Saracens finalisti nella sagra degli errori
La seconda semifinale di Aviva Premiership tra Saracens e Gloucester al Vicarage Road di Watford rimane prigioniera come la prima della tensione e di un gioco poco espansivo; non per mezzo di intensità sopra le righe mal gestita dall'arbitro come nell'altra, ma semplicemente per un numero di errori difficile da giustificare a questi livelli. da ambo le parti. Tale da far dubitare che la riproposizione della finale dell'anno scorso, sia in grado di riproporre una partita aperta, leggi qualche preoccupazione per Leicester. Tanto da far pensare che la vera finale del campionato inglese la si sia già vista e sia stata Tigers vs. Saints. Finisce 12-10, più combattuta della precedente, anche in questa partita una sola meta anche qui attorno a 10' dalla fine ma stavolta segna la squadra che alla fine risulta perdente. Dalla parte di Gloucester meta, trasformazione e una punizione per Nick Robinson, apertura dall'anno prossimo ai Wasps; per i Sarries quattro punizioni piazzate dal giovane apertura Owen Farrell, che però ne sbaglia altrettante; prima di lui ne avevan fallite una a testa altri due team mates, il mediano Richard Wigglesworth e Alex Goode schierato estremo.
La partita infatti è praticamente sempre nelle mani dei padroni di casa, più freddi e attenti; riescono anche ad andare in meta con un break dell'ala James Short, ma il Tmo mostra che il disperato placcaggio finale del mediano Cherry&White Rory Lawson riesce a trascinarlo fuori negandogli la marcatura. Per tutto il primo tempo par solo una questione di tempo per i Sarries, mentre Gloucester molto pasticciona e fallosa, dalla scarsa personalità, pare attanagliata dalle vertigini per l'altezza raggiunta. I padroni di casa concentrano tutti i loro errori alla piazzola - è una giornata umida ma non pare gran ventosa - e così non riescono a mutare un chiaro, visibile vantaggio sul campo in distacco nel tabellone. A fine del primo tempo le squadre sono infatti sul 6-3, con Gloucester incapace di imbastire efficaci minacce e Sarries incapaci di concretizzare. Così le rispettive imprecisioni - nel gioco e nei piazzati - caratterizzano la partita.
Passata l'ora di gioco, le squadre sono sempre sotto break sul 9-3; i Sarries, tramontata l'idea di segnare finalmente la agognata meta dopo esserci andati vicini per un paio di volte, anche per via dell'espulsione temporanea del lock ex capitano della nazionale Steve Bortwick, provavano i drop per trovare il break della tranquillità. Il primo tentativo di Goode veniva solo messo sotto pressione e finiva fuori; poco dopo il secondo ancora peggio, risultava stoppato e innescava una ripartenza che pareva a campo aperto, ma si arrestava per mancanza del guizzo, dell'intuizione giusta (in parole povere: il portatore doveva aprire palla al largo prima). sembrava tutto arenato e la difesa dei Sarries s'era rischierata, quando una combinazione tra l'estremo Freddie Burns e l'ala James Simpson-Daniels apriva un corridoio su cui Robinson si infilava molto bene e con una galoppata solitaria in meta in mezzo ai pali: dopo la trasformazione era il beffardo 9-10 al 70'.
I Sarries non si disunivano e nemmeno Gloucester smetteva di pasticciare e pochi minuti dopo concedevano a Owen Farrell, con un porta-sostegno d'eccezione costituito da suo padre assistant coach, il penalty che non poteva più fallire per il nuovo vantaggio ai padroni di casa. Nel finale Gloucester partiva all'assalto e per un paio di volte arrivava nella red zone, ma i Sarries riuscivano a rimanere cool e a respingerli senza commettere falli o, per meglio dire, senza andar troppo oltre il metro arbitrale "largo con brio" all'inglese di questi ultimi tempi.
Da sottolineare e applaudire le prove di Shalk Brits, un tallonatore per caso che potrebbe tranquillamente giocare al centro, che nella realtà fa il terzo flanker e di quell'eterno motore onnipresente con la faccia da Cristo Ortodosso, il flanker Jacques Burger membro di una terza linea di altissimo livello, col quasi connazionale Ernst Joubert (il primo è namibiano) e lo scozzese Kelly Brown. Affidabile come sempre la prova del nostro Carlos Nieto, titolare al nr.3, ultimo superstite italiano in Premiership con Castrogiovanni (che incontrerà in finale) e da molto tempo ignorato in chiave Azzurra.
Gloucester sceglie la linea "pesante" in terza linea dove schiera lo scozzese Strockosh, il figiano Qera (uno dei migliori) e l'altro peso massimo inglese Narraway; il talentuoso centro Fuimaono-Sapolu , autore del pareggio in casa di Leicester in una delle ultime partite della stagione regolare, appare forse il più succube alla tensione, mangiandosi diverse possibilità con errori banali di handling, mentre Simpson-Daniels appare l'unico ad aver qualche chiave in tasca per aprire le porte dei Sarries sul lato sinistro, quando arriva palla fin là. Nicky Robinson all'apertura fa tutto lui, ma sbaglia anche molto.
