Crusaders solidi, Sharks fragili
Tutto come da pronostici in quel di Nelson, ennesima casa provvisoria dei Crusaders assieme a Timaru, Napier, Wellington e persino Twickenham, dove fu giocata la partita di regular season proprio coi Coastal Sharks di Durban, finita 44-28. Non riesce a questi ultimi l'impresa di un secondo risultato corsaro in fila dopo quello di Pretoria la settimana scorsa: la seconda gara dei quarti di finale del SuperXV è appannaggio del team neozelandese, punteggio finale 36-8. Tre le mete tutte trasformate dei Crusaders contro una e cinque punizioni piazzate da Carter contro una di Lambie.
Impresa sarebbe stata, visto che gli Squali han battuto i Crociati una sola volta negli ultimi anni: un 27-26 casalingo nel 2007, anno in cui poi arrivarono alla finale Super14 persa in casa coi Bulls per 19-20 (trasformazione di Derrick Hougaard della meta in extra time di Bryan Habana).
La vittoria definisce il quadro delle semifinali, previste sabato 3 luglio con due neozelandesi su quattro squadre, ma entrambe fuori casa:
Queensland Reds vs Aucklands Blues
Suncorp Stadium, Brisbane, 19:40 (09:40 GMT)
Referee: Jonathan Kaplan (SA)
Assistant referees: Stuart Dickinson, James Leckie, TMO: George Ayoub
Stormers vs Crusaders
Newlands, Cape Town, South Africa, 17:05 (13:05 GMT)
Referee: Craig Joubert (SA)
Assistant referees: Jaco Peyper, Stefan Breytenbach, TMO: Shaun Veldsman.
La finale si giocherà nel campo della finalista classificata più in alto nella stagione regolare: nell'ordine Brisbane, Capetown o Wellington(?).
Qui gli highlights della partita.
- Gli ospiti cambiano un solo uomo rispetto alla formazione che ha dominato la partita di Pretoria: Willem Alberts prende il posto di Ryan Kankowski al nr.8, in panchina, formando un pack tutto muscolare con la sola eccezione dello sgusciante openside Keegan Daniels, flanker con l'altro maciste Jean Deysel; in seconda linea svetta la coppia Hargreaves-Mostert che ha fatto trovar lungo a Matfield e Botha la settimana scorsa; davanti confermatissima la prima linea Springboks Mtawarira più fratelli Bismark e Jannie Du Plessis, col joker John Smit a fare il capitano non giocatore. In mediana c'è Charl McLeod, già rivelazione nella Currie Cup scorsa e il migliore della scorsa settimana Fredrick Michalak; il ventenne Patrick Lambie va nuovamente in fondo, a fare più il James O'Connor che il Frans Steyn, anche se la bombarda al piede non gli manca. Alle ali JP Pietersen e Lwazi Mvovo, al centro Meyer Bosman e Stefan Terblanche in grado di fare anche il terzo "tattico".
- I padroni di casa sono solo apparentemente più debilitati: Richie McCaw, Israel Dagg e Adam Whitelock sono ancora fuori, ma tornano disponibili Sonny Bill Williams al centro e Sean Maitland all'ala: si riveleranno decisivi. Wyatt Crockett prende il posto di Ben Franks, in panca, al nr.1, col fratello Owen Franks e Corey Flynn in mezzo; a fianco di Brad Thorn in seconda linea c'è il giovane Sam Whitelock preferito a Luke Romano in panca, in terza Kieran Read dal nr.8 fa da chioccia all'altro Whitelock, George e al giovane ma oramai collaudato Matt Todd al posto openside di di McCaw. La mediana è quella standard con Ellis e Dan Carter, al centro il reparto titolare SBW e Rob Fruean, al largo Maitland da una parte e Zach Guildford dall'altra, col ventenne di Tasman Tom Marshall in fondo. In panca tra gli altri son seduti Matt Berquist, il vice Carter atteso a Leinster, Jonathan Poff flanker ai Wasps e il mediano Kahn Fotuali'i agli Ospreys.
