Ai Mondiali del 2015...
Che uno avrebbe anche tutto il diritto di ribattere immediatamente: "Scusa un attimo, ma non sono nemmeno cominciati quelli del 2011...". Esatto, ma non è una questione di calendario, ma di restrizioni. Quelle che la Rugby Football Union, la federazione inglese alle prese con beghe interne, ha deciso di porre per la selezione delle prossime nazionali che verranno dopo la Rugby World Cup 2011. L'idea è di rendere ufficialmente convocabili solo i giocatori che prestano servizio in Inghilterra. E nel 2015 la Web Ellis Cup sarà posta in palio in terra albionica. Quindi, per fare un esempio pratico, Jonny Wilkinson domani potrebbe essere alla sua ultima apparizione a Twickenham contro il Galles, dal momento che ha firmato il prolungamento di contratto con il Tolone e dal prossimo novembre si inizierà a programmare in ottica 2015.
L'apertura ha fatto i conti con il passato, ma deve soprattutto farli con il futuro: non ha intenzione di tornare su suoi passi, di navigare la Manica al contrario e ha fatto sapere che lui sarà a disposizione della nazionale finché qualcuno non chiuderà la porta. Vero è che la porta la tiene anche l'anagrafe: Wilko è un 1979, nel 2015 avrà 36 anni ...
Teoricamente, ordunque, non ci sarà nemmeno James Haskell nel futuro prossimo inglese. La terza linea dopo il Mondiale trascorrerà un anno in Giappone, decisione annunciata da tempo. Quando tornerà nel continente, non ha escluso che potrebbe optare per altre leghe che non siano esclusivamente la Premier, anche se al rientro sarà uno dei London Wasps. Per alcuni, il rischio che esca dal giro dell'Inghilterra non dipende solo dalle norme, quanto da tutto il resto nel caso specifico. Austin Healey, che i reporter sportivi dovrebbero ringraziare per le pepate dichiarazioni che ama rilasciare, a luglio ha definito se non stupida, certo idiota la scelta giapponese di Haskell.
"Un anno via e puoi essere ben presto dimenticato", ha raccontato. "Sacrificare l'opportunità di giocare per l'Inghilterra dopo il Six Nations che ha disputato, dove ha giocato davvero bene, penso che sia molto naive".
Tornando a bomba, c'è poi la lunga storia dei club inglesi che non riescono più a vincere l'Heineken Cup. La federazione non ha molta intenzione di cedere alle pressioni dei top team che chiedono periodicamente un innalzamento dei salary cap per competere con le rivali transalpine. Dati anche i tempi, tanto vale puntare sugli "incentivi negativi", facendo presenti ai big player che se vogliono cambiare aria, mettano in conto di scordarsi la maglietta della nazionale.
L'apertura ha fatto i conti con il passato, ma deve soprattutto farli con il futuro: non ha intenzione di tornare su suoi passi, di navigare la Manica al contrario e ha fatto sapere che lui sarà a disposizione della nazionale finché qualcuno non chiuderà la porta. Vero è che la porta la tiene anche l'anagrafe: Wilko è un 1979, nel 2015 avrà 36 anni ...
Teoricamente, ordunque, non ci sarà nemmeno James Haskell nel futuro prossimo inglese. La terza linea dopo il Mondiale trascorrerà un anno in Giappone, decisione annunciata da tempo. Quando tornerà nel continente, non ha escluso che potrebbe optare per altre leghe che non siano esclusivamente la Premier, anche se al rientro sarà uno dei London Wasps. Per alcuni, il rischio che esca dal giro dell'Inghilterra non dipende solo dalle norme, quanto da tutto il resto nel caso specifico. Austin Healey, che i reporter sportivi dovrebbero ringraziare per le pepate dichiarazioni che ama rilasciare, a luglio ha definito se non stupida, certo idiota la scelta giapponese di Haskell.
"Un anno via e puoi essere ben presto dimenticato", ha raccontato. "Sacrificare l'opportunità di giocare per l'Inghilterra dopo il Six Nations che ha disputato, dove ha giocato davvero bene, penso che sia molto naive".
Tornando a bomba, c'è poi la lunga storia dei club inglesi che non riescono più a vincere l'Heineken Cup. La federazione non ha molta intenzione di cedere alle pressioni dei top team che chiedono periodicamente un innalzamento dei salary cap per competere con le rivali transalpine. Dati anche i tempi, tanto vale puntare sugli "incentivi negativi", facendo presenti ai big player che se vogliono cambiare aria, mettano in conto di scordarsi la maglietta della nazionale.
6 commenti:
la questione fa capolino da tempo. in un mondo globalizzato questo è una sorta di nazionalismo un po' sciocco, ed anche autolesionistico. wilkinson non parteciperebbe cmq ai mondiali 2015: santo cielo, è in finale di carriera già adesso e già ora non lo fanno quasi mai giocare nell'Inghilterra!
Wilko è un 1979, nel 2015 avrà 36 anni, ora ne ha 32 (tnxs per avercelo fatto ricordare). In più, tutti gli infortuni subiti.
Si, nel caso di Wilko il discorso del Socio vale più per i caps e i punti segnati che per il prossimo mondiale: a partire da novembre, chi non è plausibile nei piani ad ottica quadriennale, salterà dalle nazionali ...
Assolutamente, si trattava esclusivamente di un esempio diretto. Ciò detto, vorrà dire che non ci sarà al prossimo Six Nations, dove comunque potrebbe sempre essere un rimpiazzo non di poco conto all'apertura (placca pure, per intenderci). Quanto al fatto di vederlo al Mondiale inglese, diciamo che non è più tempo per i Mike Catt, il rugby di altissimo (nemmeno alto) livello di oggi logora chi lo fa.
Pensa se in Italia non si ammettesse in nazionale chi non gioca in club italiani....ah ah ah ah............già facciamo fatica a pretendere che siano italiani e ci inventiamo la "formazione italiana" e altre cose così.
... eh ... ma se la guardi alla rovescia, Stefano, il fatto che non ci siano più così tanti "italiani" richiesti da team esteri, non è poi così lusinghiero per la qualità del movimento.
Se cerchi il post sull'annuncio dei 30 per il Mondiale, era appunto una considerazione che avevo fatto.
Eccolo qua:
http://rightrugby.blogspot.com/2011/07/qualche-sorpresina-nellitalia-mallett.html
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