Tagliando Italia: la mischia e dell'altro c'è, il resto si vedrà
Dritti ai punti un'altra volta, che le immagini della partita Scozia-Italia le hanno viste tutti, tra satellite e digitale terrestre. Seguiteci con pazienza, perché quel che emerge qui su RR non lo trovate da nessun'altra parte.
L'Italia chiude con una sconfitta la sua corsa di avvicinamento al Mondiale neozelandese in casa della Scozia, nazionale immancabilmente presa a punto di riferimento. Tutte le volte, anche quando si dice che gli Azzurri sono un gradino sopra. E non è male, considerando la somiglianza del XV di Andy Robinson con l'Irlanda nostro obiettivo.
Il 23-12 rimediato al Murrayfield (su RR tumblr il tabellino) racconta in realtà tre partite: l'inizio, con i ragazzi di Nick Mallett in difficoltà e sotto 10-0 tra la meta del pilone Alasdair Dickinson al 9' che arriva propiziata da una linea difensiva non assestata e prontamente bucata e il piede di Dan Parks; la parte di mezzo, con gli italiani che finalmente creano possesso e quindi occasioni e quindi le due mete di Tommaso Benvenuti e Fabio Semenzato; la terza, con la consistenza azzurra che evapora e il risultato che non si fa più pesante perché alla lunga anche i padroni di casa dimostrano tutti i loro limiti. Ad esempio: coach Andy Robinson ha fatto una settimana a sottolineare lo scontro di mischia e la strategia della maul avanzante dalla rimessa laterale i suoi prontamente si trovano bastonati dal nostro pack.
Si respira aria di ridotta, in giro. Troppi errori, troppe cose che non vanno. Gente che insulta senza mezzi termini i giocatori scesi in campo e pensare che il-rugby-non-è-il-calcio. O così per lo meno dicono. Proviamo a riprendere il timone e a navigare composti.
- La mischia funziona. Si sapeva, d'accordo. Ma la Scozia non è il Giappone e cercava un test per il suo pack: ha trovato pane per i suoi denti, li abbiamo dominati. Martin Castrogiovanni è in splendida forma, tanto da masticare amaro a fine gara: partita persa dall'Italia, dice, piuttosto che vinta dalla Scozia. Leggi: in mischia li ho stesi ma altrove non abbiamo saputo approfittarne. Purtroppo ha buone ragioni. Lui infilza Dickinson più o meno come e quando vuole e Andrea Lo Cicero ha voglia di Coppa del Mondo. Il Barone indietreggia solo quando Euan Murray prende il posto di Moray Low e ogniqualvolta perde il lume, scambiando la partita di rugby per una scommessa a chi spigne di più; si distrae - ma non è il solo - nella meta del suo omologo Dickinson, ma è lui a correre per primo a sostegno di Benvenuti che al 49' va di grabber fino ai 22 avversari, difendendo l'ovale conquistato e consentendo a Semenzato di marcare visita. Avanti così, signori, carattere incluso.
- Delle qualità delle nostre terze linee abbiamo sempre detto. Oggi assieme ai centri si son dedicate a gestire una linea difensiva finalmente montante, ma non solo. Sergio Parisse è diventato finalmente un Numero 8 ordinato e carismatico, senza più voglie di strafare, un punto di riferimento per tutti, uno che raccoglie palla da raggruppamento e parte a testa alta. Paul Derbyshire ha l'istinto del sostegno e del riciclo, vedesi off load per Benvenuti per la prima meta italiana: gli indizi precedenti non mancavano, è giunta l'ennesima conferma. Robert Barbieri idem, in più quando placca lascia il segno e va a caccia di palloni nei break down: a Treviso per un po' sentiranno la loro mancanza. Aggiungiamo Castro all'elenco dei ball carrier, questi non mancano. Pensare che i titolari sarebbero Alessandro Zanni (l'altro Benetton del trittico) e Mauro Bergamasco: insomma, nel reparto cruciale andiamo bene e le conclamate "Killer Bee's" agli Scots glie le lasciamo volentieri.
- Le driving maul: arma devastante contro il pack giapponese un po' sprovveduto, anche con gli scozzesi ha funzionicchiato, pur senza risultare letale. Da lavorarci, le premesse ci sono comunque.
- Anche di Semenzato si conoscono le doti offensive e difensive. Tarchiato, un bussolotto rapido a estrar palla dalle ruck, che attacca la linea e protegge l'ovale.
- Un ulteriore aspetto positivo di cui nessuno parla è che finalmente marchiamo mete: sei in due partite e non tutte in prima fase; due in questa, quante gli scozzesi; negli anni buoni avevamo bisogno di almeno il doppio delle prove (negli anni buoni) per arrivare a tanto.
Prima e terza linea, difesa che ruba spazi, maul, mediano, mete: direi una buona base su cui costruire. Peccato che due soli test siano pochi e ora i motori possano rombare solo quando conta sul serio.
Quel che non è andato bene invece son diverse cose: alcune classiche nostrane, altre no. Analizziamole con spirito costruttivo, non disfattista - il secondo lo lasciamo volentieri ai vellicatori di vox populi.
- La cosa che più ci fa male è la disciplina: uno dei fiori all'occhiello dell'Italia mallettina, un problema dato per risolto e invece riemerso prepotentemente. Stavolta concediamo 14 penalty a Parks e Jackson contro quattro, di cui nove nella nostra metà campo! E poteva andar peggio: per fortuna nostra i due, solitamente impeccabili, erano in giornata mediocre; in più stavolta non abbiamo preso cartellini, anche se Castro ha messo a dura prova la grande pazienza del prevosto Pearson, il miglior arbitro per l'Italia statistiche alla mano.
