Gli Odissei Australi guadagnano l'ultima trasferta
Jluly 2, 2011 - Newlands Stadium, Cape Town | |
Stormers 10 - 29 Crusaders | |
(Half-time: 10 - 23) |
(Qui le formazioni, su RR Tumblr gli highlights).
La prima vittoria esterna nella storia dei playoff del SuperRugby è appannaggio dei Crusaders, ed è giusto per un sacco di motivi: i sette titoli in bacheca che ne fanno la franchigia più titolata, il precedente stagionale della vittoria a Newsland a maggio, poi le centomila miglia di trasferte accumulate dai Crociati, senza casa quest'anno e forse anche il prossimo.
Il principale motivo, più "tattico", è che stavolta non c'è stata partita. Lo ammette Jean De Villiers: "Non siamo scesi in campo, nè individualmente nè come squadra. Abbiamo avuto opportunità di marcare all'inizio che ci sono sfuggite, non ci resta che guardare avanti e imparare dalla lezione".
Più razionalmente, i Crociati han giocato "cinicamente" soprattutto con l'arbitro, il sudafricano Craig Joubert, più d'ogni cosa attento a non farsi pescare nel sospetto di favoritismi e quindi poco badante al classico repertorio dei rossoneri, il gioco poco pulito nel punto di contesa.
Mentre le terze linee si sono confrontate e in qualche modo annullate a vicenda (ottima partita di Nick Koster, buono Adriaan Louw e capitan Shalk Burger fuori già a metà gara per un brutto infortunio al pollice, mentre Kieran Read, Richie McCaw e George Whitelock han tenuto botta e "sporcato"), son bastati i tight five utilizzati come un rullo compressore per evidenziare le fragilità dei Capetonians, spazzando via la mischia ordinata chiaramente inferiore (i "Carneadi" in prima linea Brok Harris, Tiaan Liebenberg e Wicus Blaauw non sono quelli che ti portano in finale del SuperRugby; Owen Franks, Corey Flynn e Wyatt Crockett se li son mangiati vivi). Dietro, son bastati 5 minuti di rischi calcolati dei migliori al Mondo nello sfonda e ricicla, la coppia Sonny Bill Williams - Rob Fruean e l'attenzione di Maitland, coi soci di reparto allargato Guildford e Marhall impegnati a sostegno e tamponamento; le redini della partita sono rimaste sempre in mano al sempre più leader Dan Carter.
Se la domanda del pre-partita era, può bastare la miglior difesa dell'Emisfero Australe per andare in finale, la risposta molto "Boreale" è stata, non c'è difesa che tenga se l'avversario ti sottomette nelle fasi statiche e ti deruba in quelle dinamiche, con le buone (arrivando prima coi sostegni) o con le cattive.
La partita ha avuto punteggio e andamento generale similare all'altra semifinale di Brisbane, con l'eccezione che in questa son bastate due mete ai "più forti", perchè Carter ha centrato sette dei nove calci concessi (due trasformazioni e cinque punizioni su sette); anche a CapeTown c'è stata solo una la meta dei "più deboli", segnata anche qui in chiusura del primo tempo, in una riapertura della gara più apparente che sostanziale per quel che si stava vedendo in campo; nel secondo tempo, anche qui solo controllo della gara, più cinica e con meno concessioni allo spettacolo da parte del più forte.
Al 3' minuto gli Stormers hanno l'opportunità di segnare la partita, alla sudafricana, abbattendo la difesa avversaria a testate, ma sette fasi sulla linea di meta vengono fermate (con le buone o con le cattive ...) e riescono solo a capitalizzare tre punti col piede di Peter Grant. Le partenze e ripartenze rimangono per lo più confinate nella zona centrale, anche se la prevalenza in mischia ordinata dei Saders emerge da subito; altro segnale d'allarme, la prima rimessa rubata a Bekker da Whitelock al 9'. Al 13' è pareggio per Dan Carter, la partita è in equilibrio.
Al 15' la rupture: Schalk Burger allarga a metà campo a Koster che apre come sa (telefonando) sulla sinistra verso De Villiers. Sean Maitland (in foto) che stava arretrando si ferma, il passaggio gli arriva addosso, non deve far altro che cambiare direzione e andare a marcare l'immancabile meta di intercetto di questi playoff australi.
Al 17' è 3-10 ma Ellis deve uscire, sostituito in mediana Saders da Kahn Fotuali'i, prossimo agli Ospreys.
Gli Stormers riprendono ad attaccare un po' come i Blues nell'altra semifinale: ortodossi, senza fantasie o iniziative individuali capaci di sfondare la linea. Difatti s'arenano a metà campo, da dove al 19' Dan Carter può allargare il gap per un fallo di tenuto di DeVilliers.
La situazione è in mano agli scafati Kiwis anche se i padroni di casa han più possesso: al 23' concedono un'altra punizione, per un placcaggio alto su SB Williams del mediano classe '90 Louis Schreuder, schierato al posto degli infortunati Januarie e Duwenage (22 anni). Fatto sta che alla mezz'ora è 3-16 per gli Odissei in perenne trasferta.
