Youngs omaggia l'Australia, a suo modo
Ha vissuto un fine settimana da assoluto protagonista il mediano di mischia inglese Ben Youngs, eletto Man of The Match dopo la vittoria dell'Inghilterra sull'Australia a Twickenham. Ha dato il via alle azioni più pericolose, si è sempre fatto trovare pronto e ha mostrato di avere intuito e aggressività, tutte le componenti insomma che vengono richieste ad un numero 9 moderno. E il ragazzotto, titolare nei Leicester Tigers, ha voluto in particolare ringraziare l'allenatore dei backs del club britannico: l'australiano Matt O'Connor, che almeno una volta nella carriera di giocatore è stato convocato con i Wallabies, contro l'Irlanda nel 1994.
Youngs ha ricevuto i complimenti di Matt Dawson, campione del Mondo 2003, che ha sottolineato in particolare la bravura nel ribaltare le sorti di un'azione, vale a dire quando ha aperto sul lato chiuso per Chris Ashton con tutta l'Australia a ridosso della linea di meta, permettendo alla potente ala dei Northampton Saints di andare a marcare dall'altra parte del campo.
Il 21enne risponde che d'altra parte l'istinto nel rugby non è fattore di poco conto: "Se mi avessero placcato, avrei fatto la figura dell'idiota", racconta adesso, a cose già fatte. "Matt O'Connor ha avuto un influenza massiccia sulla mia carriera. Se non fosse stato per lui - ha proseguito - non sarei dove sono adesso e non avrei giocato per l'Inghilterra".
Intanto, siccome Oltremanica non sono mai contenti, si fa un gran discutere se quella di Ashton sia la meta più emozionante degli ultimi anni. Il pubblico londinese sabato pomeriggio era in delirio, ma qualcuno ha fatto notare che c'è chi ha saputo far di meglio. Molto meglio: la meta di John Bentley con la maglia dei British Lions nel 1997 in Sud Africa.
Youngs ha ricevuto i complimenti di Matt Dawson, campione del Mondo 2003, che ha sottolineato in particolare la bravura nel ribaltare le sorti di un'azione, vale a dire quando ha aperto sul lato chiuso per Chris Ashton con tutta l'Australia a ridosso della linea di meta, permettendo alla potente ala dei Northampton Saints di andare a marcare dall'altra parte del campo.
Il 21enne risponde che d'altra parte l'istinto nel rugby non è fattore di poco conto: "Se mi avessero placcato, avrei fatto la figura dell'idiota", racconta adesso, a cose già fatte. "Matt O'Connor ha avuto un influenza massiccia sulla mia carriera. Se non fosse stato per lui - ha proseguito - non sarei dove sono adesso e non avrei giocato per l'Inghilterra".
Intanto, siccome Oltremanica non sono mai contenti, si fa un gran discutere se quella di Ashton sia la meta più emozionante degli ultimi anni. Il pubblico londinese sabato pomeriggio era in delirio, ma qualcuno ha fatto notare che c'è chi ha saputo far di meglio. Molto meglio: la meta di John Bentley con la maglia dei British Lions nel 1997 in Sud Africa.
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