- L'altro elemento negativo eclatante rivelatosi con la Scozia è il buco drammatico all'apertura. Vogliamo pensare che Luciano Orquera sia stato vittima di una giornata no, anche se non aveva la febbre come Parisse: sapevamo che non è un mostro d'iniziativa e nemmeno un mastino difensivo (problema risolto: in difesa si sposta all'ala) ma ce lo ricordavamo preciso e diligente. Oggi invece quasi non ne ha azzeccata una: passaggi pessimi, hesitations, scelte tattiche regolarmente fallimentari. Porta sulla coscienza la meta decisiva taglia-gambe, la seconda scozzese, l'intercetto subito da Masi: non doveva portar palla, doveva calciare subito lui. Quella è la goccia che fa traboccare il vaso, viene sostituito immediatamente da Riccardo Bocchino. Ma come col Giappone il ragazzo dimostra tutti i suoi limiti di mancato rodaggio: calcia quando dovrebbe passare, passa quando gli amici meno se l'aspettano, prende iniziative individuali prive di prospettive, tagliando ad esempio la strada a Garcia invece di creargli spazi. Forse Mallett contava in una seconda "rivelazione" alla Semenzato, ma non è sempre domenica. Chissà se ha conservato il numero di telefono di Kris Burton ... Nulla di personale col ragazzo, sia chiaro, ma la coppia di aperture ci pare poco affidabile e altri jolly d'emergenza (McLean?!) non ce n'è (più). Problemone grosso per Mallett, da non dormirci la notte.
- Tutta la linea dei trequarti è stata trascinata nella giornata no della cabina di regìa arretrata. Se in fase difensiva i "senatori" contrariamente ai "ragazzi" sono attenti e salgono, in possesso tutti sbagliano scelte e passaggi; nessuno manco Masi e Canale fanno offload decenti o riescono a "pungere" la palla con la forchetta per portarla oltre la linea del vantaggio. Quanto a Mirco B., l'avevamo già notato nel Sei Nazioni, non si vede più in campo aperto: ce lo siamo giocato manco fosse Frodo Baggins col peso dell'Anello da portare (nel suo caso la responsabilità di piazzare), come se per tutto il tempo non pensasse che a quello.
Intendiamoci: meglio, molto meglio del display inconsistente dei "ragazzi" la settimana scorsa, quando al Giappone mancava solo la maglietta gialla, li avevamo fatti diventar tutti Wallabies. Anche gli errori di handling commessi, circa 10 (tanti quanti gli scozzesi) paiono tanti in numero assoluto ma è una quantità quasi normale se pensiamo che gli Azzurri han fatto oltre 100 passaggi (contro i quasi 200 degli scozzesi, che la palla - e le palle - l'han fatta girare moltissimo): è un numero doppio o anche triplo di passaggi dell'abituale nostro.
- Se poi vogliamo arrivare anche ai dettagli, pure importanti, ci sarebbe da rivedere la rimessa laterale: non funziona come dovrebbe. Dato che il match point Mondiale ce lo giocheremo con l'Irlanda, sarebbe davvero il caso di porvi rimedio. I presupposti ci sono: Alastair Kellock viene imbragato e neutralizzato appena tenta la driving maul, ma se gli stessi saltano per fregarci la pagnotta, andiamo in apnea e quando il lancio non viene sporcato, è storto. Fabio Ongaro riceve un duro colpo nel corso del primo quarto e forse è proprio il quel placcaggio ricevuto ad infastidirlo. Con Tommaso D'Apice si gioca corto, sul lancio lungo il neo tallonatore degli Aironi per ora va in difficoltà. Corniel van Zyl con le chiamate alla fine riesce a chiarire un filo la faccenda, ma c'è da lavorarci sopra.
- Rimane infine l'annoso problema della piazzola. All'Italia servirebbe il calciatore che non è Bergamirco. Cinque punti mancanti - due difficili e tre facili - non sono tanti, anche se solo due son quelli portati a casa; il preciso Parks ha lasciato per strada tre punti, più altri tre Jackson. ma all'Italia farebbero tutti dannatamente comodo. Il problema è che con Mirco non ci sono calci facili o difficili: ogni tentativo è un thriller, un 50 e 50. Non se ne fa una colpa al biondo riccioluto prestato alla piazzola, che in altre occasioni ha fatto la differenza (Fiji, scorso novembre, Francia nel Sei Nazioni). Purtroppo ognuno si tiene quello che ha, ma possibile che Orquera, o lo stesso Bocchino ... una volta McLean ...
Suggerisce invece ottimismo l'intesa notata sulla prima meta, con l'incrocio tra Semenzato e Andrea Masi e poi Derbyshire: il gruppo ormai è assieme da settimane, gli automatismi si saldano. Se poi il Benvenuti di oggi sarà anche quello dei Mondiali, c'è un'ala con le gambe e intraprendente a chiudere il triangolo allargato con l'aquilano estremo e Mirco Bergamasco sul lato chiuso. Il guaio è che per metterli in azione, campa cavallo ... Bisognerebbe mandare a Mirco qualche cassetta dell'ultimo Bryan Habana, che l'azione se la va a cercare invece di aspettarla. Non come al Murrayfield insomma.