- La partita: dopo un innocuo tuffetto come tanti alla prima ruck che regala subito tre punti al piede di Carter, sulla falsariga dell'altro quarto di finale sono gli ospiti a detenere l'iniziativa, mentre i Crusaders fan veramente fatica per tutta la partita a imporre verticalizzazioni al loro attacco. Nelle condizioni atmosferiche fresche e umide, le palle perse si sprecano da tutte le parti ma in particolar modo ovviamente a detrimento di chi prova ad attaccare. Tra un errore e l'altro i Crusaders non mordono mentre i pesi massimi del pack Sharks fanno male quando si lanciano in veementi controruck e mostrano tutta la loro reattività.
Attorno al 10' minuto l'elettrico mediano McLeod s'infila tra gli avversari in rimessa laterale nella propria metà campo, brucia tutti e lancia il rapido Keegan Daniels a sostegno; viene fermato a un metro dalla meta, ma con l'arrivo degli schiacciasassi, Alberts può spingere fino alla linea di meta.
Lambie fallisce la potabilissima trasformazione, è 3-5 che rimane tale dopo ben due errori di fila abbastanza marchiani di Carter al piede, assegnati dall'arbitro Bryce Lawrence, che con tutti quegli errori di handling fischia innumerevoli mischie, ma non è questo il problema.
Dunque, il tema è delicato, nel rugby le decisioni dell'arbitro si accettano punto e basta, ma questo non significa non poterle e doverle criticare. Lawrence, ricorderete l'arbitro che ci aiutò nei minuti finali a vincere la partita con la Francia, è uno molto in gamba ma è pur sempre un neozelandese. Lungi da noi insinuare favoritismi; sicuramente però applica un metro di giudizio più abituale per i compatrioti. Questo con buona pace del Board arbitrale, che ha deciso di prescindere dalle nazionalità degli arbitri (Lawrence qui, Joubert a Capetown o prossimamente l'irlandese Clancy ad arbitrare partite dell'Italia ai Mondiali, nello stesso girone dell'Irlanda), a significare una illusoria standardizzazione dei metri arbitrali nazionali.
Sta di fatto che nel corso della gara Lawrence fa come certi conduttori televisivi "di parte": senza troppo accorgersene, lascia ruota libera a quelli di cui condivide l'approccio, mentre tormenta costantemente gli altri con le più cervellotiche interruzioni. Come spiegare altrimenti certi fuorigioco invisibili fischiati alla linea Sharks mentre quella rossonera era in costante anticipo, o un inaudito fallo di movimento anticipato in mischia ordinata che non veniva fischiato dal 1945 (fallo che poi rifà la mischia Kiwis senza venir sanzionata)?
Il guaio degli Sharks è di esser fragili di fronte a tale disturbo.
I Crusaders non entrano nei 22 avversari che alla mezz'ora, "spinti" da decisioni arbitrali 50-50 (per essere generosi), come quando McLeod viene placcato dal flanker mentre smista palla dalla mischia (se George Whitelock non è Flash, allora s'è staccato dalla mischia prima dell'uscita della palla ed è fallo). Sugli sviluppi di tale rubata, SB Williams apre alla disperata sul decisivo Sean Maitland, che incasina la difesa bianca, dove quattro difensori in panico convergono su lui e sul taglio dummy esterno di Marhall, mentre Sonny Bill passa vicino all'interno della sua ala con angolo e tempismo perfetti e porta l'ovale in meta. Carter stavolta non sbaglia, è 10-5 alla mezz'ora, che diventa 13-5 prima dell'intervallo, punendo il primo dei crazy pass al largo degli Sharks pressati dalla linea difensiva, mentre Lambie fallisce un tentativo di piazzare da metà campo. nel frattempo Alberts doveva abbandonare, sostituito dal più mobile Kankowski.
la ripresa vede gli Sharks continuare a macinare iniziative muscolari; forse il torto dei Crudaders è "committare" pochi uomini sui punti d'impatto, esponendosi a continue controruck, eseguite anche in solitaria dai giganti in bianco. La scelta evidente è di "tarpare le ali" agli Sharks, limitando le opzioni di Michalak (quasi invisibile) e incanalando gli attacchi in un imbuto centrale.