Rischio passato, i Saracens alla dodicesima vittoria consecutiva sono in finale per il secondo anno in fila, ma francamente a Rwickenham dovranno escogitare qualcosa di profondamente diverso da quanto visto al Vicarage Rd., se vorranno dare alla finale 2011 il sapore della rivincita e non della passeggiata di salute per i Tigers di Leicester.
La partita infatti è praticamente sempre nelle mani dei padroni di casa, più freddi e attenti; riescono anche ad andare in meta con un break dell'ala James Short, ma il Tmo mostra che il disperato placcaggio finale del mediano Cherry&White Rory Lawson riesce a trascinarlo fuori negandogli la marcatura. Per tutto il primo tempo par solo una questione di tempo per i Sarries, mentre Gloucester molto pasticciona e fallosa, dalla scarsa personalità, pare attanagliata dalle vertigini per l'altezza raggiunta. I padroni di casa concentrano tutti i loro errori alla piazzola - è una giornata umida ma non pare gran ventosa - e così non riescono a mutare un chiaro, visibile vantaggio sul campo in distacco nel tabellone. A fine del primo tempo le squadre sono infatti sul 6-3, con Gloucester incapace di imbastire efficaci minacce e Sarries incapaci di concretizzare. Così le rispettive imprecisioni - nel gioco e nei piazzati - caratterizzano la partita.
Passata l'ora di gioco, le squadre sono sempre sotto break sul 9-3; i Sarries, tramontata l'idea di segnare finalmente la agognata meta dopo esserci andati vicini per un paio di volte, anche per via dell'espulsione temporanea del lock ex capitano della nazionale Steve Bortwick, provavano i drop per trovare il break della tranquillità. Il primo tentativo di Goode veniva solo messo sotto pressione e finiva fuori; poco dopo il secondo ancora peggio, risultava stoppato e innescava una ripartenza che pareva a campo aperto, ma si arrestava per mancanza del guizzo, dell'intuizione giusta (in parole povere: il portatore doveva aprire palla al largo prima). sembrava tutto arenato e la difesa dei Sarries s'era rischierata, quando una combinazione tra l'estremo Freddie Burns e l'ala James Simpson-Daniels apriva un corridoio su cui Robinson si infilava molto bene e con una galoppata solitaria in meta in mezzo ai pali: dopo la trasformazione era il beffardo 9-10 al 70'.
I Sarries non si disunivano e nemmeno Gloucester smetteva di pasticciare e pochi minuti dopo concedevano a Owen Farrell, con un porta-sostegno d'eccezione costituito da suo padre assistant coach, il penalty che non poteva più fallire per il nuovo vantaggio ai padroni di casa. Nel finale Gloucester partiva all'assalto e per un paio di volte arrivava nella red zone, ma i Sarries riuscivano a rimanere cool e a respingerli senza commettere falli o, per meglio dire, senza andar troppo oltre il metro arbitrale "largo con brio" all'inglese di questi ultimi tempi.
Da sottolineare e applaudire le prove di Shalk Brits, un tallonatore per caso che potrebbe tranquillamente giocare al centro, che nella realtà fa il terzo flanker e di quell'eterno motore onnipresente con la faccia da Cristo Ortodosso, il flanker Jacques Burger membro di una terza linea di altissimo livello, col quasi connazionale Ernst Joubert (il primo è namibiano) e lo scozzese Kelly Brown. Affidabile come sempre la prova del nostro Carlos Nieto, titolare al nr.3, ultimo superstite italiano in Premiership con Castrogiovanni (che incontrerà in finale) e da molto tempo ignorato in chiave Azzurra.
Gloucester sceglie la linea "pesante" in terza linea dove schiera lo scozzese Strockosh, il figiano Qera (uno dei migliori) e l'altro peso massimo inglese Narraway; il talentuoso centro Fuimaono-Sapolu , autore del pareggio in casa di Leicester in una delle ultime partite della stagione regolare, appare forse il più succube alla tensione, mangiandosi diverse possibilità con errori banali di handling, mentre Simpson-Daniels appare l'unico ad aver qualche chiave in tasca per aprire le porte dei Sarries sul lato sinistro, quando arriva palla fin là. Nicky Robinson all'apertura fa tutto lui, ma sbaglia anche molto.
Rischio passato, i Saracens alla dodicesima vittoria consecutiva sono in finale per il secondo anno in fila, ma francamente a Rwickenham dovranno escogitare qualcosa di profondamente diverso da quanto visto al Vicarage Rd., se vorranno dare alla finale 2011 il sapore della rivincita e non della passeggiata di salute per i Tigers di Leicester.
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