giovedì 31 marzo 2011

C'è del marcio in ... Scozia

Abbiamo fatto cenno alcune volte alla situazione del rugby in Scozia, anche ultimamente. Esemplare di un modello di sviluppo che non si sviluppa, adottato da questa stagione anche dall'Italia.
L'occasione per approfondire è arrivata, lo vuol fare la Union scozzese stessa (Sru): la notizia è che il suo capo esecutivo Gordon McKye ha annunciato una prossima performance review riguardante tutto il rugby d'alto livello nazionale, le cui performance ha giudicato, parole sue: "bitterly disappointing in the last three months".
Le quali sono sotto gli occhi di tutti: la nazionale entra nel Sei Nazioni col generale consensus di possibile anzi quasi certa sorpresa, dopo cinque risultati positivi negli ultimi sei Test Match e coach Andy Robinson confermato alla sua guida sino al 2015; ma il risultato è un Cucchiaio di Legno schivato solo all'ultima giornata tra prestazioni sconfortanti. Quanto alle due (uniche) rappresentative Pro scozzesi impegnate in Magners League,  anch'esse sono state largamente deludenti, perlomeno rispetto alla stagione precedente, quando tutti si sperticavano in lodi al modello vincente scozzese e salutavano l'arrivo dei frutti delle scelte fatte. Era illusione: alla data Glasgow langue penultima e Edimburgh è nona in classifica su dodici. Modello o meno, di fatto son tornati indietro nonostante le tradizioni e la pratica nelle scuole (gli unici asset reali e invidiabili da noi).

Su tale situazione deficitaria cala la temuta performance review federale, termine che negli anglosassoni evoca livelli di stress che in noi potrebbe suscitare una "ispezione della Guardia di Finanza" o una "interrogazione non programmata su tutte le materie".
"We have a resolve and a determination to tackle some areas that are not right", ha dichiarato McKye. E' una fase che, come ben sa chi ha esperienza di multinazionali, non può certo chiudersi con tutti allo stesso posto di quando comincia: sarebbe come ammettere che allora la colpa è degli stessi vertici che l'han promossa ...
"Over the next couple of months or so we're going to look at all things (...). We'll come out with a vision which is achievable and is realistic and will ultimately contribute to more regularly winning teams.".Colui che rischia meno di tutti è Andy Robinson: non possono certo rimangiarsi la sua recente conferma; quanto alle altre panchine, l'allenatore di Edimburgh è già saltato alcune settimane fa. Ma non sta lì il problema.

Non ha tutti i torti il Gran Capo federale a voler vedere bene cosa stian combinando a livello di franchigie Pro. Le quali però, stanno zitte ma non si può dire siano messe nelle migliori condizioni per competere: Robinson ha appena deciso, come in suo potere nel nome dei programmi di conditioning, di ritirare dalle competizioni cinque atleti di interesse nazionale: il capitano Alastair Kellock, John Barclay e Richie Gray di Glasgow (gli Aironi ringraziano) e Ross Ford, Allan Jacobsen di Edimburgh.
McKye declina preventivamente ogni accusa alla Federazione di sabotare le franchigie, la definisce "cultura  delle scuse": il controllo centrale sulle franchigie non viene esercitato rigidamente come si potrebbe, afferma, e sta a loro produrre in ogni caso risultati migliori.
Oltre però a quelli fermati, si registra lo stop del rientro dall'estero di giocatori di interesse nazionale anzi al contrario, l'aumento delle partenze: dopo Dan Parks e Kelly Brown l'anno scorso, a fine stagione se ne andranno anche Max Evans e Richie Vernon, mentre Nathan Hines cambierà Paese ma rimarrà fuor di Scozia, da Leinster a Clermont e Euan Murray è già passato dai Saints a Newcastle. Come se Tommy Benvenuti e Zanni andassero a giocare in Francia, Masi da Parigi andasse a Belfast e LoCicero si trasferisse a Castres.
Un ulteriore potente grattamento di testa deriva dallo scoprire - lo dichiara Mr. McKye, noi non lo sapevamo - che le due franchigie godono di un budget per la squadra di 5 milioni di euro ciascuna, mutatis mutandis sul livello  di club "salary-capped" della Premiership.