Quando hanno il possesso, i Saders risultano poco efficaci: dopo l'exploit del primo tempo i due centri risultano fallosi e il pack si schianta addosso a quello avversario, l'unico che ci prova con continuità ma poca fortuna è Zach Guildford. Gli Sharks invece godono di un pack recupera palloni, di un mediano di cui sentiremo parlare e di due registi che non hanno sbagliato un solo calcio tattico, Lambie e Terblanche. Del tutto tarpati dalla difesa invece Michalak e le due ali.
Gli ospiti accorciano con Lambie a inizio del tempo, entro cinque minuti Carter risponde ristabilendo il break 16-8. Gli Sharks continuano a menar le danze, ma se i Crusaders sono poco efficaci in attacco, in difesa stanno progressivamente prendendo le misure e stringendo il cappio. Prima mettono in crisi un paio di aperture di McLeod circondando Michalak, poi "leggono" un più che telefonatissimo allargamento di Lambie verso la sinistra; Kieran Read si fionda a intercettare e può marcare meta solitaria. Due azioni personali, due mete per i Saders, frequentando solo sporadicamente l'area dei 22metri avversari. Quel che si chiama gioco cinico.
Solo nel finale i padorni di casa riusciranno a sfondare la linea difensiva schierata, col rincalzo Ben Franks, dopo che i rossoneri eran stati portati avanti da una bella iniziativa personale negli spazi di Berquist.
La miglior chiosa è quella di Stefan Terblanche: “Hanno avuto un sacco di avversità fuori dal rugby. A un team che non ha giocato una sola partita in casa in tutta la stagione, beh, gli Sharks augurano ai Crusaders tutto il bene possibile". Parole di chi ci ha provato ma non ci credeva fino in fondo, dopotutto è più giusto così. Ora i Crusaders voleranno a Newlands appena fuori Città del Capo, dove in maggio han già vinto (due mete di Wyatt Crockett).
Impresa sarebbe stata, visto che gli Squali han battuto i Crociati una sola volta negli ultimi anni: un 27-26 casalingo nel 2007, anno in cui poi arrivarono alla finale Super14 persa in casa coi Bulls per 19-20 (trasformazione di Derrick Hougaard della meta in extra time di Bryan Habana).
La vittoria definisce il quadro delle semifinali, previste sabato 3 luglio con due neozelandesi su quattro squadre, ma entrambe fuori casa:
Queensland Reds vs Aucklands Blues
Suncorp Stadium, Brisbane, 19:40 (09:40 GMT)
Referee: Jonathan Kaplan (SA)
Assistant referees: Stuart Dickinson, James Leckie, TMO: George Ayoub
Stormers vs Crusaders
Newlands, Cape Town, South Africa, 17:05 (13:05 GMT)
Referee: Craig Joubert (SA)
Assistant referees: Jaco Peyper, Stefan Breytenbach, TMO: Shaun Veldsman.
La finale si giocherà nel campo della finalista classificata più in alto nella stagione regolare: nell'ordine Brisbane, Capetown o Wellington(?).
Qui gli highlights della partita.