Resta da capire come il management intenderà gestire la coppia di centri. Gonzalo Garcia e Gonzalo Canale, come detto in una giornata no. Succede, ma Sgarbi scalpita. Anche Masi stavolta ha aperto dubbi nel suo confronto sinora vincente con McLean.
Prossimo appuntamento: domenica 11 settembre, contro l'Australia a North Harbour. Scenario di Coppa. Il tagliando è fatto, forse i sogni erano a questo punto di aver chiare le Italie A (per l'Irlanda), B (per Russia e Usa) e "mista" (per l'esordio con Australia), invece ci sono dei dubbi ancora aperti: su tutti, prima ancora del piazzatore e delle rimesse laterali, il buco nero all'apertura, sia "A" che "B", quasi una nemesi del 2007.
E non si può più tornare dal meccanico, anche se forse un giretto in garage a dare un'ulteriore occhiatina ai livelli sarebbe il caso di farlo. E proprio la partita con l'Australia, scusate la blasfemia, potrebbe essere un legittimo warm up finale.
Alcune ultime note d'ottimismo: non si vola certo in Nuova Zelanda sulle ali dell'entusiasmo, e forse le uscite polemiche di Castro in diretta a Sky (in sintesi: il pack è la formica, i trequarti le cicale e ai primi la cosa inizia a non star più bene), rivelano un certo incrinamento della fiducia tra reparti, o meglio l'ultima wake up call come dicono gli inglesi. Ma agli italiani di rimanere preoccupati e non rilassati tipicamente fa gran bene.
Al contrario agli irlandesi, la tensione non fa bene: vanno in Nuova Zelanda ben destabilizzati da tre sconfitte su tre test, in attesa dell'ultimo appuntamento con l'Inghilterra.
Quanto agli scozzesi, per quel che ce ne cala, Robinson farebbe meglio a non essere troppo ottimista: fan girar la palla più che nel passato, è vero, ma in quanto a efficacia ... Ha ragione Castrogiovanni, con quelle due mete "di risulta" non l'han vinta gli Scots 'sta partita.
L'Italia chiude con una sconfitta la sua corsa di avvicinamento al Mondiale neozelandese in casa della Scozia, nazionale immancabilmente presa a punto di riferimento. Tutte le volte, anche quando si dice che gli Azzurri sono un gradino sopra. E non è male, considerando la somiglianza del XV di Andy Robinson con l'Irlanda nostro obiettivo.
Il 23-12 rimediato al Murrayfield (su RR tumblr il tabellino) racconta in realtà tre partite: l'inizio, con i ragazzi di Nick Mallett in difficoltà e sotto 10-0 tra la meta del pilone Alasdair Dickinson al 9' che arriva propiziata da una linea difensiva non assestata e prontamente bucata e il piede di Dan Parks; la parte di mezzo, con gli italiani che finalmente creano possesso e quindi occasioni e quindi le due mete di Tommaso Benvenuti e Fabio Semenzato; la terza, con la consistenza azzurra che evapora e il risultato che non si fa più pesante perché alla lunga anche i padroni di casa dimostrano tutti i loro limiti. Ad esempio: coach Andy Robinson ha fatto una settimana a sottolineare lo scontro di mischia e la strategia della maul avanzante dalla rimessa laterale i suoi prontamente si trovano bastonati dal nostro pack.
Si respira aria di ridotta, in giro. Troppi errori, troppe cose che non vanno. Gente che insulta senza mezzi termini i giocatori scesi in campo e pensare che il-rugby-non-è-il-calcio. O così per lo meno dicono. Proviamo a riprendere il timone e a navigare composti.
- La mischia funziona. Si sapeva, d'accordo. Ma la Scozia non è il Giappone e cercava un test per il suo pack: ha trovato pane per i suoi denti, li abbiamo dominati. Martin Castrogiovanni è in splendida forma, tanto da masticare amaro a fine gara: partita persa dall'Italia, dice, piuttosto che vinta dalla Scozia. Leggi: in mischia li ho stesi ma altrove non abbiamo saputo approfittarne. Purtroppo ha buone ragioni. Lui infilza Dickinson più o meno come e quando vuole e Andrea Lo Cicero ha voglia di Coppa del Mondo. Il Barone indietreggia solo quando Euan Murray prende il posto di Moray Low e ogniqualvolta perde il lume, scambiando la partita di rugby per una scommessa a chi spigne di più; si distrae - ma non è il solo - nella meta del suo omologo Dickinson, ma è lui a correre per primo a sostegno di Benvenuti che al 49' va di grabber fino ai 22 avversari, difendendo l'ovale conquistato e consentendo a Semenzato di marcare visita. Avanti così, signori, carattere incluso.
- Delle qualità delle nostre terze linee abbiamo sempre detto. Oggi assieme ai centri si son dedicate a gestire una linea difensiva finalmente montante, ma non solo. Sergio Parisse è diventato finalmente un Numero 8 ordinato e carismatico, senza più voglie di strafare, un punto di riferimento per tutti, uno che raccoglie palla da raggruppamento e parte a testa alta. Paul Derbyshire ha l'istinto del sostegno e del riciclo, vedesi off load per Benvenuti per la prima meta italiana: gli indizi precedenti non mancavano, è giunta l'ennesima conferma. Robert Barbieri idem, in più quando placca lascia il segno e va a caccia di palloni nei break down: a Treviso per un po' sentiranno la loro mancanza. Aggiungiamo Castro all'elenco dei ball carrier, questi non mancano. Pensare che i titolari sarebbero Alessandro Zanni (l'altro Benetton del trittico) e Mauro Bergamasco: insomma, nel reparto cruciale andiamo bene e le conclamate "Killer Bee's" agli Scots glie le lasciamo volentieri.
