mercoledì 27 luglio 2011

Tempo di Tri Nations, tempo di malelingue

Circola voce che i 21 sudafricani lasciati a casa da Peter De Villiers in realtà non siano tutti infortunati: starebbero bene e, cosa ancora più importante, sarebbero alle prese con la preparazione fisica per il Mondiale di settembre, lasciando gli altri all'oscuro. Rumors, nel gergo anglosassone, che lo stesso coach degli Springboks ha voluto negare in prima persona. 
"Non si stanno allenando. Sono infortunati e per questo sono rimasti in Sud Africa. E oggi altra gente tornerà a casa perché indisponibile", ha dichiarato l'allenatore. Ma le malelingue sussurrano che gente come Victor Matfield sia al lavoro con Rassie Erasmus, technical adviser della nazionale campione del mondo. 
Scenari non nuovi quando ci si immerge pienamente nel Tri Nations: gente che si apposta a seguire gli allenamenti dei prossimi avversari, coach che alzano i toni della discussione se i fotografi intercettano gli schemi di gioco (è successo un anno fa con il neozelandese Graham Henry), illazioni che si rincorrono e che per quanto vengano negate, aleggiano comunque nell'aria. Così De Villiers ha tentato di spostare la discussione anche su altro.
"Che cosa intendete per i migliori giocatori?", ha domandato rivolgendosi alla stampa, a proposito di quelli che si starebbero allenando in Sud Africa secondo i rumors e quelli impiegati nel torneo. "I ragazzi che sono qui adesso, hanno giocato per il Sud Africa e giocano nel Super 15. Quindi il 'meglio' è un concetto relativo".
Nulla accade per caso, comunque. I sospetti che gente come Bakkies Botha (nella foto con il manager Springbok), Fourie Du Preez e Bryan Habana siano all'opera per l'appuntamento più importante dell'anno, trovano adito nel fatto che già quattro anni prima Jake White, l'uomo che nei giorni scorsi non ha risparmiato critiche a De Villiers, fece la stessa cosa, per quanto più alla luce del sole: trattenne i suoi key players dal darsi anima e corpo per il Tri Nations, preservandoli per la Coppa del Mondo francese. Dopodichè la Sanzar, ente sopranazionale organizzatore del TriNations e del SuperRugby, fece firmare alle tre Federazioni componenti l'impegno formale a non rifare il giochetto White, "commettendole" a schierare "i migliori",  da cui le polemiche - e i segreti di Pulcinella - che oggi PdV prova a gestire col suo consueto savoir faire.
Intanto in Sud Africa i commentatori riferiscono che De Villiers non è l'uomo giusto per il lavoro. Mark Keohane, del Business Day, scrive pure che i vecchi del gruppo difendono strenuamente il loro allenatore perché lui, in cambio, gli concede ciò che vogliono, permettendo loro di gestire lo spettacolo. E affonda il coltello: "Negli ultimi quattro anni ha potuto fare affidamento su 20 giocatori per nascondere le proprie incompetenze". 
Tempo di Tri Nations, tempo di malelingue. A maggior ragione nel Paese Arcobaleno.

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