venerdì 8 aprile 2011

Heineken Cup Preview

Domani pomeriggio due quarti di finale per la Champions League del rugby, al secolo Heineken Cup: Leinster-Leicester alla Aviva Stadium di Dublin e Perpignan - Toulon all'Olimpic di Barcelona. Una sfida tra le due è già stata assegnata: con 55.000 biglietti già venduti per il Montjuic, i franco-spagnoli superano il record di pubblico per un quarto di finale, sinora appartenente al vecchio Landsdowne Rd. su cui sorge ora l'Aviva Stadium, per la stessa gara di domani nel 2005.
E' la prima volta che Perpignan si spinge sino a Barcelona, ricevendo un caloroso supporto che ha coinvolto persino i campioni del Barca football per quella che sarà la Festa del rugby Català. La prima sfida è vinta, manca ora "solo" quella sportiva.
E' il tema del giorno: riuscirà l'equipe di Jaques Brunel a lasciarsi alle spalle il tonfo casalingo di sabato scorso con Tolosa che probabilmente costerà loro i playoff francesi? Sconfitta arrivata dopo una rincorsa di 5 vittorie consecutive che pareva assicuragli il titolo di squadra più in forma del momento. Ora non rimane che l'ardua impresa della vittoria in Heineken Cup per garantirsi un posto nell'Europa che conta l'anno prossimo. Perpignan arrivò in finale nel 2003, dove perse con Tolosa. A livello di formazione manca qualche pedina ma c'è a disponibilità del centro David Marty, la cui sospensione per la scazzottata di Bayonne è stata ridotta in appello; Porical è l'estremo, Candelon l'ala, Laharrague diligente apertura "alla francese" con Cazenave mediano peperino "alla francese"; c'è poi tutto il pack super fisico e la prima linea Shuster-Guirado-Mas: dei portabandiera catalani non manca nessuno.

Toulon arriva a Barcelona nella situazione psicologica opposta ai catalani, oltre ad essere un team "strutturalmente" diverso (più star, meno coeso): reduci da alcune sconfitte poco giustificabili, nel weekend è arrivata una vittoria netta sullo Stade peraltro non al massimo della motivazione, sotto gli occhi del presidente franco-algerino Boudjiellal che tanto ama darsi l'aria di uno "
hands-on" in mezzo a chi suda, anche se l'effetto è quello di un sciur padrun da li beli braghi ... neri che rimira vigna e lavoranti. A domanda di un giornalista francese ha risposto che per lui Barcellona vale qualsiasi altro posto, è una "festa catalana" in cui con la sua squadra si sente "imbucato" (giusto per predisporsi a rovinarla) e che per lui il titolo del Top14 vale molto di più di quello europeo. Nondum matura est insomma, era meglio se si stava zitto ... Interessante la reazione del President alla domanda successiva del cronista di SudOuest: se l'esempio di Perpignan - e di Biarritz come Bayonne - lo potrebbe ispirare nel futuro a cercare di sfuttare i legami storico-culturali tra Provenza e Italia. "Non esiste alcun legame con l'Italia", ha detto sprezzante, buttandola in politica per evitare di spiaggiare su storia e cultura: "le partite importanti le giocheremo a Marsiglia". Giustamente ribattiamo noi da italiani: è nella maggior città Maghrebina della costa nord del Mediterraneo che la sua mentalità può trovar più facilmente sponde ...
Ma torniamo sul piano sportivo: le big star della Legion Etrangere agli ordini di Philippe Saint'Andrè ci saranno tutte, a partire da Jonny Wilkinson, Rory Lamont, Rudi Wulff, Lobobalavu, George Smith, Fernandez-Llobbe, Contepomi e Sackey (questi ultimi in panca), assieme a quelli che tirano la carretta e fanno il lavoro sporco, come Joe Van Niekerk e Kris Chesney. Vedremo se sapranno metterci anche il cuore oltre alla classe.


USA Perpignan: 15 Jérôme Porical, 14 Adrien Plante, 13 David Marty, 12 Jean-Philippe Grandclaude, 11 Julien Candelon, 10 Nicolas Laharrague, 9 Florian Cazenave, 8 Henry Tuilagi, 7 Damien Chouly, 6 Bertrand Guiry, 5 Robins Tchale Watchou, 4 Guillaume Vilaceca, 3 Nicolas Mas, 2 Guilhem Guirado, 1 Jérôme Schuster,
Replacements: 16 Charles Geli, 17 Perry Freshwater, 18 Kisi Pulu, 19 Rimas Alvarez Kairelis, 20 David Mele, 21 Gavin Hume, 22 Joffrey Michel, 23 Ovidiu Tonita,