- Le driving maul: arma devastante contro il pack giapponese un po' sprovveduto, anche con gli scozzesi ha funzionicchiato, pur senza risultare letale. Da lavorarci, le premesse ci sono comunque.
- Anche di Semenzato si conoscono le doti offensive e difensive. Tarchiato, un bussolotto rapido a estrar palla dalle ruck, che attacca la linea e protegge l'ovale.
- Un ulteriore aspetto positivo di cui nessuno parla è che finalmente marchiamo mete: sei in due partite e non tutte in prima fase; due in questa, quante gli scozzesi; negli anni buoni avevamo bisogno di almeno il doppio delle prove (negli anni buoni) per arrivare a tanto.
Prima e terza linea, difesa che ruba spazi, maul, mediano, mete: direi una buona base su cui costruire. Peccato che due soli test siano pochi e ora i motori possano rombare solo quando conta sul serio.
Quel che non è andato bene invece son diverse cose: alcune classiche nostrane, altre no. Analizziamole con spirito costruttivo, non disfattista - il secondo lo lasciamo volentieri ai vellicatori di vox populi.
- La cosa che più ci fa male è la disciplina: uno dei fiori all'occhiello dell'Italia mallettina, un problema dato per risolto e invece riemerso prepotentemente. Stavolta concediamo 14 penalty a Parks e Jackson contro quattro, di cui nove nella nostra metà campo! E poteva andar peggio: per fortuna nostra i due, solitamente impeccabili, erano in giornata mediocre; in più stavolta non abbiamo preso cartellini, anche se Castro ha messo a dura prova la grande pazienza del prevosto Pearson, il miglior arbitro per l'Italia statistiche alla mano.
- L'altro elemento negativo eclatante rivelatosi con la Scozia è il buco drammatico all'apertura. Vogliamo pensare che Luciano Orquera sia stato vittima di una giornata no, anche se non aveva la febbre come Parisse: sapevamo che non è un mostro d'iniziativa e nemmeno un mastino difensivo (problema risolto: in difesa si sposta all'ala) ma ce lo ricordavamo preciso e diligente. Oggi invece quasi non ne ha azzeccata una: passaggi pessimi, hesitations, scelte tattiche regolarmente fallimentari. Porta sulla coscienza la meta decisiva taglia-gambe, la seconda scozzese, l'intercetto subito da Masi: non doveva portar palla, doveva calciare subito lui. Quella è la goccia che fa traboccare il vaso, viene sostituito immediatamente da Riccardo Bocchino. Ma come col Giappone il ragazzo dimostra tutti i suoi limiti di mancato rodaggio: calcia quando dovrebbe passare, passa quando gli amici meno se l'aspettano, prende iniziative individuali prive di prospettive, tagliando ad esempio la strada a Garcia invece di creargli spazi. Forse Mallett contava in una seconda "rivelazione" alla Semenzato, ma non è sempre domenica. Chissà se ha conservato il numero di telefono di Kris Burton ... Nulla di personale col ragazzo, sia chiaro, ma la coppia di aperture ci pare poco affidabile e altri jolly d'emergenza (McLean?!) non ce n'è (più). Problemone grosso per Mallett, da non dormirci la notte.
- Tutta la linea dei trequarti è stata trascinata nella giornata no della cabina di regìa arretrata. Se in fase difensiva i "senatori" contrariamente ai "ragazzi" sono attenti e salgono, in possesso tutti sbagliano scelte e passaggi; nessuno manco Masi e Canale fanno offload decenti o riescono a "pungere" la palla con la forchetta per portarla oltre la linea del vantaggio. Quanto a Mirco B., l'avevamo già notato nel Sei Nazioni, non si vede più in campo aperto: ce lo siamo giocato manco fosse Frodo Baggins col peso dell'Anello da portare (nel suo caso la responsabilità di piazzare), come se per tutto il tempo non pensasse che a quello.
Intendiamoci: meglio, molto meglio del display inconsistente dei "ragazzi" la settimana scorsa, quando al Giappone mancava solo la maglietta gialla, li avevamo fatti diventar tutti Wallabies. Anche gli errori di handling commessi, circa 10 (tanti quanti gli scozzesi) paiono tanti in numero assoluto ma è una quantità quasi normale se pensiamo che gli Azzurri han fatto oltre 100 passaggi (contro i quasi 200 degli scozzesi, che la palla - e le palle - l'han fatta girare moltissimo): è un numero doppio o anche triplo di passaggi dell'abituale nostro.
- Se poi vogliamo arrivare anche ai dettagli, pure importanti, ci sarebbe da rivedere la rimessa laterale: non funziona come dovrebbe. Dato che il match point Mondiale ce lo giocheremo con l'Irlanda, sarebbe davvero il caso di porvi rimedio. I presupposti ci sono: Alastair Kellock viene imbragato e neutralizzato appena tenta la driving maul, ma se gli stessi saltano per fregarci la pagnotta, andiamo in apnea e quando il lancio non viene sporcato, è storto. Fabio Ongaro riceve un duro colpo nel corso del primo quarto e forse è proprio il quel placcaggio ricevuto ad infastidirlo. Con Tommaso D'Apice si gioca corto, sul lancio lungo il neo tallonatore degli Aironi per ora va in difficoltà. Corniel van Zyl con le chiamate alla fine riesce a chiarire un filo la faccenda, ma c'è da lavorarci sopra.
