Il rugby italiano diventa Olimpico. Ok, ma allora?
C'è fermento, ohibò: la palla ovale azzurra trasloca all'Olimpico perché è in questo stadio che l'Italia disputerà il 6 Nations 2012, evento per noi particolarmente importante dal momento che sarà la prima volta di Jacques Brunel nei panni di ct.
L'11 febbraio arriverà l'Inghilterra, il 17 marzo la Scozia. E intanto il presidente delle Fir, Giancarlo Dondi, ha fatto ubriacare la moglie e riempito la botte: "Dopo undici anni diamo l'arrivederci allo Stadio Flaminio, un impianto che ci ha regalato momenti indimenticabili. a cominciare dall’esordio contro la Scozia del 5 febbraio 2000, per portare il più antico e prestigioso Torneo del rugby internazionale sul palcoscenico più importante dello sport italiano. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente del Coni Gianni Petrucci ed al sindaco di Roma Gianni Alemanno per essersi adoperati a far sì che la prossima edizione dell’RBS 6 Nazioni possa disputarsi all’Olimpico e per averci garantito il proprio supporto. Sono sicuro che, tutti insieme, riusciremo ad organizzare due straordinari appuntamenti sportivi in una cornice all’altezza delle grandi cattedrali europee del rugby. La scelta dell’OIimpico non può che essere per il rugby italiano una sfida entusiasmante per il 2012 e speriamo di poter ritrovare nei prossimi anni uno Stadio Flaminio pienamente rispondente alle specifiche richieste dal 6 Nazioni".
L'arrivederci al Flaminio? Quindi vuol dire che si tornerà da quelle parti in un futuro prossimo, quando sarà "pienamente rispondente alle specifiche richieste del 6 Nazioni". Nel frattempo la cornice non è mica da ridere, peccato solo che ci sia la pista e quindi occorra portarsi il binocolo per vedere bene la partita. Così si commenta in giro.
Fosse quello il primo dei problemi. Il fatto è che di passi in avanti non se ne sono fatti, alla faccia della manfrina sullo stadio per il rugby e delle "specifiche richieste" - e ne sono passati di anni dal 5 febbraio 2000. Struttura che doveva essere il Flaminio, quello modernizzato mettendo tribuna su tribuna, un catino da Serie C rispetto agli impianti dove l'Italia mette piede in occasione del "più antico e prestigioso Torneo del rugby internazionale". L'Olimpico toh, sarà una categoria sopra rispetto al Flaminio, ma due sotto Twickenham e Lansdowne Road e compagnia bella.
E allora? Ah, ecco: è il nome. O-lim-pi-co. Suona bene, non c'è che dire. Se poi il rugby torna alle Olimpiadi, siamo in ballo - che faine in federazione. Intanto, signore e signori, mi raccomando: il binocolo, che con quello si vede lontano. E non ci si accorge dei problemi sotto le palpebre.
(Ps: quando in Galles stavano costruendo il Millennium Stadium, la nazionale migrò a Wembley. C'era la pista da corsa dei cani, ok, ma non è quello il punto: è che i gallesi andarono a giocare a Londra, in casa del nemico. Non è che magari l'Italia per un po' di tempo avrebbe potuto fare una capatina a San Siro? No, eh? Eresia pura? Non ha nemmeno la pista e quindi non occorrerebbe portarsi il binocolo da casa)
L'11 febbraio arriverà l'Inghilterra, il 17 marzo la Scozia. E intanto il presidente delle Fir, Giancarlo Dondi, ha fatto ubriacare la moglie e riempito la botte: "Dopo undici anni diamo l'arrivederci allo Stadio Flaminio, un impianto che ci ha regalato momenti indimenticabili. a cominciare dall’esordio contro la Scozia del 5 febbraio 2000, per portare il più antico e prestigioso Torneo del rugby internazionale sul palcoscenico più importante dello sport italiano. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente del Coni Gianni Petrucci ed al sindaco di Roma Gianni Alemanno per essersi adoperati a far sì che la prossima edizione dell’RBS 6 Nazioni possa disputarsi all’Olimpico e per averci garantito il proprio supporto. Sono sicuro che, tutti insieme, riusciremo ad organizzare due straordinari appuntamenti sportivi in una cornice all’altezza delle grandi cattedrali europee del rugby. La scelta dell’OIimpico non può che essere per il rugby italiano una sfida entusiasmante per il 2012 e speriamo di poter ritrovare nei prossimi anni uno Stadio Flaminio pienamente rispondente alle specifiche richieste dal 6 Nazioni".
