mercoledì 21 settembre 2011

La potenza di Tonga schiaccia gli Speedy giapponesi

Era un po' un decider e molto ha deciso nella parte bassa della Pool A, quella di stamane ora italiana a Whangarei tra Tonga e il Giappone; il suo esito, 31-18, terza sconfitta per il Giappone, di fatto li taglia fuori dal terzo posto e dalla qualificazione automatica alla prossima Coppa del Mondo.
Un bello smacco per John Kirwan & ricca federazione del Sol Levante: dice che nel rugby il "peso" in campo conta ancora di più del "peso politico", il che non è considerazione trascurabile in tempi di Pro e di Sponsor e che quindi ci piace evidenziare.
Teniamo presente che quest'anno il Giappone sarebbe campione in carica della Pacific Nations Cup oltre che del consueto Asian Five Nations; il che la dice lunga su quel torneo (vinto tra l'altro più a suon di cartellini che di mete), dove le Isolane non riescono mai a schierare tutti i loro "europei" e (soprattutto nel caso di Tonga) neozelandesi. E dice qualcosa anche su certi ranking un po' sopravalutati (non quelli delle Isolane, che giocheranno poco ma raramente sono al completo); per fortuna che ogni quattro anni arrivano i Mondiali a dare un bella botta e rimettere a posto i rapporti di forza.

La partita ha registrato tre mete per parte, la differenza l'ha fatta la precisione dell'apertura tongana Kurt Morath (16 punti piazzati, fallendo solo il primo). Tuttavia, come non ha difficoltà ad ammettere il coach kiwi-italo-giapponese, la vera differenza l'ha fatta il fisico. Troppi i chili di differenza in mischia ordinata, ma soprattutto troppo veemente da reggere per gli asiatici, comunque rinforzati da numerosi neozelandesi e da un paio di Pacifici, l'assalto nei punti di incontro dei tongani.
"There were 145 rucks in the game" dice Kirwan, " and if you can't dominate there you will struggle". Il piano di gioco dei giapponesi era evidente, muover palla veloce al largo per aggirare i pesanti Isolani e farli correre per tutto il campo; purtroppo per loro sono invece stati presi in trappola dai "reziari" di Tonga e avviluppati in una mischia costante, dove le qualità fisiche e gli skill individuali hanno offuscato del tutto la miglior organizzazione, sacrificata dai giapponesi al tentativo di esser più veloci. Aggiungiamo all'equazione la giornata storta di James Alridge, impreciso al piede e pure "giallato" da Pearson, e si ottiene la foto di una gara certamente "entertaining" (sei mete, 145 ruck, tre cartellini gialli) ma un po' diversa da quelle abituali per chi segue il rugby europeo e l'alto livello tutto.

La corsa verso il prezioso terzo posto nella Pool A è ancora parzialmente aperta, ma non più per il Giappone a zero punti, che può puntare ora solo alla vittoria singola della bandiera: Tonga attualmente ha 5 punti e le rimane da incontrare solo i francesi, il Canada con 4 avrebbe due partite ma una è con gli All Blacks, l'altra quindi è decisiva col Giappone nel prossimo turno. Altro scontro fisicità vs. velocità, ma stavolta a parità (circa) di organizzazione in campo: chissà chi la spunta ... (hint: il rugby è uno sport di scontro, non "di contatto" come dicono ancora in tanti: quello è il ballo). Tra l'altro, un punto di bonus potrebbe esser sufficiente ai Canucks che sconfissero Tonga, ecco perché la partita odierna ha un po' già deciso i destini della Pool A.
Pool A dove piuttosto nel fine settimana si determina chi passa al primo posto, con un epocale scontro tra le due uniche squadre dell'intero Torneo ancora a punteggio pieno: All Blacks vs. France, la "bete noire" di sempre;  a tal proposito ovviamente il calore della polemica sale alto: leggere cosa scrive Peter Bills su NZ Herald a proposito della scelte di Lievremont per la partita, e la lapidaria risposta a stretto giro di posta di Cedric Heymans. Ah, i neozelandesi: tutti mobilitati in missione per conto degli All Blacks.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

secodo voi,quali sono i migliori prospetti a livello internazionale(anche molto giovani)? C'è qualche potenziale fenomeno in grado di fare la fortuna del proprio paese in futuro? Grazie,Nick

Abr ha detto...

Dunque Nick, come premessa non direi siano i Mondiali, il regno dell'esperienza, il posto giusto per cercar "prospetti", almeno nei paesi rugbisticamente evoluti: meglio seguire Currie Cupe ITM cup per quello, come qui si fa regolarmente.
Francamente in generale aspettavo George North (Wales) ma non s'è ancora visto granchè, mentre su Pat Lambie, Sudafrica sorry ma non m'ha mai esaltato. Anche Manu Tuilagi: monodimensionale. Ora arriva JM Doussain, Francia, ma non credo avrà molto spazio. Quanto a Zach Guildfrod, s'è trovato sinora nel cono d'ombra di Kahui, mentre i giovani australiani li conoscono tutti.
Anche i Pumas giovani ex PampasXV, insomma insomma, fors enon hanno tanto spazio: Imhoff (23 anni), Figallo pilone 22enne (ma già a Montpellier) ...

Spigolando nei paesi meno evoluti, m'ha deluso Artemyev preso dai Saints (meglio Ostroushko, ha 24 anni), non malaccio l'ala Scully (Usa, 22anni); nel pacifico figi non ha giovani (solo Murimurivalu, 22 anni, già accallappiato dal Clermont), meno ne presenta Samoa (james So'oialo, 22, adatto all'NPC, forse); da Tonga tutti a indicare il 21enne Viliame Iongi, ma sinora stesso discorso di North, chi l'ha visto.
Secondo me i "mercanti" farebbeor bene a dirigersi verso il Canada (Phil Mckenzie ala, 23 anni non male) e NAMIBIA: Chrysander Botha, Theuns Kotze e il 21enne Marais (peccato che qui sia già arrivata l'Udinese del rugby: Montpellier).

In generale però ripeto: questo "è un Mondiale per vecchi".

ringo ha detto...

Nick... Mallett? ;)
A parte gli scherzi, prima del torneo ero curioso di vedere alcuni "giovani" alla prova internazionale che più internazionale non si può. North, come dice il Socio, 'un s'è visto: più in mostra di lui si è messo Priestland... Sul versante inglese in particolare avevo detto che Ashton sarebbe uscito ridimensionato: sbagliavo, qui è un po' tutta l'Inghilterra che non gira e Ashton con essa. Poi vediamo quando arriviamo ai quarti, dopo la scrematura diciamo. Dove i vecchi conteranno ancor di più (vedi post sotto, con Shaw che dice ai suoi "fate i bravi o sono cavoli amari").

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