- Rimane infine l'annoso problema della piazzola. All'Italia servirebbe il calciatore che non è Bergamirco. Cinque punti mancanti - due difficili e tre facili - non sono tanti, anche se solo due son quelli portati a casa; il preciso Parks ha lasciato per strada tre punti, più altri tre Jackson. ma all'Italia farebbero tutti dannatamente comodo. Il problema è che con Mirco non ci sono calci facili o difficili: ogni tentativo è un thriller, un 50 e 50. Non se ne fa una colpa al biondo riccioluto prestato alla piazzola, che in altre occasioni ha fatto la differenza (Fiji, scorso novembre, Francia nel Sei Nazioni). Purtroppo ognuno si tiene quello che ha, ma possibile che Orquera, o lo stesso Bocchino ... una volta McLean ...
Suggerisce invece ottimismo l'intesa notata sulla prima meta, con l'incrocio tra Semenzato e Andrea Masi e poi Derbyshire: il gruppo ormai è assieme da settimane, gli automatismi si saldano. Se poi il Benvenuti di oggi sarà anche quello dei Mondiali, c'è un'ala con le gambe e intraprendente a chiudere il triangolo allargato con l'aquilano estremo e Mirco Bergamasco sul lato chiuso. Il guaio è che per metterli in azione, campa cavallo ... Bisognerebbe mandare a Mirco qualche cassetta dell'ultimo Bryan Habana, che l'azione se la va a cercare invece di aspettarla. Non come al Murrayfield insomma.
Resta da capire come il management intenderà gestire la coppia di centri. Gonzalo Garcia e Gonzalo Canale, come detto in una giornata no. Succede, ma Sgarbi scalpita. Anche Masi stavolta ha aperto dubbi nel suo confronto sinora vincente con McLean.
Prossimo appuntamento: domenica 11 settembre, contro l'Australia a North Harbour. Scenario di Coppa. Il tagliando è fatto, forse i sogni erano a questo punto di aver chiare le Italie A (per l'Irlanda), B (per Russia e Usa) e "mista" (per l'esordio con Australia), invece ci sono dei dubbi ancora aperti: su tutti, prima ancora del piazzatore e delle rimesse laterali, il buco nero all'apertura, sia "A" che "B", quasi una nemesi del 2007.
E non si può più tornare dal meccanico, anche se forse un giretto in garage a dare un'ulteriore occhiatina ai livelli sarebbe il caso di farlo. E proprio la partita con l'Australia, scusate la blasfemia, potrebbe essere un legittimo warm up finale.
Alcune ultime note d'ottimismo: non si vola certo in Nuova Zelanda sulle ali dell'entusiasmo, e forse le uscite polemiche di Castro in diretta a Sky (in sintesi: il pack è la formica, i trequarti le cicale e ai primi la cosa inizia a non star più bene), rivelano un certo incrinamento della fiducia tra reparti, o meglio l'ultima wake up call come dicono gli inglesi. Ma agli italiani di rimanere preoccupati e non rilassati tipicamente fa gran bene.
Al contrario agli irlandesi, la tensione non fa bene: vanno in Nuova Zelanda ben destabilizzati da tre sconfitte su tre test, in attesa dell'ultimo appuntamento con l'Inghilterra.
Quanto agli scozzesi, per quel che ce ne cala, Robinson farebbe meglio a non essere troppo ottimista: fan girar la palla più che nel passato, è vero, ma in quanto a efficacia ... Ha ragione Castrogiovanni, con quelle due mete "di risulta" non l'han vinta gli Scots 'sta partita.
24 commenti:
Post a due mani: responsabilità condivise, come le visioni.
Concordo su tutta la linea. Altro che comunicati stampa
ehm, Socio: quattro mani, quattro. Ecco, due i cervelli ;)
Concordo su tutto tranne che su Pearson , arbitro che non usa mai lo stesso metro per le due squadre (critica costante anche in premiership) e che non ci ha certo in simpatia per noti trascorsi personali ; anche stavolta e' stato molto fiscale con noi ed ha sorvolato sempre sul fuorigioco sistematico scozzese (da qui molta dell'efficacia difensiva) se poi e' capibile il non aver lasciato il vantaggio da cui e' nata la meta presa da Masi ... La prima scozzese non c'era :placcati a terra il pallone lo si libera ! non ci si può rialzare e correre
Tnxs Carletto.
Giorgio, le opionioni sono libere, fatti no: con Person il record azzurro era tre vinte e tre perse (ora quattro); dato che in totale siamo ben lontani dal 50% vinte, ne discende matematicamente che Pearson è er mejo per questa Italia.
Non è perfetto, d'accordo. Non è un Barnes in forma, è un po' in difficoltà quando il gioco accelera e deve guardar da più parti (come quasi tutti) e non è aiutato dai linemen (pessimo uno dei due, quello alla ns. sinistra).
Ma lo trovo di gran lunga preferibile all'arroganza di Rolland (uno pescato a fischiare le mischie una volta all'una e una all'altra) o la vacuità del preferito della nouvelle vague, l'altro irlandese Clancy che purtroppo ci arbitrerà ai mondiali.
Con un altro poteva anche esser peggio: ad esempio Castro. poteva esser preso di mira (un incompetente di mischie ordinate come Clancy ci mette mezzo secondo a farlo: ricordi Mas nella scandalosa Irlanda-Francia al Sei Nazioni?), e adesso non saremmmo qui a parlare del suo stato di forma.