L'arrivederci al Flaminio? Quindi vuol dire che si tornerà da quelle parti in un futuro prossimo, quando sarà "pienamente rispondente alle specifiche richieste del 6 Nazioni". Nel frattempo la cornice non è mica da ridere, peccato solo che ci sia la pista e quindi occorra portarsi il binocolo per vedere bene la partita. Così si commenta in giro.
Fosse quello il primo dei problemi. Il fatto è che di passi in avanti non se ne sono fatti, alla faccia della manfrina sullo stadio per il rugby e delle "specifiche richieste" - e ne sono passati di anni dal 5 febbraio 2000. Struttura che doveva essere il Flaminio, quello modernizzato mettendo tribuna su tribuna, un catino da Serie C rispetto agli impianti dove l'Italia mette piede in occasione del "più antico e prestigioso Torneo del rugby internazionale". L'Olimpico toh, sarà una categoria sopra rispetto al Flaminio, ma due sotto Twickenham e Lansdowne Road e compagnia bella.
E allora? Ah, ecco: è il nome. O-lim-pi-co. Suona bene, non c'è che dire. Se poi il rugby torna alle Olimpiadi, siamo in ballo - che faine in federazione. Intanto, signore e signori, mi raccomando: il binocolo, che con quello si vede lontano. E non ci si accorge dei problemi sotto le palpebre.
(Ps: quando in Galles stavano costruendo il Millennium Stadium, la nazionale migrò a Wembley. C'era la pista da corsa dei cani, ok, ma non è quello il punto: è che i gallesi andarono a giocare a Londra, in casa del nemico. Non è che magari l'Italia per un po' di tempo avrebbe potuto fare una capatina a San Siro? No, eh? Eresia pura? Non ha nemmeno la pista e quindi non occorrerebbe portarsi il binocolo da casa)
5 commenti:
Ardito il parallelo che insinui: San Siro starebbe all'Italia del rugby come Wembley sta al rugby Gallese?
Occhio, il rugby italico è popolato da nazional-popolari a oltranza, sia neri che rossi (quelli che ultimamente han sostituito le stinte bandiere della pace con il gagliardetto tricolore: adorano l'odore del napalm, la mattina, sulla Libia): questa non te la perdonerebbero tanto facilmente ...
L'Olimpico avrà anche la pista ma la visibilità non è malaccio, a' Maggica e 'a Lazzio ci giocano da sempre senza i problemi che ad esempio incontrò la Juve nel vecchio delle Alpi.
Il problema come al delle Alpi più che la visibilità è "l'effetto ghiacciaia", cioè riempirlo.
Il punto vero sarà proprio quello: dimostrare che, come due anni fa a San Siro, il rugby di alto livello in Italia reclama ben più di 30-40.000 posticini (oltre agli interpreti): lo farà riempiendo l'Olimpico di Roma.
E sputtanando quindi il ridicolo progettino al ribasso di "ammodernamento" del vecchio Flaminio (l'aggiunta di una tribunetta prefabbricata!).
Se devo dire la mia, avrei preferito ritornare al pre-2000, Nazionale itinerante.
Nazionale itinerante come tra l'altro fanno down under - giusto per ricordarlo altrimenti i nazional popolari davvero poi non mi perdonerebbero più ;)
Quanto al primo punto, era solo una constatazione strutturale: siccome gira voce che all'Olimpico si veda male - effettivamente in alcuni punti non è il massimo, ma amen -, a San Siro invece si vedrebbe di gran lunga meglio. E poi il rugby di alto livello a Milano, mica buchi di provincia come Viadana o Treviso... :D
D'altronde, se i gallesi hanno riempito Wembley, si può fare lo sforzo di prendere il treno e salire in Val Padana, no - in attesa degli ammodernamenti, of course.
Infatti il problema non è la visibilità ma, rimpirlo, anche perchè la partita si vede molto meglio in tv, tutte le partite viste allo stadio l'ho sempre riviste un paio, e non solo, di volte in tv. Vado allo stadio per altri motivi, vedi il clima che si respira, l'inno cantato da 80000 persone, lo stare affianco dei tifosi rivali, comunque San Siro o Olimpico ottantamila tifosi che spingono i nostri ragazzi è da brivido, io ci sarò
Forse alla tv la partita si vede meglio, ma allo stadio si VIVE meglio. Sei parte dell'evento.
Il problema proprio non si pone per genti dai cromosomi "outdoor" come gli inglesi.
O dove c'è tifo vero e non (solo) organizzato come tra i francesi. E non solo per la Nazionale.
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