- Gli ospiti cambiano un solo uomo rispetto alla formazione che ha dominato la partita di Pretoria: Willem Alberts prende il posto di Ryan Kankowski al nr.8, in panchina, formando un pack tutto muscolare con la sola eccezione dello sgusciante openside Keegan Daniels, flanker con l'altro maciste Jean Deysel; in seconda linea svetta la coppia Hargreaves-Mostert che ha fatto trovar lungo a Matfield e Botha la settimana scorsa; davanti confermatissima la prima linea Springboks Mtawarira più fratelli Bismark e Jannie Du Plessis, col joker John Smit a fare il capitano non giocatore. In mediana c'è Charl McLeod, già rivelazione nella Currie Cup scorsa e il migliore della scorsa settimana Fredrick Michalak; il ventenne Patrick Lambie va nuovamente in fondo, a fare più il James O'Connor che il Frans Steyn, anche se la bombarda al piede non gli manca. Alle ali JP Pietersen e Lwazi Mvovo, al centro Meyer Bosman e Stefan Terblanche in grado di fare anche il terzo "tattico".
- I padroni di casa sono solo apparentemente più debilitati: Richie McCaw, Israel Dagg e Adam Whitelock sono ancora fuori, ma tornano disponibili Sonny Bill Williams al centro e Sean Maitland all'ala: si riveleranno decisivi. Wyatt Crockett prende il posto di Ben Franks, in panca, al nr.1, col fratello Owen Franks e Corey Flynn in mezzo; a fianco di Brad Thorn in seconda linea c'è il giovane Sam Whitelock preferito a Luke Romano in panca, in terza Kieran Read dal nr.8 fa da chioccia all'altro Whitelock, George e al giovane ma oramai collaudato Matt Todd al posto openside di di McCaw. La mediana è quella standard con Ellis e Dan Carter, al centro il reparto titolare SBW e Rob Fruean, al largo Maitland da una parte e Zach Guildford dall'altra, col ventenne di Tasman Tom Marshall in fondo. In panca tra gli altri son seduti Matt Berquist, il vice Carter atteso a Leinster, Jonathan Poff flanker ai Wasps e il mediano Kahn Fotuali'i agli Ospreys.
- La partita: dopo un innocuo tuffetto come tanti alla prima ruck che regala subito tre punti al piede di Carter, sulla falsariga dell'altro quarto di finale sono gli ospiti a detenere l'iniziativa, mentre i Crusaders fan veramente fatica per tutta la partita a imporre verticalizzazioni al loro attacco. Nelle condizioni atmosferiche fresche e umide, le palle perse si sprecano da tutte le parti ma in particolar modo ovviamente a detrimento di chi prova ad attaccare. Tra un errore e l'altro i Crusaders non mordono mentre i pesi massimi del pack Sharks fanno male quando si lanciano in veementi controruck e mostrano tutta la loro reattività.
Attorno al 10' minuto l'elettrico mediano McLeod s'infila tra gli avversari in rimessa laterale nella propria metà campo, brucia tutti e lancia il rapido Keegan Daniels a sostegno; viene fermato a un metro dalla meta, ma con l'arrivo degli schiacciasassi, Alberts può spingere fino alla linea di meta.
Lambie fallisce la potabilissima trasformazione, è 3-5 che rimane tale dopo ben due errori di fila abbastanza marchiani di Carter al piede, assegnati dall'arbitro Bryce Lawrence, che con tutti quegli errori di handling fischia innumerevoli mischie, ma non è questo il problema.
Dunque, il tema è delicato, nel rugby le decisioni dell'arbitro si accettano punto e basta, ma questo non significa non poterle e doverle criticare. Lawrence, ricorderete l'arbitro che ci aiutò nei minuti finali a vincere la partita con la Francia, è uno molto in gamba ma è pur sempre un neozelandese. Lungi da noi insinuare favoritismi; sicuramente però applica un metro di giudizio più abituale per i compatrioti. Questo con buona pace del Board arbitrale, che ha deciso di prescindere dalle nazionalità degli arbitri (Lawrence qui, Joubert a Capetown o prossimamente l'irlandese Clancy ad arbitrare partite dell'Italia ai Mondiali, nello stesso girone dell'Irlanda), a significare una illusoria standardizzazione dei metri arbitrali nazionali.