Venendo alla partita, vero quel che dici del fuorigioco sistematico scozzese, ma quello è niente in confronto all'Irlanda, l'hai vista con la Francia? E' stato un bell'allenamento per i nostri, che infatti han tenuto nonostante, subendo come sotolinei tu due mete "di risulta" e non preparate.
Quanto al fallo soczzese sulla prima meta (ripartire senza mollar la palla se nessuno ti tiene a terra), la "giurisprudenza corrente" (o interpretazione) è di fischiarlo solo nei casi più eclatanti. Se n'è visto uno anche in Sudafrica - All Blacks. Piuttosto, cucù all'Azzurro che ha mollato a terra l'avversario invece di trattenerlo.
La meta di Masi piuttosto: lì Pearson poteva esser "più clemente" e ricordarsi del vantaggio (o fischiar fuorigioco) che tanto perdevamo lo stesso.
Credo che avremmo meritato di perdere, ma con una meta in più di loro in saccoccia: 16-12 era il risultato giusto.
Il ns. punto è che questo è un warm up, serve per mettere a punto la squadra. L'arbitraggio interessa solo fino a un certo punto, per comprendere come adattarvisi: sotto questo profilo deve preoccuparci la novità della ns. mancanza di disciplina, peraltro già vista a tratti nel 6N.
Invece la Scozia, tra gli scuotimenti di testa di Parks, s'è messa a giocare per vincere, provando a trasformare tutto invece di provare maul, mischie e rimesse, di dove non han cavato un ragno dal buco. E poi Robinson esalta la vittoria di una partita persa dai nostri! Buon pro gli faccia.
Complimenti, la miglior interpretazione letta oggi sulla parita. Aggiungo solo che, secondo me, la difesa montante (che era il punto di forza della gestione BBZ)non è in linea con la difesa che ha insegnato Mallet nella sua gestione. Voglio dire che una squadra d'alto livello deve giocare con questo tipo di difesa ma quando hai passato anni ad insegnare un'altra cosa ti trovi voragini 10-12-13: è accaduto con il Giappone e con la Scozia stesso problema con giocatori nostri diversi.....
Inoltre come letto qui e anche altrove il calciatore è un problema cruciale che è stato "risolto" male! Proposta: chiamare un giocatore specialista e spostarlo all'ala dove non arriva palla?
Nicola
Nicola, non occorre neppure andare lontano. per fare un esempio, tre piedini fatati che all'ala ma anche altrove non sarebbero niente male: Nicola Pavin, Andrea Marcato e Kris Burton
Grazie Nicola per l'apprezzamento.
Da parte mia, rispondo così ai tuoi quesiti: due warm up match e Mallett ne avrà tratto le sue conclusioni. Di fatto servivano proprio per questo, poi si tratterà di capire quali conclusioni siano. Comunque credo che per il Mondiale avremo quella linea del Piave secondo Mallett che a Firenze, per esempio, se la cavò egregiamente contro l'Australia.
Quanto ai suggerimenti di Carletto, lui è troppo di parte, soprattutto è Marcato... ;)
Ma io ho dato una risposta a Nicola, non è detto che farei così :D
Grazie a tutti pe ri complimenti - non fanno male, tanotr la testa ce la siamo già montata da mo' ... :)
Nel merito, la mia personale conclusione del dilemma è: tutto molto vero, ma scorciatoie o uomini del destino non ce n'è, si fa con quel che si ha.
Signori prendiamone atto e facciamocene una ragione, a meno di infortuni questi sono i 30 che vanno in Nzl.
Pavin non esiste, non è mai stato testato manco in nazionale A. Marcato idem, è fuori dal giro da troppo tempo. Per entrambi se ne riparla forse con Brunel.
Quanto a Burton invece un pensierino ce lo farei, solo che adesso chi mandi a casa: Pratichetti, Toniolatti o Bocchino?
O forse McLean, in ossequio al novello ostracismo anti straniero (di cognome) in voga in Fir?
Sul piazzatore invece, toglierei la responsabilità a Mirco, solo per rivederlo finalmente giocare in campo aperto; i piazzati li affiderei all'apertura designata, chiunque sia.
Bel post, moderato e critico al punto giusto! Bel mix!
Concordo anche su Australia come "warm-up" aggiuntivo... Formazione se tutti più o meno nella stessa forma?
15 Masi
14 Toniolatti
13 Benvenuti
12 Sgarbi
11 Bergamasco Mi.
10 Bocchino
9 Semenzato
8 Parisse
7 Bergamasco Ma. (per 40' deve ritrovare ritmo)
6 Derbyshire
5 Del Fava
4 ...Geldenhuys? sennò Bortolami
3 Cittadini
2 Ongaro
1 Perugini se già ok altrimenti Lo Cicero
Tanto l'Australia andrà giù abbastanza seria, non aspettiamoci rincalzi o sconti.
Al limite partirà Barnes al posto di Cooper. Per il resto saranno più o meno gli stessi 22 visti in Sudafrica, forse con Palu che parte titolare 8 ed Elsom in panca per Higgers.
Andiamo in campo per giocarcela e trovare gioco con della gente che ci prova, non per difendere, non per fare "gioco tattico" che tanto non lo sappiamo fare.
E disciplina, disciplina, disciplina!
Sull'osservazione importante di Nicola, il tipo di difesa.
Ci va un po' di background.
