Il futuro passa come sempre da laggiù
Erano in 12 nel 1996, sono in 15 nel 2011 e si sono date un tono ancora più brillante con il termine Super Rugby. Basta poco per intuirlo: fino alla scorsa stagione erano sì le Super 14, ma stavolta non è solo una questione di franchigie, quanto piuttosto di rugby vero e proprio. Questo fine settimana attaccano a darsi battaglia, con l'aggiunta della nuova arrivata, i Melbourne Rebels.
Down under hanno deciso di prendere di petto la questione perché non è tutto oro quello che luccica. In Australia, per esempio, il rugby a XV è sceso al nono posto in alcune classifiche sugli sport più popolari e il chief executive della Union degli Aussie, John O'Neill, non ha nascosto le difficoltà nel rimanere al passo con "mercato incredibilmente assetato di sangue". Il 2011 per gli australiani deve essere l'anno del ritorno, "the year where we are going to make our move back into a much improved and popular game". Una dichiarazione d'intenti semplice, diretta, chiara. Chissà se sarà pure efficace.
Tatticamente, l'Emisfero Sud è quello che per primo ha adottato le ELV, le Experimental Law Variations che in Europa non hanno fatto breccia nei cuori, tanto da arrivare ad un compromesso che accontentasse tutti. Soprattutto quelli del Nord, visto che a conti fatti Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia hanno proseguito a loro modo nel loro progetto di un rugby sempre più veloce, sempre più competitivo. La storiella che la palla ovale sia uno sport per tutti è ancora valida tra i dilettanti, mentre professionalmente i tempi sono cambiati definitivamente, com'è che logico che sia.
E' tutta una questione di appeal, alla fine dei conti. Più mete, più spettacolo, più spettatori sugli spalti e davanti allo schermo. La SANZAR ha stipulato un contratto di 437 milioni di dollari (324 milioni di euro) per i diritti televisivi dal 2011 al 2015 tra Super Rugby e Tri Nations: non è un caso che le due cose vadano assieme, perché uno da antipasto all'altro. La cifra è incrementata del 35% rispetto all'accordo sempre sull'arco di cinque anni scaduto nel 2010 con la News Corp. Ovvio che l'acquirente non sia cambiato: i match verranno trasmessi da Supersport in Sud Africa, Fox Sports in Australia e Sky in Nuova Zelanda.
Poi c'è tutto il resto, sotto la voce marketing o più semplicemente pubbliche relazioni. Già abbiamo notato come gli atleti si divertano, down under, a rendersi protagonisti di fronte ad una telecamera. Aggiungiamoci lo sbarco di Danny Cipriani con i Rebels: è un talento forse acerbo, ma pur sempre un talento boreale che vuole gettarsi alle spalle gli infortuni e le opache prestazioni con i London Wasps e l'Inghilterra. E si accompagna con una modella, Kelly Brook (nella foto): non è solo gossip, ma anche immagine. Insomma, non vi pare che ci siano delle assonanze, ad esempio, con il football americano? Gisele Bundchen e Tom Brady, quarterback dei New England Patriots?
E le cheer leader a bordo campo che non sono evidentemente quelle sullo stile gaio e provocatore dello Stade Francais?
Infine, tornando all'aspetto prettamente atletico: Sonny Bill Williams. Rugbista a 13 e XV, boxeur, problemi con l'alcol, scatti bollenti con la modella (e altrettanto atletica) australiana Candice Falzon e conversione all'islam.
Pensare che il punto di svolta fu nelle galoppate di Jonah Lomu negli anni '90.
Down under hanno deciso di prendere di petto la questione perché non è tutto oro quello che luccica. In Australia, per esempio, il rugby a XV è sceso al nono posto in alcune classifiche sugli sport più popolari e il chief executive della Union degli Aussie, John O'Neill, non ha nascosto le difficoltà nel rimanere al passo con "mercato incredibilmente assetato di sangue". Il 2011 per gli australiani deve essere l'anno del ritorno, "the year where we are going to make our move back into a much improved and popular game". Una dichiarazione d'intenti semplice, diretta, chiara. Chissà se sarà pure efficace.
Tatticamente, l'Emisfero Sud è quello che per primo ha adottato le ELV, le Experimental Law Variations che in Europa non hanno fatto breccia nei cuori, tanto da arrivare ad un compromesso che accontentasse tutti. Soprattutto quelli del Nord, visto che a conti fatti Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia hanno proseguito a loro modo nel loro progetto di un rugby sempre più veloce, sempre più competitivo. La storiella che la palla ovale sia uno sport per tutti è ancora valida tra i dilettanti, mentre professionalmente i tempi sono cambiati definitivamente, com'è che logico che sia.
E' tutta una questione di appeal, alla fine dei conti. Più mete, più spettacolo, più spettatori sugli spalti e davanti allo schermo. La SANZAR ha stipulato un contratto di 437 milioni di dollari (324 milioni di euro) per i diritti televisivi dal 2011 al 2015 tra Super Rugby e Tri Nations: non è un caso che le due cose vadano assieme, perché uno da antipasto all'altro. La cifra è incrementata del 35% rispetto all'accordo sempre sull'arco di cinque anni scaduto nel 2010 con la News Corp. Ovvio che l'acquirente non sia cambiato: i match verranno trasmessi da Supersport in Sud Africa, Fox Sports in Australia e Sky in Nuova Zelanda.
Poi c'è tutto il resto, sotto la voce marketing o più semplicemente pubbliche relazioni. Già abbiamo notato come gli atleti si divertano, down under, a rendersi protagonisti di fronte ad una telecamera. Aggiungiamoci lo sbarco di Danny Cipriani con i Rebels: è un talento forse acerbo, ma pur sempre un talento boreale che vuole gettarsi alle spalle gli infortuni e le opache prestazioni con i London Wasps e l'Inghilterra. E si accompagna con una modella, Kelly Brook (nella foto): non è solo gossip, ma anche immagine. Insomma, non vi pare che ci siano delle assonanze, ad esempio, con il football americano? Gisele Bundchen e Tom Brady, quarterback dei New England Patriots?
E le cheer leader a bordo campo che non sono evidentemente quelle sullo stile gaio e provocatore dello Stade Francais?
Infine, tornando all'aspetto prettamente atletico: Sonny Bill Williams. Rugbista a 13 e XV, boxeur, problemi con l'alcol, scatti bollenti con la modella (e altrettanto atletica) australiana Candice Falzon e conversione all'islam.
Pensare che il punto di svolta fu nelle galoppate di Jonah Lomu negli anni '90.
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