Sta di fatto che nel corso della gara Lawrence fa come certi conduttori televisivi "di parte": senza troppo accorgersene, lascia ruota libera a quelli di cui condivide l'approccio, mentre tormenta costantemente gli altri con le più cervellotiche interruzioni. Come spiegare altrimenti certi fuorigioco invisibili fischiati alla linea Sharks mentre quella rossonera era in costante anticipo, o un inaudito fallo di movimento anticipato in mischia ordinata che non veniva fischiato dal 1945 (fallo che poi rifà la mischia Kiwis senza venir sanzionata)?
Il guaio degli Sharks è di esser fragili di fronte a tale disturbo.
I Crusaders non entrano nei 22 avversari che alla mezz'ora, "spinti" da decisioni arbitrali 50-50 (per essere generosi), come quando McLeod viene placcato dal flanker mentre smista palla dalla mischia (se George Whitelock non è Flash, allora s'è staccato dalla mischia prima dell'uscita della palla ed è fallo). Sugli sviluppi di tale rubata, SB Williams apre alla disperata sul decisivo Sean Maitland, che incasina la difesa bianca, dove quattro difensori in panico convergono su lui e sul taglio dummy esterno di Marhall, mentre Sonny Bill passa vicino all'interno della sua ala con angolo e tempismo perfetti e porta l'ovale in meta. Carter stavolta non sbaglia, è 10-5 alla mezz'ora, che diventa 13-5 prima dell'intervallo, punendo il primo dei crazy pass al largo degli Sharks pressati dalla linea difensiva, mentre Lambie fallisce un tentativo di piazzare da metà campo. nel frattempo Alberts doveva abbandonare, sostituito dal più mobile Kankowski.
la ripresa vede gli Sharks continuare a macinare iniziative muscolari; forse il torto dei Crudaders è "committare" pochi uomini sui punti d'impatto, esponendosi a continue controruck, eseguite anche in solitaria dai giganti in bianco. La scelta evidente è di "tarpare le ali" agli Sharks, limitando le opzioni di Michalak (quasi invisibile) e incanalando gli attacchi in un imbuto centrale.
Quando hanno il possesso, i Saders risultano poco efficaci: dopo l'exploit del primo tempo i due centri risultano fallosi e il pack si schianta addosso a quello avversario, l'unico che ci prova con continuità ma poca fortuna è Zach Guildford. Gli Sharks invece godono di un pack recupera palloni, di un mediano di cui sentiremo parlare e di due registi che non hanno sbagliato un solo calcio tattico, Lambie e Terblanche. Del tutto tarpati dalla difesa invece Michalak e le due ali.
Gli ospiti accorciano con Lambie a inizio del tempo, entro cinque minuti Carter risponde ristabilendo il break 16-8. Gli Sharks continuano a menar le danze, ma se i Crusaders sono poco efficaci in attacco, in difesa stanno progressivamente prendendo le misure e stringendo il cappio. Prima mettono in crisi un paio di aperture di McLeod circondando Michalak, poi "leggono" un più che telefonatissimo allargamento di Lambie verso la sinistra; Kieran Read si fionda a intercettare e può marcare meta solitaria. Due azioni personali, due mete per i Saders, frequentando solo sporadicamente l'area dei 22metri avversari. Quel che si chiama gioco cinico.
Solo nel finale i padorni di casa riusciranno a sfondare la linea difensiva schierata, col rincalzo Ben Franks, dopo che i rossoneri eran stati portati avanti da una bella iniziativa personale negli spazi di Berquist.
La miglior chiosa è quella di Stefan Terblanche: “Hanno avuto un sacco di avversità fuori dal rugby. A un team che non ha giocato una sola partita in casa in tutta la stagione, beh, gli Sharks augurano ai Crusaders tutto il bene possibile". Parole di chi ci ha provato ma non ci credeva fino in fondo, dopotutto è più giusto così. Ora i Crusaders voleranno a Newlands appena fuori Città del Capo, dove in maggio han già vinto (due mete di Wyatt Crockett).
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