Mallett vide all'arrivo che era necessario reimpostare gli Italiani dai basics individuali: vero che con BBZ salivano, ma la difesa era bucabile regolarmente e soprattutto non reggeva mai ottanta minuti. S'è focalizzato a lungo sui fondamentali individuali e sulla tenuta fisica: ricordi la famosa polemica su Marcato (sempre lui!) che doveva prendere 5kg? Un lavoro imponente e importantissimo, per il quale non lo ringrazieremo mai abbastanza. Ricordiamo che non c'era la Celtic League a preparare più di metà dei nostri, allora.
Poi, raggiunto un livello soddisfacente, da un annetto può permettersi di provare difese "moderne", collettive e movimenti d'attacco collegati alla riconquista (offload etc.etc.).
Ciò detto, ecco perchè personalmente (e non solo io) ho vissuto la gara col Giappone come un passo indietro. Avevo trascurato l'ultima partia con la Scozia nel 6N, imputando la difesa rinunciataria (a salire) all'affaticamento e all'appagamento post vittoria con la Francia.
Evidentemente l'avvento di Mouremie ha riportato indietro alla preparazione indivduale trascurando la difesa collettiva. Sono felice di aver visto un bel passo avanti stavolta.
Quanto al buco 10-12, di lì son passati i giapponesi non certo gli scozzesi che han segnato due mete "di risulta" senz amai risucire ad essere veramente pericolosi coi loro attacchi.
Ancheperchè il 10, Orquera, viene mandato a difendere al largo. Lo stesso a mio avviso s'ha da fà con Bocchino: non perchè non abbia il fisico, ma perde la linea coi compagni troppo facilmente, si scaglia faso tutto mi e o balza avanti o si mette a seguire la palla scivolando all'indietro.
Probabile che gli riempano troppo la testa di raccomandazioni, si vede dalle faccr che fa (tipo "ecco vedi, me l'avevan detto ... ").
Tnxs Madflyhalf per il contributo e i complimenti e ben ritrovato.
Personalmente credo che l'Australia ci snobberà un filino di più: devono far sette partite non solo quattro (o cinque) come noi.
Credo ci sarà quindi Barnes in mezzo ma anche altri rincalzi nel pack: Palu deve far kilometri quindi lo schiererà, credo ci troveremo l'antico Vickerman lock, magari con l'altro veterano Sharpe, i due Fainga'a; Drew Mitchell un altro che deve far km, probabilmente vedremo Burgess e non Genia ed altro.
In prima linea invece massimo rispetto.
Certo che, come ti giri con gli australiani, caschi male ...
Teniamo presente che al mondiale valgono i punti di bonus. Sia per loro (4 mete) che per noi meno di 7 punti di distacco). Potrebbero essere preziosi.
Della tua formazione azzurra, cambierei il 15 (McLean è aussie di nascita, potrebbe esser motivato a far bella figura con gli amici a casa), terrei fuori Mirco per preservarlo, soprattutto se insistono a volerlo far calciare (Toniolatti a destra, come con il Giappone, Masi a sinistra? e poi pregare che non ci sia O'Connor in campo...).
In mezzo serve Sgarbi per frenarli, mi piace l'idea di Benvenuti a far reparto con lui.
Concordo sul tener fuori la prima linea titolare (dentro LoCicero Cittadini Ongaro), in terza Mauro, Parisse e un altro a scelta che van tutti bene.
La mediana ... come ci vedrei bene Burton col Mozza! Pe rgli stessi motivi di McLean, ma non solo: per fargli far kilometri a lui (anche se è un po' fragilino).
Io rimango dell'idea che spostare un 10 a difendere all'ala non si può fare con tutti i 10.
Per giocare all'ala devi avere determinate caratteristiche:
- saper battere il diretto avversario in velocità piena ("alla Mitchell"), in rapidità ("alla O'Connor") o aggirandolo ("alla Ioane")
- saperlo battere anche tatticamente (piede, passaggio nello spazio)
- sui palloni di recupero sapere quando calciare (e come e dove) e quando attaccare alla mano
- in difesa, se qualcuno buca, devi saper difendere in campo aperto, difficilissimo anche nell'1 vs. 1
Cooper queste cose le fare, è anche per quello che lo spostano all'ala (con risultati buonissimi nei Reds, ma ad esempio per ora dubbiosi con l'Australia): servono doti fisiche ma anche tattiche e tecniche.
Perché anche se sei all'ala in difesa, se una nazionale evoluta scopre che sei l'anello debole, ti tartassa ugualmente!
Secondo me né con Bocchino né con Orquera possiamo permetterci di spostarli là: al 90% sarebbero up&under o calci sbarellati a metà strada ("alla McLean" tristemente) che finiscono nelle mani di alcuni dei seguenti signori:
Will Genia
Andrew Trimble
Quade Cooper
Luke Fitzgerald
James O'Connor
Rob Kearney (o Felix Jones, niente male ieri)
Kurtley Beale
Keith Earls
Digby Ioane
Tommy Bowe
...
E se vuoi calci, dopo devi andartela a riprendere o almeno portare su la linea difensiva, quindi siamo punto e a capo.
sul problema della carenza cronica di mediani di apertura e di buoni piazzatori anch'io non ci dormo la notte, figuriamoci mallett! meno male che, a quanto pare, finalmente abbiamo trovato un mediano di mischia decente dopo troncon
Non ci siamo capiti madfly: durante la partita Orquera si sposta velocemente al largo in fase di non possesso(non è un mio suggerimento: constato la disposizione difensiva di Mallett), TENENDOSI IL 10. Dopdichè, ripreso il possesso dai nostri, non si sogna certo di attaccare dall'ala e torna a fare l'apertura.