Per giunta, le due franchigie sedute su 'sta montagna di soldi avrebbero anche piena autonomia su assunzioni e rilasci. "La partenza di Dan Parks ha consentito di responsabilizzare e far emergere Ruaridh Jackson", sottolinea McKye: sarebbe come se Dondi affermasse che il taglio di Tebaldi era programmato per lanciare Semenzato; par più una excusatio non petita, rivelatrice di come tutta quella conclamata autonomia di scelte molto probabilmente non esista proprio (forse c'è per gli stranieri, azzardiamo).
Insomma, da tutti 'sti fatti messi in fila l'impressione si fa netta ed assume anche il senso di utilissima lezione per chi, come noi italiani, s'è incamminato lungo la stessa strada con qualche anno di ritardo. E con meno "dotazioni", in termini di tradizioni e schei.
I risultati dicono che ci sia del marcio ma forse nella direzione opposta a quella che piacerebbe al Gran Capo: forse nelle franchigie troppa gente s'è seduta, troppi si stan preoccupando più dei "collegamenti" e del farsi vedere ligi ed allineati alla politica federale, piuttosto che impegnarsi a vincere le partite.
Altro allora che "rinsaldare la collaborazione" tra franchigie e nazionale, come già dicono qui da noi alla vigilia del nostro Consiglio Federale, il problema è esattamente l'opposto: se la performance review scozzese sarà seria, evidenzierà che, direbbe Totò, in franchigia "si vivacchia" nella oggettiva assenza di obiettivi, dato che tutto è finalizzato teutonicamente al solo Bene Supremo Nazionale: "Nicht fur uns, alles fur Deutschland".

Meditate o italiche dirigenze, sia a livello federale che di franchigia o di club, prima di commettere gli stessi errori e ritrovarsi quindi nelle stesse condizioni (e per giunta, senza poter certo contare su tutti quei soldi); meditate. 

Per quanto ci riguarda, nel nostro piccolo non finiremo mai di supportare ogni sforzo diretto alla autonomia che Benetton Rugby riuscirà a preservarsi, e loderemo ogni coraggiosa iniziativa vòlta a rivendicare spazi decisionali più ampi da parte del vertice degli Aironi. Non è contrapposizione sterile, è utilizzo dell'approccio "balance and checks" (si traduce, separazione delle responsabilità), è il riconoscere che di "centralismo nazionale", destro o sinistro non importa e non ci interessa, si può solo morire. Dalla Scozia fin quaggiù, senza eccezioni.

UPDATE: tutto questo  - la "separazione delle responsabilità" tra club e federazione come unica via d'uscita praticabile - vale a maggior ragione dopo l'annuncio serale che la Magners League 2011/12 inizierà nel primo weekend di settembre, quindi sarà sovrapposta a sei delle otto settimane del mondiale in Nuova Zelanda. Senza contare le usuali sovrapposizioni col 6Nazioni 2012 (quattro delle sei settimane).  Saranno all'incirca 100 i giocatori  sottratti al campionato di Lega Celtica dai Mondiali: una media di più di otto per team. E chissà quanti ne torneranno sani ...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho letto su un altro blog che c'è una bella differenza tra budget e salary cap. Le scozzesi hanno un budget di 5 milioni, mentre le inglesi un cap di 4,1. Ma il budget di Leicester è molto, molto maggiore. Nei 5 milioni ci entrano tutti i costi di gestione, mentre nel 4,1 inglese solo gli stipendi dei giocatori.
Aironi e Treviso hanno budget di 8-10 milnio, ma dubito spendano quella cifra in giocatori!

Abr ha detto...

anonimo, in effetti non c'è chiarezza e forse in quell'altro blog non dicono che manca la possibilità di far paragoni diretti tra le varie situazioni nei Paesi, anche parlando propriamente solo di "salary": ogni Paese ha le sue regole fiscali etc. e come detto in questo post, ad esempio i francesi sono autorizzati ad eliminarne una parte dai loro conti.

Rimane il fatto che non mi attendevo che gli scozzesi fossero così "ricchi", anzi personalmente imputavo le fughe di nazionali a limiti alla spesa. Invece con mia sorpresa il loro grancapo dice, spese di gestione incluse o meno, che il problema non sono gli stipendi.

Non sono molto convinto by the way (non so quali siano le fonti dell'alro blog) che con 5 milioni (di pounds) gli Scots debbano coprire TUTTE le spese di gestione: altrimnti sarebbero MOLTO poveri! Anche perchè dagli stadi ricavano pochino, come le nostre.
I budget per i giocatori di Aironi e Tv sono di gran lunga inferiori, non vorrei sbagliare ma siamo sotto 1.5 - 2 mln.

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