I padroni di casa non si fanno (ancora) prendere dalla frustrazione, più che altro gli manca il passo per sfondare: inanellano fasi su fasi ma senza gran guadagni. Al 26' finalmente l'arbitro si accorge che il comportamento bordeline nei punti di incontro dei rossoneri deborda, assegna una punizione ma pur potendo contare sul piede di Peter Grant, i Capetonians puntano già alla marcatura pesante. Da qui nasce l'opportunità migliore per i biancocelesti dopo quella iniziale: Jaque Fourie mette finalmente in gioco il suo peso, Peter Grant finalmente passa la linea difensiva, ma Schreuder non fa in tempo a tirar su palla da una ruck sotto i pali avversari, che Joubert fischia un inspiegato e incomprensibile fallo all'attacco.
All'opportunità Stormers risponde il momento più spettacolare dei Crusaders: come a un segnale convenuto, danno la stura all'arma segreta, gli offload fuori equilibrio su placcaggio assorbito. Prima uno di Kieran Read lancia Rob Fruean lungo l'out sinistro: arriva fino ai 5 metri dalla meta, poi tenta di scaricare su Marshall a sostegno esterno ma Fourie intercetta.
I Saders schiacciano gli avversari nei loro 22 metri, e dopo che Carter coglie il palo nel suo primo errore di giornata, al 33' Sonny Bill Wiliams si infila nelle maglie della difesa a sinistra e senza sfondare, fa semplicemente capolino di là e serve l'accorrente compagno di reparto Rob Fruean, per una meta da menu classico della casa del mezzo pugile mezzo rugbista mezzo pacifico mezzo maori mezzo islamico etc.etc. Con cinque minuti non di più di rischi calcolati, i Crusaders sigillano la partita.
Al 36' la seconda punizione piazzabile per gli Stormers girata in rimessa laterale; ne sortisce la maul perfetta pilotata da Shalk Burger, affossata dal pack Crusader ma per Jonkers tutto bene; i padroni di casa mantengono il possesso, eseguono qualche pick and go negli ultimi cinque metri, i Cursaders commettono valangate di falli spingendosi sempre un po' più in là, fin che l'arbitro non fischia. Bryan Habana è il più lesto: batte la punizione e s'infila sotto a Read e Flynn manrcando la meta che chiude il primo tempo sul pesante 10-23. Gli Stormers si son riconquistati il diritto di sperare in un calo degli zuccheri degli avversari in perenne trasferta.
Alla ripresa del gioco i padroni di casa perdono la bandiera: capitan Shalk Burger non rientra in campo per un pollice voltato via di brutto nell'ultima azione del primo tempo, entra al suo posto l'altro Shalk in prestito dai Saracens, il tallonatore Brits. In tutto il tempo ci saranno solo tre piazzati di Carter con due centri, uno immediato l'altro poco dopo l'ora di gioco, a sottolineare la capacità di controllo della gara e l'impotenza a trovar vie concrete d'attacco dei sudafricani in campo.
I Crusaders si mettono per la prima volta in partita a inanellare fasi su fasi di pick&go per far girare il cronometro, installandosi nella metà campo avversaria. Gli Stormers riescono a spingersi di là solo attorno dopo al 50', quando sfiorano la meta, negata dal Tmo a Jaque Fourie lanciato sulla sinistra dopo una rimessa laterale, ma portato fuori dal recupero di Zach Guildford che vale quanto una meta segnata. Azione significativa della determinazione, del belief in campo: uno come il centro campione del mondo "ne' su cenci" avrebbe normalmente dato la paga al ragazzino, che però è di stazza simile anche se non sembrerebbe.
Attorno al 70' uno potrebbe dire, potrebbe andar peggio, potrebbe piovere, e difatti sullo stadio degli Stormers si scatena un improvviso storm. Unica azione di rilievo, i Capetonians riescono a reggere in mischia ordinata impedendo che i Crusaders se li portasserro in meta. Ma questi in ogni caso nell'ultimo quarto si son venduti la loro metà campo a scanso di equivoci. Chiude la partita un tentativo di drop ciccatissimo da Fotuali'i, che non a caso fa Kahn e non Quade di primo nome.
La squadra di Richie McCaw si guadagna quindi l'ultima trasferta della stagione, la più importante: la finale la settimana prossima a Brisbane, dove persero per un punto in stagione regolare. Due finaliste più diverse non si potrebbero trovare, ma solo apparentemente: i Reds sono si una attack machine imperniata sulle individualità, tra cui spicca l'estro di Quade Cooper, ma il loro collante è la solidità difensiva; i Crusaders hanno dalla loro la mentalità che deriva dall'esperienza e dalla sagacia, corroborata da un anno da Odissei, ma possono contare sui guizzi di una linea arretrata capace di partire a comando.
Ah, e non sarebbe la prima volta che vincono una finale in campo avverso: ce la fecero 11 anni fa, battendo i Brumbies a Camberra.
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