Una specie di estremo aggiunto solo in fase difensiva.
Il che consente a Benvenuti di partecipare alla difesa e ai due centri di serrare meglio e all'openside di targettare l'apertura avversa. Salendo più rapidamente, senza doversi preoccupare di proteggere il collega vicino.
E' spostare un "punto debole" in una area meno cruciale, non certo eliminare il punto debole. Il punto è che per arrivare largo con l'attacco ci vuol tempo; così la difesa puo' allestire qualche bella "trap", col 10 che si sposta da 14 al fondo e poi torna al centro, il 15 che sale e il 14 che scala con 13 e il pack dietro.
I calci tattici piuttosto, dici bene; anche lì effettivamente dobbiamo farne di strada ma da ovunque calciamo, non solo se abbiamo spostato l'apertura (ma che ha tutto il tempo per ritornare al suo posto in caso di calcio o corsa dell'estremo proprio).
Ieri poco m'è piaciuto Masi al proposito. Anche i grubber di Mozza son rimasti quasi tutti a mezza strada. Ma tante volte è meglio così, scombini gli automatismi e la scelta di lato se non li fai ripartire dal fondo ma da in mezzo. Chiamasi "gioco rotto". Un'arma a doppio talgio.
Già Massimo, è il bicchiere mezzo pieno. Ma guarda caso, è la stessissima situazione del 2007.
Mitigata dalla mancanza di "caratterialità" di Mozza rispetto a Troncon.
Il quale in Francia pensò bene di mettersi di traverso con BBZ, forse in qualità di "tribuno della plebe" (dopo la partita con la Romania mi pare di ricordare ma potrei sbagliarmi, ora magari vado a rivedermi le cronache qui sull'archivio RR).
Speriamo non si ripeta la situescion: quest'anno il tribuno, la voce di "radio spogliatoio" si chiama Castro ...
Comunque, per tenere buono Carletto, Mallett ha deciso che questi sono i 30. Nessun cambio. Ora si parte.
Lo so cosa fa Orquera ora.
Ma continua a non piacermi, perché prima o poi i calci tattici li fannno anche su di lui... Ora un conto è guadagnare un pallone da un turnover in ruck dove puoi avere il tempo con 2 o 3 fasi di riportare l'apertura al suo posto, ma quando ti calciano dietro devi fare con chi hai lì.
Gli ABs per mettere pressione a Cooper gliel'hanno fatto 3 volte, portando una buona linea difensiva e ha pagato bene...
L'angoscia è: metti che a uno di quelli dietro gli vien lo sbuzzo di calciare? Per quello che abbiamo visto McLean non è in grado di fare calci tattici di spostamento sulla verticale del campo, li spara quella mezzavia tra altezza e lunghezza che riesce a farli cadere in mano ai difensori senza alcuna pressione.
Orquera per ora non sembra meglio... Up&Under pochissimi vanno a portare pressione e/o contendere in aria la palla.
A quel punto è un suicidio e invece che 3 punti per un tenuto, prendi un contrattacco che se ti va bene recuperi dopo 40m e rimani col fiato corto, prendendo magari meta alla terza fase, se ti va male.......
Metterei Masi contro l'Australia solo per quello: in copertura non è niente di meno di McLean, però non sbarella coi calci e contrattacca tutto a una velocità umana. Dritto per dritto ok, sarà questione di dargli sostegno vicino, però difficilmente lui perde palla in queste fasi.
Interessante dibattito, Madfly.
Il nostro 10 in fase di possesso avversario va a difendere la linea, di solito si ferma esterno ai centri prima dell'ala e non scende mai in profondità (almeno, con la Scozia non è mai successo). Per un motivo ovvio: deve togliersi "dal pericolo" ma anche star pronto a tornare al suo posto appena si riconquista il possesso.
E anche se venisse bersagliato di calci da qualche parte del campo che non so, non vedo quale sarebbe il problema: tutto è relativo, Orquera il piede da profondità dovrebbe averlo sicuramente meglio di quello di Mirco o di Tommy.
McLean: non convince al 100% neppure me. E' stato un errore di Mallett quello di convertirlo estremo. Ma allora Masi non c'era (o meglio, giocava ... apertura!). Lo farei giocare ala.
Contro l'Australia infine, chiunque ci sia in fondo dei nostri e dei loro, ai nostri proibirei tassativamente l'uso del piede. Teniamoci il possesso, sarebbe il mio mantra.
Più che per demeriti di McLean o di Masi, per il fatto che O'Connor o Beale (ammesso che li schierino contro di noi, ma almeno uno c'è), meno palle hanno meglio è: ci manca solo che li serviamo noi.
Bella analisi. In partenza per la NZ io comunque resto più preoccupato che ottimista.
Ecco, in partenza per NZ: da collega a collega, qualche dispaccio in esclusiva per RR? - pagamento a birra, ovviamente ;) La nostra mail è nella side bar... A parte le battute, grazie. E buon lavoro (o divertimento, meglio).
Noi non siamo ottimisti o pessimisti. Crediamo di sapere più o meno dove si può legittimamente pensare di arrivare.
A noi ci fanno ridere già da adesso quelli che, se perdiamo la prima con l'Australia allora tutti a casa; per non far nomi ma solo cognomi: tipo quello che scrive la rubrica "Bar Sport" - nome azzeccatissimo - su Panorama (so' tutti e soli colleghi vostri ...).
Ps: grazie per il complimento.
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