RC Toulon:15 Rory Lamont, 14 Rudi Wulf, 13 Geoffroy Messina, 12 Gabi Lovobalavu, 11 Christian Loamanu, 10 Jonny Wilkinson, 9 Pierre Mignoni, 8 Joe van Niekerk, 7 George Smith, 6 Juan Fernandez Lobbe, 5 Dean Schofield, 4 Kris Chesney, 3 Davit Kubriashvili, 2 Sebastien Bruno, 1 Laurent Emmanuelli.
Replacements: 16 Jean-Philippe Genevois, 17 Saimone Taumoepeau, 18 Damien Tussac, 19 Joe El Abd, 20 Felipe Contepomi, 21 Paul Sackey, 22 Fabien Cibray, 23 Christophe Samson



Se il glam e lo strapaese riempie di contenuti l'asse Pirenaico di questi quarti di finale, indubbiamente lo scontro di Dublino tra due squadre dalla pronuncia quasi coincidente Leinster-Leicester, (Len-sta, Le-sta) è storia del rugby e impredicibilità. Alcuni stanno tentando di vestire la sfida di una improbabile vendetta per lo sgarbo della nazionale irlandese a quella inglese nell'ultimo Sei Nazioni, quando gli strappò il Grand Slam (anche se la vittoria del Torneo rimase, lo Slam richiama tempi in cui su punti e differenze mete prevaleva il chi-ha-battuto-chi). Anche se erano 5 i Tigers coinvolti quel dì.
Più importante per Leister sarà verificare se la recente performance a Munster, dominante ma povera di capacità di ammazzare la gara, sia stata lasciata alle spalle. Di fatto dopo un periodo in cui tutto pareva filar liscio per i dublinesi, ora si dovranno impegnare non poco sul fronte Magners per strappare almeno un terzo posto utile ad evitare Munster nei playoff.  Non ci saranno assenze di rilievo, a parte il flanker Shane Jennings rimpiazzato da Kevin McLaughlin; una delle chiavi della partita sarà la seconda linea, che il duo tutto esperienza capitan Cullen-Hines proverà a dominare; in mediana Reddan-Sexton, in centro il paradigma dell'affiatamento D'Arcy-O'Driscoll,  indietro la cavalleria leggere Fitzgerald-Nacewa più quella pesantissima Horgan. E larivelazione del Sei Nazioni Sean O'Brien con Jamie Heaslip in terza linea.

I Tigers sono ben messi in Premiership, soprattutto han dimostrato di possedere quel cinismo anche fuori casa che serve per rimanere leader con impegno ma senza soverchi sforzi, nonostante il palese calo di forma post Six Nations di alcuni (il mediano Ben Youngs ad esempio).  Devono gestire l'assenza di Ayerza sul lato sinistro, rispondono con Stankovic (non quello dell'Inter si spera) e preferendo Cole a Castrogiovanni a destra (in panca per il finale, da gestire o da attaccare). In seconda linea la freschezza e la forza di Deacon -Mafi sarà impegnata in una lotta cruciale, così come  Croft, Newby e Crane dovranno vedersela in un confronto all'ultima stilla di sudore con la potente terza linea avversa. Dietro i due Tuilagi, vecchio e giovane, Scott Hamilton al posto del lungodegente irlandese Geordan Murphy a chiudere in fondo. E Flood-Youngs in cabina di regìa. Di primo acchito vien da pensare che potrebbe trattarsi di una partita old-skool, all'inglese, in cui nonostante il dispiego di reparti arretrati e la ricchezza di iniziative in mezzo, emergerà chi prevarrà in terza linea e nella engine room.


Leinster: 15 Isa Nacewa, 14 Shane Horgan, 13 Brian O'Driscoll, 12 Gordon D'Arcy, 11 Luke Fitzgerald, 10 Jonathan Sexton, 9 Eoin Reddan, 8 Jamie Heaslip, 7 Sean O'Brien, 6 Kevin McLaughlin, 5 Nathan Hines, 4 Leo Cullen (capt), 3 Mike Ross, 2 Richardt Strauss, 1 Cian Healy.
Replacements: 16 Jason Harris-Wright, 17 Heinke van der Merwe, 18 Stan Wright, 19 Devin Toner, 20 Dominic Ryan, 21 Isaac Boss, 22 Ian Madigan, 23 Fergus McFadden.

Leicester: 15 Scott Hamilton, 14 Horacio Agulla, 13 Manu Tuilagi, 12 Anthony Allen, 11 Alesana Tuilagi, 10 Toby Flood, 9 Ben Youngs, 8 Jordan Crane, 7 Craig Newby (capt), 6 Tom Croft, 5 Steve Mafi, 4 Louis Deacon, 3 Dan Cole, 2 George Chuter, 1 Boris Stankovich.
Replacements: 16 Rob Hawkins, 17 Julian White, 18 Martin Castrogiovanni, 19 Ed Slater, 20 Thomas Waldrom, 21 James Grindal, 22 Jeremy Staunton, 23 Matt Smith.

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