Deon Stegmann, 5 Victor Matfield (c), 4 Bakkies Botha, 3 Jannie du Plessis, 2 Bismarck du Plessis, 1 Tendai Mtawarira.
Replacements: 16 Adriaan Strauss, 17 CJ Van der Linde, 18 Flip van der Merwe, 19 Willem Alberts, 20 Francois Hougaard, 21 Patrick Lambie, 22 Adi Jacobs.

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